Maxi-richiesta di fondi al consiglio comunale da parte del sindaco di Osaka Hirofumi Yoshimura dopo che la città ha ottenuto lo scorso venerdì l’Esposizione Universale del 2025: ben 14 miliardi di yen (oltre 109 milioni di euro).
“Discuteremo dell’organizzazione con il governo e con gli imprenditori” ha invece affermato per la propria istituzione il Governatore della Prefettura Ichiro Matsui.
Di “largo impatto” per l’economia ha invece parlato Yoshihide Suga, Portavoce dell’esecutivo.
La città sta già pensando a quali investimenti compiere nel settore turistico (in particolare fornendo servizi e cartelli in lingua inglese) anche se l’amministrazione sembra non tenere in adeguata considerazione alcuni rischi climatici e sismici.
A Wakayama, intanto, la scorsa domenica si sono tenute le elezioni per il rinnovo della carica di Governatore le quali hanno visto la riconferma dell’uscente Yoshinobu Nisaka che ha sconfitto l’unico avversario – Masayoshi Hatanaka sostenuto dal Partito Comunista – e si appresta così al suo quarto mandato.
Nisaka è stato appoggiato dal Partito Liberal-Democratico e dal Nuovo Komeito ma anche dal Partito Democratico per il Popolo e dai socialdemocratici.
Tra le principali proposte del riconfermato Governatore vi è quella di favorire l’apertura di un casinò sfruttando in tal senso la normativa approvata alcuni mesi fa dal parlamento che consente l’apertura di sale da gioco nelle strutture ricettive.
L’affluenza è stata del 38,33% (–1,32% rispetto alle precedenti elezioni).
In politica interna a tenere banco è ancora la discussione della riforma della legge sull’immigrazione.
Un invito a fermarsi nell’esaminare il testo è giunto da Tetsuro Fukuyama del Partito Costituzionale Democratico il quale ha attaccato l’esecutivo per aver prima nascosto e poi fornito manomessi od errati i dati concernenti i tirocinanti stranieri.
Dai questionari esaminati dalla commissione Giustizia della Camera bassa è infatti emerso come in realtà la maggioranza di coloro che hanno lasciato il lavoro lo hanno fatto a causa dei salari troppo bassi: ciò rafforza la tesi dell’opposizione secondo la quale maggiore sarà il numero di stranieri che entreranno nel Paese più alta sarà la concorrenza salariale al ribasso con i lavoratori nazionali.
“Se si continua con il medesimo sistema non si risolverà il problema” ha affermato Seiji Osaka del Partito Democratico per il Popolo sottolineando come dai questionari visionati siano emersi salari di 300 yen l’ora ed orari di lavoro massacranti.
Tra le altre questioni non risolte del disegno di legge vi è quella concernente la possibilità di creare un nuovo status di residenza permanente e quella del tetto, non previsto nel disegno di legge presentato della maggioranza, al numero di stranieri cui sarà consentito l’accesso.
Lo stesso giorno del dibattito con il premier l’opposizione in maniera unitaria ha chiesto al Presidente della Camera dei Rappresentanti Tadamori Oshima di impedire che la commissione Giustizia si riunisca in sedute straordinarie, spesso la sera ed in contemporanea con le riunioni della capigruppo, per esaminare più celermente il decreto.
I capigruppo dei cinque partiti hanno accusato il governo di ignorare il ruolo del parlamento forzando la mano su un disegno di legge che richiede tempi di discussione più ampi e con maggiori dati a supporto.
In seguito alla richiesta delle opposizioni Oshima ha convocato i capigruppo di LPD e Nuovo Komeito Hiroshi Moriyama e Yosuke Takagi per manifestargli le richieste dell’opposizione.
“Non ci sono esempi nella storia postbellica di forzature circa l’adozione di una legge basate sugli impegni diplomatici del primo ministro. Si tratta di un’azione sconsiderata che prende in giro il lavoro della Dieta” ha affermato il Presidente del Partito Comunista Kazuo Shii riferendosi ai lavori del G20.
Il 27 novembre i cinque partiti hanno anche depositato una mozione di sfiducia verso il ministro della Giustizia Takashi Yamashita.
Il medesimo giorno il testo di riforma ha ottenuto il via libera dalla Camera dei Rappresentanti ed è passato all’esame del Senato.
