Dopo che il 6 agosto si è commemorato il 77° anniversario del bombardamento atomico su Hiroshima, il 9 si è fatto lo stesso nella seconda città martirizzata dagli Stati Uniti: Nagasaki.
“In questo giorno, quattro anni fa, ho avuto il privilegio di visitare il sacro suolo della vostra città – si legge nel messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres –. Sono stato colpito dalla devastazione causata da una singola arma di distruzione di massa. Mi è stato ricordato, con forza, che questo non può mai accadere di nuovo. Sono stato ispirato dal coraggio degli hibakusha, i quali continuano la loro coraggiosa battaglia, nonostante le loro perdite inimmaginabili. Il loro messaggio di pace e di disarmo nucleare è potente ed attuale come sempre. Mi impegno a fare tutto ciò che è in mio potere per assicurarmi che esso continui ad essere ovunque ascoltato. L’uso di armi nucleari contro Hiroshima e Nagasaki ha causato una catastrofe umanitaria unica nella storia. Ha annunciato l’alba di una nuova era nella quale l’umanità potrebbe condurre sé stessa alla propria estinzione. […] Ancora una volta, sentiamo false affermazioni secondo cui le armi nucleari forniscono sicurezza. La vera sicurezza non può mai essere raggiunta attraverso le armi nucleari. Essa si ottiene attraverso il dialogo, la negoziazione, il rispetto reciproco e l’impegno per il diritto internazionale. Vera sicurezza significa porre fine alla minaccia nucleare, attraverso un mondo libero da armi nucleari. Molti Stati hanno dimostrato il loro sostegno al disarmo nucleare, firmando e ratificando il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Ma come comunità internazionale, dobbiamo rafforzare il tabù contro l’uso di armi nucleari; abbassarne il numero globale ed adottare misure urgenti volte a ridurre il rischio di una catastrofe nucleare. Il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari è il fondamento del disarmo nucleare” ha proseguito il numero uno delle Nazioni Unite.
“La prima volta che la Conferenza mondiale contro le bombe A e H, che mira all’abolizione delle armi nucleari, si è tenuta qui a Nagasaki, è stato nell’anno 1956, undici anni dopo la bomba atomica che ha causato la morte ed il ferimento di 150.000 persone è stata lanciata sulla città. Una volta che Chieko Watanabe, una degli hibakusha, entrò nella, ci fu una pioggia di flash delle macchine fotografiche. Questo perché la signora Watanabe era stata portata tra le braccia di sua madre. Fu esposta al bombardamento atomico in una fabbrica dove, a 16 anni, aveva lavorato come studentessa mobilitata e rimase paralizzata dalla vita in giù dopo essere stata schiacciata da delle travi metalliche crollate. Al suo arrivo, si udirono voci di quelli riuniti che dicevano: smettetela di fotografare! Non è un pezzo da esposizione! La sala cadde in uno stato di commozione. Dopo aver raggiunto il podio, la signora Watanabe ha detto con voce chiara: persone del mondo, scattate fotografie e poi assicuratevi che a nessuno come me sia fatto di nuovo questo. Leader degli Stati nucleari, potete sentire il grido della sua anima in queste parole? Un grido che chiede con tutto il cuore e l’anima che: non importa per cosa, le armi nucleari non devono essere usate!” si legge nel discorso pronunciato dal sindaco di Nagasaki, Tomihisa Taue.
Il sindaco ha poi proseguito ricordando che “l’uso delle armi nucleari non è una paura infondata ma una tangibile e attuale” e che vi sono rischi del loro uso “a causa di errate scelte umane, malfunzionamenti meccanici o atti di terrorismo”.
