Nonostante il terremoto che ha colpito, con un pesante bilancio di vittime ed ingenti danni economici, la penisola di Noto, il Sol Levante terrà comunque la contestata – e costosissima – Esposizione di Osaka del 2025. A confermarlo è stato, lunedì scorso, il Segretario Generale del Gabinetto, Yoshimasa Hayashi. Le dichiarazioni del portavoce del governo seguono di un giorno quelle della ministra alla Sicurezza Economica, Sanae Takaichi, che aveva chiesto al premier di dare la priorità alla ricostruzione delle aree colpite e di rinunciare all’evento.
Ad un mese dall’evento, le persone che rimangono nei centri temporanei approntati per gli sfollati erano ancora 14.000. Il bilancio delle vittime è cresciuto a 240. Il governo nazionale prevede di allocare un sussidio da 6 milioni di yen per le famiglie più anziane che hanno subito la distruzione dell’abitazione.
Circa 40.000 le persone – in otto diversi comuni – che si ritrovano senza acqua corrente in casa a causa del forte danneggiamento subito dalle condutture. Nella sola Nanao, le case con allaccio interrotto sono 14.200 mentre altre 10.000 si trovano nella stessa situazione a Wajima.
Un “sostegno senza precedenti” è stato chiesto, lo scorso primo febbraio, dal parlamentare del Partito Comunista, Kazuo Shii, nel proprio intervento alla Dieta. Shii ha anche chiesto lo smantellamento delle centrali nucleari di Shiga e Kashiwazaki-Kariwa, le quali hanno avuto seri problemi in conseguenza del terremoto, e lo stop alla costosissima Esposizione di Osaka del 2025.
Nel proprio intervento in parlamento del 2 febbraio, la Presidentessa del Partito Comunista, Tomoko Tamura, ha sottolineato i gravi problemi legati alla fornitura di acqua nonché le condizioni – lontane dall’essere ottimali – all’interno delle strutture ove sono ospitati gli sfollati.
Sui rischi connessi al nucleare, la numero uno del PCG ha affermato che “nella centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, una grande quantità di acqua di raffreddamento è fuoriuscita dalla vasca del combustibile nucleare esaurito. Cosa sarebbe successo se fosse stato in funzione? Inoltre, è diventato sempre più chiaro che il piano di evacuazione, il qualle è un prerequisito per il riavvio delle centrali nucleari, non può far fronte ai disastri dovuti a terremoti e tsunami. Le strade previste dal piano di evacuazione sono state spesso danneggiate e hanno subito frane, lasciando i villaggi isolati. Scappare diventa impossibile anche se ci si prova. Inoltre, il principio dei piani di evacuazione è quello di “ripararsi in casa”, ma dire alle persone di rimanere in edifici che sono a rischio di crollo o di rimanere in un edificio senza scappare da uno tsunami è fondamentalmente incoerente con la protezione delle vite. Tuttavia, il Primo Ministro non ha menzionato affatto questo problema, sostenendo invece “la produzione di energia nucleare” e che “continueremo ad utilizzare l’energia nucleare, dando priorità alla sicurezza”. Come interpreta i gravi problemi delle centrali nucleari causati dai terremoti e dal fallimento dei piani di evacuazione? Come ha già dimostrato l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, non dovremmo forse riconoscere il fatto che nessuna centrale nucleare è sicura in un paese colpito da terremoti e tsunami e che i piani di evacuazione non funzionano affatto in caso di grave catastrofe? Dovremmo smantellare immediatamente la centrale nucleare di Shiga e la centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa e prendere la decisione di eliminare l’energia nucleare” ha affermato Tamura.
Nei diritti civili, tre persone residenti nel Sol Levante hanno depositato, lo scorso 29 gennaio, una causa presso la Corte Distrettuale di Tokyo contro lo Stato nipponico e le Prefetture di Tokyo ed Aichi lamentando di essere fermati spesso dalle forze dell’ordine a causa dei propri tratti somatici molto diversi da quelli della maggioranza della popolazione. Ognuno dei tre ricorrenti ha chiesto 3,3 milioni di yen di risarcimento.
Nel 2022, una ricerca condotta dall’Associazione Forense Edochiana su 2.094 residenti di origine straniera aveva rilevato con il 62,9% di essi era stato fermato dalla polizia nei cinque anni precedenti.
