Le città immobili, di Jacopo Landi, è il romanzo di un viaggio in un mondo di giovani. Un mondo vissuto dal giovane protagonista Giovanni e da lui raccontato in prima persona. Quindi, direi necessariamente almeno in parte autobiografico.
Jacopo Landi ha una solida cultura: cita letteratura contemporanea, cinema, musica; soprattutto musica, con mille e mille titoli, del mondo rock e punk: sulla musica “giovane” dà un saggio di competenza che penso ineguagliabile. L’autore dimostra inoltre una grandissima capacità e versatilità nello scrivere, ed è grazie a queste doti che garantisce di mantenere viva fino in fondo l’attenzione del lettore.
Il mondo dei giovani narrato dal protagonista non è analizzato dall’esterno, ma vissuto giorno per giorno, corredato di riflessioni e pensieri che sono inevitabilmente anche il portato di esperienze già fatte. Non si tratta di una categoria indefinita di giovani, ma specificamente di giovani colti, con lavori saltuari e precari; già disillusi da un universo piccolo borghese che spinge a occuparsi solo del presente, ma non disperati e neanche rassegnati, perché anzi sono vivi e ricettivi.
Giovanni frequenta tanta gente, più o meno simile a lui, ma tutti accomunati da un senso di provvisorietà che porta a non farsi domande definitive sul futuro, a non cercare certezze. Gli vengono stimoli a fare cento considerazioni alla rinfusa, o “random”, come si dice in un italiano sempre più bastardo. Ma frequenta anche l’hard disk della memoria, evocando rapporti personali fatti di suoni, di corpi e di sensazioni, che sembrano peraltro non dargli mai rimpianti.
Giovanni dice di sentirsi spesso inadeguato, insicuro, ma intanto non si estranea mai, anzi osserva, studia, riflette, valuta, annusa. E insiste spesso sul verbo annusare, come per sottolineare la corporeità delle sue sensazioni. Gli altri si comportano come se fossero personaggi di una sceneggiatura che lui sta scrivendo, per un film con la colonna sonora fatta da voci e, ovviamente, dalla “sua” musica.
Ma non deve ingannare la continua analisi degli altri e l’autoanalisi: non c’è niente di analisi freudiana, corredata magari di sensi di colpa, no: descrive i comportamenti, li studia, li compartecipa, ne dà illuminanti spiegazioni sociologiche e politiche, ed è sempre razionale, non sviscera mai l’essenza della nevrosi: perché Giovanni non è un personaggio nevrotico. Vive consapevolmente una vita che a volte gli piace e a volte meno, ma lui c’è dentro e la vive senza mai tirarsi indietro. Ha la capacità di ironizzare sulle proprie debolezze, che non gli impediscono però di sentirsi accettato dagli altri e, forse, di ammettere ciò che di solito evitiamo per pudore di ammettere, e cioè che consideriamo gli altri, uomini e donne, solo in funzione di noi stessi. In questa chiave si inserisce la percezione, un po’ nichilista, dell’amore come di un impiccio.
Le città immobili: ma come dice la vispa bambina Carol, “tutte le città stanno ferme”. Già, ma il senso profondo del romanzo, per me, non sta nell’insinuare un paradosso nel titolo, ma in un vero paradosso: perché è il racconto di un “viaggio immobile”. Un viaggio attraverso città, Firenze, Milano, Marsiglia, in cui si ritrovano gli stessi personaggi, con nomi e nazionalità diversi, ma tutti con le stesse pulsioni, con le stesse prospettive, con gli stessi ammiccamenti, e tutti con l’immancabile bicchiere di vino rosso che, come per magia, appare in ogni circostanza, quasi come se fosse l’unica certezza che ci si possa permettere.
Un romanzo di situazioni, più che di eventi, a parte la conclusione, che si svolge nel mondo vacuo della radiotelevisione. Un racconto che cattura, che avvolge, che coinvolge mettendo a crudo, senza sottolineature eccessive, realtà e sentimenti che forse ci accorgiamo di capire meglio dopo avere fatto l’esperienza di questa lettura.
Lettura che consiglio ai giovani perché parla di loro senza ruffianerie, e lettura che consiglio ai non più giovani, per mettere un po’ più in chiaro un mondo diverso dal loro e magari per scoprirne una nuova chiave di lettura.
Di Giuseppe Adduci
Immagine da www.publicdomainpicture.net
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