La questione del rilascio in mare delle acque contaminate stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima continua ad essere al centro delle discussioni in Giappone ed all’estero.
Il 22 agosto, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha informato che informerà con regolarità la Corea del Sud circa lo scarico delle acque. La RdC, per motivi di ordine politico e militare, aveva già dato il via libera al rilascio. L’Agenzia ha anche comunicato che tutte le sue attività di monitoraggio saranno rese pubbliche. Il capo del governo sudcoreano, Han Duck Soo, pressato dall’opposizione, ha comunque chiesto ai nipponici di essere trasparenti nella divulgazione delle informazioni. Proteste si sono tenute a Seul, Busan, Gwangju ed in altre città e contro il rilascio si sono espresse la Federazione Coreana dei Movimenti Ambientalisti e la Confederazione Coreana dei Sindacati che ha definito la posizione del proprio governo come “complice di un atto criminale”.
“Si tratta di un aperto abbandono della promessa del governo alla popolazione della Prefettura di Fukushima secondo la quale nessuno smaltimento sarebbe stato effettuato senza la comprensione dei pescatori e delle altre parti interessate e ciò è assolutamente inaccettabile” ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa, il Presidente del Partito Comunista, Kazuo Shii, il quale ha ricordato che la Federazione nazionale delle cooperative di pesca si è sempre espressa contro il piano.
Shii ha anche ribadito che la quantità di acqua, piovana e di falda, che verrà a contatto col materiale radioattivo continuerà ad aumentare in quanto sono falliti tutti i tentativi di isolare il nocciolo e gli altri detriti altamente radioattivi dalle infiltrazioni di acqua.
Proteste si sono tenute il 22 agosto davanti agli uffici della giunta prefettizia mentre era in corso la visita del ministro dell’Economia, Industria e Commercio, Yasutoshi Nishimura, ed il 24 agosto davanti la sede della TEPCO ed in altre località del Tohoku.
“È sbagliato aver avviato il rilascio senza un dialogo sincero con le cooperative di pesca della prefettura di Fukushima” ha commentato il Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Kenta Izumi, il quale ha comunque criticato e ritenuto non fondato scientificamente il divieto all’importazione di prodotti ittici nipponici da parte della Cina.
“Il governo non ha mantenuto la promessa contenuta in un documento del 2015 e cioè di non effettuare alcuno smaltimento senza la comprensione delle parti interessate” ha ribadito il collega di partito, Akira Nagatsuma.
Lo scarico delle acque, come annunciato, è iniziato giovedì. Le operazioni potrebbero proseguire per altri 30 o 40 anni ritardando ulteriormente il decommissionamento della centrale. L’acqua, trattata con sistema ALPS, viene mescolata con quella del mare affinché la concentrazione di trizio scenda a meno di 1.500 becquerel per litro.
“La nostra opposizione non viene meno” si legge in un comunicato rilasciato dalla Federazione Nazionale delle Associazioni delle Cooperative di Pesca.
All’estero, oltre alle posizioni espresse dalla Corea del Sud, si sono avute quelle della Russia che, con Maria Zacharova, portavoce del dicastero degli Esteri di Mosca, ha affermato che il Giappone “fornire ai Paesi interessati tutte le informazioni necessarie, inclusa la possibilità di prelevare campioni dai punti in cui verrà rilasciata l’acqua” esprimendo poca fiducia per quanto è stato e verrà comunicato da TEPCO.
La Cina ha, come scritto poco sopra, ha annunciato, proprio a partire dal 24, lo stop alle importazioni di prodotti ittici provenienti dal Giappone.
