Pochi di voi conosceranno questo film, ancora meno conosceranno il libro da cui è tratto. Eppure questa storia (semiautobiografica) creata dalla mente di John Irving (che nella pellicola appare fugacemente nei panni del capostazione), è nata per essere poi trasposta sul grande schermo. Non è un caso che la sceneggiatura è stata adattata proprio dallo stesso scrittore.
Una storia molto dickensiana, in particolar modo Oliver Twist. Ironia della sorte la colonna sonora della versione di Polanski e di questa pellicola sono firmate dalla talentuosa Rachel Portman (vedi qui). Vi ricorda qualcosa? Per i più attenti accompagnava un celebre spot del caffè Segafredo Zanetti.
Le regole della casa del sidro in apparenza, se si leggono con attenzione alcuni capitoli del libro, sembra un manuale di ginecologia e ostetricia, ma è un romanzo di formazione di un orfano. Ci sono voluti più di dieci anni per portare a compimento la versione cinematografica del romanzo: il figlio maggiore di Irving avrebbe voluto interpretare Homer ma, a causa dei ritardi di produzione, finì per essere fuori età per il ruolo. Il futuro Spiderman Tobey Maguire, all’epoca semisconosciuto, fu ingaggiato dopo le convincenti prove di Tempesta di ghiaccio e Pleasantville. Era l’attore perfetto per la parte, tanto che questi ruoli gli sono rimasti cuciti addosso. In effetti ha la faccia da bravo ragazzo non tanto sveglio che deve maturare.
Questa è un’opera che va oltre la teoria e le pagine dei libri. Parla di buoni sentimenti, passione, regole, ma parla dei continui stravolgimenti della vita che quando arrivano possono far bene ma anche male. Pone domande importanti: quanto in là ci possiamo spingere prima di scontrarsi con ciò che siamo destinati ad essere? Quanto a lungo possiamo ignorare quello che la vita ha in serbo per noi?
La storia è ambientata nel marzo 1943, nel Maine. La guerra è ancora in corso. Vediamo subito una stazione ferroviaria di paese, imbiancata dalla neve. Particolare importante perché la vita è come un treno. Noi siamo viaggiatori senza destinazione carichi di sogni e speranze. Il regista svedese Lasse Hallstrom ci immerge nella realtà dell’orfanotrofio St. Clouds. Segretamente è anche ospedale attrezzato per “gravidanze indesiderate” o per accogliere figli non voluti. All’epoca era illegale l’aborto (negli Usa diventò legale nel 1973, in Italia nel 1978 con la legge 194). Il responsabile della struttura è l’esperto medico Wilbur Larch (un grandioso Michael Caine, premiato con l’Oscar). È lui con la sua voce a introdurci nella vita dell’orfano Homer (Tobey Maguire).
Il giovane per ben due volte viene rifiutato da famiglie adottive. Larch allora gli insegna un mestiere: Homer cresce, diventa il più adulto e quindi il suo assistente. Tuttavia è contrario all’aborto e si rifiuta di praticarlo, nonostante conosca le procedure. La sua vita è piuttosto limitata agli insegnamenti di Larch e alla visione “collettiva” di King Kong con gli altri bambini orfani.
Un giorno però a St. Clouds arriva una coppia come tante: lui è l’ufficiale aviatore Wally (Paul Rudd, oggi noto per essere Ant-man) e lei è Candy (una splendida Charlize Theron che all’epoca aveva 24 anni). Hanno deciso di abortire, affidandosi all’esperienza di Larch. Homer rimane incantato da questa coppia, soprattutto da lei (cosa assai facile). Tra una chiacchiera e l’altra, Wally e Candy sono increduli quando Homer racconta a loro che non hai mai visto il mare. Così i due lo esortano a fare un viaggio insieme. Larch cerca di dissuadere il “figliol prodigo”, ma, come capita spesso ai padri in questi casi, non ci riesce. Un viaggio voluto per capire chi veramente può e vuole essere.
La scena in cui Homer parte in macchina con Candy e Wally è una delle migliori del film: la macchina da presa ci fa vedere la sorpresa negli occhi dello spaesato Homer, ci fa sentire le sue sensazioni, la sua voglia di scoprire il mondo. Merito di una notevole fotografia e delle splendide musiche di Rachel Portman che conferiscono profondità al racconto.
