Iniziati lunedì 14 gennaio i colloqui tra gli esperti della Difesa di Giappone e Repubblica di Corea volti a chiarire la dinamica dell’incidente occorso il 20 dicembre scorso quando una nave militare sudcoreana ha puntato un radar contro un velivolo militare nipponico.
Per quanto concerne le sentenze che hanno condannato diverse aziende nipponiche a risarcire alcuni cittadini coreani usati come schiavi nel corso del secondo conflitto mondiale anche la Corea del Nord, secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, sarebbe intenzionata a porre la questione in, eventuali, futuri colloqui con il Sol Levante.
La questione sarebbe stata posta dal ministro degli Esteri della RPDC Ri Yong Ho lo scorso dicembre per mezzo della diplomazia mongola.
Il Sol Levante si è intanto augurato che la seconda sessione di colloqui tra gli Stati Uniti e la RPDC sulla questione della denuclearizzazione della Penisola coreana e sull’abbandono da parte di Pyongyang del proprio programma missilistico e nucleare abbia successo: “speriamo in risultati più concreti rispetto a quelli del primo summit” ha dichiarato lo scorso sabato alla stampa il ministro Iwaya dalle isole Hawaii dove si trova in visita ufficiale.
In chiusura di settimana un’ulteriore sentenza è stata emessa da un tribunale sudcoreano contro un’azienda nipponica. L’Alta Corte di Seul ha confermato lo scorso 18 gennaio un sentenza che condanna l’azienda meccanica Nachi-Fujikoshi a risarcire con cifre che vanno dagli 80 ai 100 milioni di won 13 ex forzati di guerra.
Sempre in politica estera si è tenuta dal 12 al 16 gennaio la visita in Russia del ministro Taro Kono.
Al termine dell’incontro soddisfazione è stata espressa da Sergej Lavrov per lo sviluppo delle relazioni economiche nippo-russe anche se per quanto concerne il trattato di pace tra le due nazioni che chiuda giuridicamente il secondo conflitto mondiale il ministro russo ha invitato a non “distorcere gli accordi raggiunti in una determinata fase”.
Il riferimento del titolare della diplomazia russa è alla Dichiarazione nippo-sovietica del 1956 interpretata dai giapponesi come un riconoscimento della sovranità nipponica sulle due isole Curili più prossime ad Hokkaido.
In settimana Katsuyuki Kawai, consigliere del primo ministro Abe, è stato nuovamente bacchettato dalla Portavoce degli Esteri di Mosca Maria Zakharova per la quale inoltre la prospettiva di un accordo russo-nipponico al fine di contenere la Cina è un’interpretazione priva di senso.
“Stiamo pianificando lo sviluppo delle Curili per i prossimi anni” ha ribadito da parte sua Valery Limarenko, attuale Commissario dell’Oblast di Sachalin per il quale i cittadini “non vogliono la revisione delle frontiere” considerandosi parte integrante della Russia.
“Non abbiamo fissato precondizioni ma stiamo sforzandoci di capire perché il Giappone sia l’unica nazione al mondo che non dica ‘accettiamo per intero gli esiti della Seconda Guerra Mondiale’” ha dichiarato Lavrov al termine degli incontri.
Mentre gli incontri diplomatici si svolgono in un clima piuttosto teso in ambito economico la cooperazione tra la Russia ed il Sol Levante si intensifica. La russa Rosatom si è infatti aggiudicata alcuni lavori concernenti lo smantellamento ed il piano di gestione dell’ex centrale di Fukushima.
Il giorno seguente il vertice Kono-Lavrov il premier Abe, il quale dovrebbe incontrare Putin a fine mese, si è comunque augurato chee tra le due nazioni si svolgano “sincere discussioni” nonostante la distanza abissale sulle rivendicazioni territoriali di Tokyo.
In politica interna i dati sballati del Ministero del Lavoro (dati che hanno danneggiato milioni di cittadini che avevano diritto all’indennità di disoccupazione) continuano a far discutere.
