Iniziamo questa Pillola con i diritti civili: il Partito Costituzionale Democratico ha presentato, lunedì scorso, una proposta di legge per il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
La proposta, stante le dichiarazioni del premier in apertura dei lavori della Dieta, non sembra avere speranze di dialogo con la maggioranza.
L’otto marzo, il leader della forza progressista, Kenta Izumi, ha anche ribadito l’impegno del proprio partito ad arrivare ad una legge che consenta la scelta del cognome selettivo per le coppie sposate.
Nelle aule dei tribunali, la Corte Suprema sta esaminando un caso – su istanza di privati cittadini ricorrenti – circa la necessità o meno d’intervento chirurgico per poter ottenere il cambio legale del sesso. Il caso va avanti dal 2019 quando un cittadino ha chiesto di poter essere riconosciuto come donna nonostante non abbia completato l’intervento.
La legge in materia, entrata in vigore nel 2004, prevede che una persona alla quale sia riconosciuta disforia di genere da un medico: debba essere maggiorenne, non essere sposato, non avere figli minori, aver rimosso la propria capacità riproduttiva ed aver subito un’operazione che faccia apparire l’apparato genitale secondo il nuovo sesso che sarà attribuito. Al dicembre del 2021, circa 11.000 giapponesi hanno cambiato sesso.
Negli scandali che colpiscono in maniera regolare la maggioranza, martedì scorso, il Ministero degli Interni e Comunicazioni ha riconosciuto che dei documenti mostrati dal parlamentare del Partito Costituzionale Democratico Hiroyuki Konishi e che mostrerebbero una pressione del governo – esercitata tra il 2014 ed il 2015 – sulle mittenti televisive, sono stati prodotti dal dicastero stesso. “Confermiamo che tutti (i contenuti mostra da Konishi ndr) erano documenti amministrativi del Ministero delle Comunicazioni” ha affermato il ministro attualmente in carica, Takeaki Matsumoto.
Nonostante l’ammissione del Ministero, Sanae Takaichi, ministra all’epoca dei fatti, ha continuato a metterne in dubbio l’autenticità e non ha quindi intenzione di dimettersi come dichiarato due settimane fa qualora fosse emersa la genuinità del documento. Secondo la politica conservatrice, la parte del documento circa le sue valutazioni sono state “prodotte”.
“Se i documenti amministrativi diventano completamente inaffidabili né noi né l’opinione pubblica potremo aver fiducia. Pertanto vorrei che il governo chiarisse su questo punto” ha affermato Izumi.
Il rapporto, lungo 78 pagine, suggeriva all’esecutivo la necessità di cambiare l’interpretazione del concetto di “equità politica” inserito nella norma che regola la diffusione televisiva.
Intervenendo sulla questione, il Segretario del PCG, Akira Koike, ha mostrato preoccupazione per il tentativo di cambiare l’interpretazione della norma che valuta l’equità assicurata da una televisione sul totale del palinsesto e non su singoli programmi (come suggerito dal documento) e chiesto le dimissioni di Takaichi.
Il sette marzo, si è invece tenuta la quarantaduesima sessione di audizioni parlamentari di persone che hanno denunciato di essere vittime dell’ex Chiesa dell’Unificazione e di altre realtà religiose presenti nell’Arcipelago. L’avvocato Abe, membro di una equipe di avvocati che opera nel settore, ha sottolineato le difficoltà, presenti anche nell’attuale normativa, circa la reperibilità dei registri dei donatori che rimarrebbero custoditi dalle stesse chiese.
Tra le persone che hanno partecipato all’audizione vi è stato anche un ex Testimone di Geova che ha denunciato l’ostracismo praticato dal culto verso coloro che sono ritenuti apostati.
