Sono oltre 1.300.000 le firme consegnate – il cinque luglio – dal Consiglio giapponese contro le armi A ed H in calce ad una petizione che chiede al parlamento di sottoscrivere il trattato ONU per il bando totale delle ami atomiche.
“È volontà della maggioranza del popolo giapponese che il governo discuta immediatamente e decida se firmare e ratificare il divieto trattato e partecipare alla Conferenza dei firmatari” ha affermato Hiroshi Takakusaki, direttore del Consiglio. Ben 659 assemblee comunali hanno approvato mozioni che chiedevano allo Stato nipponico di aderire al trattato.
In ambito criminale, il Commissario Generale dell’Agenzia Nazionale di Polizia, Yasuhiro Tsuyuki, ha annunciato che – ad agosto – sarà elaborato un sistema volto a comporre liste di persone che potrebbero essere oggetto di attentanti. La decisione è la conseguenza dell’attentato che ha ucciso, lo scorso anno, l’ex premier Abe.
Frattanto, la Federazione delle Donne per la Pace Mondiale, associazione prossima alla Chiesa dell’Unificazione, ha annunciato, lo scorso 3 luglio, di querelare la Rete nazionale degli avvocati contro le vendite spirituali, gruppo di legali che si occupa di persone che hanno denunciato di essere vittime di sette, per diffamazione. La richiesta di risarcimento è pari a 33 milioni di yen.
La Chiesa, nonostante il parere contrario del sindaco, ha iniziato, nella settimana appena conclusa, i lavori di demolizione di un ex centro logistico che ha acquistato per edificare un proprio luogo di culto e gli uffici ad esso connessi.
Diversi ordini di evacuazione sono stati emessi, il 3 luglio, a causa del maltempo, in diverse Prefetture del Kyushu (Oita, Miyazaki, Saga, Kumamoto e Fukuoka). Il 5 luglio sono stati emessi, nuovi ordini, per un milione di persone abitanti a Kumamoto. Sospesa, in diverse aree del Kyushu, la circolazione dei treni.
In campo demografico, il numero di famiglie con minori sono state – per la prima volta dal 1986, anno dal quale esistono dati comparabili – meno di dieci milioni: per la precisione 9.917.000. Il dato è del 3,4% inferiore al 2019 e tali nuclei sono stati pari al 18,3% del totale.
Se le cose vanno per i bambini, anche gli anziani si ritrovano spesso con un futuro incerto. Secondo una ricerca condotta da Minkaikyo, un’associazione di fornitori di servizi infermieristici e di assistenza, su 1.200 strutture che ospitano anziani, il 27% di esse ha dichiarato di rischiare il fallimento qualora i prezzi delle materie prime e dell’energia dovessero continuare a salire. Ben il 90% delle strutture ha dichiarato che gli aumenti già verificatisi hanno avuto un impatto sulla loro salute economica ed il 16,2% ha ridotto il personale o scelto di sospendere le nuove assunzioni.
Nell’immigrazione, il vicepresidente del sindacato Zenroren, Masaomi Akiyama, il segretario dello stesso, Koichi Kurosawa, ed il presidente ed il segretario del Sindacato dei lavoratori migranti di Tokyo, Hidenobu Matsuzawa e Miyoko Honda, hanno incontrato – il cinque luglio – una delegazione di parlamentari del Partito Comunista per chiedere una revisione della legge sull’immigrazione.
“Se non puoi lasciare il tuo lavoro liberamente non puoi definirti un lavoratore: sei in uno stato di schiavitù” ha affermato Honda mentre Motomura ha sottolineato che “c’è una pressione per limitare la libertà dei lavoratori stranieri di cambiare lavoro in cerca di salari più alti: vorrei si risolvesse questo problema e che insieme si realizzasse un salario minimo uniforme a livello nazionale”.
