Dal 1° all’11 settembre si è tenuta la 78esima edizione del Festival di Venezia, presieduta dal premio Oscar Bong Joon Ho, lo strabiliante regista di “Parasite”. Accanto a lui nella giuria la regista di “Nomadland”, Chloe Zaho, l’attrice belga Virgine Efira (“Benedetta” di Verhoeven), Chyntia Erivo (l’attrice che tra poco vedremo nei panni di Aretha Franklin), il regista rumeno Nanau e il regista italiano Saverio Costanzo (“La solitudine dei numeri primi”). Madrina dell’edizione l’attrice napoletana Serena Rossi che a dicembre vedremo anche in “Diabolik” dei Manetti Bros.
Il manifesto del Festival è stata curato, per il terzo anno di fila, da Lorenzo Mattotti che ha spiegato che “l’immagine scelta quest’anno per il manifesto raffigura due personaggi che si filmano reciprocamente in una sorta di danza, di duello giocoso, in un rapporto mediato dalla cinepresa. È una danza sotto i riflettori di un set, un movimento di energie comuni, un rituale di sguardi. Sguardi a confronto potrebbe intitolarsi l’immagine, in un periodo in cui lo sguardo acquista forza come una nuova relazione tra le persone. I due personaggi simboleggiano due visioni diverse che si incontrano e si confrontano, si guardano e si studiano, ma non si oppongono: grazie al Cinema e al suo ruolo centrale, creativo, propositivo”. Un’edizione ricca e importante, variegata, stracolma di star: Matt Damon, Penelope Cruz (che presenterà due film in concorso), Olivia Colman, Kristen Stewart, Javier Bardem, Thimotee Chalamet, Josh Brolin, Jessica Chastain, Ridley Scott, Benedict Cumberbatch, Denis Villeneuve, Pedro Almodovar, Paolo Sorrentino, Fabio e Damiano D’Innocenzo, Oscar Isaac. Questi sono solo alcuni nomi.
Due i Leoni d’Oro alla Carriera: Jamie Lee Curtis (Una poltrona per due, Cena con delitto), che ha presentato “Halloween Kills”, e Roberto Benigni. Il comico toscano ha dedicato il premio alla moglie Nicoletta Braschi e ha lungamente omaggiato il Presidente Mattarella, sperando che prosegua a fare il suo ruolo istituzionale.
In anteprima mondiale sono stati presentati, fuori concorso, due attesissimi pezzi da 90: “The last duel”, film di Ridley Scott con Matt Damon e Adam Driver (nei cinema a metà ottobre), e “Dune” di Denis Villeneuve che arriverà nei cinema italiani il 16 settembre.
Possiamo dirlo forte: Venezia batte Cannes con un perentorio 4-0. Alberto Barbera e il suo staff hanno lavorato sodo per assicurarsi il meglio.
Tuttavia, come accadde per l’ultima edizione del festival francese, è cresciuto il numero di registe e giurate. A Cannes ha trionfato Julia Ducournau con “Titane”, 28 anni dopo “Lezioni di piano” di Jane Campion. Ma nella maggior parte delle storie dell’ultima edizione, il ruolo femminile risente di antichi pregiudizi. Ad esempio in “Tre piani” di Nanni Moretti le donne sono le più aperte al dialogo e al cambiamento, ma rimangono subalterne agli uomini. La stessa cosa si può dire in maniera diversa anche nei film di Carax, Ozon e Audiard (tutti in concorso).
A Venezia la lezione sembra sia stata digerita meglio. Più inclusione. 59 paesi del mondo rappresentati, 5 film italiani in concorso (record). Tante donne premiate soprattutto nel Concorso principale. Svettano prevalentemente Penelope Cruz e il film “Madres Paralelas” di Pedro Almodovar, ma anche la vincitrice Audrey Diwan con il leone d’oro “L’evenement”. Senza dimenticare Maggie Gyllenhaal e Jane Campion.
La partenza della kermesse è stata subito forte: dalla Spagna ecco il ritorno di Pedro Almodovar con la musa Penelope Cruz. “Madres Paralelas”, in uscita il 28 ottobre nei cinema italiani con Warner Bros, ha indicato subito la via giusta con una storia tutta al femminile con due madri che si confrontano sulla loro maternità.
