Un biopic atipico che mostra il rapporto umano tra Laurel e Hardy.
Diciamo subito che questo film non è un biopic tradizionale. Per essere precisi, non si parla di Stan Laurel e Oliver Hardy, ma si parla di una parte ben definita della loro vita artistica insieme. Partendo dal libro “Laurel & Hardy – The British Tours” di A. J. Marriott, questo film racconta la parte finale della carriera dagli anni Cinquanta in poi.
Nel 1951 esce “Atollo K”, ultima pellicola della coppia. Hal Roach li aveva scoperti e lanciati nel 1921, ma solo nel 1927 diventarono famosi. Tuttavia Stan Laurel, alias Stanlio (Steve Coogan di “Philomena”), è stanco del produttore che gli sfrutta senza dargli un soldo dei diritti dei loro film. Litiga con Roach e viene licenziato. Oliver Hardy, alias Ollio (John C. Reilly di Carnage e The lobster), invece girerà con un altro attore il film “Ollio sposo mattacchione”. Era ancora sotto contratto. Tale episodio provocherà conseguenze sul rapporto tra Laurel e Hardy: il primo vede la cosa come un tradimento. La coppia ha fatto 106 film, compresi i cortometraggi tra il 1921 e il 1951.
Giustamente però il film sceglie di passare direttamente al 1953 per evitare la trappola della ripetizione e della retorica. Baird sceglie giustamente di non santificare Stanlio e Ollio. I due hanno più di 60 anni e sono tornati insieme. Partono per un tour in Gran Bretagna per problemi finanziari. Ollio, ad esempio, spende tutti i soldi in scommesse sui cavalli e donne che gli cadono ai piedi. La crisi artistica sta per arrivare. Il film rimane volutamente in una confezione scarna e sotto le righe. La tournée in teatro serve solo come copertura, in attesa del prossimo film che devono fare. Ma le finanze ancora non ci sono. In realtà già allora si avvertiva la crisi della sala cinematografica in sfavore del teatro. Oggi invece il fenomeno è simile, ma diverso: non c’è il teatro, ma lo streaming o le serie tv.
Ma torniamo a noi. Tra uno spettacolo e l’altro, una gag (stile cartoon) e l’altra, una comicità slapstick (ovvero sullo stile della scivolata sulla buccia della banana), il film mostra il backstage che non ti aspetti: i problemi cardiaci di Ollio, le inquietudini di Stanlio, i vizi di Ollio (scommesse sui cavalli e la passione per le donne), le due mogli dei due comici, l’evoluzione del mondo dello spettacolo. Ma soprattutto mostra che Stan Laurel, che aveva lavorato con fenomeni come Charlie Chaplin e Harrold Loyd, era la mente, mentre Oliver Hardy era il braccio. Come diceva Buster Keaton, “realizzare film comici è un lavoro serio”. La celebre coppia lo sapeva bene. Tuttavia, come nei più longevi duetti, anche qui non mancano litigi, il non detto e i risentimenti. «Tu amavi Stanlio e Ollio, ma non hai mai amato me» – gli rimprovera Ollio in un momento di amarezza. A fare da contraltare ci sono, giustamente, i loro “doppi”: le mogli Ida e Lucille che servono a mostrare le contraddizioni dei due comici nella vita privata.
La coppia Coogan e Reilly è davvero ben assortita. Il film punta tutte le fiches su di loro, sul loro rapporto, sulla loro bravura, sulla loro somiglianza fisica. La pellicola è incentrata tutta sugli attori. Il budget a disposizione di Baird non è elevatissimo, la regia purtroppo è quasi invisibile. Il regista allora punta tutto sulla nostalgia, sui litigi fra i due, sulla nascita delle gag (lo sapete come nasce quella famosa del pianoforte?). Si ride, a volte ci si può commuovere. La sceneggiatura di Pope (“Philomena”) fa il suo dovere. Tuttavia, pur essendo un fan della coppia, il doppiaggio non fa faville. Manca totalmente il talento di Alberto Sordi (morto nel 2003) che era la voce italiana di Oliver Hardy, ma anche quella di Stan Laurel francamente si nota che è molto diversa da quella storica di Mauro Zambuto (morto nel 2011).
Il film diventa una riflessione sul rapporto tra arte, maschere, vita vera, amicizia che variano con il passare del tempo. Infatti nel 1957 quando Oliver Hardy scomparve, Stan Laurel rifiutò tutte le offerte di esibirsi con un nuovo partner. Era convinto che quelle gag che aveva scritto funzionassero solo con lui: Oliver Hardy. La cosa più bella che Stanlio fece dopo il ritiro dalle scene fu il fatto che continuò a scrivere ipotetici testi per la coppia, nonostante entrambi si fossero ritirati. Francamente è un modo atipico di dichiarare il proprio amore e la propria nostalgia per una vita vissuta intensamente con un collega/amico vero. Il film dopo tutto gioca tutto su questo meccanismo.
Funziona, ma nonostante duri poco (circa un’ora e mezzo) la pellicola non è un capolavoro. Si guarda volentieri, ma francamente non rimarrà impressa per anni e anni nella mente degli spettatori.
In ogni caso sono d’accordo con il sarcasmo dello sceneggiatore di “Montalbano”, Francesco Bruni, quando dice che è bellissimo “veder ballare Stanlio & Ollio al cinema, con la sala piena che ride e si commuove. No, ma parlatemi ancora degli effetti speciali a tonnellate che vi godete da soli sul televisore di casa”. La sfida agli Avengers è partita: meglio il vecchio cinema novecentesco che cerca di resistere o quello ultramoderno di casa Marvel che domina i botteghini? Sembra ombra di dubbio, lo sapete, scelgo il primo.
Fonti principali: My Movies, Cinematographe, Coming soon, Cinematografo
La vera storia di Stanlio e Ollio la trovate qu
Regia *** Sceneggiatura ***1/2 Colonna sonora **1/2 Montaggio ***
Interpretazioni **** Fotografia *** Doppiaggio **1/2 FILM ***
STANLIO & OLLIO ***
(Gran Bretagna, Canada, USA 2018)
Genere: Biografico, Drammatico, Commedia
Regia: John S. BAIRD
Cast: Steve COOGAN, John C.REILLY, Danny HUSTON, Shirley HENDERSON, Nina ARIANDA
Sceneggiatura: Jeff POPE
Fotografia: Laurie ROSE
Durata: 1 ora e 37 minuti
Distribuzione: Lucky Red
Uscita Italiana: 1° Maggio 2019
PRESENTATO ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2018
Trailer italiano
Backstage, interviste e clip
La frase cult: Andrà tutto bene, Babe, basta che tu la smetta con i cavalli e che non ti sposi di nuovo!
Immagine da www.cinefilos.it
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.