Per il tredicesimo anno consecutivo, la popolazione nipponica è stata in calo. Al primo ottobre dello scorso anno, l’Arcipelago aveva 124.352.000 abitanti e cioè 595.000 in meno rispetto all’anno precedente. Secondo i dati comunicati lo scorso venerdì, la popolazione giapponese è scesa di 837.000 unità per complessivi 121.193.000 persone. Gli ultrasettantacinquenni erano 20.080.000 (+713.000 persone) superando quota venti milioni per la prima volta. Coloro che avevano meno di 14 anni sono stati 14.170.000 (-329.000) e cioè l’11,4% della popolazione totale mentre la popolazione tra i 15 ed i 64 anni è calata di 256.000 unità per complessive 73.950.000 persone (il 59,5% del totale).
Cresciuta, di 243.000 unità, la popolazione di stranieri i quali erano 3.160.000. Le famiglie composte da una sola persona sono passate dal 38% del 2020 al 44,3% dello scorso anno. La maggior parte dei nuclei formati da una sola persona era composta da persone di oltre 65 anni.
In politica interna, Ryu Shionoya, il leader della fazione – in fase di scioglimento – che fu di Shinzo Abe ha chiesto, lo scorso 12 aprile, che la sua posizione sia riconsiderata e respingendo l’invito a lasciare il partito (di fatto un’espulsione) e chiedendo un “giudizio giusto e basato sui fatti”.
La Camera dei Rappresentanti ha approvato, il nove aprile, la contestatissima legge sulla sicurezza economica che fissa i criteri per la tutela di informazioni, brevetti e tecnologie sviluppati da aziende e fissa le pene per chi li dovesse cedere ed i sistemi di controllo di quanti maneggiano questi dati.
Accogliendo un emendamento del Partito Costituzionale Democratico, la maggioranza ha modificato il disegno di legge iniziale prevedendo che sia il parlamento a controllare quali informazioni sono passibili dell’attenzione stabilita dalla normativa.
Le pene previste per quanti cedessero informazioni oggetto di tutela sono pari ad un massimo di cinque anni di carcere ed a multe fino a 5 milioni di yen.
A Shizuoka, il Governatore della Prefettura, Heita Kawakatsu, ha consegnato, il dieci aprile, le proprie dimissioni. Le dimissioni giungono dopo una battuta classista pronunciata il primo aprile. Il Governatore, parlando ai dipendenti dell’ente, aveva sostenuto che i venditori di verdura non fossero persone intelligenti.
Nella sanità, il ministro Keizo Takemi ha annunciato che, per il 2025, sarà creato un Istituto per la Sicurezza Sanitaria il cui compito sarà, primariamente, la predisposizione di contromisure volte ad evitare future pandemie.
Sempre in questo campo, secondo dati pubblicati dall’Agenzia Nazionale per i Consumatori, ha mostrato come il 18,5% degli 8.198 reclami su cibi che le aziende vantano come “funzionali” abbia portato al ritiro dal mercato di questi prodotti o al ridimensionamento delle prestazioni propagandate in conseguenza dell’assenza di prove scientifiche circa gli effetti millantati.
Nella previdenza sociale, lo scorso nove aprile, un cittadino ha depositato, presso la Corte Distrettuale di Tokyo, una causa contro lo Stato per ottenere una pensione di reversibilità. L’uomo, il quale ha perso la moglie, chiede che gli sia corrisposta la pensione della consorte deceduta sostenendo l’incostituzionalità della norma che prevede che le vedove possano ottenere la reversibilità mentre per gli uomini ciò non è previsto.
Nell’istruzione, l’Università di Tsukuba ha annunciato l’apertura di propri corsi a Kuala Lumpur. Si tratta della prima volta che un ateneo nipponico offre corsi completi, e quindo fino alla laurea, fuori dai confini nazionali. La nuova facoltà sarà quella di “Scienze e Design”.
