Incassata lo scorso sabato la riforma dell’immigrazione (passata anche con i voti di quanto resta del ricostituito Nippon Ishin no Kai) il premier Abe ha dovuto nuovamente rimandare il tentativo di emendare la Carta costituzionalizzando le Forze di Autodifesa.
“La mia speranza di avere una nuova Costituzione per il 2020 non cambia” ha però dichiarato il capo del governo in apertura di settimana.
Tra i motivi che hanno spinto il PLD ad evitare la forzatura nell’ultima settimana della seduta della Dieta conclusasi il 10 dicembre vi sono le divisioni interne alla maggioranza (tanto il Nuovo Komeito quanto la corrente del PLD che fa capo ad Ishiba sono molto più caute sul punto del duo Abe-Aso) nonché la totale chiusura dell’opposizione progressista.
Una delle questioni che andrà affrontata ancora prima della discussione del testo e che è stata tra i punti maggiormente sottolineati dal Partito Costituzionale Democratico è quella concernente la propaganda televisiva che dovrebbe tenersi in caso di referendum confermativo.
La maggioranza, su pressione del PCD, ha già ascoltato in tal senso l’Associazione delle Televisioni Commerciali al fine di giungere ad un regolamento che restringa il numero di tali spot.
Ritornando sulla questione migratoria il governo starebbe pensando di richiedere test di conoscenza di lingua giapponese ad aspiranti lavoratori nell’ambito della futura apertura del mercato del lavoro nipponico agli immigrati.
Tra le altre idee in campo ma non ancora definite, segno dell’estrema confusione nella quale naviga il governo, anche l’apertura di circa 100 centri di aiuto ed assistenza per affrontare i problemi quotidiani che gli immigrati si troveranno ad affrontare.
Il governo prevede di attrarre nei prossimi cinque anni circa 345.000 lavoratori stranieri.
Tra le misure più contestate vi è la possibilità per i tirocinanti stranieri di rimanere nel Sol Levante come lavoratori di categoria 1 (cioè quella che secondo lo schema non consente il ricongiungimento familiare e nella quale la permanenza in Giappone è strettamente connessa ad un contratto di lavoro) trasformando il loro visto.
Nel caso dell’edilizia, uno dei settori che fino ad ora più ha beneficiato del programma internazionale di formazione e lavoro, l’uso di apprendisti stranieri è stato connesso alla compressione dei salari.
A fine novembre il senatore comunista Taku Yamazoe ha reso noto che nel 40% delle 518 ispezioni ad aziende edili si sono riscontrati violazioni alla normativa sui salari.
In politica estera lo scorso 11 dicembre il ministro Kono in conferenza stampa ha rifiutato per ben quattro volte di rispondere a domande circa il dialogo intessuto con la Russia rispetto alle Curili meridionali.
“Chi in precedenza ha attribuito grande importanza alla divulgazione di informazioni è diventato estremamente riluttante a fornire spiegazioni dopo essere diventato ministro” ha rilevato il capo dell’ufficio per le questioni parlamentari della Dieta del Partito Costituzionale Democratico Kiyomi Tsujimoto.
Sempre in tale ambito il titolare della diplomazia nipponica ha avuto lo scorso mercoledì un colloquio telefonico con la controparte sudcoreana Kang Kyung-wha sulla vicenda delle due sentenze di condanna al risarcimento agli ex forzati di guerra che la Corte Suprema di Seul ha emesso contro aziende nipponiche.
In settimana, per la precisione il 14 dicembre, un altro tribunale sudcoreano, quello di Gwangju, ha emesso una sentenza contro Mitsubishi Heavy Industries imponendole il risarcimento a due ex forzate.
Sulla vicenda dei rapiti dalla Corea del Nord si è tenuta lo scorso giovedì una riunione tra il premier Abe ed il Presidente mongolo Ukhnaa Khurelsukh.
Confermata anche l’intensificazione del supporto da parte nipponica alle forze armate mongole nonché il rafforzamento della cooperazione economica tra i due Paesi sulla base dell’accordo bilaterale sottoscritto nel 2016.
