Il Partito Costituzionale Democratico ha depositato, lo scorso lunedì, una mozione di sfiducia all’indirizzo del Segretario Generale del Gabinetto, Hirokazu Matsuno, sospettato di aver ricevuto delle somme di denaro (10 milioni di yen) dalla propria corrente provenienti da fondi non dichiarati a bilancio dalla stessa. Mantenere Matsuno nel suo incarico “può danneggiare l’interesse nazionale” ha detto ai giornalisti Jun Azumi, responsabile per gli affari parlamentari del PCD. La mozione è stata respinta il giorno successivo mentre mercoledì è stata respinta una mozione di sfiducia presentata sempre dal PCD all’indirizzo dell’intero governo.
“Ora è il momento di agire per l’autopulizia. Dobbiamo rimuovere i membri del governo coinvolti nello scandalo dei fondi neri. […] Il governo Kishida, il quale comprende i ministri che sono stati accusati di questo, dovrebbe dimettersi” ha affermato, nel proprio intervento alla plenaria della Camera dei Rappresentanti, il Presidente del PCD, Kenta Izumi, il quale ha anche affrontato l’insufficienza nella politiche economiche, la spinosa questione dell’obbligatorietà della tessera “My number” e la questione della democrazia fiscale, ignorata da una maggioranza che procede di bilancio suppletivo in bilancio suppletivo affidando enorme discrezionalità di spesa all’esecutivo.
Oltre a Matsuno, anche il ministro Nishimura ed il responsabile dell’ufficio politico del PLD, Hagiuda, sono sospettati di aver ricevuto fondi neri dalla propria corrente, quella che fu di Shinzo Abe.
Dopo che la sostituzione delle persone maggiormente coinvolte era stata nell’aria da almeno una settimana, giovedì scorso, Kishida ha rimosso quattro ministri.
Matsuno è stato sostituito dal già ministro degli Esteri, Yoshimasa Hayashi; Ken Saito, già ministro della Giustizia, prende il posto di Yasutoshi Nishimura all’Economia, Industria e Commercio; Tetsushi Sakamoto, in passato titolare del Ministero per la Rivitalizzazione Regionale, prende il posto di Ichiro Miyashita all’Agricoltura mentre, in ultimo, Takeaki Matsumoto riprende da Junji Suzuki il posto di ministro agli Interni e Comunicazioni che aveva perso lo scorso settembre.
“Per ripristinare la fiducia della gente, agirò come una palla di fuoco e sarò in prima linea” nel partito aveva affermato, il giorno precedente al rimpasto, il premier nella conferenza stampa successiva ai lavori della Dieta.“Si tratta di un governo che continua a far girare gli stessi nomi” ha commentato Izumi. Su tutta la questione potrebbe presto aprire un’inchiesta anche la Procura di Tokyo mentre il PCD, in chiusura di settimana, ha istituito un gruppo di lavoro parlamentare che inizierà a tenere audizioni e ad investigare su quanto accaduto nel principale partito della maggioranza.
I ministri del Partito Liberal-Democratico sospettati “stanno semplicemente cercando di presentare le loro dimissioni e scappare dicendo che alla fine adempieranno alle loro responsabilità” ha commentato il Segretario del Partito Comunista, Akira Koike per il quale “la massima priorità è scoprire la verità” e che “il problema riguarda l’intero Partito Liberal-Democratico, non solo per la corrente Abe ma anche per quelle Nikai ed Aso”. Come il PCD, anche Koike e la collega Kurabayashi hanno chiesto sia svolta un’indagine in sede parlamentare.
“Che cosa stava succedendo nella corrente Abe? La corrente stessa ha creato un fondo nero? Che dire delle altre correnti? Come meccanismo di autopulizia, il PLD dovrebbe iniziare chiarendo la situazione reale di ciascuna corrente. Credo che ci sarà un’indagine del pubblico ministero ma se lasciassimo tutto a loro non adempiremmo alle nostre responsabilità come parte politica” ha affermato il Segretario del Partito Costituzionale Democratico, Katsuya Okada.
Parallelamente, da tempo il PCG ha da tempo sollevato la questione dell’introduzione di un divieto per aziende ed associazioni di effettuare donazioni ai partiti e sul tema ha presentato un disegno di legge. “Le donazioni provenienti da aziende e gruppi industriali sono essenzialmente tangenti” ha affermato, in un recente dibattito televisivo, il senatore comunista Inoue. Sul tema, il gruppo parlamentare del PCG ha manifestato, il 12 dicembre, nei pressi della stazione Yurakucho di Tokyo.
