A duecento anni dalla nascita di Marx, così come per il centenario della rivoluzione russa e per il cinquantesimo del 1968, l’editoria propone negli scaffali numerosi testi.
Un anniversario è occasione per vendere: si può scegliere di limitarsi ad assecondare il mercato, oppure cogliere lo spazio offerto dalla società per argomentare posizioni altrimenti erroneamente classificate nel campo della vuota nostalgia.
Marx oltre i luoghi comuni è un volume militante, dichiaratamente rivolto a chi non si arrende allo stato di cose presenti. Nel 2018 è possibile trovare persone impegnate a richiamarsi al comunismo senza aver mai letto qualche pubblicazione del Moro di Treviri. Questo libro, edito da DeriveApprodi, si offre come introduzione, ammettendo le sue finalità e offrendo indicazioni su come maturare eventuali dissensi.
Nella divisione in tre parti, la prima è dedicata a un profilo biografico suggestivamente familiare per chi avesse visto Il giovane Marx di Raoul Peck. Alcuni spunti problematici si colgono già in queste pagine di Paolo Ferrero, specialmente nell’intento di descrivere una persona fuori dal mito. In realtà la connotazione positiva è prevalente e le annotazioni critiche appaiono sostanzialmente giustificate sull’altare del ruolo storico che il Moro finì per avere nella storia mondiale (anche se principalmente molti anni dopo la sua morte).
La seconda sezione, comunque estesa per quasi metà delle pagine, è a firma di Bruno Morandi, un protagonista storico di Rifondazione Comunista, responsabile della formazione durante il periodo di Fausto Bertinotti, con un percorso non accademico ma radicato nella storia della FIOM (e del PCI). Si tratta di un compendio di alcuni passaggi centrali del pensiero di Karl Marx: la complessità è dichiaratamente sacrificata in nome della sinteticità. Ci sono le coordinate per impostare un confronto riconoscendosi come parte del campo vasto della lotta di classe. L’autore avverte di voler solo permettere un primo avvicinamento, propedeutico anche a definire scogli da cui riprendere il mare della discussione.
Le ultime pagine tornano a essere scritte da Paolo Ferrero: il confronto con il lettore si fa ancora più esplicito, per aiutarlo a volare alto sul XX secolo, prima di addentrarsi all’interno delle specifiche situazioni. Nella panoramica generale si cerca di spiegare il perché di un effetto da «tergicristallo impazzito» [p. 205]: non si capisce come lo stesso pensatore sia stato evocato da opzioni politiche e progettuali molto distanti tra loro, quando non erano contrapposte. Sul banco degli imputati finisce Engels, la cui sistematizzazione finisce per snaturare già a pochi anni dalla morte dell’autore delle opere mai definitive. Il Moro non riuscirà a progettare un sistema: dal suo pensiero si finirà per estrarre ogni sorta di giustificazione.
Nel complesso si tratta di un libro utile, da cui forse si sarebbero potuti espungere riferimenti appena accennati: Togliatti, Lenin, Bauman e Althusser meritano più di poche parole, soprattutto se criticati. Altri riferimenti appaiono ormai superati, almeno agli occhi di chi recensisce: lo stalinismo è un feticcio e anche il materialismo storico non è scontato suoni familiare al lettore odierno, figurarsi la polemica attorno a esso.
Interessanti e meritevoli di approfondimento sono le pagine direttamente rivolte all’organizzazione della Rifondazione Comunista [pp. 213-215]. Il tema della soggettività e del soggetto, del partito e della classe sociale, il rapporto tra movimento e rappresentanza istituzionale hanno attraversato in maniera anche autentica il dibattito attorno al secondo governo Prodi, come riflesso dell’eterogeneo mondo del movimento dei movimenti.
La traccia di Marx oltre i luoghi comuni è quindi efficace e stimolante. Rimane da capire quanto il tessuto diffuso dei suoi lettori saprà farne un tassello di una riflessione comune, anziché aggiungere un volume alla libreria.
La consapevolezza di essere parte attiva della storia sarebbe già una prima importante conquista a cui guardare, per rimettere insieme i pezzi di una storia implosa (ben più ampia del solo PRC).
Immagine di copertina liberamente ripresa da www.amstelhouse.de
Classe 1988, una laurea in filosofia, un dottorato in corso in storia medievale, con diversi anni di lavoro alle spalle tra assistenza fiscale e impaginazione riviste. Iscritto a Rifondazione dal 2006, consigliere comunale a Firenze dal 2019.