«Se io o mia moglie fossimo coinvolti in questa storia, allora, di certo, rinuncerò alla carica di Primo Ministro e mi dimetterò dal Parlamento.»
Se mai fosse tratta una serie tv dalle Pillole dal Giappone, assomiglierebbe molto a The Journalist (Shimbun Kisha, 2022), prodotta da Star Sands e diretta da Fujii Michihito, in 6 episodi, disponibile su Netflix con sottotitoli in italiano.
Dominata dai colori cupi e freddi e del thriller politico, la serie segue Matsuda Anna (Yonekura Ryoko, voce giapponese di Black Widow nei film Avengers), agguerrita giornalista del Touto Shimbun; Murakami Shinici (Ayano Go, A family, Homunculus), ex assistente della first lady tormentato da dubbi etici; e Kinoshita Ryo (Yokohama Ryusei), studente inizialmente disinteressato alla politica. Ad intrecciare le loro vicende, con andatura riflessiva un po’ in stile “slice of life”, le diramazioni dello scandalo per la svendita di terreni pubblici per la costruzione dell’accademia Eishin, un episodio apparentemente piccolo destinato a trasformarsi in una valanga.
Il soggetto è ripreso dall’omonimo film del 2019, a sua volta ispirato al romanzo Shimbun Kisha (2017) della giornalista Mochizuki Isoko, basato sulla sua esperienza personale presso il Tokyo Shimbun. Salita alla ribalta con la copertura della vicenda Kake Gakuen, attorno all’apparente favoritismo del Governo nei confronti di un operatore privato nel settore dell’istruzione amico personale di Abe, Mochizuki è stata additata come “problematica” dall’ufficio del Primo Ministro nell’ultimo governo Abe.
Il film del 2019 drammatizzava una vicenda che riecheggiava lo scandalo Kake Gakuen, affrontando di petto il tema del rapporto tra la stampa giapponese e il governo, l’abdicare della prima dal ruolo di cane da guardia del secondo. James Hadfield su The Japan Times riferisce che la questione è stata sempre più sentita nella società giapponese a partire dalla narrazione mediatica del disastro di Fukushima, che catalizzò la sfiducia nei media tradizionali spingendo le nuove generazioni a informarsi soprattutto su internet. Filo conduttore della narrazione erano le indagini di una giornalista del Tokyo Metropolitan News e i sospetti sempre più corrosivi di un dipendente dell’ufficio di Gabinetto per ricerca e intelligence.
Se la struttura narrativa è la stessa delle opere precedenti, i protagonisti quasi gli stessi, la nuova serie aggiorna decisamente la trama del thriller, popolandola con vicende che ricalcano da vicinissimo l’attualità politica giapponese. Che gli scandali si assomiglino gli uni agli altri, al punto da essere intersostituibili nella narrazione, sembra riflettere ironicamente il tema della reincarnazione centrale nell’arte giapponese; ma più semplicemente, e più tragicamente, potrebbe soprattutto tradire l’intoccabilità di un certo sistema di potere, indisturbato nel reiterare gli stessi schemi viziosi.
Quello che segue è un sommario riassunto di (alcuni degli) scandali esplosi negli ultimi anni del governo Abe. In un certo senso, si tratta di spoiler della trama della serie; bisogna comunque considerare che questa è pensata per risultare molto familiare al pubblico giapponese.
La distrazione dei fondi per il Tohoku
Secondo un’indagine del quotidiano Asahi Shimbun pubblicata a fine luglio 2020, 160 milioni di yen, parte dei fondi pubblici destinati alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto e lo tsunami del Tohoku del 2011, sarebbero finiti in cene, bevute e somme di denaro offerte ai dirigenti di quattro grandi società (Shimizu, Taisei, Hazama Ando e Kajima) da imprese più piccole in cambio di facilitazioni nell’assegnazione degli appalti per i lavori di ricostruzione, i cui costi sarebbero stati gonfiati ad hoc.
Lo scandalo, gli scandali Moritomo Gakuen
Nel febbraio 2017, la testata Asahi Shimbun rivela la svendita, da parte del governo centrale, di terreni demaniali a Toyonaka (Osaka) per 130 milioni di yen, circa il 14% del valore di mercato, a Moritomo Gakuen, operatore privato nel settore dell’istruzione che intendeva edificarvi una scuola elementare espandendo la preesistente scuola dell’infanzia. Quest’ultima, diretta da Kagoike Yasunori, è caratterizzata dall’impronta ultranazionalista del curriculum e vanta come presidente onoraria la first lady Abe Akie. I fatti risalgono al 2015.
Il Ministero delle Finanze dichiara vagamente che lo sconto (da 800 milioni di yen) è stato dovuto all’inquinamento dei terreni, della cui bonifica si sarebbe fatta carico Moritomo Gakuen. A novembre 2017 i risultati di un’inchiesta interna al Ministero rivelano che i dati sui rifiuti industriali presenti nel sito erano stati falsati.