Nell’opposizione, lo youtuber diventato senatore Yoshikazu Higashitani (noto con lo pseudonimo di GaaSyy), rischia la decadenza dal ruolo qualora non dovesse, come gli è stato ordinato dalla commissione disciplinaria della Camera alta, scusarsi per la prolungata assenza. Higashitani, infatti, è stato eletto la scorsa estate ma non ha mai partecipato a nessuna seduta dato che risiede negli Emirati Arabi Uniti e non ha intenzione di tornare nel Sol Levante per paura di essere arrestato per questioni non connesse all’attività politica.
Il 7 marzo, dalla Turchia dove si trovava, il politico ha confermato di non voler tornare in Giappone e di non voler siglare una lettera di scuse.
Il Presidente della forza politica che ha eletto Higashitani – il Partito per Proteggere il Popolo dall’NHK – Takashi Tachibana, ha annunciato, mercoledì, di dimettersi dal proprio incarico. Tachibana ha comunque chiamato “idioti” i senatori che hanno votato per il provvedimento disciplinario (tutti tranne il rappresentante dell’PPPNHK) e affermato di “non pensare affatto che (Higashitani ndr) abbia causato alcun problema”.
Nell’immigrazione, il sei marzo, intervenendo in Camera dei Consiglieri, il senatore del PCD Ishikawa ha chiesto una nuova indagine sulla morte di Wishma Sandamali, la donna srilankese morta, nel marzo del 2021, nel centro di detenzione per immigrati irregolari di Nagoya. Secondo gli avvocati della famiglia, a determinare la morte è stata l’omissione di soccorso del personale della struttura.
Frattanto, l’esecutivo ha approvato il disegno di legge di riforma sul tema. Tra le novità che saranno più discusse vi è la deportazione per persone che hanno provato più volte ad ottenere lo status di rifugiato dopo il secondo diniego nonostante una terza domanda pendente. Di una proposta che viola i diritti umani ha parlato la deputata Motomura del PCG.
Martedì, il governo ha anche approvato un disegno di legge per l’estensione dell’uso della tessera “My number” (una sorta di codice fiscale) per scopi ulteriori a quelli attuali. La tessera, contestata dalle opposizioni per i rischi connessi a violazioni della riservatezza dei dati personali, è stata oggetto di una costosissima campagna di promozione mediante la concessione di bonus ma, nonostante ciò, è stata scarsamente sottoscritta. Entro il 2024, il governo prevede di mandare in pensione la tessera per l’assicurazione sanitaria pubblica e sostituirla proprio con “My number”.
Giovedì, con una propria sentenza, la Corte Suprema ha rigettato un ricorso che le era giunto e dichiarato la costituzionalità della richiesta dell’obbligo della tessera ritenendo che le preoccupazioni per la riservatezza dei dati personali mostrate dai ricorrenti non pongono in dubbio la legittimità della richiesta da parte di un ente pubblico.
Una manifestazione contro la tessera – promossa dal sindacato Zenroren e da alcune associazioni di medici – si tenuta a Tokyo il 10 marzo
L’11 marzo si è intanto celebrato il dodicesimo anniversario della Grande Catastrofe del Giappone Orientale. Il terremoto e lo tsunami conseguente hanno prodotto quasi 16.000 morti. Al novembre del 2022 erano ancora 31,000 le persone evacuate all’epoca e che non sono potute tornare alle loro case. Messaggi di commiato sono stati inviati da tutti i leader politici dell’Arcipelago.Frattanto, il 30% delle aree residenziali delle tre Prefetture maggiormente colpite dallo tsunami del 2011 – Fukushima, Iwate e Miyagi – si trovano, stando ad una ricerca condotta dall’agenzia di stampa Kyodo, a rischio alluvione.
Sui 37 comuni interessati dal progetto di ricollocazione delle abitazioni in aree più interne, in 26 hanno aderito ma in 21 casi (per 83 distretti complessivi), le nuove case sono situate in zone alluvionabili (in 10 distretti con un rischio elevato).
