Dopo The Lobster, il greco “si sporca” realizzando un film da Oscar
Lo aspettavamo tutti al varco, ma lui non solo si è fatto trovare pronto, ma ci ha di nuovo spiazzato. Lui è greco ed è l’ambizioso Yorgos Lanthimos.
Dal 2009, con Dogtooth, non ha sbagliato un film. Ed ecco che in ordine abbiamo avuto Alps, il gioiello The lobster (2015) e infine Il Sacrificio del Cervo Sacro.Dal 2015 in poi ha fatto la collezione di premi ai Festival più prestigiosi d’Europa: Gran Premio della Giuria e miglior sceneggiatura a Cannes, in due differenti edizioni. La scorsa estate è arrivato anche alla Mostra di Venezia e naturalmente anche lì ha lasciato il segno con due premi: il Leone d’Argento e la Coppa Volpi per Olivia Colman.
Il film in questione è La favorita che finalmente è arrivato nelle sale italiane con 20th Century Fox. Terza pellicola internazionale in lingua inglese per il regista greco, ma per la prima volta non scrive la sceneggiatura. Ancora una volta Lanthimos non racconta solo un dramma, ma una commedia intrisa di humour nero (con sprazzi di Sorrentino, Kubrick, Malick e Sofia Coppola). Se nel film precedente lo faceva con l’ausilio della mitologia greca, stavolta lo fa con un film in costume ambientato nell’Inghilterra del Settecento, che parla di gelosie tra donne.
Nella storia del cinema ci sono molti esempi di questo conflitto: da Lanterne rosse di Yimou a Eva contro Eva, da Mean Girls a Carrie – Lo sguardo di Satana, da Biancaneve a Il cigno nero, da Il diavolo veste Prada a Una donna in carriera, da La morte ti fa bella a Il matrimonio del mio miglior amico. Quasi nessuno però si è sporcato come Lanthimos.
Siamo nel XVIII secolo in Inghilterra. Dopo aver omaggiato Birdman di Inarritu nei titoli di testa, Lanthimos ci porta nella corte della regina Anna (l’Olivia Colman già vista in The lobster), discendente degli Stuart. Una donna fragile, dalla salute precaria (ha la gotta) e dal carattere capriccioso. Insomma è una sovrana. Ma è anche una donna indecisa e problematica. Per completare il quadro, è perfino lesbica e non le dispiace lasciarsi andare ai piaceri della carne.
In tema di politica, si fa influenzare spesso dalle opinioni di chi le sta attorno. Questo chiaramente non è un bene perchè la regina in questo modo è particolarmente ricattabile. C’è chi lo ha capito da tempo: la nobile Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz, la “cieca” di The Lobster), in realtà, guida l’Inghilterra soprattutto nell’ottica della politica estera. Una donna astuta e dal carattere forte e deciso, che vuole che la guerra con la Francia duri per ottenere vantaggi economici a pro suo (il marito è capitano dell’armata britannica).
Contemporaneamente si svolge il conflitto tra Tories (opposizione) e Wighs (maggioranza). A contendere lo scettro a Lady Sarah, c’è un uomo. Il capo dei Tories, Robert Harley (Nicholas Hoult di Mad Max Fury Road), farebbe qualsiasi cosa per ottenere i favori della Regina. Gli uomini però in questo film contano come il due di briscola. Il buon Robert non è il vero contender di Sarah, bensì la nuova arrivata a corte. Abigail Masham (la strepitosa Emma Stone di Birdman), di casta sociale molto più bassa della cugina Sarah, ben presto diventerà la cocca della Regina. Si infiammerà la battaglia tra due primedonne che diventano vipere. Chi riuscirà a imporre i suoi capricci e a fare scacco alla Regina?
La lotta sarà lunga e senza esclusione di colpi (anche bassi).Le donne vengono ritratte in maniera naturale (anche struccate) e senza parrucche, a differenza degli uomini di corte. Una scelta non casuale visto che i maschi sono effemminati, mentre le dame mostreranno i loro “artifici”. Le tre donne sono presentate come esseri umani alle prese con problemi e fragilità: non sono mogli, non sono madri, sono sole come milioni di persone. Il problema è che le decisioni della Regina Anna alterano le condizioni di vita della gente comune, a seconda dello stato emotivo della stessa. Insomma un bel terno al lotto. In ogni caso i veri protagonisti del film sono fango, letame, calci, sesso, cibo, vomito, vino, trucchi, sangue, intrighi politici (naturalmente con tendenze manipolatrici e corruttrici), stretti corsetti, donne sull’orlo di una crisi da ingrasso (Olivia Colman ha preso ben 17 kg per la parte), tassi, anatre (con tanto di corsa in slow motion), conigli e figli morti (nati o persi prima del parto). Non manca proprio niente. Sennò che primedonne sarebbero! Partono frecciate al veleno tipo “un tempo eri una dama ora una nullità” o “tutta questa tua gentilezza potrebbe nuocerti: tuo padre mi piaceva aveva un fascino bruciante ed è bruciato”.