In udienza alla Dieta, il Ministero delle Finanze afferma inizialmente che resoconti e trascrizioni della negoziazione erano stati distrutti. Ota Mitsoru, dirigente del Ministero delle Finanze, ammette nel novembre 2017 l’esistenza di una registrazione delle trattative per la compravendita dei terreni da cui emerge che il prezzo di base della contrattazione, forse proposto dal Ministero, sarebbe stato proprio 130 milioni di yen; mentre nell’aprile 2018 Ota riferisce alla Camera dei Consiglieri che funzionari del Ministero delle Finanze spinsero Moritomo Gakuen ad addurre la presenza di rifiuti nel sito come motivazione del maxi sconto sul prezzo di vendita.
Tra i processi ramificatisi dalla vicenda, nel 2019 alcune sentenze condanneranno il governo centrale a risarcire consiglieri comunali di Toyonaka per la mancanza di trasparenza sulla trattativa per la compravendita del terreno.
Il 2018 si apre con manifestazioni in varie località del Giappone per chiedere le dimissioni del presidente dell’Agenzia per i Servizi Finanziari (ente regolatore del settore bancario) Sagawa Nobuhisa, all’epoca dei fatti a capo del Financial Bureau (articolazione del Ministero delle Finanze). In aprile, 30’000 persone manifestano a Tokyo davanti alla sede del parlamento perché sia fatta chiarezza sulla vicenda. Per questo ed altri scandali, le opposizioni chiedono le dimissioni da Ministro delle Finanze di Aso Taro, che è anche vicepremier.
L’8 marzo 2018, Partito Democratico, Partito Costituzionale Democratico e Partito Comunista disertano la commissione bilancio della Camera dei Consiglieri contro l’impossibilità di confrontare i documenti consegnati al parlamento con gli originali del Financial Bureau del Kinki. Si diffonde intanto la notizia del suicidio di un funzionario del Financial Bureau del Kinki, Akagi Toshio. Dopo una rapida indagine interna al Ministero delle Finanze, il ministro Aso ammette che almeno 14 documenti sulle trattative tra il Financial Bureau del Kinki e Moritomo Gakuen sono stati modificati prima di metterli a disposizione dei parlamentari, rimuovendo riferimenti a Abe Akie e ad alcuni politici conservatori. Sagawa si dimette da presidente dell’Agenzia per i Servizi Finanziari, secondo le opposizioni per proteggere Abe; interrogato in parlamento, evita di rispondere alle domande. Secondo un sondaggio del marzo 2018, la popolarità di Abe è crollata al 31%; l’82% dei rispondenti ai sondaggi lo ritiene coinvolto nell’affaire. A maggio 2018 il Ministero delle Finanze consegna ai parlamentari 950 pagine di documenti inerenti la trattativa; il ministro Aso afferma che le alterazioni dei documenti furono “non intenzionali”.
Nel giugno 2018, il Consiglio di Controllo, il più alto organo preposto alle indagini sul funzionamento del governo e delle pubbliche amministrazioni, apre un’inchiesta sulla falsificazione dei documenti. Nuovi documenti riportano il coinvolgimento dell’assistente di Abe Akie Tani Saeko nella trattativa, oltre alla disposizione del Ministero delle Finanze di negare che fosse avvenuta qualsiasi comunicazione a proposito con quello delle Infrastrutture.
Agosto 2019. La Procura di Osaka decide di non rinviare a giudizio Sagawa e altri 9 funzionari del Ministero delle Finanze. Annunciato il trasferimento fuori dalla portata delle indagini di alcuni dei personaggi coinvolti: Nakamura Minoru, funzionario del Ministero delle Finanze, nel Regno Unito; Tani Saeko, assistente di Abe Akie, presso l’ambasciata giapponese a Roma.
In debito per oltre un miliardo e mezzo di yen con l’impresa costruttrice della scuola, nell’ottobre 2017 Moritomo Gakuen deposita richiesta di ristrutturazione aziendale per bancarotta.
Assistiti legalmente dal marito dell’allora ministra degli Esteri Inada, Kagoike Yasunori e la moglie Junko sono inquisiti dalla Procura di Osaka e arrestati nel luglio 2017; nel febbraio 2020 sono condannati per frode ai danni dello Stato in quanto illegittimamente beneficiari di sussidi pubblici per 170 milioni di yen, ricevuti dichiarando falsamente che la scuola Moritomo Gakuen offriva assistenza speciale ai bambini disabili.
Nel corso degli anni, a più riprese Abe Shinzo nega pubblicamente il coinvolgimento suo o della moglie nella vicenda, sempre allontanando l’ipotesi di dimissioni:
In caso di coinvolgimento “mi dimetterei da primo ministro e da deputato” (febbraio 2017).
“Né io né mia moglie abbiamo nulla a che fare con il processo di approvazione della scuola o con la vendita del terreno. Se fossimo coinvolti mi dimetterei tanto da primo ministro quanto da parlamentare.” (marzo 2018)
“Voglio dire chiaramente che né io né mia moglie siamo stati coinvolti nella vendita o nel processo di approvazione” (maggio 2018).
