Circa 2.000 viaggiatori sono rimasti bloccati in aeroporto tra sabato 5 e domenica 6 gennaio a causa delle forti nevicate che hanno colpito l’isola di Hokkaido. Circa 105 i voli cancellati.
In politica interna non mancheranno di suscitare reazioni le
parole pronunciate lo scorso lunedì dal deputato liberal-democratico Katsuei
Hirasawa per il quale “la nazione
potrebbe collassare” nel caso tutti diventassero omosessuali. L’assurda
dichiarazione si colloca nell’ambito della discussione che sarà avviata a
partire da questo gennaio, su iniziativa del Partito Costituzionale
Democratico, sulla possibilità di riconoscere il matrimonio egualitario nel
Paese.
“Dobbiamo essere un partito che sostiene
l’uguaglianza di genere, riconosce il valore della diversità e pone la
sicurezza della vita al centro” ha affermato la scorsa settimana Maiko
Tajima, una delle candidate prossime al movimento omosessuale e che sarà candidata
al senato dal PCD nel collegio di Aichi.
Sempre il Partito Costituzionale Democratico ha comunicato
la scorsa settimana che lavorerà per bandire gli spot pubblicitari nelle
televisioni commerciali in caso di referendum
costituzionale.
Qualora, come promesso ogni anno da Shinzo Abe almeno dal 2012, la maggioranza
approvasse una modifica della Costituzione sarebbe poi obbligatorio tenere un
referendum confermativo.
Principale preoccupazione dell’opposizione è che i potenti mezzi economici del PLD possano distorcere la campagna
referendaria facendo sì che soltanto l’opzione favorevole alla modifiche
sia presente in televisione.
Nel corso dell’ultima sessione della Dieta un accordo a discutere della vicenda
è stato raggiunto dai rappresentanti di PLD e PCD.
“Dobbiamo discutere di questa legge in
maniera appropriata prima di fare ogni altra cosa” ha concordato il leader
del Partito Democratico per il Popolo Yuichiro Tamaki.
In politica estera il premier Abe ha dato mandato ai propri
ministri di seguire da vicino la vicenda del congelamento degli asset di Nippon Steel chiesto dagli avvocati degli
ex forzati a cui una sentenza ha riconosciuto 100 milioni di won di
risarcimento dall’azienda nipponica per la schiavitù patita nel corso del
secondo conflitto mondiale.
Le mosse sudcoreane “sono deplorevoli”
ha affermato domenica 6 gennaio il capo dell’esecutivo edochiano precisando di “aver incaricato i ministri connessi alla
vicenda di prendere in considerazione specifiche misure basate sul diritto
internazionale al fine di mostrare la nostra risoluta posizione”.La richiesta di congelamento degli asset della joint venture POSCO è stata
approvata l’otto gennaio da un tribunale sudcoreano (quello di Pohang nello
specifico) ed alla decisione è seguita un’immediata nota di protesta firmata
dal viceministro Takeo Akiba ed indirizzata all’ambasciatore della RdC a Tokyo
Lee Su Hoon.
“Tra Corea e Giappone c’è stata una
storia non fortunata e a questo proposito ritengo che il governo giapponese
dovrebbe adottare una posizione leggermente più umile” ha affermato il
Presidente sudcoreano Moon lo scorso 10 gennaio in risposta alle mosse
nipponiche. Il massimo rappresentante della RdC ha comunque ribadito il proprio
impegno a rafforzare le relazioni bilaterale con l’Arcipelago al netto della
vicenda anche se ha sottolineato come il Giappone abbia “politicizzato” la questione.
In chiusura di settimana un’altra sentenza ha condannato un’altra società,
quella di costruzioni navali Hitachi Zosen Corporation, a pagare ad un ex forzato
di guerra. Nello specifico l’Alta Corte di Seul ha respinto l’appello
presentato dalla società nel 2014 e disposto un risarcimento pari a 50 milioni
di won.
Per quanto concerne i rapporti
con Taiwan la Presidente dell’isola Tsai Ing-wen ha aperto alla possibilità
di negoziare con il Giappone una soluzione che porti a superare l’empasse
provocato dal bando all’importazione di cibo proveniente da alcune Prefetture
colpite dal disastro nucleare del 2011.