Di necessità di rivedere tutte le statistiche nazionali degli ultimi anni ha parlato Akira Nagatsuma del Partito Costituzionale Democratico mentre il Segretario del Partito Socialdemocratico Yoshikawa ha chiesto la formazione di un comitato terzo con esperti esterni che verifichi tutte le statistiche prodotte dal dicastero.
Si stima che a partire dal 2004 siano stati circa 20 milioni i cittadini danneggiati e che il Ministero non abbia erogato sussidi per 53 miliardi di yen.
Lo scorso anno dati falsificati erano emersi anche per quanto concerneva le ore lavorate sotto il “sistema discrezionale” (e cioè nel quale il salario non è legato all’orario di lavoro) e, più di recente, sugli apprendisti stranieri che avevano abbandonato il lavoro rendendosi irrintracciabili.
Per affrontare la vicenda in sede parlamentare si è tenuto un incontro tra i due responsabili degli uffici parlamentari del PLD Hiroshi Moriyama e del PCD Kiyomi Tsujimoto.
“I funzionari non sono gli unici da biasimare. Anche i politici debbono prendere le proprie responsabilità” ha commentato il parlamentare dell’opposizione Katsuya Okada.
Per risarcire i lavoratori danneggiati dai dati farlocchi il governo ha varato un decreto apposito lo scorso 18 gennaio che modifica, aumentandone i saldi, il bilancio di previsione per il prossimo anno fiscale.
“Si tratta di un grande problema nazionale ed il governo deve dire la verità alla Dieta” ha affermato il Presidente del Partito Democratico per il Popolo Yuichiro Tamaki. In settimana tutti i partiti di opposizione hanno iniziato le audizioni di funzionari del Ministero per accertare le responsabilità nella vicenda.
Sempre nel campo dell’opposizione è stato annunciata lo scorso lunedì la costituzione di un nuovo gruppo in Camera dei Rappresentanti: ad annunciarlo l’ex premier Yoshihiko Noda.
Noda, eletto con la lista di Kibo no To nella quale era confluito il vecchio Partito Democratico non aveva aderito né al ricostituito gruppo di Kibo no To né al Partito Democratico per il Popolo formando con Okada il Gruppo degli Indipendenti prima che quest’ultimo aderisse al gruppo del PCD la scorsa settimana con alcuni altri parlamentari.
Frattanto è stato deciso che la prossima sessione ordinaria della Dieta, occasione nella quale il PLD dovrebbe presentare la propria proposta di modifica dell’articolo 9 della Carta, sarà convocata per il prossimo 28 gennaio.
In ambito turistico le Ferrovie Sagami hanno avviato la sperimentazione in 25 stazioni di 40 macchinette chiamate “Pocketalk W” in grado di tradurre e comunicare in 74 lingue.
La società con sede a Yokohama gestisce alcune linee passeggeri e merci nella Prefettura di Kanagawa.
Frattanto il governo avrebbe deciso la destinazione delle somme incamerate a partire da questo mese grazie alla tassa sulle partenze aeree e marittime.
Contrariamente alle voci delle scorse settimane gli importi raccolti potrebbero essere usati per espandere il Sannomaru Shozokan (il Museo Imperiale di Tokyo) ampliando l’area destinata alle mostre dagli attuali 160 metri quadri ad oltre 1.300.
L’esecutivo prevede che dalla tassa (1.000 yen per persona) entrata in vigore il 7 gennaio entreranno nelle casse dello Stato circa 50 miliardi nel prossimo anno fiscale.
Lo scorso anno 1.650.000 persone hanno visitato il Palazzo Imperiale e circa il 40% erano stranieri.
Proprio in settimana sono stati resi noti gli ultimi dati concernenti le somme spese dai visitatori stranieri lo scorso anno: il totale ammonta a 4.511 miliardi di yen con una media pro capite di 153.000 yen.
