“L’abbiamo giurato a Karl Liebknecht,
stringiamo la mano a Rosa Luxemburg”.
Questa canzone viene cantata soprattutto durante la manifestazione annuale a Berlino in onore dei due fondatori-leader del movimento operaio tedesco. Questi versi, composti nel 1919 da uno sconosciuto, sembrano mostrare una gerarchia: al primo posto Karl, al secondo Rosa. Ed è stato in un certo senso così anche cinquant’anni più tardi: nella Repubblica Democratica Tedesca: prima Liebknecht, il pragmatico, poi Luxemburg, la teorica-difficile (un po’ sospetta); nella Repubblica Federale Tedesca Luxemburg quasi sconosciuta – forse per ignoranza. Le cose cambiano con il ‘68 nella Germania Ovest: da quel momento in poi, Rosa “brilla” più di Karl, l’icona della sinistra radicale diventa lei.
Ma chi era questo – meno conosciuto in Italia – Karl Liebknecht? È tempo di riportare Karl Liebknecht in superficie, perché nessuno a sinistra in Germania ha combattuto come lui contro il militarismo, il capitale e la guerra; nessuno – e pochissimi lo sanno – ha criticato come lui da comunista la teoria marxiana.
Ma andiamo per gradi. Si potrebbe dire che Karl Liebknecht nasce, il 13 agosto 1871, marxista: i suoi padrini di battesimo sono Karl Marx e Friedrich Engels, suo padre è cofondatore del partito socialdemocratico tedesco SPD.
La carriera politica dell’avvocato Karl Liebknecht iniziò dopo la morte del padre nel 1900. Ma nella SPD ha avuto una posizione difficile fin dall’inizio: le sue idee antimilitariste radicali, che erano una spina nel fianco dell’industria bellica tedesca, furono respinte. Tuttavia, diventa membro del Reichstag (il parlamento tedesco) – un’espressione del rispetto che si era guadagnato all’interno della classe operaia. Per la sua opera Militarismo e antimilitarismo fu condannato il 12 ottobre 1907 a un anno e mezzo di reclusione per alto tradimento. Dopo il verdetto, tuttavia, fu celebrato con entusiasmo dalle masse davanti alla corte imperiale di Lipsia.
“Abbasso la guerra! Abbasso il governo!”
La sua lotta contro la guerra lo rese definitivamente un’icona del movimento operaio, ma anche il nemico pubblico numero uno, quando si scontrò con il suo partito dopo lo scoppio della guerra nel 1914 e fu l’unico membro del Reichstag a votare contro i crediti di guerra.
Nel maggio 1915 pubblica il suo pamphlet più importante contro la guerra mondiale: Il nemico principale di ogni popolo sta nel suo stesso paese.
“… Gli imperialisti austriaci e tedeschi speculano sull’oblio del popolo tedesco, sulla sua pazienza troppo spesso provata…
Abbiamo visto che quando è scoppiata la guerra, le masse sono state attirate dalle classi dominanti con melodie allettanti per lo scopo della guerra capitalista. Abbiamo visto come scoppiano le scintillanti bolle di sapone della demagogia, come invece della felicità la miseria e l’infelicità regnano tra la gente; come le lacrime delle vedove di guerra e degli orfani di guerra si sono gonfiate a fiumi… I nemici della classe operaia contano sull’oblio delle masse – badate che calcolino male! Speculano sulla longanimità delle masse… Proletari di tutti i paesi, seguite l’esempio eroico dei vostri fratelli italiani! Unitevi nella lotta di classe internazionale contro le cospirazioni della diplomazia segreta, contro l’imperialismo, contro la guerra, per una pace nello spirito socialista.
Il nemico principale è nel tuo paese!”
(Karl Liebknecht: Der Hauptfeind steht im eigenen Land, Mai 1915. In: Karl Liebknecht: Gesammelte Reden und Schriften. Vol. VIII. Dietz Berlino 1974)
Insieme a Rosa Luxemburg fondò la “Spartakusbund” (Lega di Spartaco) nel gennaio 1916; scrisse instancabilmente saggi, tenne conferenze ai congressi dei lavoratori e socialisti sui pericoli del militarismo.