“Continueremo a parlare con il Giappone
in ambito WTO e speriamo di trovare una soluzione accettabile per entrambe le
parti” ha affermato la massima rappresentante taiwanese lo scorso 5
gennaio.
Lo scorso novembre un referendum popolare ha confermato il divieto di
importazione di pesce e prodotti agricoli da cinque Prefetture giapponesi
suscitando l’indignazione di Tokyo.
Via libera invece per le esportazioni
verso la Cina del riso prodotto nella Prefettura di Niigata. Anche la Cina
continentale aveva infatti ristretto le importazioni di alimenti dal Giappone
dopo l’incidente del 2011. Di “evento
cardine” per i produttori di riso ha parlato il ministro dell’Agricoltura
Takamori Yoshikawa mentre di “primo
passo” verso un rafforzamento delle esportazioni di riso si è espresso il
Presidente dall’associazione delle cooperative agricole Genichi Jinde.
Nei rapporti con la Russia à emerso che 16 navi da pesca nipponiche sono state circondate dalle autorità di
frontiera russe a nord dell’isola di Kunashir: a riferirlo la cooperativa
di pesca interessata ed il Ministero dell’Agricoltura.
Sulle isole contese, frattanto, Katsuyuki Kawai, consigliere presidenziale di
Abe, ha manifestato la speranza che gli Stati Uniti collaborino con il Giappone
nel corso delle trattative con i russi.
“Vorrei che gli USA capiscano l’importanza
di un trattato nippo-russo di pace anche come mezzo per affrontare le minacce
cinesi” ha riferito Kawai durante un discorso all’Hudson Institute di
Washington.
Nel contempo, stando ad un rapporto ufficiale giunto al quotidiano Yomiuri, il governo nipponico starebbe pensando di
abbandonare le rivendicazioni territoriali verso le Curili al fine di rendere
più agevole la cooperazione con la Russia.
Da parte sua la Russia con il viceministro agli Esteri Igor Mogulov ha chiarito
all’ambasciatore edochiano a Mosca Toyohisa Kozuki, convocato lo scorso 9
gennaio, che un trattato di pace con il Giappone dovrà riconoscere gli esiti
territoriali prodotti dal secondo conflitto conflitto mondiale “inclusa la sovranità sulle Curili
meridionali”.
Al termine dell’incontro un’ulteriore nota russa ha affermato senza mezzi
termini che il consigliere di Abe nel suo discorso ha “distorto” la posizione raggiunta dallo stesso premier con Putin
nei recenti colloqui.
A rinfocolare la tensione ci ha pensato il giorno seguente il deputato del PLDR
Sergej Ivanov il quale ha depositato una proposta di legge per bandire ogni
tentativo di cessione delle Curili citando una serie di documenti (compresi
quelli che hanno portato il Giappone ad arrendersi nel settembre 1945).
I rapporti commerciali non sembrano risentire però della tensione diplomatica:
il 9 gennaio la Saibu Gas ha comunicato di aver iniziato le procedure di esame
di un progetto russo-nipponico per la distribuzione di gas naturale liquefatto
con la russa Novatek.
Sempre in ambito diplomatico il premier Abe è partito lo
scorso mercoledì per recarsi ad Amsterdam e a Londra.
Di particolare importanza la visita in Gran Bretagna in quanto non è un mistero
il fatto che il Sol Levante sia
estremamente preoccupato circa una Brexit non concordata la quale avrebbe
effetti deleteri anche sulle numerosissime aziende nipponiche che operano
nell’isola (tra esse Nissan, SoftBank e Uniqlo).
Il tema della Brexit è stato affrontato anche nei colloqui tra il premier
edochiano e l’omologo olandese Rutte ed entrambi hanno riaffermato che una
Brexit senza accordo sarebbe deleteria per entrambe le parti in causa.
Volato dall’altro lato della Manica nel comunicato congiunto seguito
all’incontro con la premier May si parla della Brexit come di “una straordinaria occasione” per
sviluppare le relazioni commerciali con il Giappone (che lo scorso anno sono
state pari a 28 miliardi di sterline).
Celebrato nello stesso documento la rimozione del divieto di importazione da
parte del Giappone di carne bovina e di pecora nonché la cooperazione militare
che ha “fruttato” lo scorso anno tre esercitazioni marittime ed un lungo
dispiegamento di una nave militare britannica nelle acque nipponiche.
