Settimana politica iniziata con l’incontro tra il Presidente statunitense, Joe Biden, quello sudcoreano, Yoon, ed il capo del governo di Tokyo, Kishida. I tre, incontratisi a Camp David (USA) quando in Giappone era l’alba del 19 agosto, hanno concluso il vertice con l’impegno a rafforzare la cooperazione in tema di sicurezza. Obiettivo chiaro è il contrasto alla Cina, alla Corea del Nord ed alla Federazione Russa.
“Abbiamo riaffermato il nostro impegno a mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan ed a combattere la coercizione economica” ha affermato il leader statunitense inviando un chiaro messaggio a Pechino.
“Il vertice trilaterale dei leader di Stati Uniti, Giappone ed RdC a Camp David ha diffamato e attaccato la Cina su Taiwan e sulle questioni marittime: un atto di grave interferenza negli affari interni della Cina, un tentativo deliberato di seminare discordia tra la Cina e i nostri vicini ed una grave violazione delle norme nelle relazioni internazionali. La Cina deplora e si oppone fermamente a questo ed ha inviato formali rimostranze alle parti interessate. Abbiamo anche notato che gli Stati Uniti affermano che il partenariato trilaterale non è contro nessuno. Li esortiamo ad abbinare le loro parole alle azioni […]. Oggi vediamo due traiettorie nell’area Asia-Pacifico. Una presenta gli sforzi per promuovere la solidarietà, la cooperazione e l’integrazione economica. Il partenariato economico globale regionale (RCEP) e l’accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (CPTPP) ne sono due esempi. Le altre tentano di alimentare la divisione ed il confronto e far rivivere la mentalità della Guerra Fredda. Gli esempi includono raggruppamenti esclusivi come AUKUS, la partnership USA-Giappone-RdC ed il Quad, solo per citarne alcuni. Purtroppo, nel primo caso sono mancati gli Stati Uniti e tutti gli esempi nel secondo sono incentrati su Washington. La regione Asia-Pacifico è una terra promettente per la pace e lo sviluppo. Non dovrebbe essere trasformato in un ring di pugilato per grandi rivalità di potere, tanto meno in un campo di battaglia di una guerra fredda o di una guerra calda. I tentativi di alimentare una nuova guerra fredda nella regione saranno accolti da un fermo rifiuto da parte dei Paesi e dei popoli della regione. Coloro che cercano di stabilire e mantenere l’egemonia nella regione sono destinati a fallire. Esortiamo i Paesi interessati a non andare contro la tendenza dei tempi, a smettere di replicare lo scontro di blocco in questa regione e a smettere di perseguire guadagni egoistici a scapito degli interessi strategici e di sicurezza di altri Paesi e del benessere delle persone nell’Asia-Pacifico. La questione di Taiwan è unicamente un affare interno della Cina. Risolverlo è una questione dei cinesi. Ci battiamo per una riunificazione pacifica con la massima sincerità ed il massimo sforzo, ma non permetteremo mai interferenze negli affari interni della Cina usando la “pace” come falso pretesto da parte di nessuno o di qualsiasi forza. La più grande minaccia alla pace attraverso lo Stretto sono le forze per la “indipendenza di Taiwan” e la connivenza straniera ed il sostegno alle loro attività. Se i paesi interessati si preoccupano della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan, devono rispettare il principio di una sola Cina, smettere la connivenza o il sostegno con le forze separatiste e le loro attività e proteggere la pace e la stabilità regionali attraverso azioni concrete. Nessuno dovrebbe sottovalutare la determinazione e la capacità del popolo cinese nel salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina. La Cina ha una sovranità indiscutibile sulle Nanhai Zhudao (isole nel Mar Cinese Meridionale) e sulle acque adiacenti. Le edificazioni della Cina sul proprio territorio e l’azione della Guardia costiera cinese per proteggere i diritti della Cina e far rispettare le leggi nelle acque sotto la giurisdizione cinese sono legittime, legali e irreprensibili. In quanto Stato parte della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), la Cina si attiene sempre al diritto internazionale, incluso l’UNCLOS, e non accetta né riconosce il lodo arbitrale illegale sul Mar Cinese Meridionale. Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per interferire nella questione del Mar Cinese Meridionale. Hanno incoraggiato e sostenuto la violazione da parte di alcuni Paesi dei diritti marittimi di altri e seminato discordia tra i Paesi della regione, il che rende gli Stati Uniti un disgregatore ed un sabotatore dell’ordine regionale. Gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati, hanno condotto frequentemente esercitazioni militari e ricognizioni ravvicinate nelle acque intorno alla Cina, compreso il Mar Cinese Meridionale, per mostrare i muscoli ed intensificare le tensioni nella regione. Gli Stati Uniti sono diventati la più grande minaccia e sfida per la pace e la stabilità regionali. La Cina continuerà a difendere con fermezza la propria sovranità e i suoi interessi di sicurezza, collaborerà con i Paesi dell’ASEAN per attuare pienamente ed efficacemente la Dichiarazione sulla Condotta tra le Parti nel Mar Cinese Meridionale, promuovere progressi costanti nelle consultazioni sul Codice di Condotta, svolgere una cooperazione marittima pratica e sostenere con fermezza la pace e la stabilità promuovendo lo sviluppo nella regione” ha risposto da Pechino il Portavoce del Ministero degli Esteri, Wang Wenbin.