In economia una novità amica dell’ambiente si registra nella produzione di cannucce. La società Aqura Home di Tokyo ha infatti deciso di lanciare, al fine di ridurre l’inquinamento da plastiche, la produzione in serie di cannucce in legno. Tra i problemi che la società dovrà affrontare vi è l’elevato costo di produzione per singola unità (sopra i 12 yen al pezzo al momento).
Per quanto concerne la Japan Investiment Corporation, gruppo pubblico-privato fondato lo scorso settembre ed operante nel sostegno agli investimenti, lo scorso 10 dicembre il suo Presidente, Masaaki Tanaka, ha annunciato le proprie dimissioni e quelle di altri otto membri del board a causa di conflitti con il governo circa le remunerazioni.
Inizialmente il Ministero dell’Economia aveva infatti proposto stipendi superiori ai 100 milioni di yen l’anno nel caso le attività del fondo fossero andate bene salvo poi fare retromarcia a causa delle forti critiche di quanti consideravano tali emolumenti eccessivi.
Un altro degli argomenti che ha portato allo scontro la dirigenza della società con il Ministero è stata la proposta di Tanaka di creare una serie di fondi di investimenti pubblici-privati a controllo condiviso mentre il dicastero guidato da Seko aveva in animo un maggiore controllo sui fondi dell’ente.
Incarico di rimpiazzare i dimissionari è stato dato al viceministro Toshihide Kasutani.
In casa Nissan la Procura di Tokyo ha formalizzato lo scorso lunedì l’accusa ai danni dell’ex amministratore Carlos Ghosn e di Greg Kelly, l’altro alto dirigente arrestato in novembre.
Nel caso di Ghosn l’accusa è quella di non aver dichiarato 5 miliardi di yen di compensi tra il 2010 ed il 2014 mentre entrambi sono accusati di aver occultato al fisco complessivi 4 miliardi tra il 2015 ed il 2017.
Per l’ex manager la Corte Distrettuale di Tokyo ha esteso la detenzione fino al 20 dicembre.
Nei guai anche Tatsuko Utsunomiya, produttore dei popolari gnocchi di polpo fritti denominati takoyaki. L’imprenditrice è stata condannata mercoledì scorso ad un anno di prigione e 26 milioni di yen di sanzione per aver evaso tasse per 130 milioni di yen tra il 2014 ed il 2016.
Nelle telecomunicazioni il governo nipponico avrebbe in animo, in ossequio ai buoni rapporti con gli Stati Uniti, di escludere a partire dal prossimo aprile le produzioni di Huawei Technologies e di ZTE dagli acquisti della Pubblica Amministrazione.
“È estremamente importante non procurarsi attrezzature che incorporino funzioni malevole tra cui il furto di informazioni” aveva dichiarato il Portavoce del governo Yoshihide Suga al termine di un incontro sulla sicurezza informatica pur non citando nello specifico nessuna azienda.
Tra le aziende giapponesi che si servono dei prodotti di Huawei per il 4G vi sono SoftBank e KDDI anche se entrambe le società stanno dirigendosi verso concorrenti europei ed americani per le nuove tecnologie del 5G.
Secondo fonti stampa il governo starebbe anche pensando ad un controllo più stringente sulle aziende operanti nelle infrastrutture ed in altri 13 settori (tra gli altri gas ed elettricità) affinché si dotino di tecnologie di comunicazione non attaccabili da hacker o governi stranieri.
Sempre in tale settore SoftBank ha fissato lo scorso lunedì il prezzo (1.500 yen per azione) dell’offerta pubblica iniziale più importante di sempre consentendo alla casa madre di raccogliere oltre 2.650 miliardi di yen.
In totale il gruppo metterà sul mercato il 36,85% del proprio settore telefonia.
Prima di questa l’IPO più grande fu quella operata dal governo nel 1987 quando venne privatizzata Nippon Telegraph & Telephone.
Nel settore bancario il Gruppo Poste del Giappone potrebbe acquistare il 7 o l’8% delle azioni della compagnia assicurativa statunitense Aflac per circa 300 milioni di yen nell’ambito di un processo di espansione all’estero.