Nell’ambiente, secondo una rilevazione dell’agenzia di stampa Kyodo, sta crescendo il numero di aziende giapponesi che – nell’ambito dei requisiti sulle emissioni fissati dalla legge giapponese – intenzionate ad esportare, specialmente in Asia meridionale, progetti per la raccolta e lo stoccaggio sotterraneo di CO2.
Proprio le emissioni per l’anno fiscale 2022, secondo quanto riferito di recente dal dicastero dell’Ambiente, hanno raggiunto un record in negativo per complessivi 1,14 miliardi di tonnellate di CO2 e cioè il -2,5% rispetto al 2021. Il dato è il più basso dal 1990 ed è largamente dovuto ad una contrazione dei consumi interni e ad una minore produzione di alcuni beni come l’acciaio.
Ad Osaka, secondo un sondaggio curato da Kyodo, circa l’80% delle aziende e degli enti che parteciperanno all’Esposizione del 2025 hanno manifestato preoccupazione per lo scarso interesse che l’evento sta suscitando. Meno del 50%, inoltre, ritiene ragionevole la spesa, già cresciuta varie volte, di 235 miliardi di yen.
In politica estera, l’ambasciatore indiano in Giappone, Sibi George, ha affermato che la linea dei treni superveloci shinkansen tra Mumbai ed Ahmedabad potrebbe essere operativa entro il 2026. I lavori sono iniziati nel 2017. La linea, lunga 500 chilometri, rappresenta uno dei principali progetti economici sviluppati dalle due nazioni.
Circa la Corea del Sud, nonostante la sconfitta subita recentemente dal partito di Yoon Suk Yeol, il Giappone, mediante il Segretario Generale per il gabinetto, Yoshimasa Hayashi, ha sostenuto che l’esecutivo nipponico si attende mosse concreti verso la risoluzione della controversia sui risarcimenti imposti dalla magistratura di Seul a beneficio degli ex forzati di guerra e a danno di aziende giapponesi che si sono viste anche congelare i propri asset in RdC. Yoon, in quello che l’opposizione interna definì come una catastrofe della diplomazia, si era impegnato a non riconoscere le sentenze della magistratura e ad assicurare i risarcimenti previsti mediante una fondazione sudcoreana creata ad hoc.
Nei rapporti con Taiwan, la ministra degli Esteri, Yoko Kamikawa, ha annunciato, il cinque aprile, una donazione da un milione di dollari alle autorità locali al fine di contribuire alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto che ha colpito l’isola il 3 aprile.
Nelle relazioni con gli Stati Uniti, il nuovo presidente di Nippon Steel, Tadashi Imai, ha difeso, in una recente intervista, il piano di acquisizione, per 14,1 miliardi di dollari, della statunitense U.S. Steel cui si oppongono tanto l’attuale Presidente statunitense Joe Biden quanto il, probabile, prossimo, Donald Trump.
“Sono convinto che Nippon Steel sia l’azienda che può aiutare maggiormente U.S. Steel in termini di crescita negli Stati Uniti. Anche oggi, abbiamo quasi 4.000 dipendenti che lavorano per le nostre filiali negli Stati Uniti. Abbiamo una storia di ricostruzione di aziende statunitensi che erano fallite e abbiamo profonde radici nella società americana come produttori di acciaio” ha sostenuto Imai.
Frattanto, il sette aprile, in 300 hanno manifestato a Tokyo per chiedere al governo nipponico un impegno contro il genocidio che il regime israeliano sta portando avanti a Gaza.
Sempre in campo mediorientale, come era ovvio che fosse, il Giappone, mediante il premier Kishida, ha condannato la risposta iraniana di sabato scorso all’aggressione da parte d’Israele all’ambasciata iraniana a Damasco.
In ambito militare, Filippine e Giappone starebbero pensando al dispiegamento, a rotazione, di truppe delle Forze di Autodifesa nipponiche nello Stato dell’Asia meridionale. A dichiararlo è stato l’ambasciatore filippino negli Stati Uniti, Jose Manuel Romualdez, nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 3 aprile.