Nell’immigrazione, l’esecutivo sta pensando, nell’ambito dell’ultima riforma del sistema dei visti, ad un’apertura di cosiddetti “nomadi digitali” (cioè a lavoratori del settore digitale che lavorano da remoto per aziende situate in aree del mondo diverse dalla loro residenza) affinché possano rimanere più a lungo (oltre i sei mesi) nell’Arcipelago. I lavoratori dovranno essere residenti in uno dei 49 Paesi per i quali non previsto il visto per l’ingresso in Giappone e che hanno accordi fiscali col Sol Levante e debbono avere introiti annuali pari o superiori ai 10 milioni di yen.
Sul nucleare, martedì scorso, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha diffuso un rapporto nel quale si afferma che il rilascio in mare delle acque, debolmente contaminate da trizio, non viola gli standard di sicurezza internazionali. Il rapporto si basa sull’ispezione condotta, ad ottobre 2023, da personale dell’Agenzia.
In politica interna, il premier Kishida, intervenendo, lunedì scorso, in parlamento ha aperto a discutere con l’opposizione per una riforma della legge sulle donazioni ai partiti ed ai candidati ed a cooperare nelle indagini sull’ultimo degli scandali che ha coinvolto il PLD.
Mercoledì, due viceministri – Takuo Komori agli Interni e Ryusho Kato al Territorio e Trasporti – si sono dimessi. I due, entrambi appartenenti alla corrente che fu di Abe, non hanno dichiarato trasferimenti, rispettivamente, per 700.000 e 100.000 yen.
Giovedì scorso, si è invece dimesso da parlamentare Mito Kakizawa. Il politico, già viceministro della Giustizia, è sospettato di aver violato le norme che regolano la campagna elettorale nell’ambito dell’elezione di Yayoi Kimura al vertice del municipio Koto di Tokyo.
Lo stesso giorno, la corrente che fu di Abe ha votato l’istituzione di un comitato per lo scioglimento della stessa. La corrente ha presentato al Ministero degli Interno un bilancio rivisto per gli anni dal 2020 al 2022 dichiarando donazioni per 676 milioni di yen.
Venerdì, invece, è partita l’inchiesta interna al partito volta ad accertare quanti fondi neri esistono, di quale entità, chi li ha creati e quali parlamentari ne sono stati beneficiari.
Nove parlamentari del PLD coinvolti nello scandalo sono membri della commissione per gli Affari Costituzionali della Camera dei Consiglieri ove i rappresentanti totali del partito sono ventuno.
“Affrontare la ripresa dopo il terremoto e l’aumento dei salari e in primo luogo fare pressione per chiarire la situazione attuale del problema dei fondi neri” ha affermato il Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Kenta Izumi, commentando il discorso politico del premier di apertura dei lavori della Dieta e centrando le tre questioni fondamentali per il PCD: la ricostruzione, l’aumento salariale specialmente nelle piccole e medie imprese (sottolineando l’insufficienza del taglio all’imposta sui redditi), l’accertamento della verità sullo scandalo che sta infestando il PLD.
Sulla commissione d’indagine interna al PLD istituita per indagare sui fondi neri, Izumi ha espresso perplessità sulla terzietà della stessa e sottolineato come ad essa non dovrebbero partecipare parlamentari i quali, fatalmente, si troverebbero ad interrogare dei loro colleghi.
Kishida “non ha detto una sola parola riguardo i fondi neri delle fazioni del Partito Liberal-Democratico né ha espresso alcuna intenzione di chiarire la verità” ha affermato, commentando il discorso del premier in apertura dei lavori della Dieta, il parlamentare del Partito Comunista, Keiji Kokuta.
“Riconoscete che si tratta di un atto criminale organizzato che ostacola il sano sviluppo della politica democratica ed avete qualche rimorso?’” ha chiesto, nel proprio intervento in Camera dei Rappresentanti, il collega di partito Shii.
Frattanto, lo scorso venerdì, il vicepresidente del PLD nonché ex premier e vicepremier Taro Aso si è scusato per aver definito la ministra Kamikawa una donna “vecchia” ma competente. Aso non è nuovo a scivolate del genere. Nel corso della stessa giornata anche il premier si era espresso sulle dichiarazioni del numero due del PLD condannandole.