Oltre al PLD ed al Nuovo Komeito hanno votato a favore anche i deputati di quanto rimane di Nippon Ishin no Kai.
“Se ritardassimo l’approvazione decine di migliaia di lavoratori saranno costretti a tornare a casa e ciò danneggerà anche le decine di migliaia di datori di lavori che hanno intenzione di assumere stranieri” ha affermato Yamashita bocciando ogni richiesta di ulteriore studio avanzata dall’opposizione.
“Bisogna fare presto” ha ribadito Abe intervenendo in Camera dei Consiglieri il 28 novembre. Il governo auspica infatti l’approvazione del testo entro la chiusura, il 10 dicembre, della sessione della Dieta.
“Il mercato del lavoro è fluttuante” ha risposto Motohiro Ono del Partito Democratico del Popolo chiedendo nuovamente che sia fissato un tetto annuo degli ingressi.
Per quanto riguarda la modifica della Costituzione la commissione deputata della Camera dei Rappresentanti si è riunita lo scorso 29 novembre in assenza dei parlamentari dell’opposizione che hanno scelto di boicottarla.
Di “mossa oltraggiosa portata avanti dall’ufficio del primo ministro” ha parlato il Presidente del Partito Comunista Shii.
“Non riusciremo a modificare la Carta in questa sessione della Dieta” ha convenuto Abe dopo che l’opposizione ha confermato che non parteciperà nemmeno alla prossima seduta della commissione che è stata convocata per il 6 dicembre.
Sugli scandali che stanno coinvolgendo numerosi esponenti del PLD in settimana si è avuta la restituzione da parte dell’ex ministro dell’Agricoltura Yoshimasa Hayashi di un milione di yen ricevuto da un gruppo prossimo all’Associazione di Medicina Veterinaria.
La donazione era stata effettuata quattro anni fa quando il politico ricopriva l’incarico di ministro.
Correzione dei bilanci per finanziamenti non dichiarati anche per tre realtà politiche prossime alla ministra per la Rivitalizzazione Regionale. In totale si tratta di sei milioni di yen, gestiti da federazioni locali del PLD, non dichiarati lo scorso anno.
In tema difesa sarebbe volontà del ministro Iwaya trasformare in portaerei la portaelicotteri Izumo (attualmente detenuta dalla Marina) facendo così cadere ogni residua foglia di fico circa una politica di sicurezza nazionale strettamente difensiva.
“Uno studio è in corso” ha affermato il ministro riferendosi alla possibilità che quel mezzo possa trasportare gli F-35B comprati dagli Stati Uniti.
Nessuna risposta è stata invece fornita dal ministro circa la richiesta statunitense di aumentare dallo 0,9 all’1,3% il bilancio della Difesa così da alleggerire il contributo economico fornito dagli USA alla NATO.
Per quanto concerne la nuova base di Okinawa, invece, lo scorso martedì si è tenuto un incontro tra il primo ministro ed il Governatore della Prefettura Denny Tamaki che ha confermato la distanza tra le due amministrazioni.
“Continueremo come previsto nel piano di ricollocazione” ha infatti sostenuto il premier nel corso della riunione.
A seguito dell’immobilità del governo (che anzi in dicembre vorrebbe realizzare imponenti lavori di sbancamento) l’amministrazione della Prefettura ha deliberato lo scorso giovedì un nuovo ricorso contro la base questa volte in sede di giustizia amministrativa.
Lo scorso venerdì, frattanto, la sezione di Tachikawa della Corte Distrettuale di Tokyo ha condannato il governo nipponico a pagare 95,6 milioni di yen a 144 cittadini residenti nei pressi della base – condivisa dalle forze armate USA e da quelle giapponesi – di Yokota a causa del disagio provocato dai rumori degli aerei.
Di sicurezza nazionale Abe ha discusso lo scorso martedì anche con Re Abdullah II di Giordania: “rafforzeremo il dialogo e la cooperazione in politica, sicurezza e difesa nonché sulle misure contro l’estremismo” ha affermato il premier.
Prima del colloquio il sovrano arabo ha visitato la base delle Forze di Autodifesa di Narashino (Prefettura di Chiba).
Confermato durante l’incontro la concessione di un prestito da parte del Giappone di 300 milioni di dollari.