In economia il governo potrebbe già da quest’anno aumentare la produzione di sake consentendo ai piccoli operatori di ottenere la licenza per la fabbricazione di alcolici anche in caso di quantità inferiori ai 60.000 litri l’anno.
L’allentamento della normativa non riguarderà l’intero territorio nazionale ma soltanto alcune aree che saranno designate come “distretti del sake”.
La mossa è volta ad aumentare i benefici per il turismo nelle aree economicamente depresse nelle quali spesso piccoli e piccolissimi produttori sono costretti dalla normativa a produrre liquori simili al sake.
Negli stessi giorni è emerso come nelle aree poste al di fuori delle grandi aree urbane diminuisca sempre più il numero di laureati assunti dalle aziende. Stando a dati forniti da Recruit Holding al primo ottobre dello scorso anno tali aziende hanno assunto laureati per il 4,3% in meno rispetto al 2017.
Nel settore automobilistico martedì scorso è stata nuovamente negata dalla magistratura edochiana la libertà su cauzione per Carlos Ghosn.
Nel contempo, secondo quanto apparso sulla stampa, la società avrebbe accertato un’autoattribuzione di fondi societari da parte di Ghosn per 8,9 milioni di dollari: il dato è emerso dopo una lunga inchiesta interna all’alleanza ed in particolare dopo un’analisi dei conti di una società olandese del gruppo.
Lo stesso giorno, nell’ambito del salone dell’auto di Detroit, Akio Toyoda, amministratore di Toyota presentava la nuova Supra. Le vendite del nuovo veicolo inizieranno nel mercato giapponese già questa primavera.
Sempre a Detroit Jun Sawada, presidente di Nippon Telegraph and Telephone, una delle più grandi società di telecomunicazioni del Paese ha annunciato che l’azienda sarà il principale investitore pubblicitario nelle 17 competizioni automobilistiche realizzate da IndyCar negli States: nessuna informazione è stata diffusa sul costo dell’operazione.
Cattive notizie da Seul per Nissan: la società è stata multata per pubblicità ingannevole (aveva dichiarato che i propri veicoli erano amici dell’ambiente in diversi spot) e condannata a pagare 900 milioni di won (poco più di 800.000 dollari).
A Kumamoto, invece, Honda è pronta a lanciare un nuovo modello della propria motocicletta Super Club, uno dei prodotti più venduti dall’azienda. Su richiesta della Prefettura sarà raffigurato nella nuova moto (la cui produzione dovrebbe partire quest’estate) l’orsetto Kumamon, uno dei simboli di Kumamoto.
In casa Google sarebbero stati non dichiarati, secondo quanto apparso su tutta la stampa nipponica e rivelato da fonti rimaste anonime, ben 3,5 miliardi di yen di introiti a partire dall’anno fiscale 2015.
Nessun commento alla notizia è finora giunto dall’azienda.
Nell’energia le aziende nipponiche sono sempre più presenti sul mercato africano anche in virtù dei vertici svoltisi a Tokyo negli ultimi due anni. A dominare sulla vendita di turbine in particolare Toshiba e Mitsubishi Hitachi Power System (insieme controllano il 44% del mercato globale delle turbine) e Fuji Electric (le cui vendite rappresentano il 19% del mercato mondiale). Tutte e tre queste aziende hanno di recente vinto delle gare d’appalto in Kenya accrescendo così la loro presenza in Africa. Il Kenya intende passare, entro il 2030, dagli attuali 60.000 kilowatt da energia geotermica a 5 milioni.
Se le aziende cinesi hanno conquistato una larga fetta dell’Africa offrendo tecnologie per il solare e l’eolico, le società del Sol Levante hanno deciso di puntare maggiormente sul geotermico che, invece, in patria ma anche negli USA ed in Indonesia, incontra sempre più difficoltà.