Nella sanità, secondo un’indagine condotta dalla Federazione nazionale delle associazioni dei medici dell’assicurazione sanitaria (Hodanren), 5.188 istituti sanitari hanno riscontrato problemi nell’uso della tessera “My number” la quale ha assorbito la tessera dell’assicurazione sanitaria pubblica. Il sondaggio è stato condotto tra novembre 2023 e gennaio di quest’anno ed ha ricevuto risposta da 8.672 istituzioni mediche. Tra i problemi segnalati vi è la mancata lettura delle credenziali e la comparsa del segno “#” tra i nomi o gli indirizzi degli utenti. Ben 403 istituti sanitari hanno segnalato la fatturazione per l’utente del 100% delle spese mediche perché la tessera non confermava la presenza di esoneri totali o parziali. Oltre il 90% delle aziende ha sostenuto che la tessera sanitaria dovrebbe rimanere in vigore.
Rimanendo in questo settore, il primo febbraio, presso la Camera dei Rappresentanti si è tenuta una conferenza stampa, promossa dal Sindacato dei Pensionati Giapponesi e da altre realtà, per chiedere lo stop al raddoppio delle spese mediche (con il passaggio 10 al 20% del costo della prestazione a carico dell’utente) per gli ultrasettantacinquenni che guadagnano oltre una certa soglia di reddito.
“Preferisco la sicurezza sociale all’espansione militare” ha dichiarato Takayoshi Sugisawa, presidente del sindacato.
Nell’istruzione, secondo dati resi noti dal dicastero competente, gli insegnanti della scuola pubblica che, nel 2022, hanno lasciato il lavoro per patologie mentali sono stati 6.539: ben 642 in più rispetto al 2021. In termini percentuali, si tratta dello 0,71% di tutti gli insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori. Fino al 2020, gli insegnanti che lasciavano il lavoro per patologie mentali si aggirava intorno ai 5.000 l’anno ma i numeri hanno iniziato a crescere in coincidenza con la pandemia da SARS-CoV-2.
Lo stesso rapporto ha messo in luce come siano stati 242 gli insegnati puniti per violenze o molestie sessuali: decimo anno di fila nel quale questo numero è superiore a 200.
In politica estera, Guardia Costiera cinese ha comunicato, lo scorso 27 gennaio. Di aver fatto allontanare alcune navi da pesca giapponese dalle acque prossime alle contese Diaoyu/Senkaku. Le navi sono “entrate illegalmente” in acque cinesi, ha affermato Gan Yu, portavoce della Guardia Costiera di Pechino, il quale ha chiesto al Giappone “di fermare immediatamente tutte le attività illegali in quelle acque e di assicurarsi che simili incidenti non accadano più”.
Il Giappone intende avere una relazione con la Cina “mutualmente benefica” ha dichiarato, in una continua alternanza tra tensioni e dialogo, la ministra degli Esteri nipponica, Yoko Kamikawa. Le dichiarazioni sono state rilasciate all’interno del discorso alla Dieta sulla linea di politica estera del Paese per l’anno 2024.
Giappone e Cina hanno “una grande responsabilità per la pace e la prosperità nella regione e nella comunità internazionale”, purtuttavia, “il Giappone dirà ciò che va detto e chiederà con forza alla Cina di agire con responsabilità”.
Tra le altre questioni toccate dalla ministra, i rapporti con la Corea del Sud, i programmi miliari della RPDC nonché il conflitto civile ucraino. Su quest’ultimo punto, la ministra ha ribadito che Tokyo manterrà le sanzioni verso la Federazione Russa.
Martedì, il neoambasciatore giapponese a Pechino, Kenji Kanasugi, ha incontrato un cittadino nipponico che si trova in carcere con l’accusa di spionaggio. L’uomo è un ex dipendente di Astellas Pharma. Da parte loro, le autorità cinesi hanno sempre ribadito di agire “basandosi sulla legge”.
Sul genocidio in corso a Gaza, dopo gli USA, anche il dicastero degli Esteri nipponico ha annunciato che non erogherà fondi all’UNRWA. L’Agenzia delle Nazioni Unite è accusata dal regime israeliano di aver avuto alcuni suoi dipendenti coinvolti nell’attacco ai civili compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre è che è stato il casus belli per lo sterminio in atto.