In politica estera nuova visita di parlamentari sudcoreani (con conseguente nuova protesta da Tokyo) nelle isole Dodko. Lo scorso lunedì otto parlamentari, guidati da Na Kyung Won del Partito della Libertà, si sono recati in visita nel gruppo di scogli reclamati dal 1945 dal Giappone.
Di atto “totalmente inaccettabile” ha parlato Kanji Kanasugi, Direttore Generale dell’Ufficio per gli Affari Asiatici ed Oceanici del Ministero degli Esteri nipponico.
Come preannunciato, intanto, lo scorso 29 novembre una nuova sentenza della Corte Suprema di Seul ha nuovamente condannato un’azienda nipponica a risarcire ex forzati sudcoreani sfruttati durante il secondo conflitto mondiale.
Ad essere condannata questa volta è stata Mitsubishi Heavy Industries la quale si era appellata al massimo organismo legislativo sudcoreano dopo una prima condanna (per 400 milioni di won) del luglio 2013 emessa dalla Corte Distrettuale di Busan ed una seconda del 2015 (per 562 milioni di won) emessa dalla corte di Gwangju.
Immediata la condanna di Tokyo che con il ministro Taro Kono ha ribadito la validità dell’accordo del 1965 il quale impedirebbe nuove cause di risarcimento da parte di singoli a danno di aziende nipponiche. Kono ha chiesto alla controparte “adeguate misure ed immediate azioni per rimediare a questa breccia nel diritto internazionale”.
“Forte preoccupazione” è stata invece manifestata dagli Esteri di Seul per la “eccessiva risposta” del ministro giapponese.
Preoccupazione e richiamo all’accordo del 1965 si legge anche nel comunicato dell’azienda che ha anche sottolineato come gli stessi ricorrenti nel 1995 e nel 1999 si siano visti rigettare ricorsi analoghi dalla Corte Suprema di Tokyo.
“Chiediamo al governo se procederà con il sequestro degli asset” ha affermato Lee Sang-kap, uno degli avvocati dei ricorrenti.
Per quanto concerne i rapporti con la Russia lo scorso 26 novembre intervenendo in parlamento il premier ha ribadito che spera in un accordo con il vicino sulla vicenda del trattato di pace che ponga fine giuridicamente al secondo conflitto mondiale.
“Io e Putin abbiamo la medesima determinazione nel porre fine a questa vicenda evitando che essa ricada sulle future generazioni” ha affermato il capo dell’esecutivo.
Secondo indiscrezioni apparse sulla stampa i due Paesi potrebbero presto dotarsi di una sorta di task force che veda impegnati i consiglieri presidenziali russi e nipponici al fine di ridurre le distanze.
La difficoltà che ha impedito fino ad ora di consentire un accordo tra i due Paesi riguarda le Curili meridionali: annesse dall’Unione Sovietica nel 1945 in seguito alla sconfitta del Giappone sono da esso reclamate come facenti parte del territorio nazionale (almeno le due isole più prossime ad Hokkaido cioè Iturup e Kunashir).
In settimana il premier è poi volato in Argentina per la riunione del G20 di Buenos Aires e per un tour di sei giorni in America Latina.
Presente nella capitale argentina anche il vicepremier Taro Aso particolarmente preoccupato, al pari dei propri colleghi, per i contrasti tariffari tra Cina e Stati Uniti.
Sulla vicenda un monito era stato emesso recentemente anche dall’OCSE: “La crescita degli scambi e gli investimenti sono stati rallentati a causa degli aumenti delle tariffe” aveva comunicato l’organismo lo scorso 21 novembre.
Prima del vertice sulla questione è intervenuto da New York anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Guterres ha anche inviato ad aumentare gli sforzi sul contrasto al cambiamento climatico: “non agire significa avere più disastri ed inquinamento dell’aria i cui costi per l’economia globale potrebbero raggiungere la cifra di 21.000 miliardi di dollari entro il 2050”.
Il vertice argentino è stata l’occasione per il premier di tenere brevi colloqui con i leader di alcuni Paesi.
Primo di questi incontri è avvenuto con Donald Trump il quale ha ribadito l’esigenza che il deficit commerciale che gli USA hanno con il Giappone vada ridotto (in particolare mediante l’acquisto di materiale bellico ed aerei militari) e che questa sarà la precondizione per un accordo commerciale bilaterale.
