La vicinanza di politici liberal-democratici alla Chiesa dell’Unificazione continua ad essere argomento di dibattito nell’Arcipelago e di contrasto tra il PLD e l’opposizione progressista.
“Credo che, in quanto politici, sia importante che ciascun parlamentare fornisca informazioni esaustive circa la propria associazione con un’organizzazione che è diventata una questione sociale” ha dichiarato il premier e Presidente dei liberal-democratici, Fumio Kishida, a fronte delle numerose superfici di contatto emerse tra parlamentari e ministri (attuali e passati) conservatori e l’organizzazione fondata da Moon. “L’opinione pubblica è molto interessata al tema” ha riconosciuto il premier.
Il premier è nuovamente intervenuto sul tema sabato chiarendo di non avere personalmente “alcun collegamento” col gruppo fondato da Moon ma che i ministri dovrebbero riesaminare le proprie relazioni con un gruppo percepito come “problematico dalla società”.
“Darò istruzioni a tutti i membri del governo, non soltanto quelli che saranno nominati ma anche quelli che attualmente guidano ministeri così come ai viceministri di controllare a fondo i propri legami con il gruppo in oggetto e di rivederli in maniera appropriata” ha aggiunto Kishida nell’ambito di una conferenza stampa nella quale ha confermato un prossimo rimpasto di governo che era nell’aria da qualche giorno.
Martedì, il titolare della Difesa, Nobuo Kishi – fratello di Abe e nonno di quel Nobosuke Kishi che tanti rapporti ebbe con Moon – ha riconosciuto la necessità di rivedere i propri rapporti con l’organizzazione religiosa.
“Alla luce dei problemi sociali che sono emersi, debbo rivedere in profondità i legami che ho avuto sino ad ora” ha sostenuto Kishi in conferenza stampa. Alle ultime elezioni, alcuni adepti della Chiesa hanno partecipato come volontari alla campagna elettorale del futuro ministro.
Il medesimo giorno, il Segretario del PLD, Toshimitsu Motegi, ha sostenuto che “non c’è nessun legame” tra la Chiesa ed il partito: un “atteggiamento provocatorio” per il Presidente del Partito Comunista Shii.
Il tema piomba anche sulle elezioni di Okinawa. Il candidato Governatore delle destre, infatti, l’ex sindaco di Ginowan Atsushi Sakima, partecipò ad un evento della confessione religiosa tenutosi nel 2019 a Taiwan. Sakima ha dichiarato che non sapeva chi stesse organizzando la conferenza e cioè la Federazione Universale per la Pace guidata dalla signora Hak, vedova di Moon.
Il 2 agosto, dopo le proteste di alcune associazioni e della locale federazione del Partito Comunista, la Prefettura di Kumamoto ha deciso di ritirare il patrocinio all’iniziativa “strade per la pace” promossa dalla società.
In settimana è emerso che – a seguito di due investigazioni portate avanti dalle stesse forze politiche – anche 13 parlamentari di Nippon Ishin no Kai (e tra essi il numero due e tre del partito: Noboyuki Baba e Fumitake Fujita) nonché 3 del Partito Costituzionale Democratico (che si aggiungono ai cinque individuati la settimana precedente) hanno avuto legami con la Chiesa.
Baba, in particolare, ha partecipato (in compagnia di Fujita e di 15 consiglieri prefettizi di Osaka) ad un evento organizzato dalla sezione femminile della Chiesa e concesso un’intervista al periodico Sekai Nippo. Ad ordinare l’investigazione in Nippon Ishin no Kai era stato lo stesso leader Matsui per il quale “tanto i partiti quanto i politici debbono prendere le distanze” da “organizzazioni che si trovano sotto lo sguardo critico dell’opinione pubblica”.
Dopo l’omicidio di Abe, frattanto, la Rete nazionale degli avvocati contro le vendite spirituali, un gruppo di legali impegnato da anni contro i reati commessi da organizzazioni religiose, ha segnalato di aver ricevuto altre 94 richieste di consultazione da parte di ex adepti della Chiesa o loro familiari.
Prosegue poi l’inchiesta del quotidiano comunista Akahata e del deputato del PCG Miyamoto, circa il cambio del nome legale dell’organizzazione. L’autorizzazione venne concessa nel 2015, quando all’epoca il ministro dei Beni Culturali (cui dipende l’Agenzia che ha concesso il cambio), era Hakubun Shimomura (iscritto ad una federazione del PLD che ricevette, nel 2016, 60.000 yen da Sekai Nippo) ma la domanda presentava errori, non includeva alcuna motivazione e, ciononostante, venne approvata lo stesso giorno della sua presentazione.