Acquisizioni all’estero anche per Hitachi che potrebbe acquistare per circa 800 miliardi di yen la società di sviluppo ingegneristico svizzera ABB con la quale ha in piedi una joint venture dal 2014.
Sempre tra le aziende le filiali giapponesi di Amazon e Mercari hanno aderito a Keidanren. A comunicarlo, lo scorso venerdì, la stessa confindustria.
Nel settore automobilistico Nissan ha disposto il richiamo di 150.000 autovetture per problemi meccanici portando a 1.140.000 le automobili fino ad ora richiamate.
Richiami negli USA anche per Toyota (circa 70.000 veicoli) per problemi connessi agli airbag.
A Maebashi (Prefettura di Gunma) è stato invece sperimentato lo scorso venerdì un bus a guida autonoma. Il mezzo ha compiuto un percorso di un chilometro tra due stazioni ferroviarie ad una velocità di 20 chilometri orari.
I test continueranno fino a marzo 2019 e potrebbero condurre già nel 2020 ad una piena operatività del mezzo.
In ambito turistico la località sciistica di Kutchan ha deciso di introdurre entro il prossimo novembre una tassa di soggiorno pari al 2% delle tariffe per notte applicate dagli hotel. La città, situata nella Prefettura di Hokkaido, attrae circa 140.000 turisti l’anno e prevede di ottenere circa 300 milioni di yen dall’operazione.
La Prefettura di Osaka e le città di Tokyo e Kyoto hanno già introdotto tasse di soggiorno ma non legate percentualmente ai costi di pernottamento.
Il Ministero delle Infrastrutture, Trasporti e Turismo stima di raggiungere il numero di 30 milioni di turisti entro quest’anno: “siamo ancora metà strada verso l’obiettivo di 40 milioni di turisti ma sono contento che il numero di essi cresca rapidamente” ha affermato il suo titolare Keiichi Ishii.
In ambito macro-economico il PIL nipponico per il periodo luglio-settembre ha registrato un calo annualizzato del 2,5% segnando così il dato peggiore degli ultimi quattro anni.
A determinare la cifra le pesanti ripercussioni economiche causate dalle piogge torrenziali estive che oltre ad aver provocato 216 morti hanno danneggiato pesantemente il turismo, le infrastrutture e la produzione industriale del Giappone occidentale e meridionale.
L’ultima volta che si registrò un calo così grande (in quel caso fu addirittura del 7,3%) fu nel periodo aprile-giugno del 2014 in conseguenza di un aumento (dal 5 all’8%) della tassa sui consumi. Per quanto concerne la bilancia commerciale, invece, a causa degli ultimi apprezzamenti del petrolio il surplus ha registrato in ottobre il maggiore calo degli ultimi 21 mesi (1.310 miliardi di yen e cioè -40,1% rispetto allo stesso mese del 2017).
Tra i settori chiave i dati diffusi dal Ministero delle Finanze lo scorso lunedì hanno mostrato un deficit nei servizi pari a 233 miliardi mentre nelle merci esso è stato pari a 321 miliardi.
Per quanto concerne il petrolio ed il gas naturale liquefatto essi hanno contributo ad un aumento delle importazioni pari al 20,5% rispetto ad ottobre 2017.
In aumento (del 7,7% rispetto a ottobre 2017) le esportazioni (trainate da auto e semiconduttori) che hanno raggiunto i 7.090 miliardi di yen.
È stato frattanto approvato lo scorso venerdì un decreto per il finanziamento di infrastrutture colpite dalle piogge estive. Nel quadro di un piano che dovrebbe svilupparsi entro il marzo 2021 e che comprende 160 aree di intervento saranno destinati 7.000 miliardi di yen.
Nella coalizione di governo è stato frattanto trovato un accordo circa la prossima rimodulazione del carico fiscale che sarà quindi contenuta in una serie di disegni di legge che la maggioranza depositerà nella prossima sessione ordinaria della Dieta.