Tra gli scandali, Joji Matsui, ex dirigente della società di consulenza Amusa, è stato condannato dalla Corte Distrettuale di Tokyo. Matsui è stato riconosciuto colpevole di aver ricevuto del denaro – che sarebbe stato versato in un conto corrente della società – proveniente da aziende che tentavano, corrompendo i vertici del comitato organizzatore, di essere selezionate come sponsor per le Olimpiadi di Tokyo 2020.
Il giorno successivo, nell’ambito di un altro processo che ruota intorno agli stessi eventi, Yasuo Mori, ex componente del comitato organizzatore dei Giochi, ha riconosciuto, nel corso del dibattimento che lo vede imputato per corruzione e violazione delle leggi sulla concorrenza, i fatti a lui imputati.
Sempre tra gli scandali, venerdì scorso, il governo ha sostenuto, un’altra volta, che l’Agenzia Digitale del Giappone, investigherà sui numerosi errori riscontrati da migliaia di cittadini (conti correnti dove si ricevano sussidi legati a persone diverse, certificati di Stato Civile finiti ad altre persone ecc.) possessori della tessera “My number”, una sorta di codice fiscale che è stato – da poco – connesso all’assicurazione sanitaria pubblica.
Contrarie all’abolizione della tessera per l’assicurazione sanitaria sono anche le aziende che operano nella sanità privata le quali dovranno acquistare i macchinari per la lettura delle carte ed hanno anche lamentato i rischi circa la tutela dei dati personali dei pazienti.
Contro l’associazione obbligatoria di My number alla tessera per le prestazioni sanitarie si è nuovamente appellato, venerdì scorso, il Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Kenta Izumi mentre il Segretario della stessa forza politica ha messo in guardia circa i rischi di errore nella trasmissione dei dati sulle prescrizioni dai medici alle farmacie.
In politica estera, Robert O’Brien, consigliere – tra il 2019 ed il 2021 – del Presidente statunitense Trump per la sicurezza nazionale, ha di recente sostenuto che “il Partito Comunista Cinese” si avvantaggerebbe dall’obbligo – non ancora in vigore ma in fase di discussione – per società come Apple e Google di consentire agli utenti di scaricare le proprie applicazioni anche al di fuori delle proprie piattaforme.
Nei rapporti con la Cina, in apertura del forum trilaterale di Qingdao (RPC), l’ex ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, ha sostenuto che Cina, Giappone e Corea del Sud debbono “creare un’atmosfera che faciliti una pronta ripresa degli incontri” tra i capi di Stato.
Per il capo della diplomazia cinese, i tre Starti debbono “opporsi all’introduzione di conflitti geopolitici e di confronti tra blocchi nella regione”.
Della necessità di cooperazione e dialogo ha parlato Wang Yi anche in relazione al progettato – dal Giappone – rilascio in mare delle acque contaminate stoccate all’interno dell’ex impianto di Fukushima.
Il piano, secondo il numero uno del Nuovo Komeito, Yatsuo Yamaguchi, dovrebbe essere rimandato a dopo la stagione estiva.
Lo scorso mercoledì, intanto, Il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, l’argentino Mariano Grossi, ha annunciato l’apertura di un ufficio del proprio ente nella Prefettura di Fukushima per monitorare l’ormai scontato rilascio delle acque.
Incontrando il premier a Tokyo, infatti, Grossi ha rassicurato circa la sicurezza dell’intera operazione cui si oppongono Cina, Russia e svariati altri Paesi.
Venerdì, l’Agenzia Regolatrice per il Nucleare del Giappone ha dato il proprio, scontatissimo, disco verde all’intera operazione.