“Quest’anno si tengono due importanti incontri per l’abolizione delle armi nucleari. In giugno, alla prima riunione degli Stati aderenti al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, tenutasi a Vienna, si è svolto un dibattito franco e sobrio che ha incluso nazioni osservatrici con una posizione di opposizione al trattato, e sono stati adottati sia il progetto di dichiarazione, che esprime la forte volontà di raggiungere un mondo libero dalle armi nucleari, sia un piano d’azione specifico. […] Attualmente, la Conferenza di revisione del Trattato sulla non proliferazione si sta svolgendo presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Negli ultimi 50 anni il TNP, in quanto trattato che impedisce l’aumento del numero di Stati nucleari e promuove il disarmo nucleare, ha suscitato grandi speranze. Tuttavia, il Trattato e le decisioni prese durante le riunioni non sono state messe in pratica e la fiducia in esso stesso è diventata scarsa.Gli Stati nucleari hanno una responsabilità particolare a causa del TNP. È necessario superare la natura polarizzante del conflitto in Ucraina, riaffermare le promesse fatte nel TNP e mostrare un processo concreto per la riduzione delle armi nucleari. Faccio appello al Governo del Giappone e ai membri della Dieta: come nazione con una Costituzione che rinuncia alla guerra, il Giappone deve esercitare la guida nel perseguire la diplomazia della pace all’interno della società internazionale, specialmente durante i periodi di pace. Come nazione che possiede i Tre Principi di astensione dal nucleare, invece di muoversi verso la condivisione nucleare o altre forme di dipendenza dalle armi nucleari, dovrebbe aprire la strada e progredire in direzione della non dipendenza dal nucleare promuovendo la discussione sul concetto dell’Asia nordorientale come zona libera dalle armi atomiche. Inoltre, come unica nazione ad aver subito bombardamenti atomici in tempo di guerra, chiedo al governo del Giappone di firmare e ratificare il trattato per il bando delle armi nucleri e di diventare una molla nel raggiungimento di un mondo libero da armi nucleari” ha proseguito Taue.
Il mantenimento dell’attuale Costituzione pacifista, l’invito a firmare il trattato per il bando totale delle armi nucleari e la richiesta di non rinunciare ai tre principi di astensione sono stati al centro anche del breve messaggio letto da Takashi Miyata in rappresentanza delle associazioni degli hibaskusha.
I temi del discorso di Taue e di Miyata sono stati presenti anche nel discorso pronunciato dal leader del PCD, Kenta Izumi, il quale ha ribadito che il Giappone dovrebbe sottoscrivere il trattato per il bando totale delle armi atomiche e rigettare ogni suggestione a rinunciare ai tre principi di astensione dal nucleare condividendo l’arsenale nucleare statunitense.
Oltre 4.000 sono stati i partecipanti dell’annuale conferenza contro bombe A ed H. Al centro dei lavori dell’assise, rappresentante le realtà politiche e civiche che nel mondo si battono contro le armi nucleari, il trattato ONU per il bando totale delle armi atomiche.
In politica interna, il consiglio per l’istruzione di Tokyo ha inviato gli istituiti scolastici ad esporre le bandiere a mezz’asta in occasione del funerale a porte chiuse (e svoltosi in forma privata) di Shinzo Abe. La decisione appare in contrasto con la Legge Base sull’Istruzione che richiede l’assoluta neutralità degli istituti scolastici.
Sempre nel campo dell’istruzione, l’Istituto Edochiano di Tecnologia e l’Università Medica e Dentale di Tokyo hanno annunciato, martedì scorso, la volontà di fondersi. Un primo accordo è stato firmato dai due presidenti ma, stando al comunicato, “saranno necessarie ulteriori discussioni”.
Ad Okinawa, il PCD ha annunciato ufficialmente, il 10 agosto l’appoggio al Governatore uscente e ricandidato Denny Tamaki. Il Governatore ha intanto reso nota una nuova causa amministrativa per chiedere la cancellazione dell’atto annullante il diniego della Prefettura a che il Ministero della Difesa cambiasse parte del piano dei lavori. Oltre che nelle piazze, infatti, molta della battaglia per evitare la ricollocazione della base di Ginowan a Nago si gioca sul fronte del diritto amministrativo.
Nel governo, come confermato dal premier una decina di giorni prima, il 10 agosto è stato effettuato il rimpasto tanto dell’esecutivo quanto – com’è tradizione – degli incarichi apicali nel PLD. Rimasti al loro posto Hirokazu Matsuno (alla Segreteria del Gabinetto), Yoshimasa Hayashi (agli Esteri) e Shunichi Suzuki (Finanze) nonché l’unico ministro del Nuovo Komeito, Tetsuo Saito (Infrastrutture).
Rimosso – ufficialmente per motivi di salute – dal Ministero della Difesa Nobuo Kishi il cui posto è stato preso da Yasukazu Hamada, già titolare dello stesso dicastero durante il governo Aso (tra il 2008 ed il 2009). Kishi è stato comunque nominato consigliere del premier per la Sicurezza Nazionale.
Al Ministero per la Sicurezza Economica è stata nominata Sanae Takaichi, fino al giorno precedente responsabile programma del PLD e due volte ministra degli Interni con Abe, la quale sostituisce Takayuki Kobayashi.
