Settimana di dense novità in ambito politico. A Tokyo, domenica 3 novembre, in 2.300, convocati da una rete di associazioni, hanno manifestato contro qualsiasi tentativo di modificare l’articolo 9 della Carta: quello che assicura il carattere pacifista della politica estera nipponica. Alla manifestazione hanno partecipato diversi parlamentari del Partito Comunista, di quello Costituzionale Democratico e di quello Socialdemocratico.
L’otto hanno invece manifestato i pensionati aderenti alla confederazione Zenroren. Al centro della protesta vi è la richiesta di una indicizzazione delle pensioni all’inflazione e l’istituzione di una pensione minima garantita.
La sessione della Dieta per il voto del nuovo capo di governo è convocata per l’undici novembre.
Nella vecchia opposizione, lo scorso 5 novembre, il Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Yoshihiko Noda, ha incontrato il numero uno del Partito Democratico per il Popolo, Yuichiro Tamaki. I due hanno concordato di proseguire la cooperazione nell’accertamento della verità sullo scandalo dei fondi neri che ha coinvolto il PLD e nella stesura di una legge sul finanziamento alla politica nonché di un innalzamento del tetto per beneficiare delle esenzioni dal pagamento delle imposte sul reddito.
Noda ha già raggiunto un accordo di cooperazione con il Partito Comunista che ha come cardini, in vista di un futuro governo delle ex opposizioni, il mantenimento delle tessere per l’assicurazione sanitaria, il blocco all’aumento delle tasse universitarie, il divieto di finanziamento alla politica da parte di imprese e associazioni e la possibilità per le donne di mantenere il proprio cognome dopo la coniugazione.
Frattanto, venerdì scorso, i partiti della fu opposizione hanno concordato l’elezione di un deputato del Partito Costituzionale Democratico per la guida della commissione Bilancio della Camera dei Rappresentanti. L’accordo è stato facilitato dalla volontà dell’ex maggioranza di non tentare di proporre un proprio nome.
Secondo l’accordo concluso dagli otto principali partiti presenti alla Camera bassa, delle 17 commissioni permanenti, 8 andranno al PLD, 6 al PCD ed una ciascuno a Partito dell’Innovazione, Partito Democratico per il Popolo e Nuovo Komeito.
Sulla questione dei fondi neri è nuovamente intervenuto Noda nel corso di una conferenza stampa tenutasi il sette novembre.
“Il primo ottobre è iniziata una sessione straordinaria della Dieta ed il 9 ottobre è stata sciolta la Camera dei Rappresentanti, con conseguenti elezioni generali anticipate tenutesi nel periodo più breve da quando un primo ministro del dopoguerra è entrato in carica. Pertanto, ho chiamato questo scioglimento lo scioglimento dei fondi neri. Il motivo per il quale ho sollevato questa questione è che 85 membri della Camera dei Rappresentanti hanno violato la legge sul controllo dei fondi politici: è un grosso problema perché il ramo legislativo è quello che fa le leggi.
Se non è possibile spiegare che il denaro è stato utilizzato per fondi politici ed oltre a ciò, verrà conteggiato come reddito personale vi è la possibilità di violare le leggi sull’imposta sul reddito.
La gente non dovrebbe tollerare o dimenticare che ci sono più di 85 persone sospettate di evasione fiscale nella Dieta la quale riscuote le tasse dalla gente e decide come spenderle.
[…] Il governo ha selezionato diversi membri coinvolti nei fondi neri senza dargli un riconoscimento ufficiale. Il risultato delle elezioni generali è stato fortemente influenzato dai continui ed inspiegabili errori di valutazione, compreso il fatto che 20 milioni di yen sono stati pagati, di fatto, a coloro che erano considerati candidati non ufficiali” ha affermato il Presidente dei costituzional-democratici.
I capi degli uffici politici del PLD e del PDP, Itsunori Onodera e Makoto Hamaguchi, si sono incontrati venerdì scorso nell’ambito dei tentativi dei liberal-democratici di costruire una nuova maggioranza che incorpori – in forma diretta o asimmetrica – il partito guidato da Tamaki.