Stati Uniti, Giappone, Australia e Filippine hanno intanto tenuto, il 7 aprile, esercitazioni congiunte nel Mar Cinese Meridionale. La Cina non è stata citata quale obiettivo delle manovre – cui ha partecipato il cacciatorpediniere nipponico Akebono – ma è evidente che esse sono state una dimostrazione di forza nei confronti della RPC.
“Il Giappone crede che le questioni che riguardano il Mar Cinese Meridionale siano direttamente connesse con la pace e la stabilità nella regione e che sia lecita la preoccupazione della comunità internazionale compresi Giappone, Australia, Stati Uniti e Filippine” ha dichiarato il ministro della Difesa di Tokyo, Minoru Kihara.
Le esercitazioni mostrano “il nostro impegno condiviso affinché tutte le nazioni siano libere di volare, navigare ed operare dovunque sia consentito dal diritto” ha sostenuto il titolare della Difesa degli USA, Lloyd Austin, riaffermando il vecchio cliché secondo il quale le manovre militare in quelle acque sono volte ad assicurare la libertà di navigazione e non a minacciare la Repubblica Popolare.
Sempre in quest’ambito, l’ambasciatore statunitense a Tokyo, Rahm Emanuel, ha auspicato una modernizzazione della struttura di comando intorno alla sicurezza volta ad affrontare “in maniera molto più assertiva la Cina” e cioè, traducendo dal diplomatese al linguaggio comune, a porsi in maniera molto più aggressiva nella limitazione della proiezione cinese in Asia.
Di una maggiore cooperazione in campo militare aveva parlato, lo scorso 5 aprile e prima di partire per gli USA, il premier Kishida. “La cooperazione nell’industria della difesa tra Giappone, Stati Uniti e nazioni con gli stessi valori è estremante importante” aveva affermato Kishida incontrando i giornalisti stranieri.
L’otto aprile, Lloyd Austin e gli omologhi di Gran Bretagna, Grant Shapps, ed Australia, Richard Marles, hanno sostenuto la volontà di cooperare congiuntamente con il Sol Levante per lo sviluppo di tecnologie belliche.
“Riconoscendo i punti di forza del Giappone e le sue strette partnership di difesa bilaterali con tutti e tre i Paesi, stiamo prendendo in considerazione la cooperazione con il Giappone sui progetti di capacità avanzata AUKUS Pillar II” hanno sostenuto i ministri in un comunicato congiunto. L’AUKUS, nelle intenzioni degli USA, dovrebbe coinvolgere sempre più il Sol Levante ed espandere i propri compiti aggressivi nell’area dell’Asia-Pacifico.
Mercoledì scorso, intanto, il governo britannico ha annunciato che, per il 2025, saranno realizzate esercitazioni congiunte con Giappone e Stati Uniti nell’area del Pacifico. Le manovre saranno “un forte messaggio a chiunque voglia cercare di alterare l’ordine basato sul diritto” ha affermato Shapps riferendosi, senza nominarla, alla Cina.
Manovre navali che hanno coinvolto Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti, si sono svolte, frattanto, nel Mar Cinese Orientale gli scorsi giovedì e venerdì. Alle esercitazioni hanno partecipato il cacciatorpediniere giapponese Ariake, l’omologo sudcoreano Seoae Ryu Seong-ryong e la portaerei statunitense Theodore Roosevelt.
Il premier Kishida è intanto arrivato, l’otto aprile, a Washington, per realizzare la prima visita ufficiale di un capo di governo nipponico negli USA da nove anni a questa parte.
Sulle servitù militari, il Ministero della Difesa ha annunciato, lo scorso undici aprile, che rinuncerà alla costruzione, sul sito che ospitava un campo da golf, di un poligono per le Forze di Autodifesa. La nuova base aveva incontrato la pronta opposizione della Prefettura di Okinawa e del comune di Uruma.
