Danno continua prova di “resilienza” i pini secolari dei grandi viali a mare del Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, sferzati dal vento. Ma la parola resa più celebre dalla pandemia, nata per descrivere un’attitudine in tutto naturale, biologica, nel grande parco del litorale pisano rischia di vestirsi delle tinte mimetiche del 1° Reggimento dei Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, oltre che del Centro Cinofili.
Parliamo della maxi colata di cemento che a breve si abbatterà su un vasto appezzamento dell’area protetta, a Coltano, piccola frazione sede un tempo della storica stazione radio di Guglielmo Marconi e poi, in anni più recenti, di un centro radar ormai in disuso.
Un progetto di un anno fa: la scoperta
Una cittadella militare da oltre 70 ettari e 445mila metri cubi che il governo Draghi ha approvato come “opera destinata alla difesa nazionale”, approvata a gennaio (ben prima della guerra in Ucraina), finita in Gazzetta in febbraio e, soprattutto, in barba persino agli stanziamenti che ancora avevano da venire per la spesa militare: l’opera infatti è finanziata con i soldi destinati alla “rinascita” del Paese dopo la pandemia, il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR). Un’opera della quale la città è stata resa consapevole solo alcuni giorni fa, grazie ad una denuncia del gruppo di sinistra Diritti in Comune: finita in Gazzetta a marzo, era stata approvata in sordina a gennaio su indicazione del Ministro della Difesa del PD, Guerini.
«Il progetto però è di aprile 2021 – precisa Francesco Auletta, consigliere comunale della coalizione di cui fanno parte la lista Una Città in Comune e Rifondazione Comunista – quindi la Regione a guida PD e altre istituzioni sapevano la cosa e hanno taciuto».
Il progetto
I dettagli ancora non ci sono tutti, perché questo progetto, che alcuni enti hanno visionato e nel caso del Parco hanno anche “osservato” nei suoi punti critici, come spesso accade, ancora non è disponibile. A dargli la caccia prima di tutto è la sinistra pisana, autrice dello scoppio del polverone.
Qualche anticipazione però c’è. Decine di stabili ad uso militare e zone all’aperto funzionali all’addestramento dei reparti, un eliporto, poligoni di tiro, una torre di ardimento, una pista per l’addestramento alla guida veloce, parcheggi, un campo sportivo con piscina e molto altro ancora a servizio di una comunità che qualcuno stima in circa 1200 militari in forze, la cui codificazione in qualità di opera “strategica” prevede peraltro una forte semplificazione delle procedure.
Il tutto su terreni demaniali oggi in affitto ad aziende agricole la cui attività si lega alla caratterizzazione del parco. Si passa, in pratica, sopra a tutto e tutti bypassando valutazioni ambientali e affini, come avvenuto peraltro già in passato.
La piana di Pisa: un paradiso militare
«Mentre soffiano venti di guerra in Europa e nel mondo Pisa sta diventando la più grossa piattaforma militare del Paese – affonda il consigliere Auletta. – Una vera e propria palestra militare, in cui il parco è letteralmente circondato da una parte dall’hub militare dell’aereoporto, uno dei capi del ponte aereo di guerra da cui in queste settimane partono aerei ed armi per l’Ucraina, dall’altra la base americana di Camp Darby, sulla quale solo grazie ad una nostra denuncia del 2017 la città ha saputo di un gigantesco piano di sviluppo da 45 milioni di dollari per un potenziamento del sistema di collegamento ferroviario e navale per il trasporto di armi e munizioni». Sempre intorno al parco, poi, ci sono il C.A.M.E.N. (Centro per le Applicazioni Militari dell’Energia Nucleare), il Nono Reggimento “Col Moschin” in addestramento a Bocca d’Arno ed il poligono di tiro a Bocca di Serchio.
Tutto questo in una riserva UNESCO che anche in passato niente ha potuto fare per osteggiare vari allargamenti e potenziamenti: come nel 2017, quando la direzione del Parco provò ad opporsi con una Valutazione d’Impatto Ambientale che venne anche in quel caso superata dal “sigillo” dell’”opera strategica”.
