In politica interna, il Partito Liberal-Democratico ha perso tutti e tre i seggi che andavano a rinnovo nelle elezioni suppletive della Camera dei Rappresentanti. In due collegi, Tokyo 15 e Nagasaki 3, il PLD non presentava candidati (nel primo caso il candidato del fronte conservatore era appoggiato dalla lista della Governatrice, Yuriko Koike) a differenza di quanto fatto nel collegio di Shimane 1 ove, comunque, ha vinto Akiko Kamei, già deputata e portabandiera del Partito Costituzionale Democratico: formazione che ha conquistato tutti e tre i seggi.
“Da quando è stato scoperto lo scandalo dei fondi neri del LDP, l’indagine sulla verità dietro di loro è stata incerta e la punizione poco convinta. Il piano di riforma politica del LDP che è uscito è stato una completa delusione. Il fatto che il primo ministro sia stato frettoloso ed abbia avanzato una proposta priva di sostanza ha avuto un effetto negativo”. Circa il futuro, Izumi ha chiesto la convocazione di elezioni anticipate.
“Il risultato è stato un chiaro voto di sfiducia da parte degli elettori” ha commentato il Segretario del Partito Comunista, Akira Koike, la cui formazione ha appoggiato Natsumi Sakai a Tokyo e Katsuhiko Yamada a Nagasaki.
Commentando i risultati delle elezioni, Kishida ha affermato di “non avere alcuna intenzione” di convocare le elezioni anticipate.
Nella penisola di Noto, a quattro mesi dal terremoto che ha colpito l’area, sono ancora 4.606 gli sfollati che vivevano nei centri che li ospitano. Circa 3.780 le case, invece, ancora in piedi ma il cui allaccio all’acqua non è stato ripristinato. Delle 6.421 case temporanee stimate come necessarie dalla Prefettura di Ishikawa, 2.763 erano state completate al 25 di aprile.
Il primo maggio, intanto, manifestazioni contro l’inflazione e contro l’aumento delle spese militari si sono tenute in varie città del Giappone. Ad Osaka, i locali sindacati hanno manifestato anche contro l’Esposizione del 2025 mentre a Yokohama in 1.500 sono scesi in strada per chiedere l’aumento dei salari e per lo stop al rafforzamento della locale base della Marina statunitense.
“Una spesa militare di 43.000 miliardi di yen in cinque anni dovrebbe essere utilizzata per sostenere la vita delle persone ed aumentare i salari dei lavoratori: alzeremo tutti insieme la voce” ha dichiarato, intervenendo alla manifestazione, Akira Koike.
“Possiamo ottenere aumenti salariali soltanto se lottiamo” ha dichiarato – da Tokyo, ove hanno manifestato in 12.000 – la Presidentessa del Partito Comunista, Tomoko Tamura, la quale ha sottolineato come l’alto numero di scioperi è stata una delle chiavi che hanno consentito, questa primavera, gli aumenti salariali più alti degli ultimi 27 anni.
“Il governo ha aumentato l’occupazione non regolare, non ha fornito sussidi diretti per gli aumenti salariali alle piccole e medie imprese, ha tagliato il bilancio della previdenza sociale per rendere difficile l’aumento dei salari nel settore medico e infermieristico ed è arrivato addirittura ad aumentare le tasse sugli autonomi. […] D’altro canto, il Partito Liberal-Democratico non ha altra scelta se non quella di contestare il fatto che gli utili non distribuiti delle grandi aziende sono aumentati al punto da rivaleggiare con il prodotto interno lordo. Se è così, perché non realizzare immediatamente un salario minimo di 1.500 yen tassando una parte delle riserve interne e sovvenzionando aumenti salariali per le piccole e medie imprese. Creiamo una legge per migliorare il trattamento dei lavoratori non regolari, eliminando i licenziamenti illegali e le discriminazioni nonché realizzare la parità di retribuzione a parità di lavoro” ha proseguito Tamura.
A Genkai (Saga) al centro della manifestazione vi è stata, invece, l’opposizione dei cittadini alla decisione del consiglio comunale di candidare la città ad ospitare un sito “definitivo” per le scorie altamente radioattive.
