Guerre Stellari non è un oggetto del passato. La Disney ha dato corpo a un universo immerso in un mito dell’immaginario di fine XX secolo.
Episodio IX chiude la nuova trilogia, capace di collegarsi alla fase 1977-1983, a dieci anni dalla fine di quella nuova fase tentata in modo incerto da George Lucas. Una macchina economica impressionante, che affonda le mani nel contenitore in cui vivono emozioni e ricordi. Il risultato non è perfetto.
Siamo in piena produzione di mercato. Bisogna vendere, è l’unico principio da rispettare. Per farlo ogni senso della misura viene abbandonato.
L’ascesa di Skywalker mette in fila lunghi elementi narrativi. Sfacciatamente guarda indietro per consolidare le basi della galassia che per molto tempo affollerà le sale cinematografiche, in modo analogo a quanto fatto sotto le narrazioni della Marvel. Rimanere indifferenti è impossibile. Si riesce invece magari a rimanere in parte perplessi e poche scene dopo finire per commuoversi. Perché Guerre Stellari ha questa capacità, di immergere le persone in un mondo diverso e familiare. Quanti Millennium Falcon si vedono nella realtà? Eppure fa parte organicamente del lessico universale (almeno di quello occidentale). È quasi impossibile fallire un progetto con questi elementi. Qualche nota musicale, un paio di astronavi in primo piano, personaggi con cui si è cresciuti che tornano con nuove parole: il gioco è già fatto.
Poi l’immagine più corretta per descrivere le emozioni di chi sarà in grado di apprezzare questo film è questa, per quanto mi riguarda: un bimbo che con una mazza colpisce il cuore insistentemente. Fa male ma non ci si rinuncia.
Non è un capolavoro, non è arte. Intrattenimento nel capitalismo del secondo decennio del XXI secolo. Una trilogia che crea un bisogno nostalgico, alimentando passioni insane e poco nobili. Per evitare spoiler c’è davvero poco altro da dire, se non evidenziare i passi indietro nella computer grafica, ma qualche momento davvero troppo improbabile non è mancato anche in Episodio VII e VIII.
Il fatto è che Guerre Stellari è un universo in espansione. La prima fase di rilancio è conclusa. Essere accompagnati in questo parco giochi è una possibilità, non un obbligo. Se poi qualcuno ha piacere di entrare e offendere chi si sta divertendo ci provi pure. L’importante è evitare chi si ritiene “portatore di verità” rispetto a Guerre Stellari, illudendosi sia qualcosa di più di un prodotto sul mercato.
Lo scrive una persona che ha un rispetto reverenziale di questa saga. Proprio perché ha scelto di consumare un prodotto. Lasciandosi scuotere il cuore.
Immagine da www.ilfattoquotidiano.it
Classe 1988, una laurea in filosofia, un dottorato in corso in storia medievale, con diversi anni di lavoro alle spalle tra assistenza fiscale e impaginazione riviste. Iscritto a Rifondazione dal 2006, consigliere comunale a Firenze dal 2019.