Il 2021 resterà un anno speciale nella memoria: il 150° compleanno di Rosa Luxemburg.
È iniziato a Berlino con due eventi:
Conferenza Internazionale Rosa Luxemburg
Come ogni anno il secondo sabato di gennaio si è svolta la XXVI Conferenza Internazionale Rosa Luxemburg a Berlino, questa volta in diretta streaming a causa della pandemia, sabato 9 gennaio. Così, anche il sottoscritto quest’anno non ha potuto partecipare in loco e neanche alla manifestazione domenicale.
La conferenza, organizzata dall’unico quotidiano marxista tedesco, Junge Welt, sostenuta da più di 30 media e organizzazioni, si poteva seguirla in tutti i continenti con traduzione simultanea in tedesco, inglese e spagnolo. Ci sono stati circa 15.000 spettatori, anche grazie a portali internazionali come Telesur.
Il motto della conferenza è stato: “La vittoria della ragione non può essere che la vittoria dei ragionevoli”. (Bertolt Brecht)
Durante la lunga giornata si sono susseguite conferenze, tavole rotonde e performance artistiche.
Dopo l’introduzione al convegno Stefano G. Azzarà, Professore all’Università di Urbino, ha iniziato gli interventi con il tema “Irrazionalismo”: la “normalità” dell’ordine capitalista è scossa. I principali ideologi dell’Occidente sono incapaci di esaminare criticamente il “mondo libero”. Il suo liberalismo ha fallito come il suo universalismo. Azzarà ha criticato anche le ultime dichiarazioni di Giorgio Agamben.
Con il macrotema “Punti caldi della politica mondiale” è intervenuto per primo Ben Chacko (Regno Unito), caporedattore del Morning Star, concentrandosi sul processo contro Julian Assange.
Il tema della tavola rotonda dei giovani è stato: “La lotta dei giovani in tempi di crisi e pandemia”.
La crisi economica colpisce particolarmente i giovani di tutto il mondo. La pandemia – sebbene non sia la causa della crisi capitalista – intensifica gli attacchi ai diritti sociali e democratici. C’è resistenza a questo nelle strade, nelle fabbriche e nelle scuole. Come esempio di questa lotta globale, i rappresentanti di varie organizzazioni sindacali e della sinistra radicale hanno discusso su come le lotte in questo paese possano essere organizzate, raggruppate e perpetuate, quale ruolo deve svolgere la sinistra rivoluzionaria in queste lotte difensive e quali prospettive emergono.
Il discorso successivo è stato di Radhika Desai (Canada), Geopolitical Economy Research Group: “La nuova guerra fredda e la fine del capitalismo”. Ha parlato soprattutto delle cause della “crisi creditizia mondiale” e della crisi economica.
È stata seguita da Kamal Hamdan (Libano), Segretario generale del Partito comunista del Libano, sulla situazione attuale in Libano. Hamdan ha sottolineato in particolare la situazione catastrofica nel suo paese, il pericolo di intervento imperialista e sionista e ha espresso la solidarietà incondizionata del suo partito alla Palestina.
Il pomeriggio è iniziato con un bel programma culturale: il teatro SiDaT (Berlino) ha presentato scene tratte da I giorni della Comune di Bertolt Brecht. Gli attori hanno ricordato che quest’anno ricorre anche il 150 ° anniversario del Comune di Parigi. Fantastica la loro “Risoluzione dei Comunardi”.
Nel discorso politico successivo, Dora Cheick Diarra (Mali), secondo Segretario del partito SADI ha denunciato la politica neocoloniale della Francia, ma anche la responsabilità della Germania e della NATO.
Un intervento toccante è stato quello di Donna Murch (USA), scrittrice e professore alla Rutgers University, su “fascismo / razzismo”. Il problema degli Stati uniti non è “solo” il razzismo. Nella società spaccata e in crisi si è sviluppato un movimento fascista pericoloso.
Un evento particolare è stato il messaggio telefonico (via prison radio) dal carcere di Mumia Abu-Jamal (USA), giornalista e prigioniero politico da 39 anni, di cui per decenni nel braccio della morte: Il fascismo è sempre conforme al capitalismo.