Il 3 maggio si è invece tenuta la Giornata della Costituzione. “Sono trascorsi 77 anni dall’entrata in vigore della Costituzione giapponese. Il Partito Costituzionale Democratico del Giappone, ha scritto nella propria piattaforma che “ci impegneremo sinceramente in un dibattito costituzionale orientato al futuro nella prospettiva di approfondire il costituzionalismo”. Ciò chiarisce la nostra posizione nel limitare l’abuso di potere da parte dei politici e, su tale base, viene dimostrata la nostra posizione nel sostenere seriamente discussioni su questioni che il popolo giapponese ritiene veramente necessarie per il bene del popolo. […] Attualmente, il primo ministro Kishida, che dovrebbe ricoprire la carica di politico, insiste nella Dieta che “mirerà a rivedere la Costituzione durante il suo mandato come presidente del partito”, anche se è obbligato a rispettare l’attuale Costituzione. Questa è una situazione insolita. La Dieta è l’unico ramo legislativo che può proporre emendamenti alla Costituzione. La posizione del primo ministro Kishida è lontana dal costituzionalismo. In primo luogo, anche se la vita delle persone è difficile, non possiamo affidare la revisione costituzionale ai membri del Partito Liberal-Democratico che utilizzano fondi neri da molti anni e non sono nemmeno riusciti a rispettare la legge” ha affermato nella propria dichiarazione di celebrazione della giornata, il Presidente del PCD, Kenta Izumi.
“Se guardiamo alle violazioni dei diritti umani in patria ed all’estero, possiamo vedere quanto siano importanti la libertà e la pace per i popoli, la stabilità della vita e lo stato di diritto. Il Partito Costituzionale Democratico del Giappone aderisce ai tre principi di “sovranità popolare, rispetto dei diritti umani fondamentali e pacifismo” e continuerà ad utilizzare la Costituzione a beneficio delle persone e delle loro vite, piuttosto che usarla come strumento per governare il popolo” ha concluso il leader progressista.
“Nel Giorno della Costituzione di quest’anno, commemoriamo il violento scontro tra il tentativo sfrenato di creare una nazione in guerra che viola la Costituzione e l’opinione pubblica che cerca la pace ed i diritti umani e chiede di proteggere e preservare la Costituzione” ha affermato, nel proprio comunicato di commemorazione della giornata, la Presidentessa del Partito Comunista.
“Sono trascorsi due anni da quando il Consiglio dei Ministri ha approvato i “Tre documenti di sicurezza”, i quali incarnano l’esercizio del diritto di autodifesa collettiva e la legislazione sulla sicurezza (i disegni di legge bellicisti approvati ancora con Abe ndr) ed il governo Kishida ha continuato ad attuare le stesse politiche dei precedenti del Partito Liberal-Democratico, compreso il possesso della capacità di attaccare basi nemiche, il raddoppio delle spese militari e la revoca del divieto di esportazione di armi letali. Essi hanno ripetutamente commesso azioni oltraggiose che gettano completamente all’aria quello che è stato considerato l'”ideale di una nazione pacifica” basata sulla Costituzione. Al vertice Giappone-USA di aprile, il Giappone ha deciso di rafforzare un coordinamento senza precedenti nel comando e controllo tra le forze armate statunitensi e le Forze di Autodifesa. Se procediamo su questa strada, le Forze di Autodifesa saranno poste di fatto sotto il comando ed il controllo delle forze armate statunitensi, che hanno una schiacciante superiorità in termini di informazioni ed attrezzature. In particolare, le forze armate statunitensi hanno specificato la “perfetta integrazione con le nazioni alleate” nella loro politica di base di “Difesa aerea e missilistica integrata (IAMD)” ed i documenti ufficiali militari statunitensi affermano che a questo scopo è necessario “mettere da parte la sovranità”. Lo si afferma chiaramente. Questo è un problema storico per l’alleanza militare Giappone-USA, viola fondamentalmente la Costituzione giapponese e, lungi dal “proteggere il Giappone”, è un percorso estremamente pericoloso che minaccia la sovranità del Giappone e la vita e la sicurezza del suo popolo” ha proseguito Tamura.