Nei rapporti con la RPDC, venerdì scorso, Kishida ha ringraziato il Presidente nordcoreano, Kim Jong Un, per il messaggio di vicinanza da questi espresso in occasione del terremoto che ha colpito la penisola di Noto. Giappone ed RPDC non hanno rapporti diplomatici diretti e la rispettiva propaganda nonché il costante confronto militare tra i due Paesi ha reso il messaggio di Kim un unicum nei rapporti bilaterali.
Da Washington, mercoledì scorso, l’ex Presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che lavorerà per bloccare il progetto di acquisizione – al momento già fermato dall’attuale Presidente – di United States Steel da parte di Nippon Steel. “Lo fermerò istantaneamente. Salveremo l’industria dell’acciaio. Adesso U.S. Steel sta per essere comprata dal Giappone: è terribile” ha dichiarato Trump.
Contro l’acquisizione si è schierato il Sindacato Internazionale dei Lavoratori dell’Acciaio che, con il suo presidente David McCall, ha chiesto a Biden di impedirla.
In campo militare, lo scorso 28 gennaio, Yoshimasa Hayashi, recatosi a Naha per incontrare il Governatore della Prettura, Denny Tamaki, ha espresso la volontà di creare un gruppo di lavoro, insieme alla Prefettura, sul trasferimento della nuova base USA di Ginowan a Nago. Tamaki, da parte sua, ha reiterato la richiesta di abbandonare il piano.
Lunedì scorso, Giappone e Germania hanno sottoscritto un accordo che mira a facilitare lo scambio di materiali ed il supporto logistico in campo bellico. L’accordo è stato siglato dalla ministra Yoko Kamikawa e dall’ambasciatore tedesco a Tokyo, Clemens von Goetze, e sarà sottoposto all’approvazione da parte del parlamento giapponese. Per il Sol Levante questo è il settimo accordo di questo tipo dopo quelli che hanno coinvolto Stati Uniti, Australia, Gran Bretagna, Francia, Canada ed India.
In economia, la disponibilità di posti di lavoro è cresciuta – nel 2023 – dello 0,03 rispetto all’anno precedente raggiungendo quota 1,31 (ciò significa che per ogni 100 cercatori di lavoro erano disponili 131 posti).
Rimasto invariato, al 2,6%, il tasso di disoccupazione. Il dato è migliore rispetto al 2020 ed al 2021, quando fu del 2,8%, ma peggiore del 2019 quando si attestò al 2,4%.
In termini assoluti, i disoccupati sono stati 1.780.000 mentre gli occupati sono stati 67.470.000.
Nell’industria, la produzione del 2023 è calata dell’1,1%. Fatta cento la produzione del 2020, l’indice ha toccato quota 104,1. Cresciuta la produzione dei beni di largo consumo e della meccanica nonché il settore chimico.
In agricoltura, le esportazioni del 2023 sono cresciute del 2,9% rispetto all’anno precedente per 1,45 miliardi di yen. La crescita è comunque inferiore a quella che si registrò nel 2022 quando l’aumento fu del 14,2%. Nonostante il calo delle esportazioni verso la Cina dovuto al divieto introdotto da Pechino all’importazione di prodotti ittici nipponici (come conseguenza del rilascio in mare delle acque contaminate stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima), la Repubblica Popolare è rimasto il principale mercato delle esportazioni giapponesi con 237,6 milioni di yen.
Martedì scorso, il ministro delle Finanze, Shunichi Suzuki, intervenendo in parlamento, ha chiesto una rapida approvazione della finanziaria per l’anno fiscale che inizierà ad aprile sottolineando l’esigenza di allocare fondi per la ricostruzione da destinarsi alla penisola di Noto. Il bilancio proposto dal governo è pari a 112.570 miliardi di yen.
Nel turismo, nel 2023, il numero di notti occupate da giapponesi e stranieri è cresciuto del 31,8% rispetto all’anno precedente per 593.510.000 notti. Il dato è molto vicino a quello del 2019 quando le notti furono 595.920.000. Le notti di occupazione da parte degli stranieri sono state 114.180.000 (contro le 16.500.000 del 2022).
Nell’auto, Toyota Motor ha reso noto che i dati sulla potenza erogata di dieci modelli sono state manipolate. A falsificare i dati sui motori diesel è stata Toyota Industries, la controllata del gruppo che li ha progettati. L’azienda ha sospeso le consegne dei modelli coinvolti e fermato parzialmente la produzione fino al 5 febbraio. L’azienda ha avuto “priorità sbagliate” ha dichiarato, martedì scorso, il presidente dell’azienda Akio Toyoda.
