di Serena Fondelli, Progetto Rebeldia
Domenica scorsa una Pisa meticcia, e che non si arrende alla paura, ha invaso la città. Una Pisa che non cede alla barbarie di questi tempi, di questo governo anche cittadino, ha colorato le strade, riportando il sorriso, rompendo il grigiore e disinnescando le paure, mostrando che è possibile una comunità solidale e accogliente.
A centinaia hanno partecipato al Carnevale Antirazzista organizzato da molte associazioni/collettivi di Pisa (Progetto Rebeldia, Arciragazzi Pisa, Arte Migrante Pisa, Africa Insieme, Un Ponte per…, Fratelli dell’uomo Toscana, Chicco di Senape, Sinistra per…, Scuola Mondo San Giuliano, Unità Migranti Pisa, Mondostazione), e tra queste molte rappresentanze delle diverse comunità migranti cittadine.
I bambini e le bambine hanno indossato le ali indomabili fatte durante i “laboratori uccelli migratori” di Arciragazzi Pisa che hanno preceduto l’evento, mostrando una netta determinazione a voler mettere il becco in questo loro presente. Presenti in piazza anche i/le volontari/e e gli studenti della scuola di italiano El Comedor Estudiantil Giordano Liva, e i bimbi e le bimbe del doposcuola di Ripafratta Scuola Mondo San Giuliano, per una scuola che non si fa solo tra i banchi.
La piazza è stata animata dal laboratorio di percussioni di Un Ponte per… che ha strappato canti e balli a tutti e tutte, dal laboratorio permanente del Teatro dell’Assedio che ha ipnotizzato fin dal loro arrivo piazza Vittorio Emanuele, da una roda della Fondazione internazionale capoeira Angola che ha trasportato i presenti in atmosfere latinoamericane, e dai Populalma che hanno fatto saltare e ballare tutto Corso Italia al loro passaggio.
Arrivati in piazza XX Settembre, 47 barchette di carta colorate sono state messe di fronte alle porte del Comune di Pisa – quello della Sea Watch a gennaio è stato uno degli sbarchi più osteggiati da questo governo, un governo messo in ginocchio dalla potenza vitale di quelle 47 persone approdate poi nel porto etneo. Senza dimenticare gli altri sbarchi strumentalizzati dalla propaganda leghista, né le morti nel Mediterraneo, né la legge Salvini, incostituzionale e discriminatoria, quelle barchette chiedono di tornare nel Mediterraneo per attività di “Search And Rescue”, chiedono l’apertura dei porti, e un’accoglienza dignitosa per i/le migranti.
Immagine di Serena Fondelli
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