Il viceministro alla Giustizia Mito Kakizawa si è dimesso, martedì scorso, dopo aver riconosciuto di aver proposto Yayoi Kimura, sindaca del municipio Koto di Tokyo (la quale, a sua volta, ha annunciato le dimissioni), di comprare pubblicità su internet in violazione della normativa elettorale. Il ministro della Giustizia, Ryuji Koizumi, ha dichiarato che il politico non sapeva di star violando la legge mentre Kishida ha dichiarato di “sentire la responsabilità” di averlo nominato.
La pubblicità è stata effettivamente acquistata, per una spesa di 140.000 yen, nell’aprile del 2023 nel corso della campagna elettorale che ha portato al rinnovo dei vertici del municipio.
“Il primo ministro Fumio Kishida ha una grande responsabilità nell’averlo nominato. Le dimissioni del viceministro della Giustizia non dovrebbero essere la fine della storia in quanto c’è la responsabilità di chiarire i fatti all’opinione pubblica” ha commento il parlamentare comunista Keiji Kokuta.
Nella settimana appena conclusa, intanto, la ministra con delega alle politiche per l’infanzia, Ayuko Kato, pressata da Takao Fujioka del Partito Costituzionale Democratico, ha ammesso che 14,4 milioni di yen raccolti dal proprio gruppo di sostegno politico sono stati utilizzati per pagare l’affitto della casa della madre. Sollecitata circa la consegna alla competente commissione disciplinare della Camera dei Rappresentanti dei documenti fiscali connessi all’affitto, la ministra ha tergiversato affermando che la madre è “un’altra persona” e che deve “pensare attentamente a come fornirli”.
Sulla Chiesa dell’Unificazione, tre problemi rimangono sul tavolo come non chiariti. Il deputato del Partito Costituzionale Democratico Akira Nagatsuma le ha elencate intervenendo in parlamento lo scorso lunedì ed esse sono: la questione della conservazione delle proprietà del culto anche in caso di scioglimento al fine che la Chiesa possa corrispondere futuri risarcimenti a persone riconosciute come vittime dalla magistratura; il rapporto tra la Chiesa ed il PLD (compresi alcuni ministri); il problema del cambio di nome dell’ente religioso concesso in tempi record dall’Agenzia per gli Affari Culturali senza che si siano fornite adeguate spiegazioni sul perché.
“Se i burocrati si assumessero le responsabilità del ministro (dell’epoca e cioè Hakubun Shimomura ndr) sarebbe un grosso problema” ha sottolineato, in riferimento all’ultimo punto, il dirigente del PCD.
Circa la costruzione di un grande centro per assemblee ed uffici a Tama, la Chiesa ha annunciato che, per il momento, i piani di realizzazione sono sospesi. All’inizio di ottobre, all’unanimità, il consiglio comunale della città aveva chiesto la sospensione dei lavori finché non si fosse conclusa la vicenda che potrebbe portare allo scioglimento dell’organizzazione.
Nelle politiche economiche, il governo ha approvato, giovedì scorso, un piano ad 17.000 miliardi di yen con l’obiettivo di attutire l’impatto dell’inflazione per le famiglie. Come già annunciato nelle scorse settimane, il piano prevede la concessione di sconti sulle tasse da 40.000 yen a persona e sussidi da 70.000 yen per gli incapienti. L’opposizione ha criticato il piano principalmente perché occorrerà tempo prima che sia approvato in parlamento.
Sul nucleare, 300 scienziati hanno sottoscritto una lettera che chiede al governo di rivedere la propria politica per lo stoccaggio delle scorie nucleari (approvata nel 2000) che prevede la conservazione di quelle altamente radioattive sottoterra. Nella lettera si afferma che nell’Arcipelago non esista alcun sito in grado di custodire le scorie per 100.000 anni, quando il materiale perderà la gran parte della propria radioattività, e che è “impossibile” scegliere un luogo che non sia colpito, prima o poi, dai movimenti tellurici cui il Sol Levante è soggetto. Gli esperti chiedono dunque l’istituzione di un comitato terzo che studi come rivedere la normativa.
Giovedì scorso, intanto, con la perdurante opposizione di Russia e Cina (con Wang Wenbin che ha parlato di “irresponsabile diffusione del rischio di contaminazione nel mondo”), è stato avviato il terzo rilascio in mare delle acque contaminate stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima.
Il primo novembre, nel contempo, l’Agenzia Regolatrice per il Nucleare ha dato il proprio via libera all’estensione a 60 anni dell’attività dei reattori 1 e 2 della centrale di Satsumasendai (Kagoshima). I due reattori saranno pienamente operativi dal 2024 e dal 2025 e potranno quindi operare per altri 20 anni.
