Dopo la condanna per comportamento antisindacale, i vertici italiani di GKN si sono fatti un minimo più cauti. Ma al secondo incontro previsto dal contratto nazionale metalmeccanico, che si è svolto da remoto fra azienda da una parte, e RSU, FIOM, FIM e UILM dall’altra, i manager della multinazionale dell’automotive hanno fatto capire una volta ancora che lo stabilimento di Campi Bisenzio non sarà mai più di loro proprietà. Tanto da annunciare la prossima nomina di un advisor che lavorerà a una proposta di reindustrializzazione del sito industriale, “che tenga conto della continuità occupazionale”.
Va da sé poi che l’azienda ha ribadito, cancellando inutili speranze, di non ritenere la messa in liquidazione dello stabilimento fiorentino come preclusiva di qualsiasi trattativa, e che la procedura di licenziamento collettivo dei 422 addetti diretti della fabbrica non è attualmente sul tavolo. Ma non va esclusa in futuro.
In risposta FIOM e RSU hanno a loro volta ribadito che qualsiasi trattativa deve partire dal ritiro della messa in liquidazione, sgomberando il campo da una possibile riapertura della procedura di licenziamento dei lavoratori.
Mentre alle tante domande sui veri motivi della chiusura, dal giorno alla notte, di una fabbrica che sostanzialmente andava bene producendo semiassi di ottima e certificata qualità, i manager di GKN-Melrose non hanno, per l’ennesima volta, dato risposte di merito plausibili.
Non sarà dunque la più volte annunciata legge antidelocalizzazioni del Governo, che anticipazioni giornalistiche danno sul tavolo di Mario Draghi, a far cambiare idea a GKN e al fondo Melrose. Legge per giunta sempre più annacquata. Mentre su quella, ben più incisiva, redatta dal gruppo di giuristi progressisti, c’è da registrare l’impegno del PD, che con il sindaco campigiano Fossi e il vicesegretario nazionale Provenzano ha incontrato in fabbrica la RSU, a “tenerla in considerazione” all’interno del provvedimento governativo.
Nel mentre le tute blu GKN vanno avanti nel, fin qui impeccabile, percorso di condivisione e generalizzazione delle lotte operaie e sociali. Trovando sponda anche dentro l’ateneo fiorentino grazie alla riuscita iniziativa di ieri dell’UDU (“Quali sono le prospettive della lotta dei lavoratori GKN e in che modo essa si congiunge con le istanze del movimento studentesco?”), e alla mobilitazione dei collettivi universitari.
Inoltre il Collettivo di Fabbrica chiama per giovedì 28 a un’assemblea cittadina (ore 20.30) al Teatro Puccini, con il titolo “Insorgiamo per il futuro” che spiega bene lo stato delle cose.
E con un appello a 360 gradi il Collettivo dà appuntamento due giorni dopo, sabato 30 ottobre, a Roma al corteo di Fridays For Future e dei movimenti contro il G20. “Ci saranno i movimenti per la giustizia climatica, per la giustizia sociale, per il diritto alla casa e alla sanità pubblica. E noi ci andremo a sostenere la ‘nostra’ legge contro le delocalizzazioni, e la necessità dello sciopero generale”.
Apparso su Il Manifesto in data 22.10.2021
Immagine liberamente ripresa da lastampa.it
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.