“Negli ultimi anni gli anglosassoni hanno cercato di coinvolgere il Giappone nei loro sconsiderati intrighi geopolitici. Seguendo la scia delle politiche statunitensi, Tokyo ha abbracciato la militarizzazione. Si sentono di nuovo slogan imperialistici. I manuali sulle minacce russe e cinesi vengono ritirati dagli scaffali degli archivi e rispolverati. Si stanno elaborando piani revanscisti per riconquistare i Territori del Nord, ceduti a noi a seguito della seconda guerra mondiale” ha commentato Nikolaj Patrushev, Segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, per il quale “i giapponesi dovrebbero imparare meglio le lezioni del passato. Non dovrebbero illudersi che gli americani daranno più valore alla vita dei giapponesi che, ad esempio, a quella dei soldati ucraini”. L’alto funzionario russo ha anche sottolineato i rischi per l’Estremo Est russo in caso di dispiegamento di missili statunitensi a lungo raggio nell’area.
Parere positivo sull’incontro trilaterale è stato espresso da Kenta Izumi a nome del Partito Costituzionale Democratico mentre Kazuo Shii, numero uno del Partito Comunista Giapponese ha affermato che il rafforzamento del partenariato militare Giappone-USA e la “deterrenza nucleare estesa” offerta dagli Stati Uniti a Giappone ed RdC rappresentano “una mossa estremamente pericolosa che, in linea con la strategia statunitense, crea un nuovo quadro militare trilaterale, rafforza la divisione in blocchi della regione indo-pacifica ed accelera il circolo vizioso militare nell’Asia orientale”. Pur opponendosi alla politica estera di proiezione cinese ed allo sviluppo nucleare e missilistico della RPDC, il capo dei comunisti nipponici ha sottolineato che “lo sviluppo congiunto di un nuovo tipo di missile intercettore in grado di gestire armi ipersoniche concordato al vertice Giappone-USA incorporerà profondamente il Giappone nella difesa aerea e missilistica integrata (IAMD), che è in fase di costruzione sotto la guida del Forze armate statunitensi” ribadito la contrarietà ad una decisione “che incoraggia un circolo vizioso di espansione militare ed accresce le tensioni regionali”. Shii ha poi sottolineato l’incoerenza tra le politiche belliciste e di blocco ed il sostegno espresso, a parole, dai leader all’ASEAN ed alle sue iniziative pacifiche volte allo sviluppo economico nella regione.
Annunciate, intanto, per il 23 agosto, esercitazioni congiunte Australia-Stati Uniti-Giappone. “Se queste esercitazioni militari che coinvolgono risorse umane e materiali non solo delle forze statunitensi e nemiche, ma anche dei loro satelliti, vengono utilizzate per attuare le clausole degli accordi raggiunti nei colloqui (tra USA, Giappone ed RdC ndr) a Camp David, la possibilità dello scoppio di una guerra termonucleare nella penisola coreana diventerà più reale” si legge in un commento dell’agenzia di stampa nordcoreana KCNA.
Frattanto, la RPDC ha annunciato il lancio, tra il 24 ed il 31 agosto, di un satellite. Un precedente lancio di un vettore Chollima-1 trasportante un satellite militare Malligyong-1 era fallito il 31 maggio. Da Tokyo, l’esecutivo ha dato istruzioni alla Guardia Costiera ed alle FA per la massima sorveglianza.
In politica interna, il ministro all’Economia, Industria e Commercio, Yasutoshi Nishimura, ha visitato, lo scorso lunedì, il tempio Yasukuni. Il 15 agosto, il santuario che celebra i caduti per l’Imperatore era stato visitato dalla ministra Sanae Takaichi.
Sul nucleare, il 20 agosto, il premier Kishida si è recato in visita al sito che ospitava la centrale, in fase di smantellamento, di Fukushima.