Nell’istruzione, lo scorso 31 ottobre, il governo ha presentato alla Dieta una proposta di riforma sul sistema di gestione delle università nazionali. La riforma intende creare nelle maggiori università statali un consiglio di gestione a cui saranno trasferite importanti decisioni come l’approvazione del bilancio, la scelta dei presidi delle facoltà e la predisposizione dei piani di sviluppo. I candidati a membro di questi consigli dovranno inoltre ottenere il via libera da parte del Ministero dell’Istruzione. Se approvata, la norma – che riguarderà atenei quali quello del Tohoku, l’Università di Tokyo, l’Università del Tokai e quelle di Kyoto ed Osaka – finirà per ridurre la libertà accademica e per accentrare nelle mani dell’esecutivo le principali decisioni prese all’interno delle università. La proposta iniziale del governo concerneva unicamente la creazione di un fondo centrale – gestito in toto dal governo che avrebbe quindi indirizzato le linee di ricerca – per il finanziamento degli atenei nazionali.
Sempre in quest’ambito, lo scorso 30 ottobre, un comitato di docenti e ricercatori che si batte contro quelle che definisce “spese educative nascoste” ha consegnato al dicastero una petizione – in calce alla quale sono state raccolte quasi 17.000 firme – per chiedere l’introduzione della gratuità delle mense scolastiche ed una norma che renda la loro presenza negli istituti come obbligatoria.
A Tokyo, grandi polemiche sta suscitando il piano della giunta della Prefettura Metropolitana di intervento sul parco di Hibiya. Il parco, inaugurato nel 1903 e progettato da Seiroku Honda, si estende su 160.000 metri quadri ed ospita circa 3.100 alberi: circa 1.000 di questi, e tra essi molti secolari, rischiano l’abbattimento. L’intera area è stata divisa in nove aree ed i lavori – iniziati il 4 settembre – dovrebbero proseguire fino al 2033. L’intenzione della giunta è quella di costruire due ponti (uno largo 8 metri e l’altro 18) che dovrebbero collegare quanto resterà del parco con strutture commerciali private. Oltre agli alberi saranno distrutte due sale per la musica, un campo da tennis ed una fontana.
Ad Osaka, il governo ha annunciato, lo scorso 2 novembre, che appoggerà il piano di costruzione delle strutture dell’Esposizione di Osaka che toccherà, dopo svariate revisioni, i 235 miliardi di yen e cioè quasi il doppio di quanto inizialmente stimato. I maggiori costi saranno spalmati tra governo nazionale, Prefettura e privati che partecipano al progetto.
In politica estera, lo scorso lunedì, in ambito G7 è stato prodotto un documento che nelle intenzioni vuole “promuovere una intelligenza artificiale sicura e meritevole di fiducia”. Il rischio maggiore individuato dai tecnici che hanno realizzato il documento è stato individuato nelle potenzialità belliche di questa tecnologia.
Nei rapporti con la Cina, in un patetico tentativo di controbilanciare le esportazioni di prodotti ittici giapponesi da parte della Cina (principale mercato per il Sol Levante di questi prodotti), l’ambasciatore statunitense nell’Arcipelago, Rahm Emanuel, ha annunciato che le forze armate statunitensi che stazionano nel Paese effettueranno acquisti di tali alimenti per le mense delle proprie basi. La quantità di prodotti che saranno acquistati dall’esercito USA sarà comunque risibile: appena qualche tonnellata. Nessun cenno ad un aiuto sostanziale (come ad esempio un abbattimento dei dazi per l’importazione del pescato giapponese negli Stati Uniti) è stato fatto dal diplomatico.
Frattanto, il premier è partito, venerdì scorso, in un tour che con destinazione Filippine e Malesia. La visita di Kishida a Manila è di particolare importanza nell’ambito della strategia statunitense che mira a contrapporre le Filippine alla Cina (un riferimento esplicito circa l’opposizione ad ogni tentativo di alterare lo status quo è stato fatto in un comunicato del Ministero degli Esteri delle Filippine).
“Le Filippine, le quali hanno la seconda popolazione più grande tra i paesi dell’ASEAN e più di 300.000 cittadini che vivono in Giappone, sono un partner insostituibile per il Giappone. Sono onorato di avere l’opportunità di essere il primo Primo Ministro giapponese a parlare qui al Congresso delle Filippine” ha detto Kishida intervenendo nella Camera dei Rappresentanti. Il premier nipponico ha ricordato come il Sol Levante abbia già fornito 12 navi alla Guardia Costiera filippina nonché un radar che è stato acquisito dall’aviazione militare (ed altri 600 milioni di yen sono stati dati in prestito alle forze armate filippine per l’acquisto di ulteriori radar costieri). Il premier ha poi sottolineato la volontà di cooperare nella riduzione delle emissioni e promesso ulteriori investimenti giapponesi nelle isole.