In concreto sarà abbattuto, al fine di attenuare la contrazione sui consumi che sarà provocata dall’aumento della tassa sui consumi, il bollo auto ed aumentata la deduzione sull’acquisto di abitazioni.
In campo militare è deceduto uno dei due militari USA recuperati dalla Guardia Costiera nipponica a seguito dello scontro tra un velivolo FA-18 ed un KC-130 avvenuto lo scorso 6 dicembre a circa 100 chilometri da Capo Muroto (Prefettura di Koichi).
L’undici dicembre le forze armate USA hanno ufficialmente dichiarato morti i cinque dispersi marines che erano a bordo del KC-130 e sospeso le operazioni di ricerca.
Proseguono a far discutere, nel contempo, i problemi di sicurezza che coinvolgono i droni militari. Nel 37% delle 238 maggiori strutture delle Forze di Autodifesa non è applicato a tali mezzi alcun limite di quota.
Tra le aree nelle quali i droni possono quindi volare al di sotto dei 150 metri di quota vi sono anche la base di Yokota (Tokyo) e Camp Zama (nella Prefettura di Kanagawa).
La Legge per l’Aeronautica Civile prevede che qualsiasi mezzo che voli sotto i 150 metri nelle aree urbane debba ottenere prima un’autorizzazione da parte del Ministero dei Trasporti anche se a tale limite, che ha motivazioni di sicurezza, non sono escluse le forze armate soltanto in 52 delle 132 strutture delle Forze di Terra, in una delle 25 delle Forze Aeree ed in 34 delle 81 basi della Marina è legale il volo di droni a bassa quota.
Sembrerebbe intanto sempre più prossima la trasformazione della portaelicotteri Izumo in una portaerei. Lo scorso martedì sono state illustrate alla stampa le prime idee circa le nuove linee guida per la Difesa che “consentiranno ai caccia di essere operativi dalle esistenti navi militari se necessario migliorando la flessibilità delle loro operazioni”.
In tale contesto si comprende anche la decisione di acquistare ulteriori F-35B (mezzi a decollo verticale) dagli Stati Uniti (probabilmente anche 105 di questi costosissimi velivoli per un costo superiore agli 11 miliardi di dollari).
“La Izumo è stata concepita come nave con più compiti quindi non pone nessuna minaccia ad altre nazioni qualora ospitasse caccia” ha dichiarato il ministro Iwaya sfiorando evidentemente il ridicolo.
Sul punto dubbi sono stati espressi dal partner di coalizione del Nuovo Komeito: “le navi vanno rimodellate sulla base del principio che il Giappone non possa possedere portaerei in linea con la Costituzione. Confermiamo che i caccia opereranno sulle navi soltanto quando necessario e non in permanenza” ha affermato Shigeki Sato, responsabile dell’ufficio elettorale del partito centrista.
Ad Okinawa è stato condannato a due anni (con pena sospesa per tre anni) Hiroji Yamashiro, uno dei leader della protesta anti-base, per le attività di contrasto alla ricollocazione della facility di Ginowan ad Henoko.
Sempre nella Prefettura meridionale Denny Tamaki ha incontrato lo scorso giovedì il Segretario Generale del Gabinetto Yoshihide Suga ed il ministro della Difesa Takeshi Iwaya nel tentativo estremo di sospendere i lavori di sbancamento a largo di Henoko.
“Riconosciamo la posizione di Okinawa ma procederemo con i lavori” avrebbe dichiarato Suga secondo quanto riportato dallo stesso Tamaki al termine dell’incontro.
I contestatissimi lavori di sbancamento e posa di sabbia su un’area di 6,3 ettari sono iniziati nella mattinata del 14 dicembre tra le proteste di alcune migliaia di persone che hanno esposto cartelli e gridato slogan fuori dal cantiere.
“Il governo non intende cambiare i propri piani. Non posso aiutare ma sento una intensa rabbia verso questi lavori che non tengono in considerazione la volontà del popolo di Okinawa” ha affermato il Governatore subito dopo l’avvio effettivo dei lavori.“Noi continuiamo a chiedere che il governo sospenda immediatamente la posa di terra e sabbia e riprenda il dialogo con la Prefettura” ha dichiarato Tetsuro Fukuyama, Segretario Generale del Partito Costituzionale Democratico il quale ha anche sottolineato come l’esecutivo avrebbe potuto attendere il referendum consultivo promosso dalla Prefettura e per la cui convocazione furono raccolte decine di migliaia di firme.