Prima di Mumia ha parlato Johanna Fernandez, portavoce del suo team legale. Ha ricordato che Mumia è da molti anni il volto della resistenza contro il sistema carcerario e giudiziario degli Stati Uniti. Mumia Abu-Jamal ha analizzato il flirt del sistema statunitense con il neofascismo, collegando il capitalismo monopolistico con le classi medio-basse in declino attraverso l’ultra-nazionalismo e l’ostilità alla scienza. In questo modo verrebbero alimentate “passioni al di sotto dell’intelletto” (usando l’espressione di John Bellamy Foster che ha parlato di seguito). Comunque, le due fazioni borghesi negli USA hanno un solo padrone: il capitale monopolistico. Alla fine Mumia ha ringraziato della solidarietà internazionale ricevuta da anni.
Di “crisi ecologica” ha parlato John Bellamy Foster (USA), editore di Monthly Review. Promuove un manifesto per una rivoluzione ecologica radicata nel proletariato. La concentrazione dell’accumulazione di capitale è oggi responsabile del cambiamento climatico e di disastri pandemici come il Covid-19, ha affermato Foster. È una guerra del capitalismo contro la terra. Parliamo chiaro: “Il capitalismo è una malattia”.
Successivamente, Vijay Prashad (India), direttore di Tricontinental, ha descritto la situazione attuale in India ed il predominio Usa minacciato dalla Cina.
Nel messaggio telefonico Selahattin Demirtaş (da un carcere della Turchia), ex co-presidente dell’HDP e prigioniero politico, ha descritto la repressione dell’ autocrazia di Erdogan. Ha ringraziato per la solidarietà internazionale ai numerosi compagni curdi nelle carceri turche.
Si sono susseguite due conferenze dal Sud America.
Janohi Rosas (Venezuela), Segretaria generale della Gioventù Comunista, candidata alle ultime elezioni parlamentari ha illustrato la situazione attuale in Venezuela, la lotta al declino sociale e all’imperialismo. Affrontare la pandemia può essere visto come una lezione su come funzionano due diversi sistemi sociali.
“Socialismo come soluzione” è stato il tema di Enrique Ubieta Gómez (Cuba), Direttore della rivista di teoria Cuba Socialista. Ha descritto l’impegno sanitario di Cuba in tutto il mondo (è stato accompagnatore della Brigata medica cubana Henry Reeve a Torino in soccorso alla situazione grave Covid. Ha parlato anche del mondo postpandemico: la questione per l’umanità è: socialismo o fascismo- solidarietà o barbarie.
La tavola rotonda finale riguardava “Amazon-profittatore della crisi”.
Nella pandemia, il potere di mercato del gigante commerciale cresce all’infinito. Si stima che la ricchezza privata del CEO di Amazon Jeffrey Bezos ammonti ora a circa 183 miliardi di dollari USA. Ai dipendenti, solo le briciole: lo sfruttamento intensificato, il ritmo di lavoro e i perfidi metodi di monitoraggio determinano la vita quotidiana nei centri di distribuzione di Amazon. Ma c’è una resistenza internazionale a questo modello di business. Sindacalisti e organizzatori di lotte di: USA, Germania, Spagna, Italia (Massimo Mensi della CGIL) hanno raccontato le loro esperienze di sciopero, di lotta per un contratto collettivo e del networking internazionale contro Amazon. La lotta per un “lavoro sano” è resa più difficile dalla robotica e dagli algoritmi.
I discorsi e le discussioni politiche sono stati intervallati e accompagnati da un programma culturale di cantautori dagli Stati Uniti, Burkina Faso, Germania. Giusto ciò che ha detto uno di loro: “Un volantino si cestina, una canzone rimane nella nostra testa.”
La lunga conferenza si è conclusa con il canto dell’Internazionale. Sapevate che anche la canzone della classe operaia compie quest’anno 150 anni?