Al centro, ovviamente, la questione del rilascio in mare delle acque attualmente stoccate all’interno dell’ex impianto. “La questione è una sfida che non può essere rimandata al fine di riuscire nel decomissionamento e nell’avanzamento per la ricostruzione di Fukushima” ha detto il capo di governo appena giunto nella Prefettura.
Lunedì, Kishida ha incontrato le associazioni dei pescatori locali. La Federazione Nazionale delle Associazioni delle Cooperative di Pesca ha più volte ribadito la propria opposizione al piano.
Com’era ormai nell’aria da giorni, il premier ha confermato il rilascio dell’acqua contaminata a partire dal 24 agosto.
Per una serie di motivi di ordine politico, da tempo, la Corea del Sud ha dato il via libera al piano mentre l’opposizione cinese prosegue.
La decisione del Giappone avvenuta “nonostante le forti preoccupazioni e la ferma opposizione della comunità internazionale” è “estremamente egoista ed irresponsabile, poiché lo scarico diffonderà i rischi di contaminazione nucleare al resto del mondo e, così facendo, il Giappone sta anteponendo i propri interessi egoistici al benessere a lungo termine dell’intera umanità” ha commentato da Pechino, Wang Wenbin.
“Negli ultimi due anni e più, la legittimità, legalità e sicurezza del piano di scarico negli oceani del Giappone è stata messa in discussione più e più volte dalla comunità internazionale. Il Giappone deve ancora affrontare le principali preoccupazioni internazionali, come l’affidabilità a lungo termine dell’impianto di depurazione, l’autenticità e l’accuratezza dei dati sull’acqua contaminata dal nucleare e l’efficacia del sistema di monitoraggio. La Cina ed altri hanno sottolineato in più occasioni che se l’acqua contaminata dal nucleare di Fukushima fosse veramente sicura, il Giappone non sarebbe costretto a scaricarla in mare e certamente non dovrebbe farlo se non lo fosse” ha proseguito Wang assicurando che “la Cina adotterà tutte le misure necessarie per proteggere l’ambiente marino, garantire la sicurezza alimentare e salvaguardare la vita e la salute delle persone”.
Allo stato attuale, l’ex impianto ospita 1,34 milioni di tonnellate di acque contaminate da trizio. Secondo informazioni diffuse dall’agenzia di stampa Kyodo, il governo nipponico avrebbe informato Russia e Cina circa le difficoltà nel prevedere gli effetti a lungo termine del rilascio.
Lo stesso giorno dell’annuncio di Kishida, Hong Kong ha annunciato lo stop alle importazioni di prodotti ittici da dieci Prefetture nipponiche (Fukushima, Miyagi, Nagano, Tokyo, Saitama, Chiba, Ibaraki, Gunma, Niigata e Tochigi). La regione speciale cinese è il secondo mercato, in termini di valore, per i nipponici (oltre 75,5 miliardi di yen esportati lo scorso anno).
Per quanto concerne la pandemia prodotta dal SARS-CoV-2, la variante EG.5, responsabile di oltre il 21% dei contagi tra il 24 ed il 30 luglio, sta guadagnando l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e degli esperti nell’Arcipelago.
“È improbabile che il numero di casi aumenti rapidamente a causa della sola EG.5, ma è necessario tenere d’occhio la situazione” ha commentato Atsuo Hamada, docente presso l’Università Medica di Tokyo.
Sul sociale, martedì scorso, una delegazione del PCD, che comprendeva i parlamentari Oshima e Waseda, ha incontrato il Sindacato dei Pensionati. L’organizzazione sindacale ha chiesto un impegno per il sostegno alla sicurezza sociale in particolare delle donne le cui pensioni sono, in media, più basse.
In economia, il 22 agosto, una commissione interna al PLD guidata dall’ex ministro Akira Amari, già Segretario del partito e due volte ministro, ha iniziato a discutere circa l’abrogazione di una legge che vieta la completa privatizzazione dell’azienda di telecomunicazioni Nippon Telegraph & Telephone. L’azienda era completamente pubblica fino al 1985 ed attualmente lo Stato detiene il 33% delle azioni e, per legge, tale partecipazione azionaria non può scendere. Il valore delle azioni è ad oggi oltre 4.000 miliardi di yen e tale denaro finirà per finanziare la spesa bellica.
Chiudendo con l’auto, Nissan ha richiamato 236.000 vetture per il rischio di rottura dei tiranti delle sospensioni. Si tratta di vetture Sentra prodotte tra il 2020 ed il 2022 e vendute negli Stati Uniti.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; whitehouse.gov; news.cn; yna.co.kr; tass.com; kcna.kp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.