“Lo smaltimento dell’acqua contaminata dal nucleare di Fukushima è una questione importante per la sicurezza nucleare. Il suo impatto va oltre i confini del Giappone e la questione non è affatto un affare privato del Giappone. Da quando l’umanità ha iniziato a utilizzare l’energia nucleare per scopi pacifici, non ci sono stati né precedenti né standard universalmente riconosciuti per lo scarico di acqua contaminata dal nucleare nell’oceano. L’incidente nucleare di Fukushima, avvenuto 12 anni fa, è stata una grave catastrofe che ha già causato la fuoriuscita di grandi quantità di sostanze radioattive nell’oceano. Potrebbe verificarsi un disastro secondario causato dall’uomo per la popolazione locale e per il mondo intero se il Giappone scegliesse di scaricare l’acqua nell’oceano solo per servire i suoi interessi egoistici. Il governo giapponese non è riuscito a dimostrare la legittimità e la legalità della decisione, l’affidabilità a lungo termine dell’impianto di depurazione e l’autenticità e l’accuratezza dei dati sull’acqua. Non è riuscito a dimostrare che gli scarichi oceanici siano sicuri e innocui per l’ambiente marino e la salute delle persone e che il piano di monitoraggio sia valido ed efficace. Inoltre, il Giappone non è riuscito ad avere scambi di opinioni approfonditi con le altre parti interessate. L’oceano appartiene a tutta l’umanità. Avviare forzatamente lo scarico negli oceani è un atto estremamente egoista ed irresponsabile in spregio all’interesse pubblico globale. Scaricando l’acqua nell’oceano, il Giappone sta diffondendo i rischi al resto del mondo e sta lasciando una ferita aperta alle future generazioni dell’umanità. In tal modo, il Giappone si è trasformato in un sabotatore del sistema ecologico ed inquinatore dell’oceano. Sta violando i diritti delle persone alla salute, allo sviluppo e ad un ambiente sano e ciò viola le responsabilità morali e gli obblighi del Giappone ai sensi del diritto internazionale. Dal momento in cui ha avviato il discarico, il Giappone si è messo sul banco degli imputati di fronte alla comunità internazionale ed è destinato ad affrontare la condanna internazionale per molti anni a venire” ha commento, da Pechino, il Portavoce del Ministero degli Esteri della RPC, Wang Wenbin.
Immediata è stata la richiesta di Kishida di non impedire le importazioni dei prodotti ittici nipponici in Cina. Venerdì, il ministro delle Finanze, Shunichi Suzuki, ha sostenuto che lo Stato studierà delle misure di sussidio per i pescatori volte ad attenuare l’effetto delle decisioni cinesi. Nel 2022, le esportazioni di prodotti ittici giapponesi verso la Cina è stata pari a 160 miliardi di yen: circa il 40% delle esportazioni totali del settore.
“È innegabile che lo scarico in mare di acque inquinate contenenti grandi quantità di materiali radioattivi è un atto immorale di distruzione dell’ambiente geoecologico e di minaccia all’esistenza dell’umanità. […] Il Giappone inganna e prende in giro la comunità internazionale affermando che l’acqua inquinata dal nucleare è stata filtrata dalle apparecchiature di depurazione dei polinuclidi diventando acqua pulita. Ma è stato scientificamente provato che, la cosiddetta acqua pulita, contiene ancora una grande quantità di nuclidi radioattivi estremamente pericolosi tra cui cesio, stronzio e rutenio oltre al trizio. Ciò è stato riconosciuto dalla Tokyo Electricity Company, operatore della centrale atomica di Fukushima, nel settembre 2017. Nel maggio scorso, nei pesci catturati nelle acque al largo della prefettura di Fukushima è stato rilevato cesio pari a 180 volte il valore standard, suscitando grande sgomento nella comunità internazionale. […] Gli esperti esprimono preoccupazione e affermano che se l’acqua inquinata dal nucleare venisse scaricata nelle acque costiere al largo di Fukushima, si riverserebbe nella metà del Pacifico in 50 giorni e passa e, dopo alcuni anni, si diffonderebbe nei mari del mondo intero per causare gravi danni all’umanità per migliaia di anni. Questa non è una questione banale” si legge in un comunicato del Ministero degli Esteri della Repubblica Popolare Democratica di Corea.
Di contro, l’ambasciatore statunitense a Tokyo Rahm Emanuel, secondo quanto comunicato dalla sede diplomatica si recherà a Fukushima il prossimo 31 agosto e mangerà del pesce pescato a largo delle coste delle Prefetture. Sentito dall’agenzia di stampa Kyodo, il diplomatico si è lasciato andare ad alcune contumelie contro la Cina che dovrebbe “adottare, e non ho mai visto farglielo fare, gli stessi stringenti standard del Giappone”.
