Non ci siamo, dicono a una voce le lavoratrici dell’Ortofrutticola del Mugello, i sindacati di categoria FLAI CGIL e FAI CISL, l’amministrazione comunale di Marradi e anche il potente PD toscano. La bozza di piano di riconversione presentata da Italcanditi, che continua a voler spostare nel giro di pochi giorni la produzione dei marron glacé dall’Alto Mugello a Pedrengo nel bergamasco, è stata dunque rispedita al mittente. E in attesa del nuovo incontro sulla vertenza, previsto per il 28 gennaio prossimo, va avanti il presidio operaio ai cancelli della “fabbrica dei marroni”.
“L’azienda ci ha presentato una bozza di piano che chiarisce solo in parte quanto raccontato al precedente tavolo – spiegano a Marradi – riteniamo infatti che la proposta di riconversione dello stabilimento non possa essere decisa e stabilita in una settimana, ma debba avere i tempi necessari per fare tutte le valutazioni sia per essere studiata, sia per procedere alla messa in atto”.
Dietro questa spiegazione diplomatica c’è la realtà di un braccio di ferro in corso fra Italcanditi e l’intera città di Marradi, che vuole mantenere almeno per quest’anno le lavorazioni del marron glacé: “Abbiamo chiesto che nel 2022 la produzione rimanga a Marradi – mettono nero su bianco lavoratrici, sindacati e amministrazione comunale – perché occorre dare il tempo alle parti di discutere in maniera approfondita il futuro dell’Ortofrutticola, e per realizzare gli interventi necessari alla eventuale riconversione della produzione”.
Nella bozza di riconversione, presentata al tavolo negoziale in Regione Toscana, Italcanditi ha chiarito di voler cedere lo stabilimento e i macchinari – tranne quelli per la produzione dei marron glacé – al gruppo De Feo, già proprietario della fabbrica fino al 2020, stipulando una partnership commerciale di compravendita di semilavorati, che sarebbero prodotti a Marradi.
Ma né il mantenimento degli attuali livelli di approvvigionamento della materia prima dai produttori locali con un aumento della produzione nel 2026, né la conferma della settantina di lavoratrici stagionali – mentre i nove dipendenti diretti dovrebbero traslocare a Pedrengo – con l’attivazione di tre linee produttive dedicate ai marroni allo sciroppo, marroni freschi e marroni cotti, ha convinto l’assemblea delle operaie, i sindacati, e l’accoppiata Triberti-Mercatali che guida l’amministrazione comunale.
Apparso su Il Manifesto in data 23.01.2022
“Il piano industriale di Italcanditi non ci convince e non ci soddisfa. Noi siamo qui a lottare perché vogliamo lavorare. E a Marradi c’è la nostra vita”.
La voce di Jorgelina Betros quasi si perde fra i suoni del corteo che dal palazzo municipale si dirige verso lo stabilimento. Lei, di origine argentina, lavora da quasi trent’anni all’Ortofrutticola del Mugello, prima a raccogliere i marroni e poi in fabbrica per lavorare i marron glacé.
E ora che la nuova proprietà vuol trasferire la produzione più pregiata a Pedrengo nel bergamasco, le 80 operaie – anche stagionali – della “fabbrica dei marroni” sono alla testa della manifestazione di protesta organizzata da FLAI CGIL, FAI CISL e amministrazione comunale.
“Giù le mani dalla fabbrica dei marroni”, avvisa lo striscione che apre il corteo. Dietro quasi un migliaio di donne e uomini, tanti per un paese che conta non più di tremila anime, arricchito dalle delegazioni operaie di aziende che si trovano nella stessa situazione, dal Cartonificio di Sesto Fiorentino a un gruppo di tute blu ex GKN. Ci sono i sindaci del comprensorio mugellano con indosso le fasce tricolori, la vicepresidente regionale e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi, anche i senatori dem Caterina Biti e Dario Parrini.
“Quello presentato di Italcanditi è un piano industriale lacunoso – spiega Mirko Borselli della FLAI fiorentina – che non rispetta la storia di una fabbrica simbolo dell’Alto Mugello, con 35 anni di produzioni a chilometro zero e di altissima qualità. La lavorazione dei marron glacé in scatola deve restare qui, e vanno potenziate anche le altre produzioni”.
“Non è tardi per proseguire nel 2022 l’attività produttiva del marron glacé – osserva a fine manifestazione il soddisfatto sindaco Triberti – prendendo tempo per valutare un piano industriale serio, che valorizzi il territorio e la filiera, garantendo agli stagionali contratti che permettano la sopravvivenza economica. Non accettiamo la scelta di Italcanditi di spostare subito la produzione a Pedrengo, un piano di reindustrializzazione poco credibile, il contratto di soli quattro mesi per gli stagionali e la sostituzione delle linee di produzione”.
Chiude Stefania Saccardi: “La Regione Toscana continuerà a stare al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali, che si stanno battendo per difendere i posti di lavoro e una produzione importante per l’economia di tutta la zona”.
Apparso su Il Manifesto in data 06.02.2022
Immagine di Zebra48bo (dettaglio) da Wikimedia Commons
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.