La comunicazione come strumento del potere, nell’era del diluvio informazionale – 2
Il meccanismo che regola le narrazioni di massa della società mediatica è del tutto simile a quello del mito, funzionale alla creazione di “valori”.
Il meccanismo che regola le narrazioni di massa della società mediatica è del tutto simile a quello del mito, funzionale alla creazione di “valori”.
Tutto è sovraesposto, visibilizzato, e in questa marea di sovraesposizione di iper-visibilità, di iperinformazione, tutto risulta indistinto e in qualche modo indifferente.
La rappresentazione della realtà si sostituisce alla realtà stessa e, sfruttando la conoscenza dei sentimenti del pubblico, meccanismo di potere.
Dall’elaborazione operaista e negriana gli autori recuperano l’idea di uno sfruttamento capitalistico esteso fino ad assorbire l’intera vita, grazie anche alla penetrazione della tecnologia nelle reti sociali, cui opporre la riappropriazione proprio del “capitale fisso” delle tecnologie più o meno materiali che costituiscono l’ossatura dell’età informatica.
Una riflessione della nostra Chiara Del Corona a partire dal libro Necropolitica del filosofo camerunense Achille Mbembe.
[Dall’archivio]
Da ideologia anti tirannide a modello di libertà, giustizia e legalità attraverso la partecipazione, una storia filosofica e linguistica dei primi passi della democrazia.
[Dall’archivio]
Dalla modernità in poi basso ed alto si capovolgono, il cielo si svuota e la terra si riempie. Non si guarda più in alto ma in basso, si compie il periplo della terra per sondarne e rilevarne in maniera sempre più tecnicamente e scientificamente adeguata lo spazio.
Il nazifascismo nelle sue forme storiche è stato fortunatamente sconfitto, ma vivendo in un mondo come quello contemporaneo, in cui continuano a infiltrarsi insistenti voci che sembrano provenire da quell’orrore, si ha la sensazione che da quel clima filosofico che ha compenetrato la “filosofia” dell’hitlerismo sia tuttora necessario uscire.
È la storia del Novecento, e più precisamente la barbarie dei nazisti e dei loro complici, a sancire inappellabilmente la fine della teodicea; di fronte ai campi di sterminio ogni tentativo di spiegare e comprendere il male non solo si mostrerebbe in tutta la sua pochezza, ma sarebbe di fatto una inaccettabile giustificazione dell’ingiustificabile.
[Continua da qui] Con i decreti legge Minniti-Orlando del 2017 tutto questo trova piena realizzazione: “Daspo urbano” e militarizzazione delle città, “grazie” agli accordi con la Libia (e qui non stiamo a sottolineare la situazione di caos presente in questo paese, in cui intere zone sono sotto il controllo di milizie armate), “i respingimenti in mare diretti e «per […]