I due hanno discusso, principalmente, della proposta del PDP di aumentare la soglia di reddito sotto la quale non è prevista la tassazione sui redditi.
Il Nuovo Komeito, intanto, ha eletto, sabato scorso, l’ex ministro delle Infrastrutture Tetsuo Saito quale suo nuovo Presidente. Saito subentra a Keiichi Ishii il quale, per altro in carica da appena un mese, si è dimesso in seguito alla mancata conferma quale membro della Camera dei Rappresentanti.
Nella demografia, secondo dati pubblicati dal Ministero del Lavoro, Salute e Welfare, il numero di nati nel 2024 dovrebbe scendere – e sarebbe la prima volta – sotto i 700.000. Nei primi sei mesi di quest’anno, i nuovi nati sono stati 329.998 e cioè il 6,3% in meno rispetto allo scorso anno.
Contestualmente, il numero di decessi è cresciuto dell’1,8% per complessive 800.274 morti.
In ambito sociale, il numero di suicidi avvenuti nell’Arcipelago nel 2023 è stato di 21.837 (44 in meno del 2022) con le motivazioni economiche dietro l’estremo gesto cresciute di una volta e mezza rispetto all’anno precedente. Secondo il rapporto sui suicidi presentato all’esecutivo il 29 ottobre, il numero di persone che si sono tolte la vita adducendo come motivazione, anche, problemi economici sono state 5.181 e cioè 484 in più rispetto al 2022 (al primo posto, con 12.403 casi, vi sono stati motivi di salute).
Per sesso, i suicidi di uomini sono state 14.862 (+116) contro i 6.975 delle donne (-160). 513 (-1) i suicidi compiuti da minorenni.
Nella sanità, intanto, tra gennaio ed ottobre, i fallimenti delle imprese infermieristiche sono stati 145 e cioè 2 in pià rispetto al precedente record che era stato nel 2022. La metà dei casi ha riguardato le società che operano nell’assistenza domiciliare che si sono viste tagliare i rimborsi da parte dell’assicurazione sanitaria pubblica.
Sempre nella sanità, il sette novembre, in 2.300 hanno manifestato, presso lo spazio concerti di Hibiya di Tokyo, contro l’accorpamento della tessera sanitaria con la “My number”.
Nei trasporti, il 2 novembre sono stati 88 i treni Shinkansen cancellati nel Giappone occidentale a causa delle forte piogge. Circa 139.000 i viaggiatori che sono rimasti a terra.
Nell’istruzione, l’Università del Tohoku è diventata, venerdì scorso, la prima ad aver avuto accesso ad un contributo pubblico pari a 10.000 miliardi di yen. Il contributo avrà lo scopo di migliorare le ricerche condotte dall’ateneo ma ha il non piccolo problema di condizionare la libertà accademica. Il contributo sarà spalmato su 25 anni con i primi sussidi che giungeranno dal 2025.
Sul nucleare, TEPCO ha annunciato, il 2 novembre, di aver estratto con successo una piccolissima quantità di materiale altamente radioattivo dal nucleo fuso dell’ex secondo reattore della centrale di Fukushima Daiichi. Il successo giunge al termine di numerosi fallimenti.
Sempre in quest’ambito, domenica scorsa, Tohoku Electric Power ha fermato il secondo reattore della centrale di Onagawa che era stato riattivato appena pochi giorni prima. La società ha addotto quale motivazione l’esigenza di controlli.
Mercoledì scorso, intanto, l’Agenzia Regolatrice per il Nucleare ha dato il via libera all’operatività del centro per lo stoccaggio temporaneo di scorie radioattive di Mutsu (Aomori). Il centro, ove sono già arrivati 69 barili di combustibile esaurito dalla centrale di Kashiwazaki-Kariwa, dovrà ospitare i rifiuti in attesa che siano riprocessati in un altro impianto che però è ancora in costruzione.
In politica estera, l’Organizzazione Giapponese per il Commercio Estero ha aperto a Kiev un proprio ufficio. Il Sol Levante – il quale appoggia, dall’inizio dell’ingresso della Russia nel conflitto civile ucraino, il regime al potere in quel Paese – intende facilitare la penetrazione delle aziende nipponiche in Ucraina o in ciò che ne rimarrà al termine del conflitto.