Dopo lo scandalo che ha coinvolto la controllata Daihatsu (ad essere falsificati erano dati sulla sicurezza), l’azienda ha annunciato che il 12 febbraio ripartirà la produzione del proprio impianto nella Prefettura di Kyoto mentre il 19 febbraio ed il primo marzo dovrebbero ripartire le operazioni negli impianti, rispettivamente di Oita e di Osaka e Shiga. Daihatsu ha anche ripreso le spedizioni dei propri veicoli in Malesia ed Indonesia mentre il cinque febbraio ricomincerà le consegne in Giappone.
Il gruppo Toyota ha intanto comunicato, durante la scorsa settimana, i dati sulla produzione e le vendite del 2023 che la confermano come prima casa automobilistica mondiale.
A livello globale, Toyota ha venduto – con i marchi Toyota e Lexus – 10.307.395 vetture e di queste 1.672.970 in Giappone. Con il marchio Daihatsu sono stati venduti 790.441 veicoli (quasi 600.000 nell’Arcipelago) e con quello Hino 135.203 (di questi 36.517 in Giappone).
Per aree geografiche, un record di vendite è stato realizzato in America settentrionale e Messico (2.617.033) mentre in Europa sono state vendute 1.126.107 veicoli ed in Asia 3.318.504 (con cali contenuti nel mercato cinese e molto marcati in Pakistan e Vietnam mentre crescite sostanziali si sono registrate in RdC, Filippine e Taiwan).
Sempre in questo settore, nel 2023, le esportazioni di auto prodotte in Cina sono state superiori a quelle del Giappone. Le auto prodotte nell’Arcipelago ed esportate sono state 4.420.000 (+16% rispetto al 2022) contro le 4.910.000 cinesi (+58%). A rendere possibile la forte crescita cinese è stato il comparto elettrico, ove BYD giganteggia, e le esportazioni verso il mercato russo ove le aziende giapponesi hanno deciso di non esportare dopo l’ingresso della Federazione Russa nel conflitto civile ucraino.
Nell’elettronica, il ministro dell’Agricoltura, Tetsushi Sakamoto, ha dichiarato che Taiwan Semiconductor Manufacturing, l’azienda di Taipei che sta costruendo un impianto per la produzione di chip nella Prefettura di Kumamoto, aprirà una seconda fabbrica investendo 2.000 miliardi di yen.
Sempre in questo campo, nuovo denaro pubblico sarà concesso alle aziende del settore chip. Il governo giapponese ha comunicato, martedì scorso, contribuiti per 45 miliardi di yen al colosso della telefonia NTT, alla statunitense Intel ed alla sudcoreana SK Hynix. Il finanziamento è finalizzato allo sviluppo semiconduttori che consentano la produzione di chip a basso consumo di energia ed alta velocità di calcolo.
Nei trasporti, American Airlines ha comunicato che, “nei prossimi mesi”, avvierà voli diretti e regolari tra Tokyo Haneda e l’aeroporto di New York John Kennedy. Lo scorso 26 gennaio, il dicastero dei Trasporti degli Stati Uniti aveva approvato la rotta proposta dall’azienda.
ANA Holdings ha stimato, per l’anno fiscale che finirà in marzo, profitti per 130 miliardi di yen contro gli 80 della precedente stima. A migliorare le previsioni vi è la ripresa globale del settore.
Dati positivi anche per Japan Airlines la quale ha comunicato, per i nove mesi precedenti ha incassato utili per 85,87 miliardi di yen. Il dato è di cinque volte superiore allo stesso periodo dell’anno precedente.
Chiudendo con il settore postale, con il trasferimento di molte attività di consegna di pacchi leggeri da parte di Yamato Transport alle Poste del Giappone, circa 250.000 contratti di lavoratori che sono ufficialmente lavoratori indipendenti saranno risolti. Il Sindacato dei Trasporti Leggeri, il Sindacato dei lavoratori delle Poste e Zenroren hanno tenuto una conferenza stampa chiedendo che l’azienda accetti la contrattazione coi sindacati.
(con informazioni di ccg.gov.cn; mofa.go.jp; global.toyota; asia.nikkei.com; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.