“Ciò che viene richiesto al Giappone ora non è di aumentare il rischio di guerra attraverso l’opposizione dei blocchi militari ed una corsa agli armamenti senza fine ma di rendere l’Asia orientale una regione libera dalla guerra attraverso una diplomazia attiva che faccia uso dell’articolo 9 della Costituzione. […] L’espansione militare su larga scala promossa dal governo Kishida sta sopprimendo il bilancio per la sicurezza sociale, l’istruzione ed altri aspetti della vita quotidiana e minaccia il diritto alla felicità (tutelato dall’articolo 13), il diritto alla vita (articolo 25) ed il diritto all’istruzione (articolo 26). Inoltre, fomenta minacce alla sicurezza ed aumenta il controllo ed il monitoraggio delle attività economiche e della ricerca accademica calpestando la libertà di pensiero e di credo (articolo 19) e la libertà accademica (articolo 23). La politica che volta le spalle ai cognomi elettivi separati per le coppie sposate, al matrimonio tra persone dello stesso sesso e alla realizzazione dell’uguaglianza di genere sta impedendo alla società giapponese di muoversi verso l’uguaglianza ai sensi della legge (articolo 14) e l’uguaglianza essenziale per entrambi i sessi (articolo 24). La costruzione di una nuova base militare americana a Henoko ignora la volontà popolare più volte espressa e calpesta l’autonomia locale, uno dei principi fondamentali della Costituzione” ha proseguito Tamura.
In politica estera, il primo maggio, Fumio Kishida ha iniziato un viaggio che lo ha portato a visitare Francia, Brasile e Paraguay.
Il 2 maggio Kishida ha incontrato presso il Palazzo dell’Eliseo il Presidente francese Emmanuel Macron con il quale ha ufficialmente avviato le discussioni per la stesura di un accorso di accesso e cooperazione militare. Nella sicurezza economica, i due leader hanno siglato una dichiarazione sulla cooperazione nel campo dei metalli critici nonché sulla cooperazione sul nucleare civile mentre tradizionale la riaffermazione per un “area indo-pacifica libera ed aperta” e cioè la formula diplomatica utilizzata dai nipponici per definire il contrasto alla proiezione cinese in Asia meridionale ed in Oceania.
Kishida è poi volato – insieme ad una delegazione di rappresentanti di 46 imprese – a Brasilia ove ha incontrato il Presidente Lula con il quale ha siglato 40 memorandum di cooperazione (4 nel settore pubblico e 36 tra imprese) nei campi dell’economia, della scienza e della cultura. Pur essendo politicamente distanti, i due Paesi hanno una lunga storia di scambi ed il Brasile ha tra i propri cittadini alcuni milioni di discendenti di immigrati dal Giappone.
“Abbiamo già avuto, tra Brasile e Giappone, uno scambio commerciale di quasi 18 miliardi di dollari che oggi è sceso a 11 miliardi di dollari. Non basta” ha affermato Lula.
Lo scorso anno, il Giappone è stato per il Brasile il secondo partner commerciale tra le nazioni asiatiche ed il nono tra tutti i Paesi del mondo con uno scambio pari ad 11,7 miliardi di dollari ed un surplus a vantaggio del Brasile di 1,491 miliardi di dollari.
Tra gli accordi firmati firmati ve ne è uno circa il recupero dei suoli degradati, la mitigazione del riscaldamento globale e la sicurezza alimentare (il Brasile è per il Giappone un fornitore chiave di alimenti) che è stato siglato da vari enti brasiliani (in primo luogo il Ministero dell’Agricoltura) e l’Agenzia Giapponese per la Cooperazione Internazionale. Nello specifico, l’Agenzia contribuirà a finanziare la riconversione di pascoli (circa 40 milioni di ettari) ormai eccessivamente utilizzati in aree forestali e coltivazioni.