A Pechino, invece, lunedì scorso, Wang Yi ha incontrato l’omologo nipponico Takeo Akiba. L’incontro si è concluso con una generica dichiarazione sui “legami strategicamente e mutualmente benefici”.
Akiba era accompagnato da Takeshi Niinami, presidente dell’Associazione dei Dirigenti d’Impresa, il quale ha incontrato al vicepresidente cinese, Han Zheng, chiedendogli una facilitazione nel rilascio dei visti a breve termine.
Nei rapporti con gli Stati Uniti, nonostante gli attriti del passato dovuti all’uscita degli Stati Uniti dall’accordo di libero scambio per l’area del Pacifico, il governo nipponico ha augurato buon lavoro al Presidente eletto di quel Paese, Donald Trump.
“Comunicheremo da vicino con il prossimo governo statunitense per rafforzare ulteriormente le capacità di deterrenza e risposta dell’alleanza” ha dichiarato, mercoledì scorso, il Segretario Generale dell’esecutivo, Yoshimasa Hayashi.
Congratulazioni “dal profondo del cuore” sono state espresse, subito dopo, anche dal premier Ishiba il quale ha telefonato al presidente eletto nella giornata di giovedì concordando un prossimo incontro tra i due.
Toshiyuki Mimaki, responsabile di Hiroshima di Nihon Hindayo – l’organizzazione delle vittime delle bombe atomiche che colpirono il Giappone nel 1945 – ha invece espresso una certa preoccupazione per la vittoria del candidato repubblicano.
“Trump potrebbe credere che il mondo sia stabile in virtù delle armi nucleari. E’ difficile predire in quale direzione gli Stati Uniti si muoveranno ma, come hibakusha, vogliamo semplicemente che (Trump ndr) auspichi un mondo libero dalle armi nucleari” ha dichiarato Mimaki.
Preoccupazione, ma sul fronte delle politiche economiche, è stata espressa anche da Ken Kobayashi, presidente della Camera di Commercio e Industria del Giappone: “ci auguriamo che egli adotti politiche armoniose in quanto guida di una superpotenza che sostiene l’economia mondiale ed il sistema di libero scambio basato sul diritto senza cadere eccessivamente nel protezionismo”.
In ambito militare, nell’ambito delle enormi esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti denominate “Keen Sword”, il Giappone, lo scorso 3 novembre, ha deciso non far più decollare i propri mezzi Osprey dopo un incidente che non ha avuto conseguenze fatali.
Sempre nell’ambito della cooperazione con forze armate straniere, secondo quanto denunciato dal periodo comunista Akahata, le basi delle FA nella Prefettura di Kanagawa è stata utilizzata, dal 2016, quando entrarono in vigore i disegni di legge bellicisti, 28 volte da forze armate di 15 diversi Paesi nonostante non vi sia una solida base legale che ne consenta l’utilizzo da parte di Paesi terzi.
Tra i Paesi che più hanno utilizzato Yokosuka ed Atsugi vi sono stati l’Australia (10), l’India (8), il Canada (6), la Corea del Sud (5), Singapore, Germania e Italia (3).
Ad un’interrogazione di Shii nessuna risposta è stata fornita dal dicastero a cosa accadrebbe, giuridicamente, in caso di incidenti che coinvolgessero Paesi al di fuori dagli Stati Uniti, nonché a quali regole siano in vigore per l’importazione dei materiali giunti nelle due basi.
Lunedì, intanto, dal cosmodromo di Tanegashima (Kagoshima) è stato lanciato un vettore H3 il quale trasportava satelliti militari.
Sulle servitù militari, il 6 novembre a Naha, si è tenuta una conferenza di protesta contro la costruzione della base militare di Henoko. “La volontà della gente non ha vacillato” ha detto il Governatore della Prefettura di Okinawa, Denny Tamaki, nel corso del proprio discorso.
Frattanto, è emerso come l’importo dei contratti per l’approvvigionamento di armi e munizioni sia stato, nel 2023, quasi doppio rispetto a quello del 2019 per complessivi 9.450 miliardi di yen.