Sempre in tale ambito Hitachi ha confermato, dopo che l’ipotesi circolava già da alcune settimane, lo stop al progetto New Horizon in Galles consistente nella costruzione di una centrale nucleare. La decisione è conseguenza dell’insuccesso nell’ottenimento di fondi che garantissero un investimento pari a 27,5 miliardi di dollari.
Hitachi ha comunicato che a causa di questa decisione metterà a bilancio perdite per 300 miliardi yen e taglierà le proprie previsioni di profitto per il prossimo anno di 100 miliardi di yen.
“Non cambia nulla nella nostra politica” ha affermato lo scorso venerdì il ministro dell’Industria e Commercio Hiroshige Seko confermando l’appoggio dell’esecutivo alle attività nucleari all’estero di aziende nipponiche e facendo finta di non vedere come invece esse stiano sempre più uscendo da questo settore (Mitsubishi Heavy Industries non avanza nei propri progetti nucleari in Turchia mentre sulle perdite di Toshiba causate dalla crisi di Westinghouse abbiamo ampiamente trattato su questa rubrica lo scorso anno).
Per una integrazione delle aziende elettriche del nucleare si è invece appellato in settimana il Presidente di TEPCO Tomoaki Kobayakawa.
“Il settore nucleare è oggi diviso tra compagnie che producono energia elettrica e aziende che costruiscono e manutengono le centrali: sarebbe più utile che esse si fondessero” ha affermato il rappresentante dell’azienda, i cui utili sono di fatto commissariati ormai dal 2012, sottolineando poi l’utilità che le attuali società elettriche cooperino al fine di ridurre i costi ed aumentare la sicurezza.
Decisamente schierato contro l’uso del nucleare l’ex premier Koizumi il quale ha da poco pubblicato un libro intitolato Possiamo abolire tutte le centrali nucleari se lo vogliamo.
Dire che le centrali siano “sicure, pulite e a basso costo” è “una menzogna” ha affermato l’ex politico nel corso di una recente intervista rilasciata al quotidiano Asahi.
Per quanto concerne l’industria gli ultimi dati sugli ordinativi nella meccanica, riferiti allo scorso novembre, mostrano una stagnazione rispetto allo stesso mese del 2017 segnando un -0,02%: un calo significativo rispetto ad ottobre che aveva registrato un +7,6%.
Il calo totale del settore manifatturiero è stato del 6,4% ed è stato prodotto da una contrazione della domanda da parte dell’industria dei metalli non ferrosi. In crescita invece del 2,5% i settori non inclusi nella manifattura (con l’esclusione però dell’energia) trainati da un piccolo segnale di ripresa di trasporti ed agricoltura.
Sulle dichiarazioni di bancarotta, invece, il loro numero, stando ad una ricerca di Tokyo Shoko Research, ha raggiunto lo scorso anno il numero più basso degli ultimi 28 anni grazie ad una politica più flessibile portata avanti dagli istituti bancari.
I debiti non più esigibili per bancarotta sono diminuiti complessivamente del 53,1% (in termini assoluti 1.490 miliardi di yen) anche se a drogare il dato del 2017 vi era stata la bancarotta di Takata, una delle maggiori aziende produttrici di airbag.
Nel commercio internazionale si è svolto lo scorso 19 gennaio un summit dei rappresentanti degli 11 Paesi sottoscrittori del CPTPP (preceduto in settimana da un vertice G20 dei ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali che ha toccato i medesimi temi) tutto incentrato sul contrasto al protezionismo. Novità più importate dell’incontro è la dichiarazione che l’accordo “è aperto a tutte le economie” e che quindi non è più così improbabile una futura integrazione dei Paesi che stanno discutendo il RCEP (Cina, India, Giappone e nazioni ASEAN) e della Gran Bretagna che è alla disperata ricerca di alleati commerciali per evitare un futuro crollo del PIL in caso di Brexit (con o senza “deal”).
“Nonostante la crescita delle preoccupazioni per il protezionismo i ministri condividono la visione di mantenere e rafforzare i principi di un sistema commerciale effettivamente aperto, inclusivo e basato sul diritto” si legge nella dichiarazione finale dell’incontro.