Venerdì, anche il dicastero degli Esteri degli Stati Uniti ha espresso ufficiale appoggio agli alleati circa il piano.
Sempre la Corea del Nord, ha fallito, giovedì scorso, il lancio del vettore Chollima-1 che doveva portare in orbita un satellite militare, il Malligyong-1, è esploso. Secondo l’Amministrazione Nazionale per lo Sviluppo Aerospaziale l’incidente è stato dovuto a problemi nel terzo stadio del vettore.
Preoccupazione è stata espressa per le batterie anti-missile PAC3 che dovrebbero essere schierate a Miyako, Ishigaki e Yonagumi. “Invece di circondare la Corea del Nord, dovremmo fare in modo che i Paesi circostanti, compresi gli Stati Uniti e la Corea del Sud, utilizzino l’opinione pubblica internazionale per fermare i lanci ed intrattengano più attive discussioni diplomatiche” ha affermato Sachiko Fujii, esponente di un comitato civico antimiliarista.
In ambito militare, un gruppo di lavoro interno al Partito Liberal-Democratico ha ripreso a riunirsi e le discussioni stanno progressivamente portando ad un’apertura alla possibilità di esportare armi ad alto potenziale distruttivo pur con la foglia di fico che esse potrebbero essere esportate quando usate per scopi non direttamente connessi ai combattimenti (salvataggio, sorveglianza, sminamento ecc.).
“Il Giappone si è assunto la responsabilità della propria difesa dalla fine della guerra ma, allo stesso tempo, una delle caratteristiche del Giappone è che non ha esportato armi in modo indipendente. Considerando che diversi sondaggi d’opinione mostrano che più del 60% delle persone è contrario al disegno di legge, chiedo un dibattito sincero nella Dieta” ha affermato Kenta Izumi.
Venerdì, intanto, il Governatore della Prefettura di Okinawa, Denny Tamaki, ha fortemente criticato una sentenza della Corte Suprema che ha bocciato uno dei numerosi ricorsi dell’ente locale volto ad ostacolare la costruzione della base di Henoko. Lo stesso giorno, il parlamentare comunista, nativo di Naha, Seiken Akamine, ha tenuto un comizio davanti i cancelli della futura base.
Un simposio sulla questione della contaminazione da inquinanti PFAS prodotta dalla base militare di Yokota, si è tenuto, promosso da Partito Comunista lo scorso giovedì, a Tokyo. Koji Harada, docente presso l’Università di Kyoto e coordinatore della campagna di esami del sangue effettuati nella città di Tama, ha fatto appello ai governi locali e nazionali per un’indagine a tappeto sui residenti volta ad accertarsi del livello reale della diffusione degli inquinanti tra la popolazione che vive nell’area prossima alla base.
Nei diritti civili, la Prefettura di Aichi ha annunciato che riconoscerà come famiglie anagrafiche le coppie dello stesso sesso e quelle con figli non sposate. Ad annunciarlo è stato il Governatore, Hideaki Omura. Il nuovo sistema dovrebbe partire ad aprile 2024. Al primo di agosto, 11 comuni della Prefettura, e tra essi il capoluogo Nagoya, hanno già riconosciuto questo tipo di realtà come famiglie.
Nell’immigrazione, un gruppo di avvocati che difendono alcuni richiedenti asilo hanno manifestato nei pressi della Dieta per chiedere l’accoglimento delle richieste per minorenni o per richiedenti che erano minori quando sono giunti nell’Arcipelago. All’inizio di agosto, il ministro della Giustizia Saito aveva ventilato la possibilità di istituire un permesso speciale per i bambini nati in Giappone o che abbiano compiuto degli studi nel Paese.
Sulle questioni connesse alla Chiesa dell’Unificazione, i parlamentari dell’opposizione stanno continuando ad audire persone persone che hanno denunciato di essere state vittime del culto fondato dal coreano Moon.
Il 22 agosto, il Partito Costituzionale Democratico del Giappone ha tenuto il trentaquattresimo incontro del gruppo di lavoro guidato da Chinami Nishimura. Ascoltati, in questa occasione, funzionari dell’Agenzia per gli Affari Culturali (sotto il cui ambito rientrano le questioni religiose) e di quella per i Consumatori.