Giovedì, l’ex ministro ha dichiarato di sentirsi “responsabile” per la vicenda. “Era inimmaginabile che il cambio di nome avrebbe causato problemi ai seguaci e all’opinione pubblica. C’era un rapporto del responsabile che diceva che se il cambio non fosse stato stato accettato, avremmo potuto essere citati in giudizio per inazione amministrativa (quella che in Italia sarebbe l’omissione di atti d’ufficio ndr) con la possibilità di perdere” si è giustificato Shimomura ribadendo però che “non c’è stata alcuna pressione politica e non ho esercitato alcuna pressione come ministro”.
In politica interna, si è tenuta, a partire da mercoledì e nonostante la contrarietà delle opposizioni, la sessione di tre giorni della Dieta prevista per commemorare Shinzo Abe. Nonostante un’iniziale disponibilità a rimandarla, emersa da più parti nel PLD, la Dieta è stata infine convocata. Cancellato il discorso, che era stato ipotizzato nelle scorse settimane, di commemorazione dell’ex premier da parte di Akira Amari.
Contro l’apertura straordinaria dei lavori della Dieta con quest’unico punto in calendario, hanno manifestato circa cento persone.
“I partiti di opposizione hanno chiesto di discutere del coronavirus, dell’aumento dei prezzi, del funerale di Stato per Abe e sulla questione dell’ex Chiesa dell’Unificazione ma non vi è stata alcuna garanzia su quando e quali commissioni discuteranno di cosa” ha dichiarato Shiokawa del PCG.
La sessione si è conclusa senza affrontare la questione dei funerali di Stato per Abe che, nell’intenzione del governo, dovrebbero svolgersi a settembre.
Il comitato interno alla Camera dei Consiglieri che si occupa di alcuni aspetti procedurali (una sorta di Giunta delle elezioni del nostro Senato) ha intanto respinto la richiesta dello youtuber e neosenatore Yoshikazu Higashitani (del Partito per Proteggere il Popolo dall’NHK) di seguire i lavori della Dieta da Dubai ove si trova perché teme l’arresto (per un caso di frode) qualora tornasse in Giappone. Qualora il politico, noto col nomignolo di “Gassy”, dovesse continuare a non presenziare alle sedute rischia una serie di sanzioni che possono giungere fino alla decadenza.
Nei tribunali, i familiari di Wishma Sandamali, la donna dello Sri Lanka deceduta – nel marzo del 2021 – all’interno del centro di espulsione per migranti irregolari di Nagoya hanno comunicato che chiederanno un intervento di revisione del processo dopo che la Procura ha deciso di non incriminare nessun responsabile del centro.
Nell’istruzione, il Sindacato degli Insegnanti del Giappone ha denunciato, il 3 agosto, che in 19 Prefetture ben 1.028 cattedre sono ancora scoperte. Di esse quasi 600 afferiscono alle scuole elementari.
Per quanto concerne l’andamento della pandemia, la Prefettura Metropolitana di Tokyo, area nella quale è sempre stato registrato il maggior numero di contagi, ha segnalato 21.958 casi lunedì, 30.842 martedì, 38.940 mercoledì, 35.339 giovedì (13.821 contagi nella limitrofa Saitama), 37.767 venerdì e 30.970 sabato (ben 11.625 i casi ad Hyogo). Al 5 agosto, il tasso di occupazione dei posti letto covid è stato del 57,5% (per i pazienti in condizioni non gravi) e del 31,2% (nei reparti di terapia intensiva e subintensiva).
Frattanto, il 2 agosto, i rappresentanti di quattro associazioni professionali, e tra esse l’Associazione Giapponese di Malattie Infettive, hanno convocato una conferenza stampa per invitare la popolazione a non recarsi negli ospedali per sintomi lievi dovuti al SARS-CoV-2.
Il responsabile tecnico delle contromisure, Shigeru Omi, ha invitato il governo a prendere delle misure di limitazione dei contatti al fine di provare ad abbattere la curva dei contagi.
“Dobbiamo guardare meglio la situazione” ha sostenuto anche Takaji Wakita, numero uno dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive ed anch’egli tra i principali consulenti dell’esecutivo sul virus. Wakita, in particolare, ha espresso preoccupazione per l’aumento di persone, specialmente anziane, che sviluppano sintomi gravi in seguito al contagio.