La manifestazione Luxemburg-Liebknecht attaccata dalla polizia
Nonostante il Coronavirus, più di 2000 persone hanno anche quest’anno ricordato l’omicidio nel 1919 dei due coleader del partito comunista tedesco KPD, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, con una manifestazione domenica 10 gennaio a Berlino. La manifestazione si svolge da molti anni. Per decenni, migliaia di persone e rappresentanti di spicco del Partito della Sinistra hanno deposto corone e garofani rossi sulla tomba dei due leader comunisti la seconda domenica di gennaio.
Erano stati registrati 3.000 partecipanti che volevano muoversi dalla Frankfurter Tor (centro) al memoriale del “cimitero socialista” di Friedrichsfelde. Il motto di quest’anno è stato :“Fight and Remember: Crisis and Oppression – la risposta è la rivoluzione”.
Invece la tradizionale commemorazione silenziosa annuale del partito Die Linke è stata rinviata a marzo a causa della pandemia.
La manifestazione Luxemburg-Liebknecht di quest’anno a Berlino ha potuto iniziare domenica mattina solo con un considerevole ritardo. Al punto di raccolta alla Frankfurter Tor, la polizia antisommossa ha ripetutamente usato la violenza contro i circa 2000 partecipanti: la così detta sinistra radicale tra cui tanti internazionalisti, Antifa ed organizzazioni turche e curde.
I poliziotti hanno fatto irruzione sulla folla, che si era riunita nel rispetto delle norme anti-Covid. Un testimone oculare ha detto ai giornalisti che la polizia aveva “caricato duramente senza motivo”. Un altro testimone oculare: almeno 10 persone sono rimaste ferite e circa 35 sono state arrestate. Le registrazioni di Twitter mostrano come paramedici trattano diversi dimostranti feriti.
I simboli esposti dall’organizzazione giovanile della Repubblica Democratica Tedesca FDJ sarebbero stati il pretesto per l’azione aggressiva della polizia che ha usato anche spray urticante. Come riferiscono testimoni oculari, la polizia ha affermato che il simbolo fosse illegale. I poliziotti hanno anche picchiato i manifestanti che hanno mostrato solidarietà ai manifestanti della FDJ. Secondo un testimone oculare, una giovane di 14 anni che indossava una mascherina con il simbolo FDJ è stata arrestata.
Sul video si vedono spintoni e provocazioni della polizia all’inizio (punto di raccolta), specialmente contro manifestanti con simboli comunisti: la polizia sa chi è il nemico! Si sente inoltre uno degli organizzatori della manifestazione urlare nel microfono: “Invitiamo la polizia di Berlino di ritirarsi da questa manifestazione pacifica. Con queste provocazioni è impossibile rispettare le misure anti-Covid” (interessante, se i manifestanti devono ricordare “l’autorità”).
Dopo gli attacchi, i manifestanti hanno camminato fino al memoriale socialista del cimitero di Friedrichsfelde, distante circa 4 km, senza incidenti di rilievo. Nonostante il numero significativamente inferiore di partecipanti quest’anno a causa della pandemia, i manifestanti hanno mostrato che si può e si deve lottare anche in condizioni restrittive Covid.
Al cimitero già in mattinata centinaia di persone avevano ricordato i due martiri per il socialismo portando i tradizionali garofani rossi.
Un particolare: Facebook ha cancellato testo e foto di questi attacchi e violenze che il giornale Junge Welt aveva postato. Motivazione: “il contenuto postato non corrisponde ai nostri standard. Cancelliamo foto che glorificano violenza o contengono violenza estrema.” Già.
Immagini su gentile concessione di Junge Welt
Leonhard Schaefer è “da sempre” attivo nel movimento contro la guerra e in particolar modo “militante” per la causa palestinese; è stato dal 2002 al 2007 attivo in Rifondazione Comunista. Conoscitore della Repubblica di Weimar e degli inizi del nazismo, ha scritto articoli sulla Repubblica dei consigli della Baviera e sull’antifascismo tedesco. Inoltre ha pubblicato alcuni volumi sull’ anarchismo tedesco.