Nelle stesse ore nelle quali Abe si trovava a Londra
prendeva sempre più corpo l’ipotesi di un congelamento
da parte di Hitachi dell’investimento nucleare progettato in Galles.
La società, che per la mancata realizzazione degli impianti prevede perdite per
300 miliardi di yen, non ha allo stato attuale trovato nessun sostegno
finanziario privato né un supporto da parte del governo britannico (la società
aveva chiesto 2.000 miliardi di yen di prestito). In un proprio comunicato la
società afferma che una decisione formale sul progetto di Wylfa
Newydd non è ancora stata presa.
Di sicurezza ha invece discusso il ministro Kono in un
colloquio con il Presidente indiano Modi avvenuto il 7 gennaio. Kono ha
affermato che saranno avviate consultazioni periodiche tra i dicasteri della
Difesa delle due nazioni.
Il ministro nipponico ha incontrato lo stesso giorno l’omologa indiana Sushma
Swaraj nell’ambito del decimo dialogo
strategico India-Giappone. Nel corso dell’incontro le due parti hanno
confermato la cooperazione tra i due Paesi in ambito militare ed in particolare
per quanto concerne la navigazione.
Kono è poi volato a Kathmandu dove ha incontrato l’omologo Pradeep Gyawali: i
due ministri hanno concordato nel lavorare per la ripresa di voli commerciali
diretti che allo stato attuale non esistono.
In ambito tecnologico è stato sperimento lo scorso lunedì un
percorso di guida ferroviaria autonoma
lungo la linea Yamanote gestita dalle Ferrovie del Giappone Orientale.
Nel test, per la prima volta aperto alla stampa, un treno con 11 carrozze ha
percorso due volte la linea ad una velocità di 34,5 chilometri orari.
“Analizzeremo i risultati e cercheremo di
mettere in pratica queste tecnologie il più presto possibile” ha affermato
Yuichiro Tokunaga, responsabile del settore per la compagnia ferroviaria.
Spostandoci dai treni alla medicina è stato presentato la
scorsa settimana l’apparato
cuore-polmone più piccolo al mondo.
L’apparecchiatura è stata sviluppata dal Centro Nazionale sul Cervello ed il
Sistema Cardiovascolare di Suita (Prefettura di Osaka) ed ha delle dimensioni
ed un peso (poco più di 6 chilogrammi) che lo rendono adatto all’uso sulle
ambulanze.
In economia è tornato a parlare, lo scorso 7 gennaio, il
nuovo amministratore di Nissan
Hiroto Saikawa. Il dirigente, il quale ha preso le redini della società dopo
l’arresto con l’accusa di evasione fiscale di Carlos Ghosn, ha sostenuto che la
società dovrà affrontare “fondamentali
cambiamenti” nella sua organizzazione al fine di evitare che problemi del
genere possano ripetersi.
Saikawa ha anche rassicurato circa l’alleanza Renault-Nissan la quale “non è minimamente a rischio”.
Ghosn, il quale si è nuovamente proclamato innocente nel corso
dell’interrogatorio dell’otto gennaio, si è visto nuovamente respingere la
richiesta di sospensione della custodia cautelare in carcere.
Un successivo interrogatorio del manager è stato sospeso a causa di una febbre
alta (evento che ha portato la famiglia del manager a chiedere un alleviamento
della condizione carceraria del congiunto). Nel contempo anche la Commissione
di Sorveglianza sui Titoli e gli Scambi ha avviato un’indagine a carico di
Nissan e del suo ex amministratore per non aver elencato i titoli dati in
pagamento a Ghosn nel suo rapporto annuale destinato all’organismo di
vigilanza.
Nel tentativo di evitare la scarcerazione venerdì scorso la Procura di Tokyo ha
depositato due nuove accuse a carico del manager.
In campo finanziario Resona Holding ha comunicato, lunedì
scorso, che in futuro non concederà
prestiti ad aziende coinvolte nello sviluppo di armi nucleari.
Si tratta della prima volta che una banca nipponica prende decisioni di questo
tipo.
Novità in questo settore anche per Nomura che introdurrà un sistema salariale
basato sugli obiettivi e non più sull’anzianità di servizio per i propri
dipendenti nel Sol Levante.