Diversi i servizi pubblici che stanno vivendo difficoltà a causa del personale finito in quarantena. Proprio per ridurre l’impatto delle quarantene, l’esecutivo aveva deciso di ridurre da 7 a 5 giorni, l’isolamento per i contatti stretti di positivi.
Sempre in campo sanitario, il 4 agosto quattro associazioni tra cui il Consiglio Centrale per la Promozione della Sicurezza Sociale hanno manifestato contro il sostanziale raddoppio a carico degli ultrasettacinquenni della loro quota di compartecipazione alle spese mediche.
“Le persone di età pari o superiore a 75 anni vivono di reddito da pensione. La media annuale è di 1,36 milioni di yen e le spese mediche sono comprese tra 80.000 e 100.000 yen e i premi dell’assicurazione per l’assistenza a lungo termine sono circa 70.000 yen. Le persone intorno a me che vivono in case in affitto pagano 800.000 yen all’anno di affitto. Il 17% degli anziani non ha risparmi e un terzo li ma inferiori ai 3 milioni di yen” ha affermato Hisashi Yoshioka, rappresentante del Movimento degli Anziani.
Confermato, il 5 agosto, il terzo caso di vaiolo delle scimmie: si tratta di un uomo che lavorerebbe presso la base dell’aviazione di Yokota.
In campo meteorologico, l’Agenzia delegata ha emanato, il 2 agosto, un’allerta caldo per ben 37 Prefetture. Lo stesso giorno a Kumagaya (Saitama) si sono raggiunti i 41 gradi.
Mercoledì, la città di Tokyo ha registrato quasi 36 gradi di massima. Si è trattato del tredicesimo giorno di caldo estremo per la capitale segnalato quest’anno: dato che non si raggiungeva dal 2010.
L’Agenzia ha anche emanato, il 3 agosto, un’allerta per le forti piogge che hanno colpito le Prefetture di Aomori ed Akita. Diverse le frane accorse nelle due aree quel giorno.
Il giorno successivo, frane ed esondazioni sono state registrate anche nella Prefettura di Niigata mentre lo stato di allerta è stato dichiarato su parte di quella di Ishikawa (ove giovedì due cittadini sono stati sommersi dal fango e recuperati con sintomi di ipotermia).
Emanati, sempre il 4 agosto, ordini di evacuazione per circa 100.000 cittadini residenti nel Giappone centrale e nord-orientale e numerosi i danni segnalati alle linee elettriche ed ai sistemi di distruzione dell’acqua corrente. Esondato il fiume Mogami nella Prefettura di Yamagata e, sempre nella medesima area, il comune di Ogumi è risultato isolato a causa di alcune frane abbatutesi sugli assi viari.
Complessivamente sono 44 i corsi d’acqua che hanno esondato tra il 3 ed il 4 agosto. Due le persone disperse.
Venerdì l’Agenzia ha emanato un ulteriore ordine di evacuazione per aree delle Prefetture di Niigata, Yamagata, Aomori, Ishikawa, Fukui e Fukushima per complessive 575.000 persone.
Sul nucleare, il 3 agosto, i sindaci di Futaba e Okuma, Shiro Izawa e Jun Yoshida, nonché il Governatore di Fukushima, Masao Uchibori, hanno incontrato il ministro dell’Economia, Industria e Commercio, Koichi Hagiuda, per chiedere al governo di tutelare l’area dalle inevitabili ripercussioni che il rilascio in mare delle acque contaminate da radiazioni (ad oggi stoccate all’interno dell’ex impianto tristemente famoso) provocheranno con le conseguenti ricadute economiche per il territorio.
“Il piano non ha guadagnato la sufficiente comprensione da parte del popolo giapponese e dei residenti della Prefettura dato che vi sono varie opinioni concernenti i nuovi danni d’immagine” ha affermato Uchibori. Il giorno precedente, i tre avevano dato il proprio consenso al piano di costruzione del tunnel che condurrà, ad un chilometro dalla linea di costa, le acque in mare.
Ignorando ogni perplessità, all’interno del Paese e all’estero, i lavori di costruzione delle prime strutture sono inziati giovedì.
TEPCO prevede che i circa mille serbatoi predisposti per la raccolta di acque – piovane e di falda – che si entrano a contatto con materiale radioattivo raggiungeranno la quantità di 1.37 milioni fi tonnellate nell’autunno 2023.