Nishimura ha messo in luce come sia passato un anno da quando la Chiesa è tornata al centro delle attenzioni, e delle preoccupazioni, dell’opinione pubblica ma che nulla si è ancora fatto sul fronte dello scioglimento del culto mentre la norma che prevede la possibilità di ottenere indietro donazioni effettuate sotto pressione psicologica o con altri artifici è, di fatto, poco utilizzabile nella maggior parte dei casi.
“Negli ultimi 33 anni ho perso tutto. Ho perso le mie proprietà e mio figlio maggiore a causa di un ente religioso riconosciuto dal governo. Voglio che l’ex Chiesa dell’Unificazione riconosca questo e che l’Agenzia per gli Affari Culturali chieda al più presto un ordine di scioglimento” ha affermato Tatsuo Hashida, una delle persone ascoltate dai parlamentari.
Sulla tessera My number, il Ministero della Salute distribuirà dei documento contenenti nome, cognome ed altri dati personali alle persone che, pur titolari della tessera, se la sono vista o se la vedranno rifiutare dalle strutture mediche. Svariate strutture, infatti, lamentando gli alti costi per l’installazione dei lettori delle tessere – che dall’autunno 2024 sostituiranno quelle per aver accesso all’assicurazione sanitaria pubblica – si sono opposti alla norma che ha reso obbligatorio My number.
Venerdì, invece, Taro Kono, ministro per la Digitalizzazione, ha reso noto che un certo numero di enti locali (tra i 400 ed i 500) effettueranno controlli per verificare la corrispondenza tra i titoli delle carte ed i dati in esse contenuti.
Sono oltre 770.000 le tessere My number non utilizzabili per le prestazioni sanitarie in quanto non sincronizzati con il sistema sanitario pubblico.
In economia, il prezzo della benzina alla pompa è salito per la quattordicesima settimana consecutiva giungendo, in media, a 183,70 yen al litro: record degli ultimi 15 anni.
Cresciuto anche il prezzo della benzina super (che ha toccato i 194,60 yen), del diesel (163,10) e del barile da 18 litri di cherosene (che ha toccato i 2.200 yen). Il sussidio pubblico introdotto nel gennaio del 2022 è stato progressivamente ridotto dal gennaio di quest’anno e dovrebbe concludersi, salvo proroghe, a settembre.
Intervenendo in conferenza stampa, Kenta Izumi ha proposto, a nome del PCD, che si fornisce un sussidio da 3.000 yen al mese per le utenze elettriche delle famiglie e che proseguano quelli sulla benzina.
Una battaglia per l’innalzamento del salario minimo orario a 1.500 yen è stata annunciata da Koichi Kurosawa, capo della segreteria della confederazione sindacale Zenroren. La campagna di lotta si concentrerà anche sulla richiesta di una piena eguaglianza salariale tra i generi.
Nelle infrastrutture, a Tokyo sono iniziati i lavori di un grande progetto – che la Prefettura prevede di completare entro il 2040 – per il controllo delle acque. Nell’ambito del progetto sarà edificato un tunnel di 13,1 chilometri che si troverà a 40 metri di profondità collegando i fiumi Kanda e Shirako regolando, quindi, l’afflusso delle acque in caso di rischio di alluvioni.
Chiudendo con il commercio, le vendite dei negozi senza dazi doganali nei centri commerciali dell’Arcipelago hanno raggiunto i 31,3 miliardi di yen superando quando venduto nello stesso mese del 2019. Circa 320.000 visitatori stranieri, in larga parte cinesi, hanno effettuato acquisti in questi negozi per una media di spesa pari a 97.000 yen ad acquirente. Le vendite complessive nei 181 negozi (gestiti da 70 società che fanno parte dell’Associazione dei Centri Commerciali) da cui sono stati presi i dati sono aumentate dell’8,6% per un totale di 475,8 miliardi di yen.
(con informazioni di iaea.org; fmprc.gov.cn; whitehouse.gov; news.cn; yna.co.kr; tass.com; kcna.kp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.