In casa SoftBank è sempre più probabile un investimento per ulteriori due
miliardi di dollari (in aggiunta agli otto già investiti) in WeWork, società
specializzata nell’affitto di locali per scopi lavorativi.
Sempre il 7 gennaio Takeda Pharmaceutical ha comunicato che nel corso del prossimo anno attende vendite per l’equivalente di 31,3 miliardi di dollari (e cioè il doppio delle vendite attuali) in conseguenza dell’acquisizione dell’irlandese Shire.
In ambito turistico è entrata in vigore lo scorso lunedì la nuova tassa sulle partenze aeree e
marittime verso l’estero. Il contributo è pari a 1.000 yen e non sarà
applicato per i bambini al di sotto dei due anni di età. L’importo della nuova
tassa sarà destinato al miglioramento dei servizi turistici offerti agli stranieri
nonché all’acquisto di tecnologie di sicurezza negli aeroporti.
Gli ultimi dati che mostrano gli arrivi totali nel 2018 hanno mostrato
l’ennesimo record per il Giappone nonostante il contraccolpo provocato dalle
piogge estive e dal terremoto del 6 settembre che ha colpito Hokkaido.
In totale nel 2018 i turisti stranieri sono stati 31.190.000 con una crescita
del +8,7% rispetto al 2017.
Sul fronte dei rapporti economici tra gli Stati un comunicato congiunto sottoscritto dal ministro dell’Economia del Giappone Hiroshige Seko, da Cecilia Malmstrom per l’Unione Europea e da Robert Lighthizer per gli Stati Uniti ha affermato che le tre nazioni collaboreranno contro i trasferimenti amministrativi di tecnologie ed i sussidi industriali in un tentativo di isolare la Cina e le economie non di mercato.
Intanto mentre Coca Cola annuncia per la prima volta da 27
anni a questa parte un aumento del prezzo del proprio prodotto simbolo il
ministro Aso ha rassicurato che “le misure
fin qui prese per contrastare gli effetti negativi dell’aumento della tassa sui consumi sono sufficienti”.
La Banca Mondiale ha intanto visto al rialzo dello 0,1% rispetto alla
rilevazione di giugno le stime di crescita del Giappone per il 2019 ipotizzando
così un +0,9%.
Gli ultimi dati, afferenti a novembre 2018, sulla spesa delle famiglie hanno
mostrato un calo dello 0,6% rispetto al 2017 attestandosi ad una media di
281.041 yen.
L’inflazione, escludendo cibi freschi ed energia, è cresciuta dello 0,3%
rispetto a novembre 2017 (dello 0,8% includendo anche le spese suddette).
Sempre a novembre il Giappone ha mostrato un crollo del 43,5% nella bilancia commerciale rispetto allo stesso
mese del 2017 a causa di un relativo apprezzamento del petrolio (le
importazioni sono salite del 13,5% mentre le esportazioni dell’1,9%).
Tra le altre statistiche diffuse la scorsa settimana: i dati sugli ordinativi nel manifatturiero hanno mostrato un calo
enorme (oltre il 18%) a settembre mentre un +7,6% si è avuto ad ottobre (i
dati sono sempre riferiti allo stesso mese dell’anno precedente); le
costruzioni nuove case hanno segnato un +0,8% sia ad ottobre che a novembre; in
crescita dell’1,3% a novembre (per una media di circa 371.000 yen) il reddito
disponibile delle famiglie frutto di una crescita dei salari del 2,4% nel
manifatturiero e dell’1,1% negli altri settori (anche se cali si sono
registrati nei mesi precedenti, compreso ottobre) che hanno portato il salario
medio a 283.607 yen; registrato un -0,3% (sempre dati di novembre rispetto a
novembre 2017) le ore di straordinario non programmate (che sono cresciute
dello 0,6% rispetto al mese precedente) mentre il totale delle ore lavorate ha
segnato un +1,6%.
Sul fronte militare il governo sarebbe pronto ad acquistare
già a marzo un’isoletta destinata alle
esercitazioni con portaerei statunitensi.
L’isola è quella di Mage (Prefettura di Kagoshima) e la spesa preventivata è di
16 miliardi di yen. Il sito dovrebbe diventare la nuova base per le portaerei
nordamericane di stanza ad Atsugi e Iwakuni.
“Il trasferimento avverrà il più presto
possibile” ha dichiarato lo scorso martedì il Segretario Generale del
Gabinetto Yoshihide Suga.