Sempre in questo campo, la Kansai Electric Power ha annunciato un allungamento dei tempi di riattivazione del terzo reattore dell’impianto di Mihama (Fukui) a seguito delle perdite di acque radioattive (circa 7 tonnellate) scoperte il primo agosto. Il terzo reattore è operativo dal 1976; ha sospeso le operazioni dal 2011 al giugno 2021 e poi nuovamente dall’ottobre di quell’anno ad oggi quando l’Agenzia Regolatrice ordinò di sospendere le attività in quanto l’azienda non aveva raggiunto gli obiettivi di sicurezza fissati da Tokyo.
Venendo alle commemorazioni dei bombardamenti atomici del 1945, numerose iniziative si sono volte in settimana in patria ed all’estero. Tra le principali sono da segnalare una mostra fotografica a New York e la commemorazione delle vittime coreane del bombardamento di Hiroshima (tenutasi venerdì). Il 6 agosto, 77° anniversario, si è invece tenuta la consueta celebrazione istituzionale.
Il messaggio principale è stato quello del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres: “settantasette anni fa, decine di migliaia di persone furono uccise in questa città, in un batter d’occhio. Donne, bambini e uomini furono inceneriti in un incendio infernale. Gli edifici sono stati ridotti in polvere. I sopravvissuti furono condannati da un’eredità radioattiva, inquinati dal cancro, perseguitati da problemi di salute, segnati da cicatrici rivelatrici sui propri corpi: lo stigma di sopravvivere all’attacco più distruttivo della storia umana. Le indelebili testimonianze degli hibakusha ci ricordano la follia fondamentale delle armi nucleari. Le armi nucleari non hanno senso. Tre quarti di secolo dopo, dobbiamo chiederci cosa abbiamo imparato dal fungo atomico che si è sollevato sopra questa città nel 1945 oppure dalla Guerra Fredda e dai terrificanti quasi incidenti che hanno portato l’umanità a pochi minuti dall’annientamento. Oppure ancora dai promettenti decenni di riduzioni dell’arsenale e diffusa accettazione dei principi contro l’uso, la proliferazione e la sperimentazione delle armi nucleari. Ciò perché sta accelerando una nuova corsa agli armamenti. I leader mondiali stanno aumentando le scorte al costo di centinaia di miliardi di dollari ogni anno. Quasi 13.000 armi nucleari sono detenute negli arsenali di tutto il mondo. […] È del tutto inaccettabile che gli Stati in possesso di armi nucleari ammettano la possibilità di una guerra nucleare. L’umanità sta giocando con una pistola carica. Ci sono segni di speranza. A giugno, i membri del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari si sono incontrati per la prima volta per sviluppare una tabella di marcia verso un mondo libero da queste armi del giorno del giudizio. E proprio ora si sta svolgendo a New York la Decima Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione delle Armi Nucleari. Oggi, da questo spazio sacro, invito i membri di questo Trattato a lavorare con urgenza per eliminare le scorte che minacciano il nostro futuro, rafforzare il dialogo, la diplomazia e la negoziazione. […] Dobbiamo guardare sempre agli orrori di Hiroshima, riconoscendo che esiste una sola soluzione alla minaccia nucleare: non avere armi nucleari”.
“Adoravo mia madre; mi ha cresciuto con tanta gentilezza e cura. La donna che parlava aveva 16 anni quando uscì di casa portando con sé il pranzo che sua madre aveva preparato amorevolmente. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato il loro ultimo addio. Estate, 77 anni fa. Quella mattina, senza preavviso, la prima arma nucleare fu lanciata e fatta esplodere sull’umanità. In piedi vicino alla stazione di Hiroshima, la ragazza ha visto un lampo terrificante. Poi venne un fragoroso ruggito. Colpendola da dietro, l’esplosione la fece saltare in aria facendola perdere i sensi. Quando si riprese, vagò per la città fumante, alla ricerca di sua madre. Vide un numero spaventoso di corpi anneriti. Un cadavere carbonizzato era ancora in piedi, aggrappato al collo di una mucca. I corpi che galleggiavano nel fiume andavano alla deriva su e giù con la marea. Ricorda ancora la mattina in cui la vita di tutti i giorni è svanita violentemente in scene infernali” si legge nel messaggio pronunciato dal sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, il quale ha poi fatto riferimento alla guerra civile civile ucraina condannando l’ingresso della Russia in quel conflitto.