Passando dallo scandalo dei fondi neri creati da correnti del PLD a quello degli ultimi Giochi Olimpici, martedì scorso, la Corte Distrettuale di Tokyo ha condannato, in primo grado, Yasuo Mori, per turbativa d’asta. Mori, secondo il tribunale, ha condizionato – insieme a varie altre persone tra le quali l’ex dirigente del colosso della pubblicità Dentsu, Koji Hemmi – contratti che ammontavano a 43,7 miliardi di yen.
Giovedì, intanto, la Procura di Tokyo ha effettuato perquisizioni nell’abitazione e nell’ufficio alla Dieta di Mito Kakizawa. Il parlamentare, uscito dal PLD dopo che è emerso lo scandalo, è sospettato di aver pagato alcuni consiglieri municipali di Koto affinché portassero pacchetti di voti nelle elezioni per la carica di Presidente del municipio che vennero poi vinte da Yayoi Kimura.
Kimura, dopo che era emerso che Kakizawa, in violazione della legge che regola le campagne elettorali, le aveva pagato delle réclame su internet, si era dimessa ad ottobre di quest’anno dal ruolo. Quanto fatto dal deputato è “una violazione molto grave” e lo stesso dovrebbe dimettersi ha commentato Akira Koike.
La sessione della Dieta chiusasi il 13 dicembre ha intanto approvato, a larghissima maggioranza e nonostante il non pieno accoglimento degli emendamenti delle opposizioni alla proposta presentata dalla maggioranza, una norma che dovrebbe consentire il congelamento dei beni delle organizzazioni religiose sciolte in seguito ad una sentenza della magistratura onde assicurare una copertura economica alle vittime che potrebbero richiedere risarcimenti in sede civile.
Sempre nell’ultima sessione, il parlamento ha approvato – con i voti di PLD, Nuovo Komeito, Partito dell’Innovazione e Partito Democratico per il Popolo – la norma di riforma delle università nazionali che ha come suo cuore la centralizzazione del potere mediante l’istituzione di consigli di amministrazione i cui membri dovranno essere approvati dal Ministero. La riforma – contro la quale si sono espressi comunisti, Partito Costituzionale Democratico, Vento di Okinawa e Reiwa Shinsengumi, limiterà la libertà accademica e di ricerca.
Sull’Esposizione di Osaka del 2025, un duro comunicato è stato diffuso, martedì scorso, dalla deputata del Partito Costituzionale Democratico, Kiyomi Tsujimoto. La parlamentare ha sottolineato come, a meno di 500 giorni dall’inizio previsto dell’evento, non siano iniziati i lavori di costruzione dei padiglioni e che ben 35 miliardi di yen saranno spesi per costruire un enorme anello in legno che però sarà smontato al termine dell’Esposizione. Il costo per il governo centrale dovrebbe aggirarsi a circa 83 miliardi di yen anche se, più e più volte, si è assistito ad un aumento dei costi rispetto alle stime iniziali. Inoltre, il suolo morbido nei pressi dell’isola di Yumeshima ha prodotto un aumento di 9,6 miliardi di yen dei costi di ampliamento della metropolitana e ritardi sulla costruzione di una strada (che ancora oggi non è stata completata) per raggiungere il sito provenendo dalla baia.
Secondo un’indagine condotta dal quotidiano comunista Akahata, alla fine i costi dell’Esposizione potrebbero giungere a quota 860 miliardi: tre volte quanto stimato inizialmente.
Nella sanità, mercoledì scorso, il dicastero della Salute ha confermato il primo morto in Giappone per vaiolo delle scimmie. Si tratta di un uomo trentenne che abitava nella Prefettura di Saitama e che si trovava ricoverato da settembre. La vittima, stando a quanto dichiarato dal Ministero, non aveva effettuato viaggi all’estero.
In politica estera, in 1.500 – tra essi i parlamentari comunisti Koike ed Inoue – hanno manifestato, l’11 dicembre, nei pressi della Dieta per chiedere ad Israele di cessare il fuoco nella Striscia di Gaza. Una dimostrazione, che ha visto la partecipazione di 500 persone, si era tenuta, il giorno precedente, nei pressi della stazione edochiana di Shibuya.