«È un decreto che promuove uno scempio dall’alto, che passa sopra la testa del Parco e delle amministrazioni locali – denuncia l’architetto arch. Giovanni Maffei Cardellini, ex presidente del Parco oggi in Italia Nostra. – Uno scempio territoriale contro una storia amministrativa lunga e faticosa. La Regione Toscana istituì il Parco per rispondere ad un territorio sottoposto a fortissime spinte speculative. Un Parco che doveva offrire un modello di sviluppo alternativo alla fabbrica in crisi e a un turismo che consumava territorio e risorse. Ancora una volta invece, senza una motivazione se non la proprietà dei suoli si usa la scorciatoia amministrativa, in contrasto con tutti gli atti di pianificazione vigenti: un pessimo esempio per l’intera società civile».
La posizione del Parco
Il Parco, in realtà, era stato informato dell’esistenza di un progetto all’inizio del 2021.
«Il Parco fu chiamato a esprimere un parere tecnico al Comipar, l’ente chiamato a decidere sugli interventi infrastrutturali militari – racconta l’attuale presidente del Parco Lorenzo Bani. – Il parere era nettamente negativo all’opera, basato su una decina di parametri stringenti fra cui vincoli paesaggistici, ambientali, di consumo di suolo e via dicendo. Al momento di dover presentare la relazione, la questione era già stata misteriosamente eliminata dall’ordine del giorno. Mesi dopo i due corpi militari mi cercarono per chiedermi lumi su cosa si sarebbe potuto fare nell’ex centro radar per trovare loro una sede, ma non si parlava certo di un tale progetto, che è un’indecenza. Spero sia possibile bloccarlo o almeno trattare su eventuali compensazioni».
Ipotesi, quest’ultima, esclusa categoricamente da Una Città in Comune. «La proposta del parco di mettere una pezza a questo scempio non è accettabile – commenta Auletta. – Il territorio e la sua tutela non è uno scambio di figurine, per cui ti prendi mezza Coltano, nel cuore della riserva, e in cambio magari mi dai un’altra caserma semi-dismessa nel cuore della città».
Il caso in Parlamento
Intanto la questione sbarca in Parlamento. Sono di questi giorni infatti due iniziative parlamentari: un’interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio Mario Draghi a firma delle parlamentari di Manifesta – Potere al Popolo – Rifondazione Comunista Yana Chiara Ehm e Simona Suriano, a cui è seguito anche un atto ispettivo di Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) rivolto ai ministri Lorenzo Guerini (Difesa) e Roberto Cingolani (Transizione Ecologica).
L’interrogazione di Manifesta in particolare ha l’obiettivo di conoscere «i dettagli economici e urbanistici del progetto» ancora ignoti, se «sono stati acquisiti i pareri degli enti interessati» e «quali sono le aree private interessate dall’infrastruttura». «L’area interessata è comparabile con quella di un comune – sottolineano le parlamentari nell’atto depositato giovedì scorso – e si trova integralmente all’interno di un’area regionale protetta per le sue valenze naturalistiche e paesaggistiche che ne sarebbero irrimediabilmente intaccate».
L’atto presentato ha anche lo scopo di sapere ed eventualmente conoscere se esistono altri progetti per la costruzione di strutture militari in Italia finanziate o da finanziare attraverso i fondi del PNRR.
Nel mentre, anche il mondo scientifico si mobilita. «Evitare questo scempio non significa salvaguardare Coltano o il parco del litorale, significa salvarli tutti – è il commento di Alessandro Spinelli, storico ambientalista legato alle vicende del parco dalla sua prima istituzione e membro del Comitato “Salviamo San Rossore”, già mobilitato in passato contro simili operazioni. – Se passa questa idea tutti i parchi sono in pericolo».