Sempre in questo campo, i costi di sicurezza necessari alla riattivazione delle centrali atomiche sostenuti dalle 11 maggiori aziende del settore sono stati pari a 6.090 miliardi di yen. I costi reali sarebbero ancora maggiori dato che alcune aziende non hanno incluso nel computo quello necessario all’adeguamento per le misure anti-terrorismo.
Sempre nella sanità, ad Osaka, la consigliera prefettizia del PCG Tae Ishikawa è intervenuta in assemblea per chiedere alla giunta, guidata dall’ultradestra di Nippon Ishin no Kai, di rivedere il piano di unificazione, previsto per il 2024, della quota per l’assicurazione sanitaria tra i vari comuni nonché il loro aumento. Attualmente si è giunti a circa il 17% del reddito.
Per quanto concerne la pandemia, circa il 10% delle persone che hanno contratto la COVID-19 dalla variante omicron, stando ad una ricerca condotta dall’Ospedale Universitario di Yokohama su 70.000 pazienti, soffrono di fenomeni di affaticamento pur essendo guariti dal virus.
In ambito sociale, il 7 marzo, quattro associazioni che si battono per la tutela dell’infanzia, hanno incontrato diversi parlamentari del Partito Comunista per chiedere il raddoppio della spesa per questo comparto.
I deputati del PCD hanno invece incontrato degli esperti del settore del trasporti per fare il punto sullo stato dell’arte del settore. Secondo Seitaka Jiwaki, uno degli esperti sentiti, l’attuale livello di finanziamento delle ferrovie locali è troppo piccolo se comparato con quello della Germania.
Nell’istruzione, la senatrice Chikage Koga del PCD ha discusso in Camera dei Consiglieri circa le condizioni di lavoro degli insegnanti. Per la senatrice, il 54% dei docenti non effettua la pausa pranzo ed il numero di ore di straordinario è eccessivo.
Nell’energia, la senatrice del Partito Comunista Tomo Iwabuchi ha sollevato, in sede di commissione Economia e Commercio della Camera alta, il fatto che KEPCO, nell’arco di sette anni a partire dal 2016, avrebbe consultato illegittimamente i dati di 760.000 utenti. Per ragioni legate alla concorrenza, la legge nipponica vieta alle aziende produttrici di poter consultare i dati posseduti dalle aziende di distribuzione qualora le due entità non coincidano.
Sul nucleare, l’ambasciatore ucraino a Tokyo, Sergej Korsunskij, ha comunicato l’appoggio del proprio governo al piano che prevede il rilascio in mare dell’acqua contaminata da radiazioni ed attualmente stoccata all’interno dell’ex impianto di Fukushima. Il piano è avversato da Cina e Russia mentre ha l’appoggio dei Paesi che aderiscono alla NATO.
In politica estera, in previsione del prossimo G7 che si terrà ad Hiroshima, l’ex sindaco della città vittima del bombardamento atomico statunitense, Tadatoshi Akiba, ha fatto appello affinché le sette nazioni proclamino una politica di astensione dal primo uso delle armi nucleari.
Nihon Hidankyo, la Confederazione delle Associazioni delle Vittime delle Bombe A ed H, ha annunciato, in settimana scorsa, la raccolta di 1.098.810 firme in calce ad una petizione per chiedere l’adesione del Sol Levante al trattato ONU per l’abolizione totale delle armi nucleari. A consegnare le firme sono stati il professor Terumi Tanaka, uno dei protagonisti della lotta contro le armi atomiche, ed altri 17 superstiti dei bombardamenti.
Nei rapporti con la Corea del Sud, la presidenza di quel Paese, ha annunciato – dopo mesi di trattative sotterranee tra diplomatici, un piano per risarcire gli ex lavoratori forzati sfruttati da aziende giapponesi mediante fondi – raccolti tra privati – e non mediante la confisca, decisa dalla magistratura sudcoreana, degli asset posseduti in RdC da quelle aziende.