In Cina, lo scorso 13 dicembre, si è intanto celebrato l’ottantaseiesimo anniversario del massacro di Nanchino. L’evento è stata “la pagina più buia della storia dell’umanità” ha affermato Li Hogzhong, membro dell’Ufficio Politico del Partito Comunista Cinese il quale ha presenziato al ricordo dei caduti prodotti dalla brutalità dei colonialisti nipponici. Purtuttavia, le due nazioni – la Cina e il Giappone – debbono cercare di “contribuire alla pace in Asia e nel mondo”.
Nei rapporti con la Federazione Russa, il governo giapponese ha disposto, venerdì scorso, il sequestro degli asset posseduti nell’Arcipelago per altre 35 persone e 44 aziende nell’ambito delle sanzioni introdotte a carico della Russia dopo il suo ingresso nella guerra civile ucraina. Lo stesso giorno, l’esecutivo ha deciso di vietare le esportazioni dirette verso 63 aziende russe o in rapporti con quel Paese e di restringere la possibilità di importare diamanti sintetici per usi non industriali russi.
In campo militare, domenica 10 dicembre è stato recuperato il settimo degli otto militari statunitensi rimasti vittime dello schianto del velivolo Osprey. Frattanto, martedì scorso, il ministro della Difesa nipponico Kihara ha informato i giornalisti di un colloquio telefonico avuto con l’omologo statunitense Austin. Secondo Kihara, la sicurezza nell’operatività di questo tipo di velivoli rappresenta “la massima priorità comune”.
Contro il sorvolo, non solo degli Osprey ma di tutti i velivoli militari, sulle scuole ha fatto appello il Segretario del PCG incontrando, a Futenma, i genitori di alcuni bambini che frequentano una scuola elementare ed una materna e che sono state vittime, sei anni fa, di incidenti provocati da mezzi statunitensi. Contemporaneamente, i genitori ed i parlamentari presenti all’incontro (oltre a Koike vi erano anche Kami ed Akamine) hanno chiesto di indagare sulle contaminazioni da PFAS provocate dalle forze armate statunitensi e chiesto al governo di assumersi la responsabilità sulla vicenda.
Giovedì, intanto, i ministri della Difesa di Italia, Guido Crosetto, quello britannico, Grant Shapps, e quello nipponico, Minoru Kihara, hanno siglato l’accordo che istituisce un organismo di coordinamento sul progetto che porterà i tre Paesi a sviluppare un caccia entro, pare, il 2035. La sede dell’organizzazione sarà a Londra mentre un nipponico assumerà, per primo, la presidenza dell’organismo. Sotto la supervisione del nuovo ente lavorerà il consorzio d’imprese cui partecipano la giapponese Mitsubishi Heavy Industries, la britannica BAE Systems e l’italiana Leonardo.
Ritornando nell’Arcipelago, venerdì scorso, l’Agenzia per gli Acquisti, la Tecnologia e la Logistica del Ministero della Difesa ha comunicato che 18 veicoli delle Forze di Autodifesa che si credevano demoliti sono stati invece ritrovati, operanti, in Giappone e nelle Filippine. Tra questi veicoli ve ne sono alcuni venduti a privati con l’impegno alla loro rottamazione ed unicamente con lo scopo di recuperarne metallo ed altri materiali. L’Agenzia ha quindi deciso di impedire, per nove mesi, gli acquisti per la società Sakae, un’azienda di rottamazione che si trova nella Prefettura di Gifu e che è sospettata di aver voluto vendere due camion, e per quattro mesi quelle alla JT Company, una società di Tokyo che non ha fornito sufficiente documentazione a sostegno delle proprie proposte di acquisto.
Il giorno precedente, intanto, i rappresentanti di PLD e Nuovo Komeito responsabili delle questioni inerenti la sicurezza nazionale si sono incontrati ed hanno concordato che prossimamente, probabilmente già nel corso della prima sessione della Dieta del 2024, saranno presentate proposte volte a facilitare le esportazioni di armi e componentistica a scopi bellici come motori di caccia e parti di sistemi d’arma prodotti in Giappone su licenza e la cui vendita a Paesi terzi (e ciò, in sostanza, diversi dagli Stati Uniti, nazione dalla quale provengono pressoché tutti i brevetti) non è oggi possibile.
In economia, uno dei tavoli consultivi del Ministero delle Finanze ha sollecitato misure che portino “senza ritardo” all’introduzione dello yen digitale. Allo stato attuale, nonostante qualche progetto sviluppato dalla Banca del Giappone, il Sol Levante non ha alcun piano circa l’introduzione di una moneta digitale.