“I lavori sono una discriminazione contro Okinawa e condanniamo nei termini più forti il governo” gli ha fatto eco Kazuhiro Haraguchi, responsabile dell’ufficio per le questioni parlamentari del Partito Democratico per il Popolo mentre il Presidente dello stesso partito ha parlato di politica della “baionetta e del bulldozer” contro gli abitanti della Prefettura.
“Gli abitanti di Okinawa hanno espresso nelle elezioni per il rinnovo della carica di governatore che essi non consentono la ricollocazione della base di Futenma ad Henoko. Se il primo ministro fosse veramente il leader del Giappone dovrebbe rispondere ai residenti dell’area e comportarsi di conseguenza” ha affermato il capo della segreteria comunista Akira Koike nel corso di una manifestazione tenutasi presso la stazione Shinjuku di Tokyo.
Il ministro Iwaya, frattanto, ha dichiarato lo scorso venerdì che prevede il ritorno alla sovranità nipponica dell’area di Futenma non entro il 2022 come previsto nel 2013 e più volte rivendicata come data certa.
In campo welfare i cinque partiti dell’opposizione progressista (Partito Liberale, Partito Comunista, Partito Costituzionale Democratico, Partito Socialdemocratico e Partito Democratico per il Popolo) hanno presentato una mozione congiunta contro il tentativo del governo di allentare gli standard richiesti per la gestione degli asili che abbasserebbero di molto il numero degli operatori necessari ed il loro livello di qualificazione professionale.
Sempre in questo settore il Ministero della Salute e del Lavoro sarebbe in procinto di congelare gli importi dovuti dalle donne incinte per le visite mediche connesse allo stato interessante.
Ad annunciarlo lo scorso venerdì il ministro Takumi Nemoto. Tra le misure che potrebbero essere eliminate vi è la prima visita medica (quella accertante lo stato di gravidanza) il cui costo è di 750 yen.
“È intollerabile richiedere alle future madri ulteriori costi” ha affermato Shinjiro Koizumi, uno delle voci più critiche verso il sistema di ticket concernenti la gravidanza introdotti ad aprile di quest’anno.
Sul fronte lavoro l’Alta Corte di Tokyo ha sentenziato lo scorso giovedì contro le Poste del Giappone circa il divario salariale esistente tra i lavoratori a tempo pieno e con contratto a tempo indeterminato ed i precari.
Disposto per gli 80 ricorrenti un risarcimento di 1.670.000 yen a lavoratore per una disparità definita “irragionevole” in particolare per quanto concerne l’indennità per lavoro festivo non corrisposta ai lavoratori precari.
Nell’istruzione l’inchiesta ministeriale avviata in conseguenza dello scandalo dei test di ingresso manipolati da personale dell’Università Medica di Tokyo si è accertato che 10 istituzioni avrebbero utilizzato pratiche improprie, quando non avrebbero operato vere e proprie manipolazioni, al fine di discriminare i candidati di sesso femminile.
In chiusura un tavolo consultivo del governo ha proposto che nel caso un mega-terremoto dovesse colpire le aree costiere del Giappone centrale ed occidentale nei prossimi trent’anni tutta la popolazione lì residente sia evacuata.
Secondo l’organismo, che da tempo studia come minimizzare gli effetti di un evento comunque probabile, nel caso di un sisma di magnitudo superiore ad 8 con epicentro nella Fossa di Nankai anche la popolazione non immediatamente coinvolta andrebbe evacuata e mantenuta in stato di allerta per almeno una settimana dall’evento.
(con informazioni di Japan Press Weekly 5 – 11 dic. 2018; marines.mil; mofa.go.kr; mof.go.jp; cdp-japan.jp; mainichi.jp)
Immagine RyuFilms liberamente ripresa da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.