In attesa del prossimo vertice del G20 che si terrà ad Osaka gli “sherpa” diplomatici sono già al lavoro e potrebbero incontrarsi nella cittadina nipponica già in gennaio (il vertice vero e proprio si svolgerà invece nel mese di giungo).
Centrale per il governo di Tokyo sarà porre l’accento sulla crescita e sulla distribuzione della ricchezza spingendo quanto più possibile, e non sarebbe una novità, a creare un consenso ancora maggiore verso il liberoscambismo contrastando con forza il nuovo ciclo protezionista inauguratosi con la presidenza Trump.
Sempre in politica estera il premier Abe, intervenendo nel corso di una trasmissione radiofonica, è ritornato sulla vicenda del trattato di pace da sottoscrivere con i russi, affermando di voler intavolare una “specifica discussione” sul tema con l’omologo Putin.
Il premier edochiano dovrebbe incontrare il Presidente russo il prossimo 21 gennaio. Nel contempo, secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, i russi potrebbero estendere alle isole contese (e reclamate dai nipponici sulla base di un’interpretazione fuoriviante della Dichiarazione russo-nipponica del 1956) i sistemi di difesa missilistica Bal e Bastion.
Una nuova protesta sarebbe stata indirizzata invece alla Cina per alcune ricerche oceanografiche effettuate nei pressi dell’isola Okinotori (situata tra Guam e Taiwan).
“In base alle informazioni di cui dispongo la nave di ricerca oceanografica cinese Xiangyanghong 1 ha recentemente condotto attività di ricerca scientifica nelle acque vicino a Okinotori in conformità con la legge. Voglio sottolineare che, in primo luogo, in quanto firmataria dell’UNCLOS, la Cina osserva costantemente le disposizioni pertinenti nelle sue attività di ricerca. In secondo luogo, secondo l’UNCLOS, la barriera corallina di Okinotori non soddisfa i requisiti di base per essere riconosciuta come isola. Il Giappone la definisce unilateralmente un’isola e la rivendica come facente parte della Zona Economica Esclusiva legandola alla piattaforma continentale ma la Cina non ha mai riconosciuto ciò” ha chiarito per sua parte il Portavoce degli Esteri di Pechino Lu Kang nel corso della conferenza stampa del 2 gennaio.
Per quanto concerne i rapporti con la Corea del Sud come ampiamente annunciato gli avvocati rappresentanti gli ex forzati che hanno ottenuto un risarcimento (confermato da una sentenza della Corte Suprema) da Nippon Steel per il periodo di schiavitù patito nel corso del scondo conflitto mondiale hanno avviato le procedure per il congelamento degli asset della società al fine di ottenere quanto previsto dalla sentenza (e cioè 100 milioni di won, l’equilavalente di 90.500 dollari, per ognuno dei quattro lavoratori vincitori della causa).
Lo scorso venerdì, per sua parte, il ministro degli Esteri Kono ha telefonato lo scorso venerdì all’omologa sudcoreana Kang Kyung-wha invitandola a “prendere rapidamente misure che assicurino che siano evitati comportamenti sleali verso aziende nipponiche”.
In politica interna il Partito Costituzionale Democratico sta preparando una proposta di legge, da presentare già nel corso della prossima sessione ordinaria della Dieta, per l’istituzione del matrimonio omosessuale. Nell’ambito di questa politica di uguaglianza il PCD ha deciso di candidare alcuni esponenti dei movimenti omosessuali nelle elezioni che la prossima primaverà rinnoveranno la metà dei senatori.
Tra gli aspiranti senatori omosessuali che avranno il consenso del PCD vi sono Taiga Ishikawa (membro dell’assemblea del municipio di Toshima a Tokyo) e Hiroko Masuhara che sarà candidato all’uninominale a Kyoto.
Anche se la Costituzione nipponica non specifica, all’articolo 24, il sesso dei contraenti di un matrimonio, tutta la legislazione ordinaria specifica che essi debbano essere un uomo ed una donna.
Dieci coppie omosessuali hanno annunciato la scorsa settimana che in febbraio depositeranno simultaneamente una serie di cause civili per ottenere un riconoscimento legale del loro status.