Nelle infrastrutture è arrivato uno stop all’operatività di alcuni rami di azienda di Obayashi e Shimizu dopo che le due aziende sono finite in guai giudiziari con l’accusa di aver preso parte ad un cartello volto a spartirsi i lavori nella linea per treni a sospensione magnetica Tokyo-Osaka.
Il Ministero delle Infrastrutture ha sanzionato le due società con uno stop, di 120 giorni, all’aggiudicazione di nuovi progetti.
Lo scorso ottobre la Corte Distrettuale di Tokyo aveva multato le due aziende per 200 e 180 milioni di yen rispettivamente.
In ambito militare un’assemblea che ha visto la partecipazione di circa 500 persone si è tenuta lo scorso 14 gennaio per protestare contro l’insabbiamento di un pezzo della baia di Henoko a Nago necessario per la costruzione della nuova base militare USA di Okinawa.
Sul sistema missilistico Aegis, invece, il governo sarebbe intenzionato ad effettuare delle ricerche per accertare gli effetti delle radiazioni emesse dai radar facenti parte del meccanismo.
La mossa va incontro alle richieste giunte dagli amministratori locali di Akita, Hagi ed Abu.
Lo scorso mercoledì, intanto, il ministro Iwaya ha incontrato l’omologo statunitense Patrick Shanahan per discutere di cooperazione nel cyberspazio e di contenimento marittimo della Cina.
Sulla sicurezza informatica si è tenuta la scorsa settimana una riunione del tavolo nazionale che si occupa della difesa delle infrastrutture chiave. All’incontro hanno partecipato rappresentanti della pubblica amministrazione e delle aziende private che hanno in gestione infrastrutture. Le ultime difficoltà connesse allo spionaggio internazionale nonché ai disastri naturali che hanno colpito il Sol Levante hanno spinto l’esecutivo a lavorare per una riforma delle linee di indirizzo in particolare per quanto concerne il furto di dati.
In campo tecnologico il Giappone potrebbe presto testare un sistema di satelliti quasi-zenith per monitorare la regione Asia-Pacifico con l’obiettivo di costruire una rete globale di allerta in caso di catastrofi naturali.
Tra i mezzi messi a disposizione uno dei quattro satelliti Michibiki per il sistema gps: a riferirlo l’Asian Disaster Reduction Center di Kobe.
È stato lanciato con successo, nel contempo, il vettore Epsilon trasportante sette satelliti e frutto del lavoro di 10 diverse organizzazioni.
Il lancio è avvenuto lo scorso 18 gennaio dal cosmodromo di Uchinoura (Prefettura di Kagoshima) e si tratta della prima messa in orbita di satelliti dopo la modifica di alcune norme volte a favorire l’ingresso dei privati nel settore aerospaziale.
Tra i satelliti lanciati ve ne è uno sviluppato dall’azienda edochiana ALE il quale dovrebbe replicare la coda di un meteorite rilasciando piccoli pezzi di metallo ed un osservatore meteorologico sviluppato dal Vietnam.
Nel contempo, stando ad un’indagine svolta dal quotidiano Mainichi, il 38% dei centri di evacuazione – cioè di quelle strutture che la protezione civile e l’esercito nipponico potrebbe utilizzare in caso di disastri naturali per ospitare gli sfollati – situati in 23 municipi di Tokyo ed in altre 20 città si trovano in aree allagabili.
In particolare nella capitale la metà dei centri di evacuazione sono posti in aree sotto il livello del mare mentre a Osaka ben l’80% delle strutture è a rischio allagamento in caso di esondazione dei fiumi Yodo e Yamato.
Anche a Niigata ben il 70% dei centri è a rischio in caso di esondazione del fiume Shinano mentre rispettivamente il 50 ed il 40% delle strutture sono a rischio a Kyoto e nelle città di Saitama, Hamamatsu, Nagoya e nella Prefettura di Kumamoto.