Alla Digitalizzazione, Taro Kono – attualmente responsabile stampa del PLD ma nel recente passato ministro degli Esteri e poi della Difesa (entrambi i posti occupati sotto Abe) nonché sfidante di Kishida alla presidenza del partito nel 2021 – rimpiazza Karen Makishima.
Cambio di peso anche al dicastero dell’Economia, Industria e Commercio ove Koichi Hagiuda (che passa al posto nel PLD occupato da Takaichi) viene sostituito da Yasutoshi Nishimura, fino al giorno precedente titolare della Rivitalizzazione Economica e delle contromisure per la pandemia.
Il posto lasciato libero da Nishimura è preso da Daishiro Yamagiwa che accorpa questa delega a quelle delle Politiche Economiche e Fiscali.
Katsunobu Kato torna al Ministero della Salute e del Lavoro ove era stato già ministro due volte (in due governi Abe) sostituendo Shigeyuki Goto.
Masanobu Ogura, ministro per la prima volta, assume la delega agli Interni e Comunicazioni rimpiazzando Yasushi Kaneko.
Alla Giustizia, Yasuhiro Hanashi, anch’egli membro del governo per la prima volta, prende il posto di Yoshihisa Furukawa.
Al Ministero dell’Istruzione e della Cultura (che comprende le deleghe precedentemente autonome di Sport, Scienza e Tecnologia), la deputata di lungo corso (ma mai ministra) Keiko Nagaoka sostituisce Shinsuke Suematsu.
Cambio anche al Ministero dell’Agricoltura, Risorse Forestali e Pesca ove il senatore (e già Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Consiglieri) Tetsuro Nomura prende il posto di Genjiro Kaneko.
All’Ambiente, Akihiro Nishimura (già vicesegretario del Gabinetto in un governo Abe) subentra a Tsuyoshi Yamaguchi.
Al Ministero per la Ricostruzione delle aree distrutte dallo tsunami del 2011 (cui è stata aggiunta la delega per Okinawa ed i Territori del Nord), Kosaburo Nishime viene sostituito da Kenya Akiba (deputato ed in passato, con Abe, consigliere del premier per il contrasto al calo demografico).
Alla guida della Commissione Nazionale di Pubblica Sicurezza (l’agenzia tecnico-politica che amministra la polizia), Koichi Tani (già viceministro per la Ricostruzione ed alle Infrastrutture e già coinvolto in un caso di finanziamento irregolare alla politica) rileva Satoshi Ninoyu.
Nella dirigenza del PLD confermati nei rispettivi incarichi Taro Aso (alla vicepresidenza) e Toshimitsu Motegi (alla Segreteria). Alla presidenza del consiglio generale è nominato Toshiaki Endo; al programma, come menzionato poco sopra, Koichi Hagiuda; all’ufficio elettorale Hiroshi Moriyama (già ministro dell’Agricoltura in un governo Abe).
Tanto Hagiuda quanto Kishi erano stati criticati, nelle scorse settimane, per alcuni rapporti intrattenuti con l’ex Chiesa dell’Unificazione. Inoltre Kato, Terada e Yamagiwa hanno effettuato donazioni (di modesta entità, equivalenti a poche centinaia di euro) a realtà legate alla religione fondata da Moon.
Sarebbe invece circa i 20 viceministri e sottosegretari del nuovo esecutivo che avrebbero avuto qualche legame con la chiesa.
“Indagare soltanto sui rapporti tra la Chiesa dell’Unificazione e membri del governo non significa rispondere pienamente al problema” ha commentato dal PCD Seiji Osaka.
Di un tentativo di “insabbiamento” ha parlato il leader dei costituzional-democratici Izumi lamentando la scarsa incisività del PLD nel troncare i legami con la confessione.
“I cambiamenti nelle persone non alternano la vera natura del governo Kishida” ha affermato Tomoko Tamura per il Partito Comunista. La posizione di Tamura è stata ribadita dal Segretario del PCG, Akira Koike, il quale ha anche ribadito la necessità di convocare una sessione straordinaria della Dieta per trattare le varie emergenze socio-economiche del Paese.
L’otto agosto, ammettendo finalmente l’esistenza di un problema che aveva negato, il Segretario del PLD Motegi ha comunicato che sarà chiesto a parlamentari e dirigenti del partito di chiarire i propri legami col culto e di interromperli.
Taro Kono, cui è stata affidata la delega alla tutela dei consumatori, ha promesso di creare un gruppo di lavoro volto a raccogliere segnalazioni da parte di cittadini vittime delle cosiddette “vendite spirituali”.