L’attrice spagnola Penelope Cruz ha presentato, con Antonio Banderas, anche “Competencia oficial” degli argentini Gastón Duprat e Mariano Cohn, una commedia brillante sul narcisismo che affligge il mondo dello spettacolo.
C’è tanto cinema europeo in questa edizione del festival veneziano: dalla Gran Bretagna ecco Olivia Colman protagonista con Dakota Johnson di “The Lost Daughter” dal romanzo di Elena Ferrante, opera prima dell’attrice Maggie Gyllenhaal. Poi c’è Benedict Cumberbatch, protagonista di “The Power of Dog”, l’atteso nuovo film di Jane Campion (Lezioni di piano). Insieme a lui l’attrice americana Kirsten Dunst (Melancholia, Spiderman). Un dramma in costume ambientato nel Montana degli anni ‘20 con Cumberbatch che interpreterà un uomo violento.
Tra le pellicole più attese c’è “Spencer”. Dopo il successo del biopic “Jackie” con Natalie Portman, il cileno Pablo Larrain si cimenta con un film su Lady Diana. Protagonista Kristen Stewart. Arriverà nei cinema italiani con 01 Distribution, ma ancora non c’è data. Sappiamo che uscirà il 5 novembre in altri paesi. Da ricordare il grande ritorno dello sceneggiatore di “Taxi Driver”, Paul Schrader, che dirige Oscar Isaac ne “Il collezionista di carte”. In sala il 3 settembre con Lucky Red.
Poi ci saranno Ana Lily Amirpour con Mona Lisa and the blood moon, Lorenzo Vigas (Leone d’Oro nel 2015 con “Ti guardo”) con La Caja e Stéphane Brizé che in Un autre monde esplora ancora una volta gli aspetti più critici del mondo del lavoro insieme al suo attore feticcio Vincent Lindon. Dopo gli ottimi La legge del mercato e In guerra, ci si attende un altro grande film reale sulla società odierna e sul caos imposto dal sistema neoliberista.
Dalla Francia anche il film in costume Illusion Perdues di Xavier Giannoli con Benjamin Voisin e Xavier Dolan e soprattutto L’evenement di Audrey Diwan, tratto dal memoir di Annie Ernaux sul suo aborto clandestino nella Francia del 1963.
Ma c’è anche tanta Italia: ben 5 i film in concorso. Erano secoli che non succedeva. Protagonista soprattutto il centro e il sud della Penisola: la Campania rappresentata da Sorrentino e Martone, il Lazio rappresentato dai D’Innocenzo e Mainetti, la Calabria rappresentata dal sorprendente Frammartino.
“È stata la mano di Dio” (uscirà il 24 novembre in cinema selezionati e poi su Netflix il 15 dicembre), è un film autobiografico del premio Oscar Paolo Sorrentino. Ambientato a Napoli, il regista omaggia la sua città e Maradona che lo salvò. Nella vita reale i genitori di Sorrentino morirono per le esalazioni di una stufa, mentre lui andò a Empoli a vedere il Napoli di Maradona salvandosi la pelle. Il titolo è chiaramente un’allusione al famoso gol di mano del Pibe de Oro in Argentina-Inghilterra ai mondiali del 1986.
Il film di Sorrentino ha vinto il Leone d’Argento e sicuramente andrà agli Oscar. Probabilmente sarà proprio lui il candidato di Netflix. Sorrentino ha ottenuto dal colosso dello streaming la stessa libertà che ha goduto Alfonso Cuaron per “Roma”. Grande riconoscimento anche per il giovane esordiente Filippo Scotti che ha ricevuto il premio Mastroianni. Nel cast oltre a Scotti, Toni Servillo e Luisa Ranieri. “Qui rido io” di Mario Martone è uscito nelle sale il 9 settembre. Vanta ancora Toni Servillo nel cast. Altro film biografico partenopeo sulla storia di Eduardo Scarpetta, noto commediografo e attore napoletano.