“All’inizio di quest’anno – ha proseguito il sindaco – cinque Stati dotati di armi nucleari hanno rilasciato una dichiarazione congiunta: la guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta. Hanno inoltre dichiarato la loro intenzione di rimanere fedeli ai nostri obblighi dati dal Trattato di non proliferazione nucleare. Dopo aver rilasciato una tale dichiarazione, perché non tentano di mantenere le loro promesse? Perché alcuni accennano persino all’uso di armi nucleari? Le potenze nucleari devono agire ora per costruire ponti di fiducia tra le nazioni. Piuttosto che trattare un mondo senza armi nucleari come un sogno lontano, dovrebbero compiere passi concreti verso la sua realizzazione. Invito i leader degli Stati dotati di armi nucleari a visitare le città bombardate dalle bombe atomiche dove possono vedere personalmente le conseguenze dell’uso delle armi nucleari e rafforzare la loro volontà di compiere questi passi”.
Matsui ha poi ricordato l’hibakusha Sunao Tsuboi, deceduto lo scorso ottobre, nonché la rete delle oltre 8.200 città per la pace. Anche Matsui, così come Guterres, ha poi ricordato la riunione di giugno svoltasi a Vienna tra i firmatari del trattato per l’abolizione delle armi atomiche e chiesto al governo giapponese di assumere un ruolo da mediatore che favorisca nuove adesioni al trattato.
In chiusura del proprio intervento, Matsui ha invitato – pur senza menzionare la vicenda esplicitamente – il governo a risarcire quei cittadini che soltanto di recente sono stati riconosciuti come vittime della cosiddetta “pioggia nera” radioattiva. Nel discorso di ricordo di Kenta Izumi alla mancata adesione del Giappone al trattato ONU per il bando totale delle armi atomiche e ribadito l’adesione del PCD ai “tre principi di astensione” dal nucleare (non possesso, non produzione e non alloggiamento in Giappone).
Una condanna senza appello all’inefficacia della partecipazione giapponese alla conferenza di revisione del TNP è giunta dal leader dei comunisti Shii il quale ha ribadito che il Giappone dovrebbe sottoscrivere il trattato per il bando totale delle armi atomiche.
In politica estera, sono giunti negli Stati Uniti i delegati e gli ospiti che parteciperanno alla conferenza per la revisione del trattato di non proliferazione. Tra gli ospiti nipponici vi è il numero due del PCG, Akira Koike; il presidente della federazione di Hiroshima dell’associazione degli hibakusha, Kunihiko Sakuma;
Presente, ed è la prima volta che accade, anche il premier Kishida che ha in Hiroshima il proprio collegio elettorale.
Il discorso del premier è stato giudicato “retorico” da Setsuko Thurlow, hibakusha attualmente residente in Canada. “Ha sostenuto cose carine ma penso che sia mancato un dibattito onesto e reale sul ruolo che il Giappone debba ricoprire”.
Nel proprio intervento, durato appena dieci minuti, il premier ha anche promesso un contributo (equivalente a circa 10 milioni di dollari) per la promozione di attività culturali che facciano conoscere gli orrori dei due bombardamenti atomici subiti dall’Arcipelago.
“Dal 2010 la conferenza di revisione del TNP non è stata in grado di adottare un documento sul quale ci fosse consenso e lo sviluppo di nuovi tipi di armi nucleari sta accelerando. Gli Stati non dotati di armi nucleari sono diventati sempre più insoddisfatti del mancato rispetto degli obblighi di disarmo da parte di quelli dotati di tali armi […]. Alla conferenza di revisione del TNP tenutasi in questo contesto, il primo ministro Kishida, nato a Hiroshima ed appartenente all’unico Paese ad aver subito bombardamenti atomici in guerra, ha chiesto il divieto dell’uso di armi nucleari armi e il mantenimento del regime del TNP. Tuttavia, dato l’entusiasmo espresso dal primo ministro Kishida prima della partenza, speravo che i partecipanti si sarebbero mossi verso un accordo, mirando ad un mondo senza armi nucleari […]. Inoltre, il “Piano d’azione di Hiroshima” annunciato è generico e privo di specificità e non ha avuto alcun impatto diretto sulla creazione di consenso in questa conferenza. Per essere considerati credibili quale ponte tra Stati dotati di armi nucleari e quelli privi, avremmo dovuto ratificare la Convenzione sulle armi nucleari ma di ciò non si è fatta menzione” ha commentato Yoshinori Suematsu a nome del Partito Costituzionale Democratico sottolineando il fatto che il Sol Levante non è credibile nelle sue azioni dato che non ha sottoscritto il trattato per il bando totale delle armi nucleari.