Il comitato d’indagine messo in piedi dal PCD ha chiesto intanto alla polizia ed all’agenzia per i consumatori i dati di eventuali frodi nonché degli arresti nei casi nei quali la confessione è coinvolta.
Il 12 agosto, la federazione del PCG di Nara ed il gruppo consiliare comunista del municipio di Adachi (Tokyo) hanno chiesto, rispettivamente, di non accettare il coinvolgimento in eventi organizzati dal culto e di rifiutare donazioni. Ad Adachi, secondo quanto riferito dal vicesindaco Kudo, la chiesa ha donato, negli ultimi due anni, 770.000 yen al municipio per interventi contro il coronavirus.
Il leader nipponico della Chiesa, Tomihiro Tanaka, ha tenuto, il 10 agosto, una conferenza stampa (anche se in realtà ha parlato per 50 minuti senza interruzioni o domande) dichiarando che la propria organizzazione è vittima di una “persecuzione religiosa”. Tanaka non ha negato i rapporti di varie associazioni prossime alla Chiesa con il PLD e della condivisa opposizione al comunismo.
Il leader religioso ha negato che il cambio legale del nome sia stata realizzato per nascondere qualcosa e affermato che, almeno dal 2009, ha dato istruzione per evitare di ricevere ingenti donazioni da singoli fedeli.
Giudizi positivi sul rimpasto sono stati espressi dal leader di Keidanren Tokura e dal numero uno della Camera di Industria e Commercio Mimura.
Oltre ai legami con la controversa chiesa fondata da Moon, puntuali come ogni anno, le visite di ministri e parlamentari al tempio Yasukuni, luogo ove vengono celebrati i morti per l’Imperatore e tra essi numerosi criminali di guerra, suscitano nuove polemiche.
A rendere omaggio ai caduti nelle guerre coloniali è stato, il 13 agosto, il neoministro all’Economia Nishimura.
Sui funerali di Stato per Shinzo Abe, l’opposizione progressista non ha intenzione di mollare. Parlamentari di PCD, PCG, Reiwa Shinsegumi, Tifone di Okinawa (la lista unitaria dell’opposizione della Prefettura) e Partito Socialdemocratico hanno audito Kenji Tominaga, il funzionario che sarà materialmente incaricato della cosa, chiedendogli conto della base giuridica sulla quale è possibile organizzare una commemorazione di Stato.
Di recente la Corte Distrettuale di Tokyo ha respinto una causa intentata da una cinquantina di cittadini sentenziando che i funerali di Stato “non obbligano i cittadini ad esprimere le condoglianze per il signor Abe o a tenere il lutto per lui”. Il 6 agosto si è costituito, con il medesimo obiettivo, un comitato comprendente 45 associazioni e diversi docenti universitari.
Una commemorazione pubblica dell’ex premier si è tenuta, venerdì, a Seul. Ad organizzare la cerimonia – durante la quale è stato trasmesso un videomessaggio dell’ex Presidente statunitense Trump – è stata Federazione per la Pace Universale, gruppo legato alla chiesa di Moon.
Sulle eventuali responsabilità da parte della polizia di Nara, il neopresidente della Commissione Nazionale di Pubblica Sicurezza, Koichi Tani, ha promesso che guiderà un’inchiesta volta ad accertare quali mancanze hanno permesso a Yamagami di avvicinarsi ad Abe e di colpirlo.
Nei tribunali, la sorella di Wishma Sandamali, la giovane morta per omissione di soccorso nel centro di espulsione per migranti di Nagoya, lo scorso lunedì, ha depositato una richiesta di revisione della decisione della Procura competente di non inquisire nessuno dei dipendenti del centro.
Per ciò che attiene alla pandemia, la capitale continua a registrare numeri piuttosto alti. La Prefettura Metropolitana ha infatti segnalato 17.884 contagi lunedì, 29.115 martedì, 34.243 mercoledì (oltre 250.000 casi a livello nazionale dei quali 23.730 ad Osaka e 18.862 ad Aichi), 31.247 giovedì (giorno nel quale la capitale ha superato i 2.500.000 contagi da inizio emergenza), 20.401 venerdì, 23.773 sabato.
Nei sette giorni precedenti al 10 agosto si è anche registrato un record di focolai: 1.486 dei quali quasi la metà nelle case di riposo.