“Freaks Out” di Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot). Atteso da due anni da spettatori, esercenti e critica. Finalmente uscirà il 28 ottobre nei cinema con 01 Distribution. Ambientato a Roma nel 1943 in piena guerra, un gruppo di “freaks” circensi si ritrovano senza una guida e devono sfuggire dai bombardamenti nazisti. L’Italia era da poco passata con gli Alleati dopo l’8 settembre. E’ stato descritto come un film di avventura tra Spielberg e Tarantino. C’è da aspettarsi molto.
La sorpresa è “Il buco” di Michelangelo Frammartino, premiato con un Leone speciale dalla Giuria. Negli anni 60 in Calabria un gruppo di speleologi scoprono nel sottosuolo una delle grotte più profonde del mondo: l’Abisso del Bifurto dell’altopiano del Pollino. Un film sullo stato di abbandono del meridione e della cultura in Italia.
Infine l’attesissimo “America Latina” dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo con Elio Germano. Dopo La terra dell’abbondanza e Favolacce, ecco il loro terzo film. Tutti attendono i D’Innocenzo al varco. Uscirà nei cinema il 25 novembre con Vision Distribution. I registi lo hanno definito “Una storia d’amore, e come tutte le storie d’amore quindi un thriller”.
Grande attesa e curiosità anche per i titoli italiani presenti nelle sezioni collaterali: Mondocane di Alessandro Celli, thriller distopico con la superstar Alessandro Borghi, La scuola cattolica di Stefano Mordini tratto dall’omonimo romanzo di Edoardo Albinati sul delitto del Circeo (nel cast Benedetta Porcaroli, Jasmine Trinca, Valentina Cervi, Valeria Golino e Riccardo Scamarcio), Il paradiso del pavone di Laura Bispuri con Alba Rohrwacher, Maya Sansa e Dominique Sanda, Atlantide di Yuri Ancarani, documentario dedicato ai giovani lagunari di Venezia, La ragazza ha volato di Wilma Labate scritto dai fratelli D’Innocenzo.
Gran finale, fuori concorso, con il nuovo film di Roberto Andò (Viva la libertà): Il bambino nascosto. Protagonista Silvio Orlando. Il film è tratto dal romanzo dello stesso regista. Arriverà al cinema il 4 novembre con 01.
La premiazione
Premi Concorso Principale
Leono d’Oro
L’événement di Audrey Diwan (Francia)
Leone d’Aargento – Gran premio della Giuria a:
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino (Italia)
Leone d’Argento – Premio per la Miglior Regia
Jane Campion per il film THE POWER OF THE DOG (Nuova Zelanda, Australia)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile
Penélope Cruz nel film MADRES PARALELAS di Pedro Almodóvar (Spagna)
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile
John Arcilla nel film On the job: the missing 8 di Erik Matti (Filippine)
Premio per la Migliore Sceneggiatura
Maggie Gyllenhaal per il film The Lost Daughter di Maggie Gyllenhaal (Grecia, USA, Regno Unito, Israele)
Premio speciale della Giuria
Il buco di Michelangelo Frammartino (Italia, Francia, Germania)
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente
Filippo Scotti nel film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino (Italia)
Film Concorso Principale:
Madres paralelas di Pedro Almodovar – Film d’apertura
Mona Lisa and the Blue Moon di Ana Lily Amirpour
Un autre monde di Stéphane Brizé
The power and the dog di Jane Campion
America Latina di Damiano e Fabio D’Innocenzo
L’événement di Audrey Diwan
Competencia oficial di Gaston Duprat e Mariano Cohn
Il buco di Michelangelo Frammartino
Sundown di Michel Franco
Illusions perdu di Xavier Giannoli
The lost daughter di Maggie Gyllenhaal
Spencer di Pablo Larrain
Freaks out di Gabriele Mainetti
Qui rido io di Mario Martone
On the job: the missing 8 di Erik Matti
Leave no trace di Yan P. Matuszynski
Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov
The card counter di Paul Schrader
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
Reflection di Valentyn Vasyanovych
La caja di Lorenzo Vigas
Fonti: Ciak, Comingsoon, Cinematografo, Mymovies, Repubblica, Film Tv, Bad Taste
Immagine: grafica ufficiale della Mostra (dettaglio) da rai.it
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.