Esponendo la posizione ufficiale della RPC, il Portavoce del dicastero degli Esteri di quel Paese, Wang Wenbin, ha affermato che “circa il rapporto pubblicato ieri dall’AIEA, il Ministero degli Affari Esteri della Cina, l’Autorità cinese per l’energia atomica e l’Amministrazione nazionale per la sicurezza nucleare hanno chiarito la forte posizione della Cina. La posizione della Cina si basa sulla scienza e sui fatti. Vorrei sottolineare ancora una volta che il rapporto non dovrebbe essere lo scudo o un via libera per lo scarico da parte del Giappone di acqua contaminata dal nucleare nell’oceano. […] Il Giappone ha deciso unilateralmente di scaricare l’acqua nell’oceano minimizzando i propri costi e rischi e lasciando che il mondo si prenda rischi di contaminazione nucleare che avrebbero potuto essere evitati. Il rapporto sottolineava chiaramente che l’AIEA non fornisce né una raccomandazione né un’approvazione del piano di scarico oceanico del Giappone. In secondo luogo, il rapporto non può dare legittimità al piano del Giappone di scaricare acqua contaminata dal nucleare nell’oceano. Scaricando acqua contaminata nell’Oceano Pacifico, il Giappone potrebbe violare gli obblighi previsti dal diritto internazionale, tra cui la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) e la Convenzione sulla prevenzione dell’inquinamento marino dovuto allo scarico di rifiuti e altri materiali del 1972. Poiché il Giappone afferma di rispettare il diritto e le regole internazionali, deve una spiegazione alla comunità internazionale. In terzo luogo, il rapporto non può garantire la sicurezza del piano del Giappone […]. L’efficacia e l’affidabilità a lungo termine dell’impianto di depurazione del Giappone non sono verificate da terzi, l’autenticità e l’accuratezza dei dati sull’acqua contaminata dal nucleare mancano di prove e l’influenza a lungo termine dei radionuclidi nell’acqua contaminata dal nucleare sulla sicurezza alimentare e la salute delle persone attraverso la concentrazione biologica non è stata studiata. In quarto luogo, la relazione non può garantire l’efficacia dell’accordo di monitoraggio. TEPCO ha manomesso o nascosto i dati sull’acqua contaminata dal nucleare molte volte. Nel piano dell’AIEA, l’accordo di monitoraggio non include il campionamento indipendente e prende i dati e le informazioni della TEPCO come base del monitoraggio. Tale pratica è sconsigliabile. I fatti hanno dimostrato che il rapporto non ha risolto la forte opposizione contro gli scarichi oceanici sia in Giappone che nel resto del mondo. Secondo l’ultimo sondaggio, il 40% dei giapponesi si oppone allo scarico oceanico. Secondo un sondaggio congiunto dei giornali Hankook Ilbo della Repubblica di Corea e Yomiuri Shimbun del Giappone, oltre l’80% della popolazione della Repubblica di Corea disapprova lo scarico da parte del Giappone di acqua contaminata dal nucleare nell’oceano. Esperti e persone nei Paesi delle isole del Pacifico, Filippine, Indonesia, Sud Africa, Perù e altri paesi hanno protestato e espresso la propria opposizione. Il popolo cinese nutre forti preoccupazioni per il piano […]. I dipartimenti competenti del governo cinese miglioreranno il monitoraggio dell’ambiente marino e rafforzeranno l’ispezione e la quarantena dei prodotti ittici importati e di altri prodotti per salvaguardare la salute delle persone e la sicurezza alimentare. Il previsto scarico oceanico da parte del Giappone dell’acqua contaminata dal nucleare è di grande interesse pubblico internazionale. La posta in gioco è troppo alta. Non possiamo permetterci di ignorare i rischi che potrebbero portare ad un incidente. Esortiamo il Giappone a rispettare la scienza ed i fatti, a non tentare di utilizzare il rapporto dell’AIEA per proteggere i suoi scarichi oceanici, ad adempiere fedelmente alla sua responsabilità morale ed ai suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale, a smettere di portare avanti il piano di scarico oceanico ed a smaltire l’acqua contaminata dal nucleare in maniera responsabile” ha concluso l’alto funzionario cinese.