Riemerge, nel contempo, lo scarso numero di test somministrato dalle autorità edochiane. Nonostante la Prefettura abbia fissato, a luglio, l’obiettivo di eseguire almeno 100.000 test al giorno, alla fine di quel mese la media si attestava intorno ai 33.000.
Il 5 agosto, la Prefettura Metropolitana ha aperto altri sei centri adibiti ai test PCR in altrettante stazioni ferroviarie e di autobus. Il 12 agosto, anche il neoministro dell’Agricoltura, Tetsuro Nomura, è risultato positivo.
In campo vaccinale, lunedì il governo ha dichiarato che per metà ottobre sarà disponibile un vaccino contro la variante omicron che sarà somministrato a coloro che hanno ricevuto due dosi del precedente vaccino. Attualmente sono in fase di valutazione due vaccini: uno di Pfizer ed uno di Moderna.
Risposte chiare al governo su come sta affrontando la pandemia sono state chieste da Akira Nagatsuma, responsabile delle contromisure per il PCD, il quale ha anche sollevato il caso di un uomo di ottant’anni che è morto dopo che per dieci ore la famiglia ha cercato un posto letto disponibile nonostante il tasso di occupazione dei posti letto covid nella capitale fosse, al momento dei fatti, di circa il 50%. Il deputato dell’opposizione si è anche lamentato per il fatto che non si sia ancora resa una decisione sulla somministrazione della quarta dose per i lavoratori della scuola.
In settimana, quattro associazioni medici, hanno sottoscritto una dichiarazione chiedendo una migliore organizzazione dell’uso delle ambulanze.
La pandemia ha avuto anche un consistente effetto demografico. Secondo una ricerca – condotta da Asako Chiba della Fondazione Edochiana di Ricerca Politica e Taisuke Nakata, professore associato dell’Università di Tokyo – tra il 2020 e la fine del 2022, il numero di mancati matrimoni dovrebbe aggirarsi intorno ai 150.000.
Nel 2020, primo anno della pandemia, nell’Arcipelago sono stati celebrati 526.000 matrimoni (50.000 in meno di quelli ragionevolmente stimati) e 501.000 (-63.000 rispetto alle stime) nel 2021.
Per l’anno in corso, il numero di unioni stimato dovrebbe aggirarsi intorno alle 515.000 (-38.000).
A determinare questi numeri, i quali avranno anche un effetto sulle nascite dei prossimi anni, secondo gli studiosi vi è stato l’impatto sociale ed economico della pandemia.
Rimanendo in quest’ambito, secondo dati governativi pubblicati martedì, la popolazione giapponese al primo gennaio 2022 è stata pari a 125.930.000 persone: 726.342 persone in meno rispetto ad un anno prima. Tutte le Prefetture, eccetto Okinawa (cresciuta però di appena 186 residenti), hanno perso popolazione: per la prima volta dal 2013 ciò ha riguardato anche Tokyo (-48.000 residenti) e le Prefetture limitrofe.
In termini percentuali, i cali maggiori hanno interessato Akita (-1,52%), Aomori (-1,35%) e Yamagata (-1,25%).
I cittadini giapponesi sono stati 123.233.561 (-619.140) come risultato di due record avvenuti insieme: massimo numero di deceduti (1.440.000 persone) e minimo numero di nati (810.000).
Diminuito, di 107.202 unità, anche il numero di stranieri per complessive 2.704.341 persone.
Le persone con oltre 65 anni rappresentavano il 29% (+0,27%) mentre quelle tra i 15 ed i 64 il 58,99% (-0,1%).
In ambito sociale, un’indagine condotta dall’associazione “Kids Door”, realtà che aiuta i bambini nell’apprendimento e che sostiene quelli che manifestano carenze alimentari, ha mostrato come il 70% delle oltre 2.000 famiglie che hanno risposto al questionario a loro sottoposto hanno lamentato una diminuzione del reddito rispetto al periodo pre-pandemico e ben il 50% di essa ha ancora, al luglio di quest’anno, un reddito inferiore a quello ottenuto nel 2019.
L’87% delle famiglie rispondenti (scelte tra quelle che hanno chiesto aiuto all’associazione) sono monogenitoriali (con la presenza della sola madre) ed il 57% ha dichiarato entrate inferiori ai 2 milioni di yen annui. “Mentre alcune aziende stanno realizzando profitti record, le famiglie in difficoltà soffrono fortemente” ha dichiarato, presentando i dati, la presidentessa dell’associazione Yumiko Watanabe.
