La notizia che ha sconvolto la comunità scientifica (e non) è fresca di pochi, anzi pochissimi, giorni fa. Il Boeing 737 Max della Ethiopian Airlines che trasportava più di 150 persone a bordo si è schiantato domenica 10 Marzo, a pochi minuti dal decollo e a circa 45 km di distanza dalla capitale etiope Addis Abeba. Il mezzo caduto in picchiata dai cieli africani trasportava, tra gli altri, diversi soggetti con storie simili tutte dedite alla cooperazione e alla solidarietà, su questo passaggio ritornerò.
Mi premeva molto ricordare il Professore (come continuerò a chiamarlo) Tusa, una persona che, al netto del ruolo, non ha mai negato alcun tipo di confronto a nessuno anche partendo da visioni ideologiche non vicinissime.
Conosciuto circa sette anni fa, per una serie di collaborazioni proficue sul mio territorio, ricordo con estrema commozione e orgoglio le lunghe chiacchierate e i consigli. Lo stupendo lavoro svolto sul rostro di Acqualadroni presso il cantiere delle navi antiche di Pisa (qui un plauso sentito all’operato del direttore Andrea Camilli), e infine il diploma di specializzazione ottenuto con la tesi assegnatami sul relitto di Porto Palo di Menfi e relativo studio malacologico dei contenuti del carico dell’imbarcazione tardo-repubblicana. Pezzi di storia che compongono insieme un libro di esperienza e conoscenza trascinante.
Per chi l’ha conosciuto il Professore è stato sempre un esempio da seguire, anche dal punto di vista “conflittuale”. Il sostegno alla battaglia del movimento NoTriv nel 2014, le innumerevoli parole spese e correlate dai fatti, per fare della Sicilia nel mondo polo d’eccellenza e vero ponte tra continenti.
“Iron, like lion…” cantava Bob Marley alla fine dei settanta, cantore dell’Africa ribelle e vogliosa di aiutarsi. Quello che Tusa e altri 8 cooperanti italiani stavano provando a fare nel loro viaggio africano prima che un software si portasse via i loro sogni, con buon pace del Ministro degli Interni ed accoliti vari, i quali hanno bellamente bypassato quest’aspetto; sulla volontà di queste donne e questi uomini, partiti per aiutarli (davvero) a casa loro.
Cia Prof.
Ciao a tutte e tutti voi, che la terra vi sia lieve.
Non vi dimenticheremo.
Immagine di Renato Alongi (dettaglio) da commons.wikimedia.org
Nato a Locri (RC), il 28 Febbraio 1988, attualmente vivo per studio a Pisa. Sono un allievo specializzando presso la scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Pisa, dopo essermi laureato in Archeologia nel 2012. I miei interessi spaziano dall’ambito culturale (beni storico-archeologici soprattutto), alla tutela e alla salvaguardia del paesaggio. Svolgo attività politica nella città che mi ospita e faccio parte di un sindacato studentesco universitario.