Martedì, nell’ambito di una cauta ma determinata politica di riavvicinamento, il ministro degli Esteri nipponico, Yoshimasa Hayashi, ha incontrato l’ambasciatore sudcoreano a Tokyo, Yuk Duk Min.
Yuk è stato nominato da appena un mese e questa è la prima occasione nella quale i due diplomatici si sono visti.
In ambito militare, secondo i dati del Ministero della Difesa, chiesti e pubblicati dal deputato comunista Miyamoto, nel 2021 vi sono stati 138 casi di consultazione a seguito di molestie sessuali all’interno delle Forze di Autodifesa. Il numero è il più alto dal 2011.
“In base alla situazione reale il numero di consultazioni è esiguo” ha affermato l’avvocato Hirofumi Sato, coordinatore del gruppo “Avvocati per i diritti umani delle Forze di Autodifesa”, per il quale inoltre il personale che riceve le segnalazioni e tratta i casi non include “terze parti o competenze” e che quindi l’assistenza fornita ne risulta inevitabilmente monca.
Per quanto concerne la tensione prodotta dalla visita di Nancy Pelosi a Taiwan, il governo giapponese ha espresso preoccupazione per le attività militari messe in atto dalla Repubblica Popolare Cinese come risposta alla provocazione statunitense.
“Speriamo che i problemi connessi a Taiwan siano risolti pacificamente attraverso il dialogo” ha dichiarato, mercoledì scorso, il Segretario Generale del Gabinetto Matsuno.
Le parole di Matsuno hanno portato il ministro degli Esteri della RPC, Wang Yi, ad annullare l’incontro previsto con la controparte nipponica ai margini del vertice ASEAN in corso in Cambogia.
“Il Giappone è storicamente responsabile dei propri errori sulla questione di Taiwan e non è nella posizione di poter fare ingiustificate osservazioni su questioni relative a Taiwan” ha spiegato da Pechino la Portavoce del Ministero degli Esteri Hua Chunying.
Proprio i ministri degli Esteri dell’Associazione che riunisce i Paesi del Sud-Est asiatico hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale si invitano le parti ad evitare di “destabilizzare la regione” e che si chiude con un inequivocabile sostegno dell’ASEAN “alla politica di una sola Cina”.
Nel corso del proprio tour anti-cinese, Pelosi è anche sbarcata a Tokyo ove, venerdì, ha avuto un colloquio con Kishida. Ribadita la formula circa l’area “indo-pacifica libera ed aperta” (e cioè lo stop alla proiezione della RPC in Asia) nonché “il lavoro comune per mantenere la pace e la stabilità intorno allo Stretto di Taiwan”, parole, queste ultime, che suonerebbero sensate se non fosse che è stata proprio la visita della politica statunitense a generare tensione in quelle acque.
Ad aumentare la tensione tra i due lati del Mar Cinese Orientale vi è stato anche il lancio, da parte cinese, di nove missili balistici che sono caduti nella Zona Economica Esclusiva di Tokyo. Il lancio era parte delle esercitazioni lanciate dall’Esercito di Liberazione Nazionale cinese in concomitanza con la visita di Pelosi a Taipei. Di “preoccupazione per la nostra sicurezza nazionale” ha parlato il ministro Kishi.
Nei rapporti con la Russia, il 4 agosto, nonostante il mancato invito da parte nipponica a rappresentanti di quello Stato agli eventi del 6 agosto, l’ambasciatore Michail Galuzin ha deposto un omaggio ai piedi del monumento che ricorda le vittime del bombardamento atomico statunitense.
“Voglio pregare per le vittime che perirono nel crimine di guerra commesso dagli Stati Uniti con lo sgancio della bomba atomica, esprimere le condoglianze ai loro parenti e speranza per la salute dei sopravvissuti” ha dichiarato poco dopo Galuzin ai giornalisti.
Russia e Bielorussia non sono state invitate alle commemorazioni mentre altre nazioni impegnate in guerra (come la stessa Ucraina, la quale è coinvolta da otto anni in una devastante guerra civile piuttosto che l’Arabia Saudita o Israele) non hanno subito lo stesso trattamento chiarendo l’inopportuno trascinamento del ricordo di quegli eventi nella polemica, tutta geopolitica, dell’oggi.