Sul nucleare, i sistemi di trasferimento delle informazioni di emergenza (il Sistema di Supporto di Risposta d’Emergenza) dei reattori 3, 4 e 5 della centrale di Omaezaki non hanno funzionato per ragioni ancora non accertate. A renderlo noto, l’otto agosto, è stata l’Autorità Regolatrice per il Nucleare. La società proprietaria dell’impianto, la Chubu Electric, non è stata quindi in grado di comunicare alcune informazioni oggetto di monitoraggio costante come temperatura e pressione.
A Yamagata, diversi parlamenti del PCD si sono recati nelle aree pesantemente colpite dalle ultime piogge torrenziali per verificare i pesanti danni all’agricoltura ed alle infrastrutture. Ormai da anni, le piogge estive producono, specialmente nell’isola di Honshu, danni per decine di miliardi di yen.
A Shiga si è invece recato Keij Kokuta del Partito Comunista per verificare i danni prodotti dall’esondazione del fiume Takatoki. Il collega di partito Inoue ha invece constatato i danni alla linea ferroviaria Yonesaka e a circa 1.300 case nella Prefettura di Niigata mentre il senatore Tomo Iwabuchi ha vistato la Prefettura di Fukushima ove si è registrato il crollo di un ponte ferroviario.
I parlamentari comunisti si sono riuniti il 10 agosto per fare il punto delle situazioni più critiche e rispetto alle quali chiedere l’intervento finanziario del governo.
Un ulteriore allerta è stata emessa, il 9 agosto, dall’Agenzia Meteorologica per le Prefetture di Aomori (ove sono esondati i fiumi Daiaki e Nakamura) ed Hokkaido.
Audendo funzionari del Ministero delle Infrastrutture, la parlamentare comunista Takahashi ha segnalato le difficoltà di diversi enti locali a smaltire rifiuti e macerie prodotti dalle inondazioni nonché finanziamenti per due linee ferroviarie gestite dalle Ferrovie del Giappone Orientale chiedendo che i danni prodotti dalle piogge (tra cui il crollo di un ponte), “non siano usati come scusa” per chiuderle.
Sempre nell’ambito degli eventi naturali, l’isola di Hokkaido è stata scossa, nella mattina di giovedì, da una serie di terremoti. Nessuna allerta tsunami è stata emessa.
Nella Prefettura di Gunma, e nello specifico nei pressi del monte Osutaka, è stata rinvenuta e mostrata alla stampa, una maschera per l’ossigeno appartenente all’aereo della Japan Airlines 123 che precipitò nel 1985 uccidendo i 520 occupanti. A trovare la maschera è stato un lavoratore impegnati in alcune opere di ripristino di una strada distrutta di tifone Hagibis del 2019.
In politica estera, una dura posizione verso il Sol Levante è stata espressa, lunedì scorso, in riferimento agli allarmi nipponici circa l’attività cinese intorno allo Stretto di Taiwan.
In risposta alla condanna giapponese per il lancio da parte della RPC di alcuni missili balistici, Wang Wenbin, Portavoce del dicastero degli Esteri cinese ha dichiarato che il proprio Paese è “fermamente contrario alle affermazioni erronee ed alle accuse infondate del Giappone. Legalmente, politicamente o moralmente, il Giappone non è nella posizione e nel diritto di fare tali osservazioni sulla questione di Taiwan”.
“Il Giappone, un tempo, ha illegalmente invaso ed occupato Taiwan e mantenuto l’isola sotto il suo dominio coloniale per ben cinque decenni. Ha ucciso più di 600.000 nostri compatrioti di Taiwan, saccheggiato le risorse locali e reclutato forzatamente lavoratori provenienti da paesi dell’Asia orientale e altrove, molti dei quali sono stati torturati a morte. La Dichiarazione del Cairo rilasciata congiuntamente da Cina, Stati Uniti e Regno Unito nel 1943 stabilisce chiaramente che tutti i territori che il Giappone ha rubato ai cinesi, come Taiwan e le isole Penghu, saranno restituiti alla Cina. L’articolo 8 del Proclama di Potsdam, pubblicato nel 1945, stabilisce che i termini della Dichiarazione del Cairo devono essere eseguiti. Più tardi il Giappone accettò la proclamazione di Potsdam ed annunciò la resa incondizionata” ha proseguito Wang il quale ha poi citato la dichiarazione congiunta Cina-Giappone del 1972 nella quale si afferma che “il governo della RPC ribadisce che Taiwan è una parte inalienabile del territorio della RPC. Il governo del Giappone comprende pienamente e rispetta questa posizione del governo della Repubblica Popolare Cinese, e mantiene fermamente la sua posizione ai sensi dell’articolo 8 del Proclama di Potsdam”.