Il 1° maggio 1916 Karl Liebknecht iniziò il suo discorso al Potsdamer Platz di Berlino con le parole “Abbasso la guerra! Abbasso il governo!”. Non andò oltre. Fu subito arrestato e poi condannato a quattro anni di carcere.
Quando Liebknecht fu graziato alla fine della Prima Guerra Mondiale, il clima politico era cambiato. La Germania era alla vigilia di una rivoluzione. Quando scoppiano le rivolte nel novembre 1918, Liebknecht e Luxemburg sono i protagonisti.
Il 9 novembre Liebknecht proclamò la Repubblica Socialista Tedesca dal balcone del Castello di Berlino. (Poco prima il socialdemocratico Philipp Scheidemann aveva proclamato la Repubblica tedesca dal balcone del Reichstag). Nei giorni che seguirono fu costituito un governo sotto la guida del socialdemocratico Friedrich Ebert. Liebknecht non voleva entrare a far parte di questo governo perché, a suo avviso, i suoi ex compagni avevano tradito tutti gli ideali del partito accettando la guerra. Quindi invitò le masse a combattere questo governo e a continuare la rivoluzione. Dopo quattro anni di guerra, tuttavia, le idee di Liebknecht non trovarono risposta da parte delle masse.
Da braccato a martire
Per assicurarsi il potere appena conquistato, il governo rivoluzionario socialdemocratico collaborò con le vecchie élite. Le ribellioni che divamparono nel Natale 1918 e nel gennaio 1919 furono brutalmente represse. Alla fine dell’anno gli “Spartachisti” si unirono ai socialdemocratici di minoranza e fondarono il Partito Comunista di Germania, KPD. Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg erano i coordinatori, ma furono ostracizzati dalla stampa fedele al governo e messi alla gogna come traditori.
Non erano più al sicuro in nessun luogo ed erano in fuga da giorni quando furono rintracciati e arrestati nell’appartamento di un amico la sera del 15 gennaio 1919 e trasportato via.
Karl Liebknecht fu costretto a uscire dall’auto dopo un breve tragitto: gli spararono alle spalle. In seguito si diffuse la notizia che questo era l’unico modo per impedire un tentativo di fuga. Poco dopo fu ammazzata anche Rosa Luxemburg e il suo corpo gettato in un canale.
Karl Liebknecht fu sepolto in una fossa comune il 25 gennaio 1919, insieme ad altre 32 vittime della “rivolta di Spartaco” nel cimitero centrale di Berlin- Friedrichsfelde. In seguito, dopo il ritrovamento del corpo di Rosa Luxemburg, per la quale inizialmente era stata sepolta simbolicamente una bara vuota, ci fu un altro servizio funebre il 13 giugno 1919.
Come ricordare quindi “l’icona” Karl Liebknecht?
Sebbene l’antimilitarismo abbia plasmato il suo lavoro in molti modi, Liebknecht incarnò anche il tipo di un politico universale. La riduzione all’antimilitarismo non gli rende giustizia, anzi la falsifica.
Il suo lavoro sull’industria degli armamenti e l’analisi dell’imperialismo continuano a suscitare interesse. I suoi discorsi parlamentari combinavano sempre analisi perspicace con incessante scoperta delle cause dei disagi politici e sociali e degli interessi che stavano dietro.
Immagine Bundesarchiv, B 145 Bild-P046271 / Weinrother, Carl / CC-BY-SA 3.0 (dettaglio) da Wikimedia Commons
Leonhard Schaefer è “da sempre” attivo nel movimento contro la guerra e in particolar modo “militante” per la causa palestinese; è stato dal 2002 al 2007 attivo in Rifondazione Comunista. Conoscitore della Repubblica di Weimar e degli inizi del nazismo, ha scritto articoli sulla Repubblica dei consigli della Baviera e sull’antifascismo tedesco. Inoltre ha pubblicato alcuni volumi sull’ anarchismo tedesco.