Una scontata promessa di voler rafforzare le capacità belliche del Paese è stata espressa da Ishiba il quale, per la prima volta da premier, ha visitato, il 9 novembre, la base di Asaka.
In economia, un attento sguardo ai movimenti delle valute è stato promesso da Yoshimasa Hayashi dopo che, mercoledì scorso, lo yen è piombato a quota 154 sul dollaro: un livello che non veniva raggiunto da tre mesi.
In settimana è emerso che il Sol Levante ha speso 5.530 miliardi di yen l’undici ed il dodici luglio di quest’anno proprio per evitare un crollo della moneta nazionale. L’undici luglio, lo yen era piombato a quota 161 sul dollaro.
Sul fronte salariale, i salari reali di settembre sono calati dello 0,1% rispetto all’anno precedente. Pur essendo i salari nominali cresciuti del 2,8% (292.551 yen in media), l’inflazione ha più che eroso l’aumento.
Nello stesso mese, la spesa media delle famiglie nipponiche è calata dell’1,1% per una media in termini assoluti pari a 287.963 yen.
In campo alimentare, nel 2023, le esportazioni di salsa di soia hanno superato, per la prima volta, i 10 miliardi di yen (10.050.000.000 yen per la precisione) toccando quota 41.114 ettolitri. Le maggiore esportazioni sono state verso gli Stati Uniti (17,9%) seguiti dalla Cina (8,2%) e dalla Corea del Sud (7%).
Rimanendo in quest’ambito, la società Marubeni ha iniziato, ad ottobre, a vendere nell’Arcipelago salmone prodotto dal socio norvegese Proximar Seafood ad Oyama (Shizuoka). Secondo un accordo stretto tra le due imprese nel 2022, l’azienda prevede di vendere 4.700 tonnellate di salmone prodotto dall’azienda norvegese entro il 2025 e 5.300 entro il 2027.
Dal 2025, invece, uno dei concorrenti di Marubeni, Mitsubishi, insieme a Maruha Nichiro ha in progetto di costruire un allevamento a Nyuzen (Toyama) con l’obiettivo di produrre, entro il 2027, 2.500 tonnellate del pregiato pesce.
Nell’elettronica, circa 200 ingegneri informatici saranno inviati, con un finanziamento pubblico pari a 7,5 miliardi di yen, negli Stati Uniti per formarsi. Ad organizzare il programma di formazione è l’Organizzazione per le Nuove Energie e lo Sviluppo Industriale e Tecnologico.
In crescita, nei primi sei mesi di quest’anno fiscale, gli utili di Sony. Tra aprile e settembre del 2024, il colosso giapponese ha ottenuto profitti netti pari a 570,13 miliardi di yen e cioè il 36,5% in più rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Nell’auto, i profitti di Toyota nei primi sei mesi dell’anno fiscale 2024 sono calati del 26,4% rispetto all’anno precedente per complessivi 1.910 miliardi di yen. A determinare il crollo sono stati gli stop alla produzione ed i cali nelle vendite connessi allo scandalo sulla falsificazione di alcuni test di qualità nonché la debolezza, comune a molte aziende straniere, che la società giapponese sta mostrando sul mercato cinese che ormai, sempre più, si orienta verso automobili prodotte da aziende nazionali.
Nissan ha invece annunciato, a fronte della concorrenza cinese e delle misure protezionistiche impiantate dagli Stati Uniti, che taglierà 9.000 posti di lavoro (il 7% della forza lavora totale) e ridurrà la propria produzione complessiva del 20%.
L’azienda ha visto – nei primi sei mesi dell’attuale anno fiscale – un crollo degli utili netti pari al 93,5% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente per complessivi 19,22 miliardi di yen.
Chiudendo con l’industria pesante, Takahiro Mori, numero due di Japan Steel, si è augurato di concludere entro l’anno il processo di acquisizione della statunitense US Steel. Al netto delle frasi di circostanza, tanto i democratici quanto i repubblicani, hanno sostenuto la propria netta contrarietà alla cessione dell’azienda a soggetti esteri.
(con informazioni di kcna.kp; global.toyota; cdp-japan.jp; new-kokumin.jp; jcp.or.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.