Wang si è poi chiesto se il Giappone abbia “dimenticato gli impegni assunti al momento della firma della dichiarazione congiunta Cina-Giappone” e se ciò implica un sovvertimento della base con la quale le due nazioni hanno ristabilito le proprie relazioni bilaterali.
Ciò “significa che il Giappone ha l’ambizione di mettere di nuovo le mani sulla regione cinese di Taiwan? Significa che il Giappone è pronto ad usare questo come pretesto per espandersi militarmente, abbandonare la sua costituzione pacifista e cessare di seguire la via dello sviluppo pacifico? Il Giappone deve dare alla comunità internazionale una spiegazione responsabile di tutte queste domande” ha sostenuto l’alto funzionario cinese il quale ha poi precisato che, mancando un accordo sul punto tra le due nazioni, Tokyo non ha la possibilità di sostenere che i missili siano caduti nella Zona Economica Esclusiva di propria competenza.
“Taiwan fa parte del territorio cinese. La Cina ha condotto normali esercitazioni militari nelle acque al largo del proprio territorio. Questa mossa è aperta, trasparente, professionale ed in linea con il diritto interno della Cina, con quello internazionale e con pratiche internazionali consolidate. Questo è sia un avvertimento che inviamo ai provocatori sia un passo legittimo per sostenere la nostra sovranità e l’integrità territoriale” ha aggiunto Wang il quale poi, rispondendo ad un’altra domanda, ha ribadito il principio di una sola Cina in risposta al trilaterale dei ministri degli Esteri di USA, Giappone ed Australia del 5 agosto.
Preoccupazione per l’attività cinese è stata espressa dall’assemblea della Prefettura di Okinawa convocata, in sessione straordinaria, il 9 agosto. I consiglieri hanno approvato all’unanimità una mozione nella quale si invita il governo cinese a non effettuare esercitazioni militari nell’area e l’avvio di “negoziati diplomatici piuttosto che militari” per risolvere le controversie intorno alla provincia ribelle.
“Un solo errore potrebbe causare danni devastanti” ha affermato, il giorno successivo il Governatore Tamaki invitando Stati Uniti e Cina ad allentare la tensione.
Le attività missilistiche cinesi sono state anche al centro delle prime dichiarazioni di Hamada quale ministro della Difesa. “Insieme ad una mancanza di trasparenza circa le proprie politiche di difesa nazionale e delle forze armate, le recenti attività cinesi preoccupano fortemente la nostra nazione, la regione e la comunità internazionale” ha detto il neoministro.
Le porte per il dialogo con la RPC “sono sempre aperte” ha affermato Kishida nella conferenza stampa successiva all’insediamento del governo tentando, nei fatti, di moderare la tensione con i vicini.
Per quanto concerne la sorte di Toru Kubota, il documentarista giapponese arrestato in Myanmar per violazione delle leggi sull’immigrazione e sedizione, secondo indiscrezioni emerse sulla stampa, il parlamentare ed ex ministro Hiromichi Watanabe avrebbe incontrato il Comandante in Capo delle forze armate birmane Min Aung Hlaing al fine di chiedere la liberazione del connazionale.
In ambito militare, James Wellons, vicecomandante delle forze armate statunitensi nell’Arcipelago, ha promesso al sindaco di Kanoya, Shigeru Nakanishi, che gli otto droni MQ-9 che l’esercito nordamericano stanzierà (temporaneamente) presso la locale base, opereranno in sicurezza.
I droni rimarranno in servizio, insieme ad un numero di uomini compreso tra le 150 e le 200 unità, per circa un anno a partire da settembre.
Sempre in questo campo, il comitato per l’uguaglianza del PCD ha sentito, il 10 agosto, Rina Gonoi, un ex appartenente delle Forze di Autodifesa che ha accusato alcuni ex commilitoni di essere stata aggredita sessualmente. I numerosi di casi di molestie nell’esercito sono da tempo sotto la lente delle forze di opposizione.
In economia, sono stati resi noti, lunedì scorso, i dati sull’avanzo delle partite correnti per i primi sei mesi del 2022. Il dato è del 63,1% inferiore a quello del medesimo periodo del 2021 (per complessivi 3.510 miliardi di yen) ed il più basso dal primo semestre del 2014.
