Firenze in copertina su l’Espresso di venerdì 9 agosto. Il servizio è sul turismo, con un breve riassunto in cui si cita la lotta di classe collegata al tema degli immobili dedicati all’affitto non residenziale. Arrivando in piazza della Signoria intorno alle otto di mattina ho la fortuna di apprezzare un minimo di vivibilità di un’area in seguito non percorribile in bicicletta. Il centro storico del capoluogo toscano respinge le persone residenti anche nel caso venisse l’idea di fare due passi. Non è solo il caldo di agosto. In campagna elettorale, in una delle fantomatiche periferie evocate dalla politica (le Piagge), mi è capitato di rispondere a una signora.
‘Voi di sinistra favorite l’immigrazione, io ho paura ad andare in centro, che poi non so se torno’. Sì, signora, c’è il rischio la porti via un flusso di turisti e si ritrova in Australia, la capisco!’. Il turismo è un mercato economico in cui il capitalismo misura nuovi margini di profitto.
Ci sono dei primati per la città di Dante (le cui spoglie vengono campanilisticamente contese in vista del 2021, con alti livelli di polemica tra Ravenna e la Toscana…). Un rapporto da primi in classifica tra case disponibili online e totale delle abitazioni nel centro storico (una su quattro). Difficilmente si tratta di una stanza messa a disposizione da pensionati in cerca di compagnia, o di chi ha bisogno di arrotondare in qualche mese dell’anno per andare in vacanza. Il giornalista de l’Espresso sceglie però un taglio perfetto per chi ha conosciuto la sinistra progressista negli anni ’90. Il mondo sta cambiando, la globalizzazione ci costringe ad aggiornarci e tutto quello che si può fare è tentare di cavalcare il nuovo, rendendolo il più equo possibile. Così costruisce un servizio fatto di mirate interviste, dove chi si oppone alla deriva è nel migliore dei casi uno scorbutico anziano alla UP (il cartone animato), nel peggiore un ricco radical chic della peggiore retorica anticasta maturata nei recenti decenni.
In contraltare quelli che vivono sugli affitti presi dai turisti e nel mezzo la buona volontà dell’Amministrazione. Una buona risposta è arrivata dall’Associazione Progetto Firenze, che del tema si occupa da molto tempo (si può leggere qui: http://www.progettofirenze.it/nella-caricatura-di-firenze-e-dei-fiorentini-la-colpa-e-di-tutti-la-responsabilita-scompare-e-per-chi-amministra-resta-solo-la-resa/).
Da raro fortunato residente del Comune di Firenze, con un affitto non proibitivo in una zona relativamente centrale, mi colpisce però come il tema della classe sociale venga solo evocato. Per il giornalista (Riccardo Staglianò) il tema dell’impatto di Airbnb sembra riguardare solo i proprietari di immobili. È vero che siamo una minoranza in Italia a dover pagare per abitare, ma siamo tra i primi ad avere difficoltà a poter accedere a determinate zone colpite dalla gentrificazione. Pochi giorni fa, sempre a Firenze, un palazzo di proprietà della Monte dei Paschi di Siena è stato sgomberato da otto famiglie per permettere alla banca di poter trarre il massimo profitto dall’edificio. Chi ci abitava era disponibile a contrattare un affitto. Invece all’ombra della Cupola di Brunelleschi è bene sorgano esclusivi Student Hotel.
Se l’impianto rassegnato dell’articolo dell’Espresso è in piena sintonia con le sconfitte del centrosinistra del XXI secolo, occorre riconoscere che il problema delle classi sociali attraversa anche la sinistra radicale. Con una battuta si può riassumere come spesso chi non si è rassegnato dal praticare la militanza è in una condizione di riscossione di affitti, anziché di pagamento. Non c’è niente di male in questo. Il moralismo per fortuna può considerarsi superato. Il tema è come si sviluppa coscienza e la si organizza, in un contesto completamente cambiato nel tempo. L’indebolimento delle organizzazioni sociali e di quelli che vengono chiamati ‘corpi intermedi’ è una priorità non più rimandabile, per chi si ostina a lavorare per il superamento dello stato di cose presenti. Si può pensare che la politica sia semplicemente una mediazione pacifica tra diverse esigenze, facilmente conciliabili tra loro (il fiorentino che preferisce affittare la sua casa nel centro storico, per trasferirsi in un comune limitrofo, contro quello attaccato a una presunta identità urbana). Oppure Il turismoIl turi, dove purtroppo alcuni interessi sono incompatibili con altri. In questo senso è bene riparlare di lotta di classe. Per è evidente che Staglianò intendeva un’altra cosa.
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Classe 1988, una laurea in filosofia, un dottorato in corso in storia medievale, con diversi anni di lavoro alle spalle tra assistenza fiscale e impaginazione riviste. Iscritto a Rifondazione dal 2006, consigliere comunale a Firenze dal 2019.