A questo primo confronto ne è seguito uno trilaterale con Trump ed il Presidente indiano Modi tutto incentrato sulla sicurezza indo-pacifica e cioè, nel concreto, sul contenimento della proiezione cinese nell’area.
Le questioni economiche ed in particolare il futuro dell’alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi sono state invece al centro del breve incontro avuto da Abe con il Presidente francese Macron.
Spazio vi è stato anche per un confronto con il presidente cinese Xi (o “Ping” come è ormai conosciuto dai vertici del governo italiano) al quale Abe ha chiesto la rimozione dei divieti di importazione di cibo dalle Prefetture colpite dalla catastrofe del 2011.
I due leader hanno convenuto circa le necessità di accelerare la conclusione delle trattative sul trattato commerciale RCEP che è in discussione oramai da anni.
In ambito nucleare lo scorso lunedì dopo che Taiwan ha deciso di mantenere il divieto di importazione di cibo dalle Prefetture colpite dalla catastrofe del 2011 gli agricoltori ed i pescatori della zona hanno chiesto maggiori sforzi alle autorità pubbliche affinché pubblicizzino la salubrità dei prodotti ittici ed agricoli della zona.
“Siamo contrariati ma l’unica cosa che possiamo fare è assicurare che continueremo a comunicare la sicurezza dei nostri prodotti” ha affermato Tesu Nozaki, a capo di un’associazione delle cooperative di pesca.
Disappunto è stato mostrato dal governo e dal Governatore di Fukushima Masao Uchibori il quale ha promesso nuove misure di controllo sui livelli di contaminazione degli alimenti prodotti in loco e pubblicizzazione dei loro risultati.
Il 24 novembre il referendum convocato per decidere sul bando dei prodotti nipponici provenienti da Fukushima, Ibaraki, Tochigi, Gunma e Chiba (usato molto in chiave politica locale) ha stabilito che il divieto alle importazioni proseguirà per almeno altri due anni. L’affluenza è stata del 54,56.
In economia l’ex amministratore di Nissan Carlos Ghosn avrebbe negato lo scorso lunedì di aver dichiarato al fisco nipponico meno di quanto percepito.
Il manager, arrestato il 19 novembre su mandato della Procura di Tokyo (la sua detenzione è stata estesa fino al 10 dicembre), avrebbe omesso di dichiarare l’equivalente di 44 milioni di dollari in un periodo che va dal 2014 all’ultima dichiarazione dei redditi.
Anche l’altro dirigente arrestato, Greg Kelly, ha negato di aver nascosto parte dei propri guadagni al fisco.
Stando a fonti stampa anche la società starebbe pensando di far causa a Ghosn per l’utilizzo di fondi e strutture societarie per fini privati (tra essi un jet dell’azienda usato per viaggi privati del manager).
Pur senza conferma da parte di Nissan a far emergere l’evasione fiscale sarebbe stata una fonte interna all’azienda.
Lo scorso lunedì, frattanto, il CdA di Mitsubishi Motors, la quale è parte dell’alleanza con Nissan e Renault, ha votato all’unanimità la rimozione di Ghosn quale presidente e la sua sostituzione con l’attuale amministratore delegato del gruppo Osamu Masuko.
“Credo che l’alleanza sia necessaria” ha rassicurato Masuko circa la prosecuzione di un rapporto strategico tra le tre aziende che le poste ai vertici della produzione mondiale di automobili.
La conferma circa il mantenimento dell’alleanza è giunta lo scorso 29 novembre tramite uno scarno comunicato nel quale si legge che “l’alleanza ha ottenuto successi senza paragoni nei due decenni passati” e che le tre aziende “rimangono pienamente” in essa.
Sempre nel settore auto lo scorso Honda ha presentato a Los Angeles il nuovo suv Passport con l’obiettivo di rafforzarsi sul mercato americano.
Il modello sarà prodotto nella fabbrica che la società possiede in Alabama.
Lo stesso giorno anche Mazda ha presentato un nuovo modello di Mazda3 dopo il successo ottenuto dal precedente modello lo scorso anno (442.000 i veicoli venduti).