Nel giugno 2017, un gruppo di parlamentari dell’opposizione richiede la convocazione di una sessione straordinaria della Dieta per discutere delle vicende Kake Gakuen e Moritomo Gakuen. In violazione della costituzione (come riconosciuto da una recentissima sentenza), per 98 giorni Abe rimanda la convocazione e convoca infine il parlamento 28 settembre – per scioglierlo per le elezioni anticipate appena annunciate.
Quando Abe Shinzo si dimette da Primo Ministro e presidente del Partito Liberal-Democratico per motivi di salute, nell’agosto 2020, il suo governo continua idealmente attraverso il già Segretario di Gabinetto Suga Yoshihide, confermato Presidente del Partito Liberal-Democratico e quindi Primo Ministro; Aso Taro rimane ministro delle Finanze e vicepremier. Nella corsa alla presidenza del Partito Liberal-Democratico nell’autunno 2021, il futuro vincitore Kishida Fumio si presenta come erede di Abe dichiarando che non è necessario aprire nuove inchieste sulla vicenda Moritomo Gakuen. Aso Taro è oggi vicepresidente del Partito Liberal-democratico.
Non sono state ancora chiarite le responsabilità nel processo di svendita dei terreni e di falsificazione dei dati sulla presenza di rifiuti, il ruolo di Abe Shinzo e Akie, i nomi dei funzionari che hanno modificato i documenti sottoposti al parlamento.
Il suicidio di Akagi Toshio
Il 7 marzo 2018 Akagi Toshio, un funzionario del Financial Bureau del Kinki, si toglie la vita. Secondo quanto dichiarato dalla vedova Akagi Masako, il suicidio è l’epilogo di un periodo di forte prostrazione psicologica legata alla falsificazione, cui il funzionario sarebbe stato costretto dai superiori, di documenti sulla vendita dei terreni a Moritomo Gakuen. Una nota lasciata da Akagi Toshio attribuisce a Sagawa Nobuhisa, all’epoca a capo del Financial Bureau del Ministero delle Finanze e responsabile del patrimonio demaniale, l’ordine di falsificare i documenti.
Nel marzo 2020 Akagi Masako intenta una causa civile contro lo Stato chiedendo 110 milioni di yen di risarcimento. Entro l’aprile successivo, una petizione per un’indagine indipendente sulla falsificazione dei documenti raccoglie 300’000 firme.
Il 6 maggio 2021, a seguito delle ripetute richieste di accesso agli atti di Akagi Masako, il Governo ammette l’esistenza di documentazione redatta da Akagi Toshio sulla manipolazione dei documenti sulla vendita dei terreni. Tra i documenti, resi pubblici nel giugno 2021, 40 email di corrispondenza tra il Financial Bureau del Kinki e il Ministero a proposito della falsificazione dei documenti sulla compravendita poi consegnati all’inchiesta parlamentare.
Il ministro Aso ribadisce nel settembre 2021 che il suo dicastero non riaprirà inchieste sulla falsificazione di documenti denunciata da Akagi; il nuovo governo Kishida non si mostrerà più collaborativo del precedente: nell’ottobre 2021 il Ministero delle Finanze continua a rifiutare a Akagi Masako l’accesso ad alcuni documenti.
Nel dicembre 2021, nell’ambito del processo civile iniziato a Osaka nel luglio 2020, il Governo riconosce la propria responsabilità nel suicidio del funzionario.
The Journalist punta chiaramente a proporsi come dramma sobrio e asciutto, per certi versi su modello occidentale in un panorama, quello della serialità giapponese, fino a pochissimi anni fa dominato dall’animazione come unica tecnica “alta”. Non bisogna perciò essere troppo ingenerosi nel giudizio se i personaggi appaiono piuttosto monodimensionali, la recitazione a tratti sopra le righe.
Lo stesso procedere della trama non è incalzante, anzi richiede tutta la concentrazione dello spettatore per orientarsi tra i molti personaggi e cogliere ogni frammento di informazione; il progressivo disvelamento del “giallo” non soddisfa la sete di enigmi spiazzanti e colpi di scena brillanti, ma questo è anche dovuto proprio all’aderenza a fatti realmente accaduti e in gran parte tutt’altro che chiariti.
La serie è quindi un atto d’accusa verso il governo del Partito Liberal-Demcratico, ma anche di speranza nella possibilità di fare luce sugli scandali e, attraverso l’interessamento del pubblico alla politica, breccia in un potere corrotto apparentemente inespugnabile.
Nel frattempo, nel Giappone reale, il materiale per (almeno) una seconda stagione non sembra mancare.
Immagine Star Sands/Netflix
Studia scienze naturali all’Università di Pisa, dove ha militato nel sindacato studentesco e nel Partito della Rifondazione Comunista. Oltre che con la politica, sottrae tempo allo studio leggendo, scribacchiando, scarabocchiando, pasticciando, fotografando insetti, mangiando e bevendo.