“Ad oggi mancano gli investitori, manca la presentazione di un piano industriale vincolante e ben dettagliato, e manca un piano riguardante la formazione professionale necessaria per la transizione industriale, che sarà finanziata anche da fondi pubblici”.
Cronoprogramma verificabile, continuità occupazionale e contrattuale, formazione, ammortizzatori sociali; e soprattutto democrazia partecipativa, dall’assemblea operaia che ha fissato i punti al referendum che ha approvato l’accordo.
“Non si tratta di essere affezionati all’automotive, il problema è l’assenza di una politica pubblica sul tema, e l’incapacità di difendere la continuità produttiva di uno stabilimento”
«Entriamo in una nuova fase, né più né meno pericolosa di quella precedente – avvertono gli operai – il nostro obiettivo è quello di mantenere diritti e posti di lavoro, e ribadire un ‘no’ fermo a operazioni opache o ricatti».
“Ad oggi l’unica cosa ufficiale che possiamo dire è che i licenziamenti in GKN non sono passati e questo è un risultato della lotta. Tuttavia rimane il grande problema dell’assenza di una politica industriale pubblica e del ridimensionamento del settore dell’automotive, nonostante i numerosi fondi del PNRR”.
Molto più che la nazionalizzazione di una fabbrica: il Collettivo di Fabbrica rilancia per il recupero di stabilimenti in dismissioni o a rischio chiusura con la creazione di un polo pubblico per la ricerca nel settore auto, per nove tecnologie a emissioni zero.
Per i vertici GKN il punto fermo è la liquidazione dello stabilimento fiorentino, che non escluderebbe ulteriori trattative, con l’ombra mai troppo lontana del licenziamento collettivo dei 422 addetti.
«È configurabile un’evidente violazione dei diritti del sindacato – si spiega nel decreto del tribunale – messo davanti al fatto compiuto, e privato della facoltà di intervenire sull’iter di formazione della decisione»
Il fondo Melrose ha respinto l’offerta di 13 settimane di cig per crisi in cambio del ritiro della procedura di licenziamento collettivo, proponendo invece una cig per cessazione attività e riconversione del sito produttivo. Per i sindacati non è possibile trattare senza il ritiro dei licenziamenti.
Il 9 settembre sarà discusso il ricorso presentato dalla FIOM CGIL per comportamento antisindacale del management GKN.