Il nuovo modello sarà prodotto ad Hofu (Prefettura di Yamaguchi) e con ogni probabilità ciò ostacolerà la sua penetrazione nel mercato statunitense.
In casa NHK è stato annunciato in settimana che il canone diminuirà di circa il 4,5% entro ottobre del 2020: per quella data il canone della tv via cavo scenderà di 59 yen al mese (dagli attuali 1.260) e quello del servizio satellitare di 102 (dagli attuali 2.230).
La mossa è legata al contenimento degli effetti negativi che saranno prodotti dall’innalzamento della tassa sui consumi. Lo scorso anno la TV pubblica nipponica ha incassato dal canone 691,3 miliardi di yen (da 41.570.000 utenti) segnando un aumento per il quarto anno consecutivo.
Tra le misure che il governo starebbe studiando per ridurre l’impatto sui consumi interni dell’aumento della tassa sui consumi vi è anche un taglio sul bollo dell’auto e sugli acquisti effettuati con carta di credito nonché dei voucher da 20.000 yen che saranno emessi dai comuni per le famiglie a basso reddito con almeno due figli minori conviventi.
Nelle telecomunicazioni un tavolo consultivo del governo ha proposto come misura di trasparenza che le aziende di telefonia separino completamente le loro offerte sulle chiamate da quelle dei telefonini.
Secondo il panel i piani tariffari di telefonia mobile sarebbero infatti troppo complessi da comprendere ed andrebbero dunque semplificati.
Sempre in tale ambito la scorsa settimana l’azienda di messaggistica Line Corporation (la quale ha 78 milioni di utenti nel Sol Levante) ha comunicato che coopererà nel settore dei servizi bancari con Mizuho Financial Group.
Le due società hanno firmato un primo accordo che porterà alla costituzione di una società (con 2 miliardi di yen di capitale) posseduta da Line per il 51% e dal gruppo bancario per il restante 49%.
Nelle vendite on line il presidente ed amministratore delegato di eBay Devin Wenig ha manifestato l’auspicio di un rafforzamento della propria società sui mercati asiatici ed in particolare in Giappone.
“Vogliamo diventare i primi nel commercio elettronico giapponese” ha affermato il dirigente d’azienda in una recente intervista rilasciata all’agenzia Kyodo.
Lo scorso maggio il colosso americano ha acquistato l’azienda singaporiana Giosis che possedeva tra le altre cose la piattaforma giapponese Qoo10.
Stando ai dati diffusi dal Ministero dell’Economia e Industria nel 2017 il commercio on line è cresciuto nel Sol Levante del 9,1%.
In casa Suruga Bank è stato comunicato dalla stessa che 117 tra dirigenti ed impiegati sono stati sanzionati per lo scandalo dei prestiti concessi senza adeguate garanzie ad investitori nel settore immobiliare.
Un panel governativo ha intanto convocato la scorsa settimana rappresentanti di Google ed Apple per avere un quadro della situazione circa le modalità di trattamento dei dati personali.
Amazon e Facebook non hanno partecipato all’incontro limitandosi ad inviare delle risposte scritte ai quesiti posti dal tavolo.
La mossa si colloca nell’ambito di una probabile proposta di riforma.
Nel settore della ristorazione Michelin ha comunicato nella settimana appena trascorsa la lista dei ristoranti citati nella propria guida a Tokyo.
In totale la capitale del Giappone ha ottenuto il più alto numero al mondo con ben 230 ristoranti elencati e di essi ben 13 valutati con tre stelle.
Sempre per quanto concerne l’alimentazione la Cina ha deciso di ridurre i limiti alle importazioni di cibo dalle aree colpite dal disastro nucleare del 2011 consentendo l’arrivo di riso dalla Prefettura di Niigata.
Apprezzamento è stato espresso dal Portavoce del governo Suga anche se da parte cinese rimangono in piedi allo stato divieti di importazione di cibo prodotto in dieci Prefetture nipponiche.
Sui dati macroeconomici un ammonimento al Giappone è giunto dal Fondo Monetario Internazionale.
Secondo l’organismo guidato da Christine Lagarde il Sol Levante potrebbe soffrire di una contrazione del proprio PIL pari al 25% nei prossimi 40 anni a causa del rapido invecchiamento della popolazione e del conseguente calo demografico.