In risposta alle posizioni cinesi, giovedì scorso, il portavoce dell’esecutivo, Hirokazu Matsuno, ha affermato che la RPC ha consentito, nel 2021, il rilascio in mare di acque contaminate provenienti dalla centrale di Yangjiang e lo stesso avrebbe fatto, sempre nello stesso anno, la RdC (in quel caso le acque provenivano dall’impianto di Kori).
Sempre nei rapporti con la Cina, una delegazione, guidata dall’ex numero uno della Camera dei Rappresentanti, Yohei Kono, ha iniziato una visita nella RPC a partire dal 3 luglio. Parte della delegazione è il Governatore di Okinawa, Denny Tamaki.
Nel corso della visita, il Governatore ha reso omaggio ad un cimitero che ospita abitanti delle Ryukyu che – durante la dinastia Qing e cioè all’epoca nella quale il Regno delle Ryukyu era legato feudalmente all’impero cinese – morirono di malattia o di incidenti.
Giovedì, il Governatore ha visitato la città di Fujian, capoluogo del Funzhou, ove ha tenuto un discorso nel quale ha auspicato una ripresa delle relazioni tra i due enti le quali hanno subito un forte colpo a causa della pandemia.
Mercoledì scorso, la Procura della capitale ha incriminato Quan Hengdao, ex ricercatore, arrestato a giugno. L’accusa è quella di aver ceduto segreti acquisiti durate il suo lavoro all’Istituto Nazionale di Scienze Industriali Avanzate e Tecnologia ad un’azienda chimica cinese.
In Corea del Sud, la Corte Distrettuale di Gwangju ha deliberato, martedì scorso, di non accettare il deposito per uno dei quattro ricorrenti del denaro proveniente da un fondo pubblico nella causa che aveva visto inizialmente condannate aziende giapponesi per lo sfruttamento dei forzati di guerra durante l’occupazione coloniale ma che poi – con una decisione dell’esecutivo – aveva visto il risarcimento a carico dello Stato sudcoreano. Profondo rammarico è stato espresso dal Ministero degli Esteri di Seul.
Venerdì, intanto, come era probabile data la volontà di riavvicinamento con il Giappone avviato dal Presidente Yoon, la RdC ha dato il proprio via libera al piano di TEPCO così fortemente contrastato dai cinesi. “I risultati mostrano che gli effetti sulle nostre acque sarebbero insignificanti” ha comunicato il ministro Bang Moon-kyu.
Nonostante l’arrendevolezza della Corea del Sud rispetto a quasi ogni tema di frizione con il Sol Levante, il Ministero degli Esteri di Tokyo ha inviato una nota di protesta alla controparte per delle esercitazioni condotte dalla Marina militare sudcoreana sulle isole Dokdo.
“Le Takeshima (nome dato dai giapponesi al piccolo arcipelago da essi rivendicato) sono fuor di dubbio territorio afferente il Giappone da un punto di vista storico e del diritto internazionale” si legge nel comunicato che è stato recapitato all’ambasciata sudcoreana a Tokyo.
“Le esercitazioni per la difesa dei territori del Mar dell’Est sono state condotte nell’ambito della missione di proteggere il nostro territorio, il nostro popolo e le nostre proprietà” ha risposto Seul a stretto giro di posta.
Nelle relazioni con l’altra Corea, Hitomi Soga ha incontrato, lo scorso 5 luglio, il premier Kishida per chiedergli di avviare un dialogo diretto con Kim Jong Un per accertare la verità sulle ultime persone che risultano – nella lista di Tokyo – essere state rapite da agenti nordcoreani tra gli anni ’70 ed ’80. Soga ha denunciato di essere stata rapita da agenti della RPDC nel 1978 ed è tornata in Giappone nel 2002.
A Tokyo, martedì scorso, il Giappone e l’Unione Europea – rappresentati rispettivamente dal ministro all’Economia, Nishimura, e dal commissario per il Mercato Interno del blocco, Thierry Breton – hanno siglato un accordo che prevede il mantenimento di stabili catene di fornitura – USA permettendo – di semiconduttori e materiali ad essi connessi.