Per quanto riguarda le elezioni, invece, è stato lo stesso premier a smentire la possibilità, ventilata da alcuni organi di stampa, di uno scioglimento anticipato della Camera dei Rappresentanti e dunque di un’elezione contemporanea dei due rami del parlamento.
Il 2 gennaio, frattanto, un numero record di visitatori (154.800) ha ascoltato presso il giardino del palazzo imperiale gli auguri per il nuovo anno dell’Imperatore Akihito.
È stato contestualmente stabilito dal governo che il nome della nuova Era sarà comunicato il prossimo 1 aprile e sarà sottoscritto dall’Imperatore uscente.
L’anticipo del nome – motivato da questione pratiche come il doppio calendario occidentale-tradizionale presente su molti software – rispetto alla data stabilita (il primo maggio) per l’intronizzazione del nuovo Imperatore aveva suscitato grandi polemiche in quanto i settori più fortemente conservatori del PLD ritengono che la scelta del nome dell’Era sia competenza esclusiva del nuovo Imperatore e che dunque il nome andrebbe comunicato dopo l’intronizzazione.
La decisione “non è illegale ma non è appropriata” era stato il parere espresso dall’Ufficio Legislativo del Governo.
Sempre in politica interna il numero dei minorenni che diventeranno maggiorenni in conseguenza dell‘abbassamento dell’età legale (da 20 a 18 anni) sarà di 1.250.000 (+20.000 rispetto allo scorso anno).
Nonostante ciò il numero di nuovi adulti rimarrà dello 0,99% rispetto alla popolazione totale non riuscendo a raggiungere, per il nono anno consecutivo, la cifra dell’un per cento.
Sul fronte lavoro almeno 12 ex agenti assicurativi hanno intentato una causa contro il loro vecchio datore di lavoro per richiedere complessivamente 63 milioni di yen di stipendi. Le cause sono state depositate in ben sei diverse Corti Distrettuali. Oggetto del contendere una serie di spese che sarebbero state arbitrariamente prelevate dalle buste paga.
“Parte del settore assicurativo sfrutta i lavoratori” ha commentato uno degli avvocati che sta curando il caso.
Nessuna risposta sul caso è giunta dall’Agenzia per i Servizi Finanziari la quale ha sostenuto che trattandosi di un problema lavorativo esso esulava dalle proprie competenze di indagine mentre il Ministero del Lavoro ha affermato di attendere risposta dall’Ispettorato del Lavoro.
Di diverso avviso il professor Shigeru Wakita dell’Università delle Ryukyu per il quale il Ministero e l’Agenzia dovrebbero condurre un’indagine preventiva per accertare eventuali abusi salariali nel settore.
“È possibile vi siano delle compagnie assicuratice che fanno lavorare i propri dipendenti in condizioni che violano le norme ad esempio offrendo salari più bassi di quello minimo o trattenendo grandi cifre dagli stessi. Queste pratiche lavorative possono portare a contratti di assicurazione irregolari e dunque anche l’Agenzia per i Servizi Finanziari dovrebbe indagare” ha affermato il docente.
Sulla vicenda concernente l’occupazione dei lavoratori disabili il governo potrebbe presentare nel corso della prossima seduta della Dieta un proposta di modifica della normativa sulle categorie protette dopo che un mega-scandalo ha coinvolto l’intera pubblica amministrazione: sono stati infatti trovati numerosi casi di persone assunte come disabili al solo fine di raggiungere la quota del 2,5% sul totale dei dipendenti fissata dalla legge anche in assenza di attestazioni medicolegali fornite dagli stessi ma in presenza unicamente di certificazioni rilasciate privatamente al lavoratore.
In campo welfare il Ministero della Salute ha annunciato di introdurre degli standard volti a calcolare i costi dei servizi sanitari prestati ai cittadini stranieri. La mossa si colloca nell’ambito del tentativo di attenuare le polemiche circa il maggior aggravio per il servizio sanitario nazionale provocato dai nuovi lavoratori stranieri, ancorché nuovi contribuenti a rigor di logica, che giungeranno nel Sol Levante in virtù della politica di allentamento dei visti.
Un’inchiesta condotta nel 2016 dal dicastero mostrò che, ad esempio, circa l’80% delle strutture mediche non conteggiava a carico del paziente straniero i costi di interpretariato.