L’ente ha dunque invitato il Paese ad operare riforme del mercato del lavoro ma anche misure di contrasto al calo della domanda interna che il programmato aumento della tassa sui consumi provocherà (nello specifico è stata suggerita l’abolizione del bollo auto: misura che come si è detto è già tra quelle allo studio del governo).
Nelle recenti consultazioni l’FMI pur approvando la cosiddetta abenomics ha raccomandato misure atte a rendere maggiormente sostenibile il debito (che stando alle previsioni dovrebbe passare nel 2019 dal 238,2% al 236,6%) ed ha certificato che fino ad almeno il 2020 l’inflazione non raggiungerà l’obiettivo del 2% sperato dalla Banca Centrale del Giappone (si stima un tasso dell’1,3% per il prossimo anno).
Nello specifico l’ente con sede a Washington ha stimato per il prossimo anno un aumento del PIL dello 0,9%, della domanda interna dell’1,1%, dei consumi privati dello 0,8%, degli investimenti privati del 3,4%, degli investimenti abitativi dello 0,9% (l’anno scorso si ebbe però un calo del 6,7%) mentre un calo del 5,9% si dovrebbe registrare negli investimenti pubblici.
Gli ultimi dati sulla produzione industriale hanno mostrato una piccola crescita ad ottobre rispetto al mese precedente (+2,9%). Calo per il manifatturiero (–3,1) a causa di una debolezza della domanda di semiconduttori e di cristalli liquidi causata dalla guerra commerciale dichiarata dagli Stati Uniti contro la Cina.
Nel commercio internazionale la Camera dei Rappresentanti ha approvato giovedì scorso l’accordo di libero commercio con l’Unione Europea. Il testo è adesso allo studio della Camera dei Consiglieri che dovrebbe dare il via libera già entro dicembre.
L’accordo, siglato in luglio, prevede entro il 2035 l’eliminazione da parte giapponese del 94% dei dazi sui prodotti europei e la contestuale eliminazione europea del 99% dei dazi sui prodotti nipponici.
Sul fronte lavoro un’indagine condotta dal quotidiano Mainichi ha scoperto che ben 35 delle 47 Prefetture nipponiche pongono ostacoli all’assunzione dei disabili in violazione delle norme.
Soltanto cinque Prefetture (Tokyo, Niigata, Kanagawa, Shimane e Tottori) assicurano bandi che vadano incontro ai disabili sia fisici che mentali.
Escludere alcune categorie di disabili “va contro le garanzie costituzionali” per l’avvocato Toshihito Azuma.
Nell’agosto 2016 una circolare del Ministero del Lavoro invitava le autorità locali a cancellare dalle proprie linee guida per le assunzioni discriminazioni tra le diverse categorie di disabili (che nella pubblica amministrazione debbono comunque essere almeno il 2,5% dei lavoratori).
Nella Prefettura di Mie un’agenzia che ha fornito lavoratori al colosso dell’elettronica Sharp non ha rinnovato circa 1000 contratti ad operai stranieri impiegati nella fabbrica di Kaneyama che produce cristalli liquidi. A comunicarlo un sindacato locale (che ha già presentato una nota al locale Ufficio del Lavoro) secondo il quale attualmente soltanto 100 lavoratori stranieri sono in servizio presso l’impianto.
Nel contempo, in chiusura di settimana sono stati diffusi i dati sull’occupazione di ottobre. La disponibilità di lavoro è stata di 1,62 (cioè per ogni 100 persone in cerca di lavoro vi erano 162 posti di lavoro disponibili) segnando un -0,2 rispetto a settembre.
Il tasso di disoccupazione si è attestato invece al 2,4% (+0,1% rispetto a settembre).
Nello specifico il tasso di disoccupazione femminile è stato del 2,7% tra gli uomini e del 2,2% tra le donne (in totale 1.680.000 disoccupati, +80.000 rispetto a settembre).
La percentuale di cittadini occupati di età compresa tra i 15 ed i 64 anni è stata del 77,4%: la più alta dal 1968.
(con informazioni di imf.org; kingabdullah.jo; whitehouse.gov; mod.go.jp; cdp-japan.jp; mitsubishi-motors.com; hi.com; mainichi.jp;japantimes.co.jp)
Immagine di Brownpau liberamente ripresa da flickr.com
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.