Ha frattanto raggiunto le 203.000 firme la petizione indirizzata alla Casa
Bianca dal cittadino statunitense Robert Kajiwara. La raccolta firme, lanciata
circa un mese fa, chiede all’amministrazione statunitense di fermare la ricollocazione della base di
Ginowan nel sito di Nago.
Una visita da parte del ministro Iwaya negli States per colloqui con Patrick
Shanahan (l’attuale facente funzioni ministro dopo le dimissioni di Mattis) è
prevista per la prossima settimana.
Il governo è finito, frattanto, al centro delle polemiche per lo spostamento (e la quasi sicura diminuzione
della loro vita) di 9 colonie di coralli da un’area che sarà distrutta
dalla sabbia necessaria per lo sbancamento di parte della baia di Henoko.
L’undici gennaio si è nel contempo svolto l’ottavo incontro nella formula 2+2 tra Francia e
Giappone. La riunione, tenutasi nella città di Brest, ha visto la
partecipazione di Kono e Iwaya per il Sol Levante e di Jean-Yves Le Drian e
Florence Parly per la Francia.
I ministri hanno ribadito la cooperazione sul fronte della libertà di
navigazione (la formula diplomatica usata per esprimere la volontà di contenere la presenza della Repubblica
Popolare Cinese nei mari a lei prossimi) mentre da parte sua la Francia ha
comunicato di voler accrescere l’attività di sorveglianza volta ad impedire il
trasferimento di merci da nave a nave destinate alla Corea del Nord.
Sul lavoro è emerso lo scorso 8 gennaio che dati errati sono stati utilizzati dal
Ministero per realizzare le statistiche mensili sui salari.
Secondo indiscrezioni apparse sulla stampa informazioni non corrette hanno
contribuito alla formazione delle statistiche a partire almeno dal 2004.
Nella sola Tokyo su 1.400 imprese con più di 500 dipendenti soltanto 500 circa
sono oggetto di raccolta di dati statistici il che porta a medie salariali non
corrispondenti pienamente alla realtà.
Tra gli effetti di una non corretta raccolta dei dati anche miliardi di euro di
mancate indennità di disoccupazione corrisposte: a renderlo noto, citando fonti
coperte, il quotidiano Mainichi secondo il quale negli ultimi 15 anni sarebbero
risultati danneggiati circa 10 milioni di lavoratori.
L’11 gennaio il ministro Takumi Nemoto ha ammesso che a causa dei dati errati
non sono stati erogati, a partire dal 2004, circa 53,7 miliardi di yen (per
circa 20 milioni di persone danneggiate) e di questi ben 28 miliardi in
indennità di disoccupazione.
Di una possibilità di rivedere la prossima legge di bilancio al fine di
corrispondere il dovuto ha aperto il ministro delle Finanze Taro Aso.
Sempre in tale settore gli ultimi dati dell’Istituto per le Politiche del
Lavoro e della Formazione hanno mostrato un aumento del costo del lavoro
annualizzato (ma i dati, per adesso, sono fino allo scorso novembre) del 3,2%
nel 2018.
Sulle ore di lavoro dei medici che operano nei servizi locali il Ministero della Sanità ha proposto di limitare il numero di ore di straordinario al fine di evitare malattie o persino decessi legati ad eccessivi orari di lavoro. Un documento vincolante dovrebbe essere approvato entro il prossimo marzo e dovrebbe portare il numero di ore di straordinario per i medici ad un massimo di 80 al mese.
Per quanto riguarda il nucleare la Prefettura di Niigata ha chiesto a TEPCO di condividere i costi per
lo smaltimento di fanghi radioattivi stoccati nel proprio territorio dal 2011.
Nella Prefettura, situata a circa 200 chilometri dall’ex centrale di Fukushima,
sono attualmente stoccate 60.000 tonnellate di fanghi contaminate da cesio. I
costi di smaltimento dei materiali si aggirerebbero intorno ai 3 miliardi di
yen.
(con informazioni di worldbank.org; mea.gov.in; gov.uk; defense.gouv.fr; jil.go.jp; hitachi.com; cdp-japan.jp; yna.co.kr; tass.com;mainichi.jp; the-japan-news.com)
Immagine di Rémi Cormier ripresa liberamente da commons.wikimedia.org
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.