La sceneggiatura fila che è una bellezza. Ancora una volta Lanthimos si dimostra il più capace tra i registi moderni per parlarci di crudeltà, cinismo, favoritismo, sopraffazione, egoismo. La sua visione del mondo, apparentemente un’estasi visiva che richiama il Kubrick di Barry Lindon, sembra nella realtà vicina a quella descritta da Dante nell’Inferno.Con ironia, cinismo e sarcasmo il regista greco ci guida per mano in una satira spassosa, tagliente, sporca e manipolatrice che prende in giro (anche) la donna, non mancando di analizzare la condizione femminile del Settecento. La sceneggiatura della Davis e di McNamara è precisa al millimetro e tagliente al punto giusto. La messa in scena è calibrata e deformata (in maniera barocca e grottesca) grazie all’uso di lenti grandangolari e a rapidi movimenti di macchina.
L’unica donna che conta è la regina, ma la sua insicurezza la porta ad accettare le logiche del potere (maschile chiaramente). Anna è una donna poco cresciuta, capricciosa, ma una volta manipolata diventa feroce. Il messaggio che Lanthimos fa emergere è molto potente in tempi come questi: l’aridità, la brutalità e la manipolazione non sono prerogative solo maschili, ma sono insite nella natura umana. Quindi appartengono anche alla donna. Un messaggio lampante per tutti quelli che dicono chissà cosa succederebbe se il mondo fosse governato da sole donne. Il sentimento non è più tale, ma viene utilizzato per arrivare a strumenti di dominio e sottomissione.
Se escludiamo i costumi e qualche oggetto moderno (computer, elettricità, acqua corrente, smartphone), il rapporto tra i due sessi è sostanzialmente rimasto lo stesso dopo oltre tre secoli.Diciamo la verità: molti dei film che escono oggi cercano di strizzare l’occhio al pubblico femminile. Alla lunga gli studios diventano perfino ridicoli nel sovraccaricare la figura della donna senza macchia e difetti. Tanto che il sesso femminile spesso finisce per assomigliare fin troppo all’uomo da action movie muscolare (Tomb Raider è un esempio lampante). La favorita da questo punto di vista è strepitoso nel capovolgere questo clichè, per poi divertirsi ad annientarlo. Le tre donne di corte si sporcano, mostrano i loro difetti e la loro inconsistenza a più riprese come succedeva ne Le relazioni pericolose di Stephen Frears o ne La morte ti fa bella di Robert Zemeckis.
Aspettavo da tanto tempo un film così. Già avevo adorato The Lobster, ma questo è Lanthimos al quadrato: un’apoteosi. Se poi aggiungiamo tre attrici meravigliosamente in parte (Colman, Weisz e Stone tutte candidate all’Oscar), ecco che La favorita diventa davvero un film raggelante, maestoso e sontuoso, oltre che atipico per il panorama cinematografico odierno.A livello tecnico, splendida la fotografia assecondata da una regia dominata da qualche pianosequenza, carrellate all’indietro e un uso intensivo del grandangolo (come in Song to song di Terrence Malick). Nel complesso il film dà una sensazione: ovvero cosa si prova quando si riceve un sorriso intenso prima di una lama di coltello nella schiena. Perchè il “favore è un vento che cambia sempre direzione”. Non è un caso che a Venezia abbia fatto il pieno.
Ai prossimi Oscar del 24 Febbraio, insieme a Roma di Cuarón, è l’unico film con 10 nomination nelle categorie principali. Lecito aspettarsi molto. Quasi sicuramente un premio andrà ad almeno un’attrice. Nell’attesa, viene solo da dire torna presto Yorgos. Abbiamo bisogno di registi come te.
La favorita
Titolo originale: The Favourite
Nazionalità: Irlanda, Gran Bretagna, USA
Genere: Biografico / Storico
Regia: Yorgos LANTHIMOS
Sceneggiatura: Tony McNAMARA, Deborah DAVIS
Cast: Emma STONE, Rachel WEISZ, Olivia COLMAN, Nicholas HOULT
Fotografia: Robbie RYAN
Costumi: Sandy POWELL
Durata: 2h circa
Distribuzione: 20th Century Fox
Uscita italiana: 24 Gennaio 2019
Riconoscimenti:
- Leone d’Argento e Coppa Volti alla migliore interprete femminile (Olivia Colman) alla 75a Mostra del Cinema di Venezia
- 10 nomination agli oscar (film, regia, attrice protagonista, due per attrici non protagoniste, sceneggiatura, montaggio, scenografia, fotografia, costumi)
La frase cult: il favore è un vento che cambia sempre direzione.
Trailer: youtu.be/j5hVe5rK7gc
Regia ****1/2
Costumi ****
Intepretazioni ****
1/2 Fotografia ****
Sceneggiatura ****1/2
Montaggio ****
Film ****
Fonti: Cinematografo, Comingsoon, Best Movie, Bad Taste, Mymovies, Cinematographe, FilmTV
Immagine di copertina liberamente ripresa da redcapes.it, immagini nel testo riprese liberamente da thegreekobserver.com e da theplaylist.net
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.