Nei rapporti con la Corea del Sud, martedì scorso, una nota di protesta è stata consegnata da Tokyo all’indirizzo di Seul per la visita di alcuni parlamentari della RdC nelle contestate – ma riconosciute internazionalmente come territorio sudcoreano – isole Dokdo (o Takeshima come sono chiamate nel Sol Levante).
Sempre nell’ambito dei rapporti con la RdC, l’esecutivo sudcoreano sta ragionando con Naver circa la richiesta da parte nipponica di vendita – a SoftBank – della partecipazione posseduta in Line dopo che una serie di malfunzionamenti hanno condotto alla diffusione di dati personali degli utenti del popolare servizio di messaggistica. Il 65% di Line è di proprietà di una società che è al 50% di SoftBank e per l’altra metà della coreana Naver. Il dicastero degli Esteri sudcoreano sta verificando se non vi siano da parte nipponica delle misure discriminatorie a danno di aziende della RdC.
Critico il deputato sudcoreano di maggioranza Yoon Sang-hyun per il quale “è naturale che il governo giapponese prenda misure per evitare che questi eventi si ripetano ma chiedere la vendita delle azioni al posto di una multa o di una sanzione appare un po’ eccessivo”.
A Taiwan, Tsai Ing-wen e Lai Ching-te, rispettivamente l’ex ed il nuovo presidente de facto della regione rivendicata da Pechino hanno incontrato, il 30 aprile, Takako Suzuki, deputata e responsabile giovani del Partito Liberal-Democratico. La visita della delegazione nipponica è volta a non far abbassare la tensione tra Giappone e Repubblica Popolare Cinese ed a mostrare sostegno alle forze separatiste che governano l’isola.
Dopo averi ringraziato i giapponesi per le donazioni effettuate subito dopo l’ultimo terremoto che ha colpito la regione, Tsai ha affermato che “abbiamo visto, nelle dichiarazioni congiunte rilasciate dopo i vertici USA-Giappone ed USA-Giappone-Filippine tenutisi questo mese, nonché nella riunione dei ministri degli Esteri del G7, che il Giappone ed altri Stati membri riaffermano l’importanza per la comunità internazionale della pace in tutto lo Stretto di Taiwan. Guardando al futuro, Taiwan continuerà a collaborare con il Giappone e con i nostri partner democratici in tutto il mondo per salvaguardare la pace e la prosperità regionale”.
Suzuki ha affermato, nel solco della tradizionale posizione giapponese, che qualsiasi alterazione dello status quo mediante la forza sarebbe inaccettabile.
In Italia, intanto, si è svolto a Torino il G7 dei ministri con delega all’Energia ed all’Ambiente hanno deciso di uscire, progressivamente ed entro il 2035, dalla produzione di energia da centrali a carbone prive di sistemi volti a ridurre le emissioni di C02. La decisione, in realtà poco più che una dichiarazione, non ponendo l’obiettivo dell’uscita totale dal carbone rappresenta una concessione proprio al Giappone che produce il 30% della propria energia da questa fonte.
In chiusura di settimana si sono invece incontrati a Tbilisi (Georgia), i ministri delle Finanze ed i Governatori delle Banche centrali dei Paesi ASEAN insieme a quelli di Cina, Giappone ed RdC nell’ambito di una serie di incontri organizzati nella capitale georgiana dalla Banca Asiatica per lo Sviluppo. Il summit si è concluso con una dichiarazione d’impegno circa il sostegno da parte delle nazioni del blocco (più Cina, Giappone ed RdC che delll’ASEAN non fanno parte) ad altre in caso di catastrofi naturali e di pandemie.
Intervenuto al vertice, il ministro nipponico Suzuki ha espresso il desiderio che tutti i Paesi si muovano verso la stabilità dei mercati e che riflettano l’economia reale.
In ambito militare, il Ministero della Difesa avrebbe accertato che i due elicotteri della Marina delle Forze di Autodifesa che sono precipitati in mare lo scorso 20 aprile hanno colliso prima di cadere. Il bilancio dello scontro, avvenuto a 270 chilometri dall’isola di Torishima, è stato di un morto e di sette dispersi.