Nelle politiche fiscali, i partiti della maggioranza hanno concordato, giovedì scorso, un piano che potrebbe condurre, nella prima sessione della Dieta del 2024, alla presentazione di un piano di riforma fiscale incentrato sulle detrazioni per le aziende che aumentano i salari di almeno il 7% nonché altre varie misure di contrasto all’inflazione. Rimandata, almeno così è stato per adesso deciso, al 2026 una proposta di riforma che avrebbe aumentato le tasse sui redditi per coprire gli enormi aumenti delle spese belliche.
“Il problema più grande è che non è stata detta una sola parola sulla riduzione dell’imposta sui consumi” ha commentato Akira Koike mettendo in luce l’inazione della maggioranza rispetto all’inflazione. Per il numero due del PCG, inoltre, che la politica di promozione degli incentivi fiscali per le aziende che aumentano i salari si è già dimostrata inutile.
Lo scorso giovedì, in previsione della campagna dei rinnovi contrattuali di primavera, Koichi Kurosawa, segretario generale della confederazione sindacale Zenroren ha annunciato scioperi e manifestazioni per ribadire l’urgenza di aumenti salariali in particolare nel settore della sanità.
In campo salariale, secondo un’indagine condotta da Teikoku Databank su 26.972 imprese (11.396 rispondenti) circa il 24,1% di esse aumenterà i bonus di fine anno destinati ai dipendenti. Circa il 12,2% delle imprese, tuttavia, ha comunicato che non corrisponderà bonus invernali e tra esse vi sono il 40,2% delle aziende tessili e di vendita di vestiti ed il 32,3% delle attività ristorative.
Nell’auto, martedì, Renault ha annunciato, martedì scorso, che venderà il 5% delle proprie azioni, per l’equivalente di 765 milioni di euro, a Nissan nell’ambito di un rafforzamento della propria alleanza. Allo stesso tempo, l’azienda francese ridurrà dal 43,4 al 15% la propria partecipazione in Nissan.
Nel settore primario, la Commissione per la Pesca del Pacifico Centrale e Occidentale ha deciso, domenica 10 dicembre, di aumentare la quota pescabile da parte del Sol Levante per l’anno 2024. I nipponici potranno trasferire una quota del 10% della quantità pescabile del tonno a pinna blu piccolo trasformandola in un +30% di quella del tonno da oltre 30 chilogrammi.
Sempre in questo campo, il Partito Comunista Giapponese ha presentato, lo scorso 8 dicembre, al Ministero dell’Agricoltura, un piano da 12 punti per il sostegno al settore lattiero-caseario il quale, a causa dell’aumento dei costi dei fertilizzanti e dei carburanti nonché per la concorrenza proveniente dai Paesi che aderiscono ad alcuni commerciali con il Sol Levante (in primo luogo l’accordo Giappone-UE ed il CPTPP) sta finendo in ginocchio.
Le richieste del PCG prevedono: un sussidio straordinario per l’acquisto di mangimi (e per la sua produzione nazionale) nonché per agevolare il subentro di nuovi proprietari nelle attività abbandonate o prossime all’abbandono; un aumento del prezzo medio del latte che tenga conto degli accresciuti costi di produzione; minore pressione da parte delle istituzioni nel rientro dai prestiti; l’acquisto da parte dello Stato delle eccedenze di latte crudo non piazzate sul mercato onde evitare crolli di prezzo in caso di maggiore produzione; la sospensione delle importazioni obbligatorie previste dagli accordi commerciali cui il Giappone ha aderito; espandere i sussidi diretti alle risaie ed alle attività a prato onde aumentare (o quantomeno mantenere) la quota di mangimi nazionali; introdurre sussidi destinati a formare i lavoratori del settore; aumentare il sussidio alla produzione nazionale di vitello in una quantità tale da assicurare la riproduzione del patrimonio zootecnico; sostegno alle aziende agricole sul fronte delle misure igienico-sanitarie onde evitare la diffusione di malattie come la peste suina ed in ultimo l’introduzione di misure per il contrasto agli orsi nelle zone, come la Prefettura di Hokkaido, maggiormente colpite dal problema.
Mercoledì, il parlamento ha approvato il prezzo unitario dei sussidi per il settore zootecnico per il prossimo anno fiscale non andando incontro a nessuna delle richieste provenienti dal settore.
I sussidi “sono totalmente inaccettabili in quanto non tengono conto della dura realtà delle attività di allevamento e di produzione di latte” ha affermato la deputata del Partito Costituzionale Democratico, Emi Kaneko, commentando le misure.
(con informazioni di jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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