“Il Giappone ci ha fornito, per molti decenni, un sostegno costante ed un’amicizia incrollabile. Con attenzione paziente e senza distrazioni, stiamo costruendo insieme il nostro regno di libertà, prosperità e sicurezza nell’Indo-Pacifico” ha affermato il Presidente filippino Marcos accogliendo il capo del governo di Tokyo. Nel corso della visita è stato dato ufficialmente il via ai negoziati per un accordo di cooperazione militare che, nelle dichiarate intenzioni di Kishida, dovrebbe “rafforzare ulteriormente la cooperazione trilaterale tra Giappone, Stati Uniti e Filippine”.
Nella cooperazione civile, un prestito da 957 milioni di yen è stato fornito per riparare strade e rafforzare la difesa da eventi meteorologici estremi nella regione di Bangsamoro mentre il ministro ai Trasporti delle Filippine, Jaime Bautista, ha sottolineato come il contributo nipponico a nove grandi progetti (tra essi quello di maggiore importanza è quello della metropolitana di Manila) ammonti a 1.315 miliardi di yen.Sul conflitto che vede contrapposto lo Stato d’Israele al popolo palestinese, il Sol Levante ha deciso, martedì scorso, di congelare beni detenuti in Giappone di nove persone e, tra essi, membri di Hamas. Il Sol Levante, criticato in ciò dal Partito Comunista, ha deciso di astenersi sulla mozione delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco. Il governo giapponese, al pari di quello italiano, ha ritenuto che la mozione presentata non contenesse una sufficiente condanna alle azioni di Hamas.
Nel corso della settimana, le Forze di Autodifesa hanno proseguito l’evacuazione dall’area di cittadini giapponesi, sudcoreani e vietnamiti.
Nei rapporti con la Russia, una protesta è stata inviata dal Giappone – mediante i consueti canali diplomatici – per un sospetto elicottero della Federazione che sarebbe entrato, martedì scorso, nello spazio aereo nipponico.
In ambito militare, il ministro della Difesa, Minoru Kihara, ha annunciato, martedì scorso, un nuovo caso di molestie sessuali avvenuto all’interno delle Forze di Autodifesa. “Prenderemo forti misure” ha affermato il ministro riconoscendo che vi è stata una mancanza di comprensione nei confronti della vittima. Le molestie, ai danni di una marinaia e perpetrata da un collega, sono avvenute tra agosto e dicembre 2022. La militare ha segnalato gli episodi al proprio immediato superiore il quale, però, non ha fatto nulla.
A Naha, è iniziata in tribunale l’ennesima battaglia legale tra il governo centrale – che chiede alla Prefettura di approvare il piano modificato di ricollocazione della base di Ginowan ad Henoko – e la giunta prefettizia. Nel proprio intervento, il Governatore della Prefettura, Denny Tamaki, ha ribadito i problemi connessi alla presenza USA nell’area: da quelli ambientali fino ai crimini commessi da soldati statunitensi.
“La volontà espressa dal popolo della prefettura deve essere considerata interesse pubblico” ha affermato Tamaki aggiungendo che “se il governo nazionale rivendica la sicurezza come interesse pubblico, dovrebbe considerarla come una questione che riguarda l’intera nazione lavorando costantemente per ottenere la comprensione dell’opinione pubblica circa la necessità che l’intera nazione si faccia carico dell’onere di ospitare basi militari statunitensi. Quanti sforzi vengono fatti per raggiungere questo obiettivo?” si è chiesto retoricamente il Governatore.
Ad Oita, il 29 ottobre, nell’ambito delle manovre “Risolute Dragon”, le forze armate di Giappone e Stati Uniti hanno tenuto un’esercitazione volta a testare le capacità di risposta ad un eventuale sbarco.
In economia, la Banca del Giappone ha tenuto, lunedì e martedì scorsi, una riunione del proprio tavolo direttivo con al centro – com’è ovvio – il problema del deprezzamento dello yen.
L’ente di emissione ha stabilito l’1% come tetto del tasso d’interesse per i titoli a 10 anni e stimato che il tasso d’inflazione, per quest’anno e per il prossimo, si attesterà al 2,8% per poi scendere all’1,7% nel 2025. Dopo la riunione, lo yen si è nuovamente indebolito tornando a quota 150 sul dollaro.
Nell’industria, la produzione è cresciuta in settembre dello 0,2% rispetto ad agosto: primo rialzo rispetto ai tre mesi precedenti. Fatta 100 la produzione del 2020, l’indice ha toccato quota 103,3. Il dato è certamente migliore rispetto al mese precedente (quanto si era registrata una contrazione dello 0,7%) ma è di molto inferiore a quanto stimato dal dicastero che si attendeva una crescita del 3,7%. A trainare la crescita è stata la produzione di autovetture.