Giovedì scorso, intanto, l’Agenzia per la Difesa Missilistica degli Stati Uniti ha annunciato che il progetto di sviluppo del Glide Phase Interceptor costerà 3 miliardi di dollari dei quali uno a carico del Sol Levante. Il progetto, che si vorrebbe completare per il 2030, è destinato all’intercettazione di missili ipersonici.
Ad Honolulu, nelle Hawaii, giovedì si sono incontrati i ministri della Difesa di Giappone, Australia, Stati Uniti e Filippine nell’ambito di un costante approfondimento della cooperazione militare tra i Paesi del gruppo che ha accolto, di recente, le Filippine. I ministri, oltre a concordare la prosecuzione di esercitazioni congiunte nel Mar Cinese Meridionale, come si legge nel comunicato diffuso dal Ministero guidato da Kihara “hanno espresso seria preoccupazione per la situazione nel Mar Cinese Orientale e Meridionale. Si sono opposti fermamente all’uso pericoloso delle navi della guardia costiera e della milizia marittima nel Mar Cinese Meridionale. Hanno ribadito la seria preoccupazione per il ripetuto ostacolo da parte della RPC all’esercizio della libertà di navigazione in alto mare alle navi filippine e per l’interruzione delle linee di rifornimento presso il secondo banco di Thomas (un’area contesa da diversi Paesi e tra essi Cina, Vietnam e Filippine ndr), le quali costituiscono una condotta pericolosa e destabilizzante. I Ministri e i Segretari hanno sottolineato l’importanza di sostenere le libertà di navigazione e di sorvolo ed il rispetto del diritto internazionale, come esso si riflette in particolare nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). Hanno invitato la RPC a rispettare il lodo finale e giuridicamente vincolante del tribunale arbitrale del Mar Cinese Meridionale del 2016 (una decisione che diede torto a Pechino ma che vide la Cina non partecipare al tavolo arbitrale e non riconoscerne le deliberazioni ndr) e hanno deciso di lavorare insieme per sostenere gli Stati che esercitano i propri diritti e libertà nel Mar Cinese Meridionale”.
Ai margine del vertice, Kihara ha incontrato l’omologo filippino, Gilberto Teodoro, con il quale ha fatto il punto sui progressi nella stesura di un patto militare bilaterale le cui discussioni sono iniziate lo scorso novembre.
In economia, la produzione industriale dell’anno fiscale 2023 è calata del 2% rispetto all’anno precedente. A determinare il dato sono state le minori produzioni di chip che hanno rallentato la produzione di alcuni beni, a partire dal decisivo comportato auto, nell’Arcipelago.
Nell’anno fiscale terminato a marzo, è calata – dello 0,02 – anche la disponibilità di posti di lavoro toccando quota 1,29 e ciò significa che per ogni 100 persone in cerca di lavoro erano disponibili 129 posti.
Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato rispetto al 2022 al 2,6%. In termini assoluti i disoccupati erano 1.780.000 (1.030.000 uomini e 750.000 donne e, rispettivamente, meno e più 30.000 sul 2022).
In campo monetario, il viceministro alle Finanze con delega alle relazioni internazionali, Masato Kanda, ha dichiarato che il deprezzamento dello yen è “eccessivo” e guidato dalla speculazione: “buongiorno principessa” si potrebbe dire citando una nota pellicola di qualche anno fa.
La moneta nipponica ha toccato, lunedì scorso, quota 160 sul dollaro – dato che non si raggiungeva dal 1990 – e 171 sull’euro, cifra non raggiunta dal 1999.
Lo yen si è poi leggermente apprezzato sulla moneta statunitense intorno a quota 156-155 e poi – a seguito delle voci di intervento da parte della Banca del Giappone – in maniera più sostanziale a 153 fino ai 151 di venerdì quando i cattivi dati sull’occupazione statunitense hanno consentito un recupero dello yen.
“Lo yen anormalmente debole aumenterà i prezzi all’importazione, farà salire i prezzi al consumo e avrà un impatto molto grave sulla vita delle persone” aveva commentato, il 30 aprile, il Segretario del PCG, Koike.
