“Ci dicevano sempre che non potevamo fare le nostre rivendicazioni senza rapportarci con i lavoratori. Ora non potranno più”. Va al cuore del problema Martina Comparelli, portavoce di Fridays For Future Italia, presentando insieme ai delegati ex Gkn Matteo Moretti e Dario Salvetti le manifestazioni di venerdì sulla giustizia climatica, diffuse in molte piazze non solo della penisola, e il sabato di mobilitazione nazionale a Firenze insieme al Collettivo di Fabbrica: “Con loro si è aperta la possibilità di lavorare insieme, una sinergia che cercavamo da tempo”.
Non ci sono contraddizioni nel ragionamento di Comparelli, pronta a puntualizzare che lo sciopero globale sul clima del 25 marzo non è soltanto per giovani e studenti ma è per tutte le classi sociali: “E’ necessario riprendere quella visione che ci è stata tolta, fondamentale per far sì che si comprenda che non siamo più divisi l’uno dall’altro, e che non si crei più quella dinamica del ‘la mia lotta è più importante della tua’. Non possiamo più dividerci di fronte al ricatto tra ambiente e lavoro”.
Un ricatto quotidiano, chiosa Dario Salvetti, che può assumere dimensioni gigantesche (solo per fare un esempio l’ex Ilva di Taranto, ndr) ma che soprattutto si concretizza nella derubricazione di due valori primari a variabili di poco o nessun conto: “Anche stavolta ci troviamo opposti al presidente degli industriali Bonomi – osserva così il delegato sindacale Fiom Cgil – che ai primi vagiti del conflitto ucraino ha subito detto che, a causa della guerra, la transizione climatica può attendere”.
Opposta l’analisi di Fridays for Future e Collettivo di Fabbrica: “Saremo in piazza per chiedere giustizia climatica – puntualizza Martina Comparelli – ma al tempo stesso lottiamo per la pace e il disarmo. La guerra è direttamente legata all’uso di petrolio e gas, e l’Europa spende ogni giorno 800 milioni di euro per importare petrolio e gas dalla Russia, finanziando Mosca. Se avessimo avviato la transizione dai combustibili fossili quando la scienza cominciava a dircelo, oggi non staremmo in questa tragica situazione, sia climatica che bellica”.
Rincarano la dose Dario Salvetti e Matteo Moretti: “Ci hanno ripetuto fino allo sfinimento durante tutta la pandemia che sarebbe andato tutto bene. Invece non andrà tutto bene se i rapporti di forza rimarranno questi, se la ricerca di profitti avrà sempre la precedenza sui diritti e sul futuro di questo pianeta. Noi insorgiamo per il futuro. E il futuro non è solo uno stipendio e un contratto, è l’aria che respiri, è la pace, è cosa produci e in che società vivi. Il 25 e 26 formalizziamo che non esiste alcuna contrapposizione tra questione sociale e ambientale. L’una si alimenta della radicalità dell’altra. Sono una unica data”.
Parecchi i sostenitori delle mobilitazioni, da Zerocalcare a Vauro e Staino con le loro vignette, i lavoratori di vertenze come Caterpillar, Tim o Alitalia, artisti come Ginevra Di Marco, Jorit, Punkreas e Modena City Ramblers, l’Arci nazionale, Un Ponte Per e la Flc Cgil. Le manifestazioni di venerdì 25 marzo inizieranno la mattina, con orari diversi a seconda delle città, mentre quella fiorentina di sabato 26 inizierà alle 14.30 da piazza Vittorio Veneto, all’inizio del Parco delle Cascine. “Vogliamo dimostrare che questa opposizione sociale esiste e sta proponendo un paradigma di società totalmente diverso da quello attuale – chiudono gli organizzatori – è un mondo nuovo in cammino”.
Per info qui e sulla piazza del 26 marzo
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.