Ad annunciare il piano è stato, lo scorso sei marzo, il ministro degli Esteri di Seul Park Ji. La mossa è stata salutata con entusiasmo dal premier giapponese che ha promesso la stesura di una dichiarazione di riconoscimento e condanna del fenomeno.
Nella Penisola, tuttavia, vi sono state diverse manifestazioni – che hanno visto la partecipazione della Confederazione Coreana dei Sindacati (che ha definito la decisione “il più grande disastro diplomatico dalla fondazione della nazione”) e di diverse associazioni per la memoria storica – contro una mossa che è motivata dalla realpolitik e dalla necessità di rafforzare in funzione anti-russa ed anti-cinese i rapporti tra le due nazioni vicine.
A confermare questa interpretazione è stato il Portavoce della Presidenza sudcoreana, Lee Do-woon, che – citando Yoon – ha parlato della necessità, espressa dal massimo rappresentante della RdC, di “muoversi verso relazioni orientate al futuro” con il Giappone.
Soddisfazione è stata espressa, da Washington, da Joe Biden che, mediante un comunicato, ha ribadito “l’appoggio ai leader di Giappone e Repubblica di Corea affinché facciano passi che traducano questa nuova comprensione in un processo di lunga durata”.
Per Park, il “bicchiere è mezzo pieno”, nonostante le aziende coinvolte non saranno chiamate a sborsare un won (o uno yen) mentre il governo si troverà ad affrontare una complessa questione legale che coinvolge l’indipendenza della magistratura e l’autonomia dei diversi poteri dello Stato.
Critica anche l’opposizione parlamentare che, con il Partito Democratico, ha definito il futuro accordo “la più grande umiliazione nella storia diplomatica” della RdC.
“Il governo Yoon sembra abbia scelto la strada del tradimento alla giustizia storica” ha affermato il numero uno del PD, Lee Jae-myung.
“Il governo coreano sta, di fatto, provvedendo l’immunità alle aziende giapponesi” hanno affermato, nel corso di una conferenza stampa, gli avvocati delle 15 vittime.
Le due aziende maggiormente coinvolte, Nippon Steel e Mitsubishi Heavy Industries, si sono limitate a dirsi d’accordo con la decisione del governo giapponese.
Lo stesso giorno della controversa decisione, il governo sudcoreano ha deciso di fermare la propria azione, avviata in sede dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, contro il Giappone per la decisione, risalente al 2019, di inserire la RdC in una lista di Paesi per i quali gli esportatori di materiali considerati strategici (specialmente in ambito tecnologico) dovevano richiedere un’autorizzazione al dicastero competente prima di poter avviare le consegne: una mossa che solitamente viene limitata ai Paesi ostili. I competenti dicastero coreano e giapponese hanno affermato di voler avviare negoziati per trovare una soluzione.
Sull’aumento della tensione intorno allo Stretto di Taiwan, il parlamentare del PCG Akamine ha invitato, in sede di commissione Sicurezza della Camera dei Rappresentanti, ha invitato il governo giapponese a non cooperare con i tentativi da parte statunitense di far crescere la tensione e quello statunitense a smettere di coinvolgere il Giappone nei progetti anti-cinesi degli USA.
Anche alla luce della precedente occupazione coloniale “non possiamo consentire il coinvolgimento militare nella questione di Taiwan” ha sottolineato il deputato.
In ambito militare, una manifestazione, promossa da cittadini e forze politiche dell’opposizione, si è tenuta ad Ishigaki (Okinawa) contro la realizzazione di una nuova base militare, l’ennesima, nella Prefettura. Questa volta, ad essere costruita dovrebbe essere una base delle forze di terra delle FA.
In settimana, il Governatore della Prefettura, il progressista Denny Tamaki, si è recato negli Stati Uniti per incontrare funzionari dei dicasteri di Esteri e Difesa di quel Paese e ribadire l’opposizione della gente di Okinawa alle servitù militari imposte dagli USA.