In Myanmar, la polizia ha arrestato un documentarista giapponese. Toru Kubota è accusato di sedizione e violazione della legge sull’immigrazione.
In economia, il Consiglio Centrale per i Salari Minimi, l’organismo incaricato di stabilire il salario minimo orario nazionale (il quale viene poi articolato localmente Prefettura per Prefettura) ha stabilito un aumento pari a 31 yen. Ne consegue che il salario orario sotto il quale le aziende non potranno scendere sarà pari a 961 yen. L’aumento è pari al 3,3% rispetto al 2021.
Insoddisfatti i sindacati Zenroren e Rengo. “Non è ancora sufficiente e sono necessari ultiori incrementi” ha dichiarato il Segretario Generale di Rengo, Hideyuki Shimizu, il quale ha anche sottolineato come le disparità tra i vari salari minimi producono spostamenti di persone verso le aree con le retribuzioni più alte augurandosi quindi una riduzione di tali dislivelli.
Per ciò che concerne i consumi, la spesa di giugno delle famiglie di due o più componenti è cresciuta del 3,5% rispetto allo stesso mese del 2021 per una media pari a 276.885 yen.
In termini reali ed annualizzati, l’aumento su maggio è stato dell’1,5%. Un +13,3% si è registrato nelle per cultura ed intrattenimento mentre le spese per alimenti sono calate dell’1% (quinto mese consecutivo di calo).
A livello locale, la Prefettura di Shiga ha lanciato “Biwako”, una sorta di buono digitale spendibile in alcune attività dell’area. La mossa è volta a far crescere l’economia locale. I buoni non sono scambiabili con denaro ed hanno una validità di 90 giorni. La partecipazione ad alcune attività (come pranzare o cenare in alcuni ristoranti convenzionati) può produrre un aumento dei buoni.
Nelle assicurazioni, il colosso del settore Tokio Marine Holdings, ha annunciato, lunedì scorso, il trasferimento della propria sede centrale in un nuovo edificio che sarà completato entro il 2028 e che ospiterà anche la sede centrale della controlla Tokio Marine & Nichide Fire Insurance.
A disegnare la nuova sede sarà l’architetto e senatore italiano Renzo Piano.
Nell’intrattenimento, Nintendo ha riportato, per il periodo aprile-giugno di quest’anno, utili pari a 118,98 miliardi di yen: il 28,3% in più rispetto al medesimo periodo del 2021. A trainare il dato è stata, in larga misura, la debolezza dello yen che ha favorito le esportazioni.
Purtuttavia, e ciò varrà anche per il settore auto di cui si scrive poco sotto, lo yen ha recuperato, in concomitanza con le provocazioni statunitensi su Taiwan, i livelli che aveva a giugno attestandosi, a al 2 agosto, intorno a quota 130 sul dollaro.
Nelle telecomunicazioni, il colosso KDDI ha ricevuto, il 3 agosto, un ordine ufficiale da parte del Ministero competente, a migliorare la propria rete affinché non si verifichino più le interruzioni ai servizi protrattesi dal 2 al 4 luglio e che hanno coinvolto oltre 30 milioni di clienti.
Per quanto concerne l’Expo di Osaka 2025, è stato reso pubblico il progetto che potrebbe diventare il simbolo dell’evento: una sorta di struttura ad anello in legno con una circonferenza di due chilometri ed un’altezza di 20 metri. I costi di costruzione del sito che ospiterà la manifestazione sono stati stimati in 185 miliardi di yen: un terzo proveniente dal governo, un terzo dalla locale confindustria ed un terzo da Prefettura e comune di Osaka.
Nei trasporti, ANA Holdings, per la prima volta da tre anni a questa parte, ha registrato – per il periodo aprile-giugno di quest’anno – dei profitti. Gli utili netti sono stati pari ad un miliardo di yen.
La statunitense Boeing, frattanto, ha annunciato, lunedì scorso, la propria intenzione di aprire nell’Arcipelago un impianto per la ricerca e sviluppo nel campo dei combustibili sostenibili. La fabbrica dovrebbe, nelle intenzioni, anche esplorare i settori della robotica, della digitalizzazione nonché le possibilità offerte dalle fibre di carbonio ai fini costruttivi.