In ambito militare, la coalizione di maggioranza ha concordato, mercoledì scorso, che il Sol Levante, in violazione dell’articolo 9 della sua Costituzione e della Dichiarazione di Potsdam, potrà esportare veicoli militari ma non destinati al combattimento e natanti equipaggiati con armi letali.
La riunione si è conclusa con una divergenza tra il PLD, favorevole, ed il Nuovo Komeito, contrario, rispetto alla possibilità che il Giappone esporti i caccia che sta sviluppando insieme ad altri Paesi (nello specifico Italia e Gran Bretagna). L’ex ministro della Difesa, Itsunori Onodrea, incaricato di coordinare le discussioni, ha comunicato che i due partiti si riuniranno nuovamente in autunno al fine di proseguire il dialogo.
Il 4 luglio, il ministro Hamada ha riferito che l’Ucraina è stata elevata a “partner speciale” del Giappone e che – nell’ambito della revisione già operante delle norme che regolano le esportazioni di materiale bellico – possono essere vendute o cedute a quel Paese mezzi ed attrezzature per il salvataggio, il trasporto, la sorveglianza e lo sminamento.
Mercoledì, secondo quanto sostenuto dall’azienda che gestisce i sistemi informatici del porto di Nagoya, hacker con base in Russia avrebbero condotto un attacco informatico all’infrastruttura. Il porto è usato da molte aziende tra le quali Toyota che ha lì il proprio centro per le esportazioni. Il porto ha ripreso ad operare, anche se non a pieno ritmo, nella giornata di giovedì.
A Tokyo, la giunta prefettizia, ha riconosciuto che – tra il 2010 ed il 2012 – le forze armate statunitensi stanziate a Yokota hanno rilasciato inquinanti PFAS.
Sempre le forze armate statunitensi hanno annunciato che, dal 10 luglio, i velivoli osprey impiegati in addestramento ed esercitazione potranno volare ad un’altitudine di 60 metri contro i 150 attuali.
In economia, le entrate fiscali del 2022, stando agli ultimi dati comunicati dall’esecutivo, dovrebbero essersi attestate a 71.140 miliardi di yen. Le maggiori entrate rispetto a quanto previsto saranno destinate a coprire gli enormi costi delle spese belliche. Le entrate fiscali sono state superiori del 6,1% rispetto al 2021.
Nelle politiche monetarie, lo scorso cinque luglio, il numero due della Banca del Giappone, Shinichi Uchida, ha dichiarato che le politiche monetarie nipponiche non cambieranno, almeno per il momento, dato che il raggiungimento di un tasso d’inflazione stabile al 2% sarebbe ancora lontano.
Sul lavoro, dati raccolti da Rengo, la maggiore confederazione sindacale del Paese, hanno mostrato che – per la prima volta da 29 anni a questa parte – le aziende hanno offerto – nell’ambito dei rinnovi contrattuali che si svolgono di norma ogni primavera – aumenti superiori al 3%: per la precisione il 3,58%.
Diverse tra le maggiori aziende, tra esse Toyota e Honda, hanno accolto del tutto le richieste provenienti dai sindacati. Gli aumenti salariali sono stati comunque divorati dall’aumento dell’inflazione che ha fatto sì che gli stipendi rimanessero invariati, quando è andata bene, in termini di potere d’acquisto.
I dati di Rengo sono stati parzialmente confermati da un rapporto del Ministero del Lavoro che ha mostrato come gli stipendi di maggio 2023 siano stati, in termini reali, dell’1,2% inferiori rispetto allo stesso mese del 2022. In valori assoluti, la media salariale nazionale per tutte le categorie è stata di 283.868 yen e cioè il 2,5% in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia, l’inflazione al 3,8% ha fato sì che gli aumenti non si siano tradotti in maggiori capacità d’acquisto.
