Il grande nulla sulle acciaierie di Piombino
Un’altra Festa dei lavoratori è passata senza che i 1700 operai delle Accierie di Piombino, quasi tutti in cig, avessero risposte sul futuro delle Accierie – e del siderurgico in Italia.
Un’altra Festa dei lavoratori è passata senza che i 1700 operai delle Accierie di Piombino, quasi tutti in cig, avessero risposte sul futuro delle Accierie – e del siderurgico in Italia.
Traffico di droga, controllo dei lavori stradali, smaltimento illecito di rifiuti tossici delle concerie; ma anche contatti con la politica al governo della Regione: lo scenario inquietante che sembra delinearsi dalle indagini è quello di una presenza tentacolare.
Lo shock economico dovuto alla pandemia apre radicali prospettive di ripensamento dell’Europa. Un’analisi messa a fuoco attraverso le lenti dell’eurocomunismo berlingueriano e del confronto tra le diverse inclinazioni internazionali dei governi Draghi e Conte.
Continua l’analisi della crisi del Partito Democratico e della sinistra, con un focus iniziale sull’impatto che la crisi del 2008-2009 ha avuto anche sulla politica e la rappresentanza italiane.
La crisi del PD è solo il più recente, ma non ultimo, evento di una profonda ristrutturazione del sistema politico italiano, cominciata con lo scollamento del voto proletario dalle sigle che si candidavano a rappresentarne gli interessi di classe.
“Abbiamo smarrito la nostra anima ‘sociale’, dopo gli anni di Renzi e del Jobs Act. Allora dobbiamo riconquistarla, pensando a come deve essere un partito progressista, democratico, che occupa un campo preciso dello schieramento politico”
Le dimissioni di Zingaretti corrispondono all’ennesimo cambio alla guida del Partito Democratico del giro di pochi anni. Si tratterà del colpo di grazie per la formazione politica o di un’occasione di rilancio tanto invocata?
Il programma di Draghi si prospetta col netto colore politico di un “sovranismo europeo” di protagonismo economico; sono piuttosto le forze politiche che lo sostengono, PD e M5S in testa, a sembrare disorientate e in cerca di programma.
Da un lato il piano industriale di Rocca Salimbeni, basato su nuovi tagli al personale e una ricapitalizzazione fra i 2 e i 2,5 miliardi, in vista di aggregazioni che potrebbero significare anche 6-7mila esuberi, dall’altra la fretta del MEF di dismettere le proprie quote, magari cedendole a Unicredit. Al centro, la legge di bilancio.
JSW cerca di strappare il più possibile, dal governo nessuna notizia e nessuna iniziativa per vincolare la multinazionale; intanto i nuovi progetti si allontanano dall’acciaio.