Nel lavoro, la disoccupazione, in settembre, è invece calata – per la prima volta negli ultimi tre mesi – attestandosi al 2,6% e cioè lo 0,1% in meno rispetto al mese precedente. Rimasta invariata la disponibilità di posti di lavoro: 1,29 e ciò significa che per ogni 100 cercatori di lavoro erano disponibili 129 posti. In termini assoluti, il numero di inoccupati è stato pari ad 1.770.000.
Cresciuto dello 0,1% il numero di occupati: 67.600.000 persone. I settori ove maggiormente è cresciuta l’occupazione sono stati quelli della ristorazione e degli alberghi (+6,1% per 4.160.000 occupati totali) e quello dell’intrattenimento (+5% per 2.320.000 lavoratori).
Diminuito, all’opposto, il numero di lavoratori del settore immobiliare (-7,5% e 1.360.000 lavoratori) e del manifatturiero (-2% per 10.270.000 occupati).
Sulle questioni salariali, lo scorso 30 ottobre, intervenendo in parlamento, il parlamentare Akira Nagatsuma ha affermato che “aumenti salariali che superino i prezzi sono la cosa più importante per il Giappone oggi”. Per il dirigente costituzional-democratico, il premier continua a gridare “economia, economia” ma persino all’interno del PLD (come nel caso del capogruppo liberal-democratico della Camera alta, Seko) non sono chiari gli obiettivi: “se la cosa non è chiara alla gente del Partito Liberal-Democratico, non c’è alcuna possibilità che lo sarà per la gente”.
Nagatsuma ha poi sottolineato che per aumentare la produttività del lavoro sono necessari grandi finanziamenti per la formazione e la riqualificazione professionale i quali invece mancano del tutto nonché investimenti per la digitalizzazione del settore pubblico e privato.
Sempre in questo campo, dal 25 al 27 ottobre si è tenuta nella Prefettura di Gunma l’assemblea nazionale della Federazione Nazionale dei Sindacati dei Lavoratori Edili. “Recentemente il numero di giovani che entrano nel settore sta diminuendo perché non possono acquisire nuove competenze o guadagnare salari commisurati con l’ambiente di lavoro” ha affermato nel proprio saluto il parlamentare del Partito Costituzionale Democratico Yoshitaka Saito. Il settore edile, insieme all’agricoltura ed ai servizi alla persona, è uno di quelli ove è più drammatico il problema della carenza di manodopera.
Il 31 ottobre, intanto, il sindacato di settore Kenkoro ha denunciato come illegittima la mancata volontà di Yamato Transport di rifiutare la contrattazione collettiva nell’ambito di un processo che prevede la rescissione di 30.000 contratti per attività di consegna d carichi leggeri che era esternalizzata e che adesso l’azienda ha ceduto al Gruppo Poste del Giappone. Per il sindacato, i lavoratori coinvolti sono soltanto formalmente dei lavoratori autonomi dato che, nei fatti, le loro attività sono di tipo subordinato. Sul punto è intervenuto in parlamento il parlamentare del Partito Comunista Taku Yamazoe.
Proprio nell’auto, la produzione di Toyota nel periodo aprile-settembre di quest’anno ha segnato un record. Le auto prodotte sono state 5.060.000 e cioè il 12,8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La produzione è aumentata negli Stati Uniti e nell’Arcipelago mentre è calata del 7,3% in Cina. Le vetture vendute globalmente sono state invece 5.170.000 (+9,1%) con un sostanziale aumento in Giappone (790.168 e +33,8%) e minore all’estero (+5,5% e 4.380.000).
Cresciute anche le vendite di Honda Motor (+7,5% e 1.970.000 vetture) e di Nissan Motor (+5,5% e 1.650.000 vetture). Complessivamente la produzione delle otto maggiori case automobilistiche nipponiche è cresciuta del 7,4% per un totale di 12.640.000 autovetture.
Il colosso automobilistico ha intanto ricevuto una citazione in giudizio da parte di Nippon Steel circa i diritti su alcune tecnologie utilizzate nei motori elettrici. L’azienda produttrice di acciaio chiedeva alla compagnia automobilistica 20 miliardi di yen. Bene precisare il passato dato che, appena pochi giorni dopo, Nippon Steel è tornata sui propri passi e rinunciato – in nome della cooperazione tra le due società – all’azione legale.
Chiudendo con il settore aereo, i profitti di ANA Holdings e di Japan Airlines hanno segnato, nel periodo aprile-settembre, profitti in forte crescita e rispettivamente pari a 93,21 (oltre quattro volte quanto ottenuto nello stesso periodo dell’anno precedente) e 61,67 miliardi di yen.
(con informazioni di pna.gov.ph; global.toyota; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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