Nel settore ferroviario, le Ferrovie del Giappone Centrale hanno iniziato a far viaggiare un treno (destinato alle tratte turistiche) ibrido diesel-elettrico.
Nell’auto, martedì scorso, il Ministero dei Trasporti ha ordinato a Hino Motors, società del gruppo Toyota specializzata nella produzione di camion, di richiamare 20.900 mezzi (tra camion e bus) per il sospetto di falsificazioni – che sarebbero andate avanti dal 2003 – sui dati delle emissioni.
Oltre all’indagine condotta dal dicastero, la stessa società aveva incaricato un tavolo terzo di far luce sulla vicenda che ha individuato manomissioni in 12 diversi tipi di motore. Il numero uno di Hino, Satoshi Ogiso, si è scusato “per i problemi causati ai consumatori”.
Il caso è soltanto l’ennesimo di falsificazione dei dati delle prestazioni o di altri di natura tecnica ad aver coinvolto aziende giapponesi (non soltanto nell’auto ma anche nell’elettronica e persino, alcuni fa, nella produzione di sistemi anti-sismici).
Purtuttavia, il gruppo Toyota ha rivisto al rialzo, giovedì scorso, le proprie previsioni di bilancio per il corrente anno fiscale, prevedendo utili per 2.360 miliardi di yen (contro i 2.260 della precedente stima). L’ottimismo è dovuto al fatto che – nonostante l’aumento dei costi dei materiali ed i problemi di approvvigionamento di semiconduttori – il deprezzamento della moneta nazionale favorisce le vendite in Europa e America settentrionale.
Le previsioni di Toyota risultano in contrasto con i dati reali del primo trimestre dell’anno fiscale corrente che ha visto i profitti operativi scendere del 42% rispetto al medesimo periodo del 2021 (da 997,4 a 578,66 miliardi di yen) ed i costi per i materiali crescere di 315 miliardi.
Nell’energia, tanto Mitsui & Co. Quanto Mitsubishi Corporation, hanno deciso, il 2 agosto di ridimensionare la valutazione del valore nelle proprie partecipazioni nel progetto “Sakhalin 2” che le vede socie di Gazprom. Il taglio complessivo è pari a 217,7 miliardi di yen. Le due aziende detengono, rispettivamente, il 12,5 ed il 10% del progetto ed hanno manifestato la volontà di rimanere in esso anche dopo i cambi giuridici operati da Mosca a giugno.
“Vogliamo preservare i nostri diritti ed interessi” ha dichiarato il ministro Hagiuda sentito dall’agenzia di stampa Kyodo. Il ministro ha espressamente chiesto alle due aziende di conservare la propria partecipazione azionaria nella nuova società creata per rilevare i precedenti asset.
L’8,8% del gas importato da Giappone proviene dalla Russia e la gran parte proprio dall’impianto summenzionato.
Sempre in questo settore, sette delle dieci maggiori aziende elettriche dell’Arcipelago hanno riportato, nel primo trimestre dell’anno fiscale 2022, perdite nette per 190 miliardi di yen complessivi. A causare ciò è stata la debolezza dello yen che ha aumentato i costi d’importazione di greggio e gas nonché l’aumento di costo di queste materie prime sul mercato globale.
A registrate le perdite maggiori è stata TEPCO con oltre 67 miliardi le cui vendite, tuttavia, sono cresciute del 50,7%, segno che parte dei maggiori costi sostenuti sono stati scaricati sui consumatori.
Chiudendo con l’agricoltura, il valore delle esportazioni di prodotti agricoli ed ittici nella prima metà del 2022 è cresciuto del 13,1% rispetto al medesimo periodo del 2021 per complessivi 652,5 miliardi di yen.
A crescere maggiormente è stato l’export di capesante (+67,8% per un totale di 38,7 miliardi) e ricciole del Pacifico (+64,5% e 20,9 miliardi) soprattutto verso gli USA.
Un +33,7% è stato registrato anche dal sake (23,4 miliardi) mentre sono calate, a seguito dell’aumento dei dazi da parte statunitense in barba al trattato commerciale bilaterale, le esportazioni di carne bovina: -5,2% e 21,4 miliardi di yen.
Ad importare di più dall’Arcipelago vi è stata la Cina (120,1 miliardi e +18%) seguita dagli USA (104,6 miliardi e +34,5%).
(con informazioni di asean.org; fmprc.gov.cn; tass.com; jtuc-rengo.org; jcp.or.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp; asahi.com)
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