La posizione del PD
Nel prevedibile assalto alla vertenza delle forze politiche, a sorpresa, interviene anche il Partito Democratico, con quella che sembra essere una presa di distanze tanto dal suo Ministro, quanto però anche dalla Regione, i cui uffici erano a conoscenza del progetto che circolava ormai da un anno nelle adibite stanze.
«Pisa convive positivamente con una forte presenza militare sul suo territorio, che è parte da sempre della sua identità – scrivono i democratici pisani. – Non ci sono, per questo, opposizioni rispetto a iniziative di razionalizzazione e consolidamento di questa presenza, soprattutto se in risposta a esigenze comprensibili di tipo logistico, per la vicinanza con l’aeroporto e con le grandi infrastrutture. Quello che però non convince è la collocazione di questo intervento nell’area protetta, che ne verrebbe pesantemente trasformata, con l’urbanizzazione di una superficie ingentissima (oltre settanta ettari, con più di quattrocentomila metri cubi di edificazioni) con strutture di grande impatto».
Critiche cui segue un “piano B” sulla scorta di quanto già affermato dal presidente del parco Bani. «Chiediamo al comune e al sindaco Conti, incomprensibilmente assenti dalla discussione pubblica, di prendere una posizione chiara e netta su questa vicenda – scrivono. – Ricordiamo che negli strumenti urbanistici in vigore esiste già un’area, nella località di Ospedaletto, destinata a questo tipo di insediamento. Nei prossimi giorni, insieme agli alleati, prenderemo iniziative di confronto con i cittadini, per ascoltare e spiegare le ragioni della nostra posizione».
«A pensare, portare avanti e approvare questo progetto è stato il Ministero della Difesa, per mano del Ministro Lorenzo Guerini, esponente di punta del Partito Democratico – precisa il consigliere Auletta, di Una Città in Comune. – A firmare il decreto con il via libera all’opera finanziata con i soldi del PNRR è Mario Draghi, Presidente del Consiglio, sostenuto dal PD. Ad attivare una procedura che ignora la cittadinanza, gli enti locali e lo stesso Ente Parco è il Governo di cui il PD è uno dei maggiori azionisti. A governare la Regione che da un anno conosce questo progetto e per un anno lo ha tenuto nascosto è il PD con il presidente Eugenio Giani, che continua a tacere. Ma non finisce qui l’ipocrisia del PD che, ricordiamo, ha dato il via libera con il governo Gentiloni al potenziamento di Camp Darby nel 2017 permettendo anche in quel caso la devastazione del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli: questa forza politica sostiene che la presenza della nuova base nel nostro territorio sarebbe positiva, definendola parte della nostra identità. Sarà semmai parte dell’identità del PD che aumenta le spese militari e toglie l’IVA alla vendita di armi, non certo di quella tradizione pacifista e contro la guerra che da sempre ha contraddistinto Pisa. Dica il PD piuttosto quanti sono le centinaia di milioni di euro che il suo Partito e Governo intende stanziare per questo progetto! Guerini, Giani e il PD rendano pubblico il progetto tenuto segreto per un anno!»
L’assemblea di Coltano: appuntamento per il 19 aprile
La prima occasione d’incontro è però già martedì 19 sera, presso lo storico circolo ARCI di Coltano, dove tutto il fronte di lotta al progetto, a cominciare da Una Città in Comune e Rifondazione Comunista, hanno indetto un’assemblea.
Immagine messa a disposizione dall’autore
Nato a Pisa nel 1984 e residente a Santa Maria a Monte, nella Zona del Cuoio, tenta disperatamente di studiare filosofia nel capoluogo, barcamenandosi fra varie passioni e mestieri, tra politica ed Arci, filosofia francese, cinema e giornalismo. Dal 2003 collabora come freelance per alcune testate locali e nazionali, on-line e sulla carta stampata (fra le quali Il Tirreno, 5avi.net, Controlacrisi.org, Il Manifesto, ilcuoioindiretta.it). Aree d’elezione: eventi culturali e cronaca politica, con particolare riferimento alla provincia di Pisa.