In economia è stata approvata dalla Corte Distrettuale di Tokyo l’estensione fino all’11 gennaio della misura cautelare in carcere per l’ex manager di Nissan Carlos Ghosn accusato di aver evaso un’enorme quantità di tasse.
L’altro manager arrestato insieme a Ghosn, Greg Kelly, è stato invece liberato su cauzione lo scorso 25 dicembre.
Sempre in ambito economico il presidente di Keidanren Hiroaki Nakanishi nel proprio messaggio di inizio anno si è augurato che il Giappone prosegua nelle riforme strutturali ed ha sottolineato il ruolo della confindustria nella crescita del Paese.
Nakanishi si è mostrato preoccupato circa la sostenibilità del sistema previdenziale e dell’ordine economico internazionale messo a rischio dal protezionismo.
Un appello a misure volte ad aumentare la produttività è giunto invece dal Yoshimitsu Kobayashi, presidente dell’Associazione dei Dirigenti d’Azienda e da Akio Mimura, presidente della Camera di Commercio e Industria.
Un recente sondaggio mostra, intanto, come il 63% delle maggiori aziende nipponiche attenda per il 2019 una crescita moderata segnando un calo di fiducia rispetto allo scorso anno.
In totale le aziende oggetto della ricerca sono state 115 (tra esse Toyota e Sony) e di queste ben il 33% ritiene che non vi sarà crescita il prossimo anno mentre un 3% prevede che il PIL avrà un segno meno.
Un altro recente sondaggio mostra invece come ben il 69% delle aziende aderentia Keidanren sia contraria alla liberalizzazione, a partire dal 2020, dei periodi per i colloqui e le assunzioni annunciata dall’organizzazione datoriale.
Frattanto lo scorso 30 dicembre è entrato ufficialmente in vigore il CPTPP e cioè il trattato di libero commercio per l’area del Pacifico inizialmente denominato semplicemente TPP e ristrettosi ad 11 nazioni dopo l’abbandono degli USA.
Il trattato – pienamente in vigore dal primo gennaio oltreché nel Sol Levante anche in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Messico e Singapore – rappresenta un blocco economico pari al 13% del PIL mondiale e circa 500 milioni di cittadini.
In conseguenza dell’accordo il Giappone eliminerà i dazi doganali su circa il 95% dei beni e servizi venduti dalle nazioni sottoscrittrici anche se un certo livello di protezione sarà mantenuto sul riso.
In termini economici il governo nipponico stima una crescita dell’export pari all’1,5% del PIL (in particolare di automobili verso mercati come quello canadese che entro il 2022 eliminerà del tutto i dazi verso le auto nipponiche) anche se il settore agricolo sarà pesantemente colpito in particolare dalla concorrenza di Paesi come l’Australia (sulla cui carne i dazi scenderanno dal 38,5 al 9% entro il 2033) ed il Vietnam.
Per quanto concerne l’oro il Ministero delle Finanze aumenterà il numero di controlli su quanti commerciano oro al fine di diminuire le possibilità di contrabbando. La mossa è volta ad evitare l’ingresso illegale di oro in Giappone al fine di non pagare la tassa sui consumi che sarà aumentata, colpendo anche questo settore, il prossimo ottobre. Nel 2018 i casi di contabbando di oro scoperti sono stati 720 per un totale di 1,5 milioni di yen di tasse evase ma è probabile che i casi non accertati siano di molto superiori.
Nel 2017 il Giappone ha importato oro per 5 tonnellate ed esportato per 215 tonnellate. “Soltanto circa 50 tonnellate di materiale esportato sarebbero state ragionevoli considerando l’importazione e la produzione e consumo domestico e quindi vi è la possibilità che circa 160 tonnellate di oro esportato siano entrate illegalmente nel Paese” ha dichiarato al quotidiano Mainichi un dirigente del Ministero delle Finanze.
In chiusura un terremoto di magnitudo 5.0 nella scala nipponica ha colpito lo scorso martedì alle 6,10 la Prefettura di Kumamoto. Il sisma – avvertito anche a Fukuoka, Saga e Nagasaki – ha provocato lo stop temporaneo dei treni ad alta velocità delle Ferrovie del Kyushu nonché la chiusura per alcune ore dell’Aeroporto di Kumamoto.
(con informazioni di fmprc.gov.cn; japantimes.co.jp; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine di copertina liberamente tratta da www.csis.org
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.