A Tokyo il governo metropolitano sarebbe propenso a concedere ad una società privata parte dell’area dell’ex mercato di Tsukiji per costruire un centro conferenze con hotel e ristoranti. L’ex mercato, non distante da Ginza, occupa un’area di 23 ettari e nel corso delle Olimpiadi una parte dell’area sarà utilizzata come punto di raccolta per gli atleti.
Nel welfare il governo dovrebbe presentare nella prossima sessione della Dieta una modifica della Legge sull’Assicurazione Sanitaria al fine di limitare l’aumento dei costi per il sistema sanitario nazionale conseguenti al maggior numero di immigrati che la riforma dei visti porterà nel Sol Levante. Tra le modifiche che saranno proposte vi sarà quella di concedere la copertura sanitaria ai parenti dei lavoratori stranieri soltanto nel caso essi siano residenti in Giappone.
Sempre in tale campo lo scorso 18 gennaio è stato stimato dal ministero del Lavoro un aumento medio delle pensioni nel corso del 2019 che sarà pari allo 0,1%. L’aumento, il primo da quattro anni a questa parte, non coprirà però, se non in minima parte, la crescita dell’inflazione che sarà innescata dall’aumento della tassa dei consumi dall’otto al dieci per cento previsto per il prossimo ottobre.
In media i pensionati ex autonomi percepiranno un aumento a partire dalla pensione di aprile (ma la cifra sarà corrisposta da giugno) di 67 yen mentre leggermente più consistente sarà l’aumento per i pensionati ex lavoratori dipendenti.
Nodo centrale della vicenda è l’applicazione della riforma del 2004 che prevede il blocco degli aumenti pensionistici tranne nei casi di deflazione.
“Quando i prezzi crescono limitare le pensioni significa meno spese per le necessità quotidiane: è un brutto colpo per chi vive della propria pensione” ha commentato Keizo Massuko del Sindacato Pensionati del Giappone.
Sul fronte culturale il Sol Levante ha deciso lo scorso giovedì di presentare nuovamente domanda per l’inserimento di alcune isole nell’elenco mondiale dei patrimoni dell’umanità UNESCO.
Tra i siti vi è la parte settentrionale dell’isola di Okinawa, l’isola Iriomote (sempre ad Okinawa) nonché le isole Amami-Oshima e Tokunoshima (Prefettura di Kagoshima).
In chiusura ha negato ogni accusa Tsunekazu Takeda, Presidente del Comitato Olimpico Giapponese, attualmente sotto indagine da parte della magistratura francese con l’accusa di corruzione. Secondo le autorità francesi il capo dello sport nipponico avrebbe corrotto dei delegati in sede CIO al fine di ottenere il loro voto favorevole sulla sede delle prossime Olimpiadi.
Sotto la lente francese sono finiti in particolare 2,3 milioni di dollari versati nel 2013 dal Comitato Olimpico edochiano ad una società di Singapore (la Black Tidings). Takeda ha affermato in proposito che la società ha svolto un normale lavoro di consulenza e che il denaro non è servito a corrompere nessuno.
Takeda “dovrà fornire spiegazioni che tolgano ogni dubbio” ha affermato il Portavoce del governo Suga.
In settimana un tribunale di Singapore ha condannato per falsa testimonianza un ex funzionario di Black Tidings, Tan Tong Han, il quale avrebbe nascosto informazioni all’Ufficio Investigativo sulle Pratiche Corruttive della nazione asiatica su alcuni trasferimenti di denaro avvenuti nel 2015 e che riguardavano un altro caso di corruzione (nello specifico in sede IAAF).
(con informazioni di mid.ru; defense.gov; tass.com; mitsubishi-motors.com; cdp-japan.jp; dpfp.or.jp; sdp.or.jp; mainichi.jp; the-japan-news.com; japantimes.co.jp; asahi.com)
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