Fra il 23 e il 26 maggio (in Italia urne aperte solo domenica 26) i cittadini dell’Unione europea andranno a votare per eleggere i 705 eurodeputati della legislatura 2019-2024. In ognuno dei 27 paesi che aderiscono all’Ue è in vigore un proprio sistema elettorale, per l’Italia ci sono da scegliere 76 europarlamentari, con il principio proporzionale “tanti voti, tanti seggi”. L’unico limite è la soglia di sbarramento al 4%, quindi quei partiti che a livello nazionale non raggiungeranno quella soglia non eleggeranno propri rappresentanti.
La possibile uscita del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) ha comportato il cambio dei numeri del parlamento Ue: gli eurodeputati scenderanno da 751 a 705, con una parte dei 73 membri britannici che è stata redistribuita tra gli altri paesi. Il voto sarà determinante per il senso politico dell’Unione europea, attraversata dalla variabile Brexit e con l’incognita delle forze politiche euroscettiche (M5S), forze di destra (Lega) e antisistema.
Il territorio italiano è diviso in 5 circoscrizioni:Nord-Est (15 seggi), Nord-Ovest (20), Centro (15), Sud (18) e Isole (8). Possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni e sono eleggibili quelli che hanno compiuto 25 anni. Non sono previste coalizioni, con l’eccezione della possibilità di collegamento per le liste delle minoranze linguistiche con un’altra lista. L’elettore dovrà scegliere una delle liste candidate semplicemente facendo un segno sul simbolo relativo. Inoltre può esprimere fino a tre preferenze, con alternanza di genere maschile/femminile pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza, scrivendo il nome dei candidati negli spazi accanto al simbolo.
La composizione del Parlamento di Strasburgo di fatto impone di riconoscersi in quelle che sono le più importanti famiglie politiche europee: dal Ppe di centrodestra (Forza Italia), al Psde, partito dei socialisti e democratici, di cui fanno parte fra gli altri la Spd tedesca, il Ps francese, il Psoe spagnolo e il Pd italiano. Poi i Verdi, i liberali dell’Alde, e il gruppo Gue/Ngl che ha la sua spina dorsale nel Partito della Sinistra europea, European left per come è scritto sul simbolo, di cui la lista “La Sinistra” fa parte.
Quello della Sinistra unitaria europea – Sinistra verde nordica, appunto Gue/Ngl), è il raggruppamento della sinistra nell’Ue. Aderiscono al gruppo le delegazioni di 14 Stati membri, per un totale di 20 partiti e movimenti. Tra questi ci sono Podemos e Izquerdia Unida in Spagna, Europe Insoumise e il Partito comunista in Francia, Rifondazione comunista, Sinistra italiana e l’Altra Europa con Tsipras in Italia, Syriza in Grecia, Die Linke in Germania il Sinn Fein irlandese, i socialisti olandesi, l’AKEL di Cipro, il Partito comunista portoghese.
La politica slovena Violeta Tomič e il sindacalista belga Nico Cué sono stati scelti come i candidati di punta. Nell’ultima legislatura il gruppo Sinistra unitaria europea – Sinistra verde nordica, con 41 eletti fra cui tre italiani (Barbara Spinelli, Eleonora Forenza, Curzio Maltese) è stata la quarta forza politica continentale dopo popolari, socialisti e liberali. Alla Sinistra europea si può aderire anche individualmente, senza appartenere ai partiti membri. Come è scritto nel preambolo dello Statuto e nello stesso manifesto, la Sinistra europea unisce tutte quelle forze che si battono, in Europa, per un modello di società diversa da quello attuale neoliberista, impegnate contro la guerra e il riarmo e per la costruzione di una Europa sociale. Si sente parte del movimento altermondialista, per una globalizzazione degli uomini e delle donne e non del capitale e delle merci. L’organizzazione della Sinistra europea è a rete, attraverso gruppi di lavoro orizzontali sui vari temi di comune interesse politico, coordinati da un esecutivo.
L’idea di un’altra Europa è stata alla base delle prime campagne della Sinistra europea, fin dalla sua fondazione nel 2004. Di qui le battaglie civili per il “No” al trattato costituzionale europeo e contro la direttiva Bolkestein. Il Partito della Sinistra europea crede nell’integrazione europea, ma un’integrazione politica che veda invertite le priorità: abbandonando l’assolutizzazione del mercato, e abbracciando una Europa dei diritti e dello stato sociale, della pace e della cooperazione.
La lista unitaria della Sinistra in Italia, come osserva il vicepresidente della Sinistra europea, Paolo Ferrero, pone quindi al centro del proprio programma una modifica radicale del modello di sviluppo, basata sulla redistribuzione dei soldi, sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio, e sulla riconversione ambientale e sociale dell’economia. La lista unitaria porta la realtà italiana a una positiva sintonia con la situazione negli altri paesi, all’interno di una Sinistra europea che negli ultimi anni si è sempre più consolidata come il baricentro della costruzione unitaria della sinistra continentale.
Articolo di Riccardo Chiari pubblicato sul numero di Reds di maggio 2019
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Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.