Frattanto, l’ultimo rapporto sull’Asia del Fondo Monetario Internazionale stima la crescita del continente per il 2024 al 4,5%. Il rapporto sostiene che il Giappone stabilizzerà, nei prossimi anni, al 2% la propria inflazione e che crescerà dello 0.9% per quest’anno e dell’1% nel 2025.
In settimana sono state anche diffuse le stime dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo le quali hanno visto al rialzo la crescita globale dal 2,9 al 3,1%. Dimezzata, dall’1% dello scorso rapporto allo 0,5% di giovedì, la crescita del Sol Levante.
L’ente con sede a Parigi ha poi stimato la crescita globale per il 2025 al 3,2% (contro il 3 stimato in febbraio) e suggerito alla Banca del Giappone un aumento dei tassi allo 0,75 rispetto ai tassi attuali compresi tra 0 e 0,1.
Nel settore immobiliare, secondo quanto comunicato dal Ministero degli Interni e Comunicazioni, il numero di case rimaste vuote ha toccato, al primo ottobre del 2023, quota 9 milioni: +510.000 rispetto al 2018 quando venne compiuta l’ultima rilevazione simile. Il dato è frutto del calo demografico che colpisce, ormai da decenni, l’Arcipelago e dell’invecchiamento della popolazione.
Delle abitazioni non occupate, 4.430.000 sono sul mercato degli affitti, 330.000 sono in vendita, 380.000 sono utilizzate come seconde case mentre di 3.850.000 abitazioni non vi sono dati disponibili.
Nel turismo, in marzo, le notti spese dagli stranieri nel Sol Levante ha toccato le 12.700.000 e cioè il 68,2% rispetto all’anno precedente. Includendo i cittadini giapponesi, le notti di occupazione totale sono state 54.860.00 e cioè l’8,2% in più rispetto a marzo 2022.
La ripresa del turismo ha portato Japan Airlines a riportare, giovedì scorso e per l’anno fiscale 2023, profitti per 95,53 miliardi di yen. Le vendite sono cresciute del 20,1% per 1.650 miliardi di yen: una cifra superiore al 2019.
In campo automobilistico, Itochu ha annunciato, mercoledì scorso, che cambierà il nome dell’acquista Bigmotor e fonderà un’alta società con il nome di Wecars. Bigmotor, azienda operante nel noleggio auto, era stata coinvolta in uno scandalo concernente danni alle vetture provocati dagli stessi dipendenti al fine di truffare clienti ed assicurazioni. La nuova società sarà posseduta da Itochu e dalla controllata Itochu Enex al 49,9% mentre il fondo d’investimento J-Will Partners controllerà il resto.
Spostandoci nella produzione di auto, Toyota Motor ha aperto, giovedì scorso, un proprio impianto nella zona economica speciale di Phnom Pehn. “Toyota è un colosso. Quando aziende così vengono in Cambogia mostrando fiducia, molte altre aziende seguiranno” ha dichiarato il primo ministro cambogiano, Hun Manet.
A Tokyo, il consorzio di imprese guidato da Mitsui Fudosan ha annunciato, mercoledì scorso, che prevede di spendere 900 miliardi di yen nella riconversione dell’ex mercato del pesce di Tsukiji. La gigantesca speculazione edilizia promossa dalla Governatrice della Prefettura, la conservatrice Yuriko Koike, prevede la realizzazione di uno stadio da 50.000 posti.
Chiudendo con l’estero, Nippon Steel ha spostato a dopo le elezioni presidenziali e nonostante l’approvazione al piano da parte degli azionisti di US Steel, l’acquisizione della società statunitense. In ogni caso, sia l’attuale presidente, Joe Biden, che il probabile futuro, Donald Trump, hanno dichiarato di non voler consentire la cessione a realtà estere del colosso locale dell’acciaio.
(con informazioni di imf.org; gov.br; elysee.fr; president.gov.tw; mod.go.jp; yna.co.kr; nipponsteel.com; cdp-japan.jp; jcp.or.jp; mainichi.jp)
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