Nel settore merci si è registrato, senza alcuna sorpresa, un deficit pari a 5.670 miliardi (largamente dovuto alle importazioni di greggio e gas) mentre nei servizi esso è stato pari a 2.490 miliardi.
Un piccolo surplus si è registrato nei viaggi: la differenza tra quanto hanno speso gli stranieri in Giappone e quanto i nipponici all’estero p stata pari a 82,8 miliardi (nei primi sei mesi del 2021 superò i 102 miliardi).
Cresciute, del 22,4% per complessivi 12.870 miliardi, le entrate provenienti da investimenti all’estero.
Per quanto concerne l’inflazione – secondo un’indagine dell’istituto di ricerca Teikoku Databank – nella seconda metà del 2022, saranno oltre 10.000 i prodotti alimentari il cui prezzo crescerà (2.431 nel solo mese di agosto). Includendo i prodotti il cui prezzo è già cresciuto si arriverà quindi ad oltre 18.000 tipologie di alimenti per un aumento medio di ben il 14%.
Sulla crescita del costo di alimentari (ed in particolare di pane e noodles) nonché sull’aumento delle bollette di luce e gas, Kishida ha promesso, venerdì, nuovi interventi.
Secondo un sondaggio condotto dall’agenzia di stampa Kyodo su 114 grandi aziende (tra esse Toyotoa e SoftBank): il 42% prevede che nei prossimi 12 mesi l’economia rallenterà proprio a causa dell’inflazione. Soltanto il 55% (era l’84% ad inizio dell’anno) delle grosse aziende è convinta che l’economia crescerà mentre il 32% sostiene che essa rimarrà piatta ed il 10% che ci sarà una contrazione.
Oltre alla debolezza dello yen, tra le preoccupazioni espresse dai colossi sentiti da Kyodo, vi sono le problematiche sul fronte della produzione di energia elettrica ed ovviamente il coronavirus.
Nell’energia, in uno degli ultimi atti da ministro, il titolare dell’Economia Hagiuda ha confermato che oltre al Sakhalin 2, il Giappone intende mantenere la propria partecipazione al progetto Sakhalin 1 (gas e greggio). Hagiuda ha spiegato la scelta di non accodarsi al boicottaggio avviato dagli Stati Uniti al fine di tutelare la sicurezza negli approvvigionamenti del Paese. Un consorzio di imprese nipponiche possiede il 30% delle azioni del Sakhalin 1.
Il tema degli approvvigionamenti energetici è stato anche trattato dal successore di Hagiuda nelle prime dichiarazioni successive al nuovo incarico. “Al fine di assicurare una fornitura sicura e stabile di energia, esploreremo tutte le necessarie strade incluse quella di trarre beneficio dal nucleare dopo che i problemi di sicurezza sono risolti” ha affermato, mercoledì, Yasutoshi Nishimura confermando, altresì, che non si avrà alcun cambio rispetto ai progetti sull’isola di Sachalin.
In ambito finanziario, il colosso SoftBank ha registrato nel periodo aprile-giugno, perdite nette per 3.160 miliardi di yen (22,93 miliardi di euro): il dato più pesante mai raggiunto da una società giapponese in un trimestre. Il dato segue quello del trimestre precedente ove si registrano perdite per 2.100 miliardi. A determinate questi numeri è stato, in larga misura, l’andamento del Vision Fund, il fondo d’investimento che la società giapponese condivide con il fondo sovrano saudita.
Nell’elettronica, Toshiba ha riportato un aumento dei profitti per l’ultimo trimestre del 44% (25,9 miliardi di yen) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A trainare il dato, l’aumento della domanda nel settore auto e le vendite di apparecchiature.
Chiudendo con l’auto, Honda ha riportato, sempre per l’ultimo trimestre, un calo dei profitti pari al 33% (per complessivi 149,2 miliardi). A determinare il calo vi sono state le difficoltà nell’approvvigionamento dei semiconduttori e la difficile situazione pandemica in Cina.
Tra aprile e giugno Honda ha venduto 815.000 vetture (un anno fa ne aveva vendute 998.000) e 4.250.000 moto (dato in crescita in quanto nello stesso trimestre del 2021 erano stati venduti 3.880.000 motocicli).
Purtuttavia, l’azienda spera che la debolezza dello yen aiuti le esportazioni ed ha previsto. per l’anno fiscale che terminerà a marzo, utili per 830 miliardi contro gli 810 stimati in precedenza.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; tass.com; jtuc-rengo.org; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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