Lo scorso venerdì, invece, si è tenuta un’assemblea della Federazione nazionale dei sindacati dei lavoratori dell’edilizia alla quale ha partecipato il parlamentare ed ex Presidente del Partito Costituzionale Democratico, Yukio Edano. Il deputato ha affermato che il governo non sta facendo abbastanza per contenere l’aumento del prezzo dei materiali da costruzione e sottolineato come nonostante l’ormai cronica carenza di manodopera nel settore delle costruzioni, i salari di quanti lavorano in questo campo non crescono.
A Sapporo, è invece intervenuto all’assemblea nazionale della Federazione dei lavoratori dei trasporti, il leader del PCD, Izumi, il quale ha riconosciuto che nonostante alcuni interventi legislativi, come la riduzione degli straordinari possibili, i lavoratori del settore sono sottorappresentati politicamente.
Nell’elettronica, la società finanziaria SBI Holdings ha comunicato, mercoledì scorso, l’intenzione di creare con la taiwanese Powerchip Semiconductor Manufactoring, una joint venture e di aprire nell’Arcipelago una fabbrica per la costruzione di chip. Quasi certo che, come accaduto per altre imprese, anche questa nuova società finirà per ricevere sussidi ed agevolazioni pubbliche nell’ambito della strategia dell’esecutivo giapponese volta a far diventare il Sol Levante uno – se non il primo – produttore al mondo di questi componenti.
In campo farmaceutico, l’Amministrazione per gli Alimenti ed i Farmaci degli Stati Uniti ha dato il via libera, giovedì scorso, ad un farmaco per il contrasto dell’Alzheimer sviluppato dalla nipponica Eisai insieme alla statunitense Biogen.
Nella ristorazione, il maggior sindacato operante nei grandi magazzini Sogo & Seibu – cui aderisce l’80% dei dipendenti – sta tentando lanciare uno sciopero circa i piani dell’azienda di cessione dell’attività. Il colosso giapponese della vendita al dettaglio Seven & i Holdings Co., che possiede Sogo & Seibu Co., ha siglato un contratto nel novembre 2022 per vendere il settore legato ai grandi magazzini al fondo di investimento statunitense Fortress Investment Group LLC. Il valore di vendita è stimato a circa 200 miliardi di yen (circa 1,4 miliardi di dollari) e la vendita del ramo d’azienda era prevista per febbraio di quest’anno. Secondo il sindacato, l’operatore dei grandi magazzini Seibu & Sogo non ha fornito una spiegazione dettagliata sull’assunzione del personale e sulla continuazione dell’attività in relazione alla vendita, mentre Seven & i Holdings ha affermato di avere un “obbligo di riservatezza”.
Nell’edilizia, il costo medio dei suoli è cresciuto – nel 2023 – dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Su 47 Prefetture, 25 hanno visto, nel 2022, un aumento dei prezzi dei suoli. Gli aumenti più forti si son registrati ad Hokkaido, con il 6,8%, seguita da Fukuoka con il 4,5%, da Miyagij (4,4%) e da Tokyo ed Osaka (rispettivamente il 3,2 e l’1,4%). I prezzi sono calati in 20 Prefetture tra le quali Wakayama (-1,2%), Fukui (-1%) ed Ehime (-0,9%).
Sempre in questo campo, Mori Buildings ha comunicato, lo scorso lunedì di aver terminato il grattacielo da 330 metri Azabudai Hills Mori JP Tower. Il nuovo edificio, che avrà 64 piani in altezza e 5 sotto la superficie, ha visto la luce nel municipio di Minato. L’edificio ospiterà alcune strutture dell’università Kaio nonché scuole d’inglese e sedi di aziende.
Chiudendo con i trasporti, due nuove rotte tra l’aeroporto di Tokyo Narita e le Filippine sono state aperte nella settimana appena conclusasi. Una delle rotte è stata aperta da Zipair, società del gruppo Japan Airlines, mentre l’altra sarà gestita da AirAsia Philippines.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; tass.com; sbigroup.co.jp; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.