Sull’isola di Atatajima (Hiroshima), circa il 90% dei 230 residenti (parte del comune di Otake) hanno espresso lamentele per i rumori prodotti dalla base di Iwakuni ove è stanziata una base aerea dei marines statunitensi.
In economia, la spese delle famiglie è scesa, a febbraio, dello 0,5% rispetto all’anno precedente per una media di 279.868 yen. Si tratta del dodicesimo mese consecutivo di calo. Il contenimento dei prezzi dei prodotti energetici ha determinato un calo del 18,6% nelle spese per energia, acqua e gas. Calate, del 2%, le spese per mobili e beni durevoli per la casa; dell’1,1% quelle per i trasporti e del 2% quelle per il cibo (spesa che rappresenta, in media, il 30% delle spese totali).
In campo salariale, gli stipendi – in termini reali – dei nipponici sono calati, in febbraio, per il ventitreesimo mese consecutivo. Con il -1,3% di febbraio si è raggiunto il più lungo periodo di declino salariale dal 1991.
I salari nominali, sono cresciuti complessivamente dell’1,8% (per una media pari a 282.265 yen) segnando il ventiseiesimo mese consecutivo di crescita. Considerando i soli lavoratori a tempo indeterminato ed a tempo pieno la crescita nominale è stata del 2% per una media di 360.616 yen.
Nello stesso mese, l’inflazione è stata del 3,3%.
Nell’industria dei chip, lo scorso 7 aprile, Fumio Kishida si è recato presso il nuovo impianto di produzione di semiconduttori che la Japan Advanced Semiconductor Manifacturing Company ha aperto nel Kyushu. L’azienda – partecipata da Sony, Denso e Toyota ma posseduta, per l’86,5%, dalla taiwanese TMSC – ha ricevuto oltre 1.000 miliardi di yen di sussidi pubblici e cioè un quinto delle sovvenzioni destinate dal Giappone al settore.
Sempre in campo tecnologico, nel corso della sua visita negli USA, Fumio Kishida si è assicurato un investimento da 2,9 miliardi di dollari da parte del colosso statunitense Microsoft.
Nell’auto, dopo lo scandalo sui dati alterati delle prestazioni dei propri motori, lo scorso otto aprile, il presidente di Daihatsu Motor ha dichiarato che la casa madre, la Toyota, sarà responsabile dei test di diversi modelli da essi prodotti.
Nel lavoro, lo scorso 3 aprile, l’azienda Meitetsu Bus ed il comune di Okazaki (Aichi) hanno stillato un accordo per la formazione di lavoratori stranieri da impiegare – anche alla luce della recente apertura del settore a manodopera immigrata – nelle linee che interessano la città. L’accordo prevede una serie di interventi volti alla formazione di questi lavoratori nonché – blande – misure di welfare.
Nella distribuzione, Seven & i Holdings ha annunciato, mercoledì scorso, che – entro il 2027 – i supermercati Ito-Yokado saranno separati dalla casa madre e la società quotata in borsa al fine di raccogliere capitali sul mercato e rafforzare i propri negozi a marchio Seven-Eleven e, probabilmente, realizzare nuovi acquisti negli USA (Paese dove ha già comprato, nel 2021, la catena Speedway).
Nel turismo, l’Agenzia giapponese che regola il settore ha dato istruzione alla società Booking.com affinché investighi su quanto acceduto nella settimana appena trascorsa con la violazione, mediante un attacco scam, dei sistemi di sicurezza informatici circa le prenotazioni di un centinaio di alberghi giapponesi. L’attacco mirava ad impossessarsi dei dati bancari dei clienti di queste strutture.
Chiudendo con lo spazio, il ministro con delega alla Scienza, Masahito Moriyama, ha annunciato un viaggio negli USA volto a siglare un accordo con la NASA per la partecipazione del Sol Levante al programma lunare Artemis. Mercoledì, l’Agenzia Aerospaziale ha comunicato che selezionerà due astronauti giapponesi per un eventuale allunaggio da effettuarsi intorno al 2028.
(con informazioni di mainichi.jp)
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