Wally lo porta a lavorare come stagionale nella ditta di famiglia che si occupa di produzione di sidro, bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione delle mele.
Un giorno però Wally si arruola come volontario per la Birmania. Candy rimane sola e con il tempo finisce per avvicinarsi al giovane Homer, facendogli scoprire la gioia dell’amore e del sesso (avvertiamo gli spettatori, specie i maschi, che c’è una scena di nudo di Charlize Theron. Mi raccomando prendete fiato). Nel frattempo però Homer diventa un ottimo raccoglitore di mele. Ma è proprio qui, in questa “casa”, in mezzo agli altri braccianti, dove conosce le regole della vita (da qui il titolo del film).
Larch cerca di convincerlo a tornare, ma Homer è talmente cotto di Candy da non volerlo sentire.
Ma proprio lì in quella vita apparentemente idilliaca e sognata, accadrà un imprevedibile fatto scioccante che lo cambierà per sempre. E gli insegnamenti di Larch gli torneranno terribilmente utili.
Come diceva “Il piccolo principe”? L’essenziale è invisibile agli occhi.
Un film “appiccicoso” (nel senso buono) come il sidro, che ti rimane addosso per giorni. Se si analizza correttamente la pellicola, si vede come ogni personaggio si prende delle libertà rispetto ai propri genitori (naturali o adottivi che siano). Ma non tutti possono scegliere di averne o quantomeno possono essere responsabili nei confronti dei loro figli.
La sceneggiatura, come la scrittura del libro, è ironica, colta con temi dickensiani che richiamano alla mente Oliver Twist, Grandi Speranze e David Copperfield (che infatti nel contesto del romanzo e del film viene letto più volte dallo staff di Larch agli orfani). Non a caso ha vinto l’Oscar (ma al Festival di Venezia venne lasciato inspiegabilmente nel limbo del concorso principale), assieme all’interpretazione magistrale di un veterano come Michael Caine nei panni del dottor Larch.
Oltre a lui, anche gli altri attori non sono da meno: Tobey Maguire è ancora acerbo al punto giusto per essere credibile, Charlize Theron ancora giovane, in uno dei primi ruoli importanti della carriera, Delroy Lindo è l’interprete con il ruolo più difficile e ambiguo (il capo dei braccianti della casa di sidro, Mr Rose). Da segnalare anche un piccolo ruolo del premio Oscar J.K. Simmons (Whiplash), che interpreta il padre di Candy. Ironia della sorte, qualche anno dopo, girerà con Maguire il primo “Spiderman” (Simmons sarà il burbero direttore J. Jonah Jameson).
Cinema passionale, raffinato, colto, d’altri tempi. Film così oggi purtroppo non se fanno più. Un atto d’amore per il cinema e per la vita, un appassionato invito a vivere pienamente, a lasciarsi catturare e baciare dal mondo (con strazi annessi, sennò troppo grazia). Non mi resta che dirvi buonanotte principi del Maine, re della nuova Inghilterra.
Fonti: Mymovies.it, movieplayer, cinematographe
LE REGOLE DELLA CASA DEL SIDRO (1999) ***1/2
Genere: Drammatico, Sentimentale
Regia: Lasse Hallstrom
Fotografia: Oliver Stampleton
Sceneggiatura: John Irving
Musiche: Rachel Portman
Cast: Tobey Maguire, Michael Caine, Charlize Theron, Paul Rudd, Delroy Lindo, J.K. Simmons
Durata: 2h e 5 minuti
Trailer Italiano qui
Vincitore di 2 Premi Oscar nel 2000: Miglior Attore Non Protagonista (Michael Caine) e Miglior Sceneggiatura Non Originale (John Irving)
Budget: 24 milioni di dollari
La frase: Se vuoi che la gente sia responsabile dei propri figli devi dargli il diritto di scegliere se averne
Regia ***1/2 Interpretazioni **** Musiche **** Fotografia **** Sceneggiatura ***1/2
Immagine da www.cinematographe.it
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.