Tamaki ha anche posto – anche mediante l’incontro con alcuni parlamentari USA – la questione dell’inquinamento da PFAS prodotto dall’esercito nordamericano a causa dello smaltimento non corretto di alcune categorie di rifiuti ed ha ottenuto un generico impegno da parte statunitense ad affrontare il tema.
Frattanto, secondo un sondaggio curato dall’esecutivo su 3.000 maggiorenni (53,4% i rispondenti), l’86,2% ha manifestato la preoccupazione che il Sol Levante possa essere coinvolto in una guerra. Nel 2018 la percentuale era dell’85,5%. Il 53% (contro il 60,1% della precedente rilevazione) è soddisfatto delle capacità delle Forze di Autodifesa, il 41,5% crede che il livello debba essere migliorato (contro il 29,1%) mentre il 3,6% (contro il 4,5%) ritiene che le FA andrebbero ridimensionate. Tra i Paesi che suscitano maggiore preoccupazione vi sono la Corea del Nord seguita Cina e Russia.
Noriko Ishigaki, intervenendo in Camera dei Consiglieri il 9 marzo, ha sottolineato come l’aumento delle spese militari da parte del Giappone può portare ad un aumento della tensione USA-Cina e quindi ad un clima che, lungi dal ridurre i rischi per l’Arcipelago, potrebbe minare la sicurezza del Paese ed esporlo a rischi difficilmente calcolabili.
Martedì, intanto, il dicastero della Difesa degli Stati Uniti, ha approvato la vendita – potenziale – di un ulteriore lotto di velivoli E-2D al Giappone.
In chiusura di settimana, il deputato comunista Keiji Kokuta ha ripescato una vecchia risposta – risalente al 1984 – ad una interrogazione rilasciata da Shintato Yamashita, all’epoca vicedirettore generale del dicastero degli Esteri, nella quale il funzionario chiariva che l’acquisto di missili Tomahawk non era per il Giappone possibile dato che essi sono armi chiaramente offensive. Il Sol Levante prevede oggi di acquistare circa 400 missili.
In economia, un sondaggio realizzato da Teikoku Databank su circa 1.000 aziende mostra come il 39,6% di esse voglia un cambiamento delle politiche di allentamento monetario praticate dalla Banca del Giappone mentre il 36,4% ha espresso invece l’auspicio che esse proseguano.
A gennaio, il Sol Levante, ha intanto registrato un disavanzo delle partite correnti pari a 1.980 miliardi. A determinare il dato, diffuso dal dicastero delle Finanze mercoledì e record da quando vengono raccolti questi dati, è stata, in larga misura, la crescita del costo delle importazioni di greggio e gas.
Per il mese in esame, le importazioni sono cresciute del 22,3% (10.000 miliardi di yen) e le esportazioni del 3,4% (6.820 miliardi).
Cresciuto l’avanzo primario (2.290 miliardi) e diminuito, rispetto a gennaio 2022, il deficit nella bilancia commerciale grazie ad un surplus portato dal comparto viaggi (117,9 miliardi).
Il PIL annualizzato del Sol Levante per il periodo ottobre-dicembre 2022 è intanto cresciuto dello 0,1% contro lo 0,6% del precedente periodo. A determinare il dato è stato un calo della domanda interna.
Calata, a gennaio, la spesa media delle famiglie: – 0,3% in meno rispetto allo stesso mese del 2022. In termini assoluti, la spesa, per quel mese, dei nuclei di due o più componenti è stata pari a 301.646 yen. Il dato è comunque migliore di quello dei due mesi precedenti (-1,2 e -1,3%) a causa dell’aumento delle somme destinate dai nipponici per attività ricreative mentre sono calate le spese per alimenti da consumare a casa.
Giovedì, intanto, la Camera dei Rappresentanti – senza alcuna sorpresa – ha approvato la nomina di Kazuo Ueda quale successore di Haruhiko Kuroda alla guida della Banca Centrale del Giappone. Approvata contestualmente anche la nomina dei due vicegovernatori proposti dall’esecutivo: Ryozo Himino (già commissario dell’Agenzia per i Servizi Finanziari) e Shinichi Uchida (attualmente direttore esecutivo della BOJ). Venerdì, anche la Camera dei Consiglieri ha dato l’ok alla nomina dei tre funzionari.Ueda, a lungo docente universitario, ha già chiarito che intende proseguire le politiche di allentamento monetario inaugurate da Kuroda nel 2013 e volte ad ottenere un tasso stabile d’inflazione del 2%. Il tasso è stato ampiamente superato ma, secondo la guida passata e futura della Banca, non in maniera stabile.
Sul presunto mancato raggiungimento dell’obiettivo, Kuroda, accomiatandosi dalla guida dell’ente, ha espresso il proprio dispiacere. Nell’ultima riunione del tavolo direttivo dell’istituto sono rimaste invariate le politiche di allentamento decise nel vertice precedente.
In campo salariale, secondo una ricerca condotta dal quotidiano Mainichi su dati governativi (1.129 le aziende interessate) ha mostrato come soltanto il 2% di esse pagano le donne più degli uomini. Nello stesso campione, il salario delle lavoratrici era in media pari al 76% di quello dei lavoratori.
Una legge prevede che le aziende con più di 301 dipendenti comunichino i dati disaggregati sui salari al Ministero del Lavoro per la loro pubblicazione sul sito dell’ente.
Sempre in questo campo, al fine di chiedere aumenti salariali, una serie di scioperi sono stati indetti, a partire dal 9 marzo, dal Sindacato Nazionale dei Lavoratori Medici che rappresenta gli operatori del Sistema Sanitario Nazionale.
Nei trasporti, la Corte Distrettuale di Tokyo ha sentenziato, il 28 febbraio, la libertà tariffaria per le aziende del settore che operano nella Prefettura consentendo a quelle che vogliono di non applicare gli aumenti tariffari decisi dall’esecutivo.
In agricoltura, il deputato del PCG Takaaki Tamura, intervenendo nella commissione competente della Camera dei Rappresentanti, ha nuovamente sollevato la questione della grave crisi che sta vivendo il settore lattiero-caseario. Secondo un sondaggio condotto dall’Associazione dei produttori su 107 aziende produttrici, tutte hanno dichiarato perdite ed il 27% che avrebbe chiuso. Nonostante alcuni sussidi pubblici, l’impennata dei prezzi dei fertilizzanti e del carburante nonché la concorrenza prodotta dall’apertura del mercato nipponico alle importazioni dai Paesi del RCEP sta mettendo in ginocchio molte realtà produttrici.
Nella distribuzione Seven & i Holdings, la società proprietaria del marchi Seven-Eleven, ha comunicato, giovedì scorso, che i supermercati Ito-Yokado chiuderanno, entro il 2026, 33 punti vendita operanti nell’abbigliamento. La società prevede di terminare la vendita di abbigliamento proprio ma proseguirà quella di marchi terzi.
Nell’auto, venerdì scorso, il numero uno di Mitsubishi Motors, Takao Kato, ha annunciato che, entro il 2035, l’azienda da lui guidata prevede di vendere unicamente veicoli a trazione elettrica. Al fine di raggiungere l’obiettivo, la casa automobilistica prevede di investire oltre 1.400 miliardi di yen da qui al 2030.
Chiudendo con lo spazio, il 7 marzo, il vettore H3 prodotto da Mitsubishi Heavy Industries per l’Agenzia per l’Esplorazione Aerospaziale del Giappone, ha fallito il lancio, distruggendosi dopo 14 minuti dalla partenza dal cosmodromo di Tanegashima. Il vettore trasportava il satellite Daichi 3.
(con informazioni di whitehouse.gov; dsca.mil; yna.co.kr; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.