Il prossimo 17 luglio dovrebbe uscire nelle sale americane l’undicesimo lavoro di Christopher Nolan: “Tenet”. In Italia è prevista l’uscita il 18 settembre. Ancora però è tutto in alto mare per l’emergenza sanitaria e tutto potrebbe cambiare. In America è visto come il film evento che riporterà il pubblico in sala dopo l’emergenza Coronavirus. La Warner sembra orientata a questa decisione. A breve dovrebbe partire una campagna pubblicitaria mastodontica, ma tutto dipende dal numero di contagi e di decessi che in America è ancora alto. Ma torniamo indietro nel periodo migliore del regista inglese.
Dieci anni fa, venne annoverato tra più i grandi a livello mondiale. Però attenzione a fare scomodi paragoni: Nolan è un grande regista, ma non è innovativo come Gondry (Se mi lasci ti cancello), non è visionario come Lynch o Scorsese, non è geniale nella scrittura come Charlie Kaufman (Anomalisa), non è paragonabile a Kubrick o a Spielberg nella messa in scena o a Michael Mann nello sviluppo dell’azione pura. E non ha la schiettezza di Clint Eastwood. Solo per fare alcuni nomi.
Nel 2010 il regista inglese, reduce dal successo planetario del “Cavaliere Oscuro” (oltre 1 miliardo di dollari nel mondo), uscì nelle sale di tutto il mondo con “Inception”. La Warner gli dette carta bianca e gli garantì un budget molto alto. Questo film rappresentò il passaggio dal regista indipendente al regista “da botteghino”. Dopo questa pellicola la qualità dei suoi lavori è peggiorata: Il cavaliere oscuro il ritorno è decisamente meno brillante del precedente, Interstellar è ricco di buchi di sceneggiatura, Dunkirk purtroppo nella parte finale tende a strizzare l’occhio allo Spielberg più commerciale. L’intromissione di Warner era palese.
Nolan mantenne la trama di Inception nel mistero fino all’uscita nelle sale, attori compresi. Durante il casting permise a questi di leggere la sceneggiatura nel suo ufficio assicurandosi che durante la lettura non trapelasse nulla. La realizzazione della sceneggiatura di Inception ebbe inizio nel 2000 in casa Nolan tra Christopher e il fratello Jonathan. Nel periodo successivo alle uscite di Following e Memento. Il progetto fu accantonato perché in quel periodo era appena uscito “Matrix”. Nolan allora si dedicò a “Insomnia” (2002), remake americano di un film norvegese.
Dopo l’ottimo “The prestige” (2006) e dopo aver ridato linfa a Batman con i primi due film della trilogia del Cavaliere Oscuro (2005 e 2008), la nuova sfida di Nolan era quella di realizzare un film stratificato, oscuro, complesso e ricco d’azione ambientato nella mente umana.
Il successo planetario del Cavaliere Oscuro (film che superò il miliardo di dollari di incasso nel mondo), la morte improvvisa di Heath Ledger, gli avevano dato una notorietà pazzesca. La Warner Bros era pronta a dargli carta bianca. E infatti il budget di “Inception” lievitò a 160 milioni di dollari. Come i film di 007 (Nolan è sempre stato un grande ammiratore e si vede), Inception è stato girato in 4 continenti tra Tokyo, Parigi, Londra, Los Angeles, il Marocco e il Canada.
Secondo me questo è stato l’ultimo film di gran livello prima di una flessione che iniziò con “Il cavaliere oscuro il ritorno” (2012).
Inception è terra di confine tra generi cinematografici, in cui è facile perdersi all’interno di uno o più labirinti (onirici, reali o mentali), ritrovandosi in un mondo surreale o reale dove è facile reperire sensazioni, paure, emozioni più o meno positive. E’ una sorta di sogno condiviso dove tutto si complica perché c’è la visione di più persone che la vedono in maniera diversa. Come il cinema: una gigantesca macchina onirica dove le opinioni degli spettatori producono il suo risultato più alto. Chi ha seguito in questi anni il cineforum sa che la “gestione delle emozioni” è uno dei segreti della sua riuscita.
L’inizio del film è magistrale. C’è un uomo Dom Cobb (Leonardo Di Caprio) che ha vagato per il mondo macinando km. Sta per incontrare un uomo anziano, un imprenditore asiatico: Mr Saito (Ken Watanabe de “L’ultimo samurai”).
Ma queste certezze visive spariscono presto: questo mondo di sogni sta per crollare come un castello di sabbia al mare in una giornata ventosa. Ed ecco macchine che scorrono su strade rovesciate, corpi che fluttuano nei corridoi in assenza di gravità (una delle scene più belle del film), grattacieli che si sgretolano, case che si allagano e casseforti che si aprono col pensiero. Un mondo friabile e delicato come l’essere umano e la sua mente.
Scopriamo così che Cobb e il suo staff sono uomini addestrati per entrare nelle menti per derubarle. “I sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro… Solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c’era qualcosa di strano!!”
Così nella fase rem, quando le difese del subconscio si abbassano, quel genio di Cobb è capace di intrufolarsi, scoprire i segreti a pro suo svuotando il cervello del malcapitato di turno.
Tra un flashback e un altro, arriviamo a comprendere che Cobb è un uomo devastato dal dolore.
Negli Stati Uniti è ricercato per l’uxoricidio della moglie Mal (Marion Cotillard) e non può rivedere i suoi due figli che vivono con il suocero Miles (Michael Caine). Nel frattempo Mr Saito lo contatta per una missione ad alto rischio: impiantare un’idea nella mente di un uomo.
“Qual è il parassita più resistente? Un’idea! Un’idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un’idea pienamente formata, pienamente compresa si avvinghia, qui da qualche parte.” Questa è la frase mantra del film. Cobb sa cosa significa, ma ovviamente non vi rivelerò il perché.
Il malcapitato di turno è Robert Fleischer jr (Cillian Murphy), discendente di un impero che sta per ereditare dal padre. Saito vorrebbe distruggere il concorrente cercando di dissuaderlo per allargare i suoi traffici commerciali.
Saito offre, a missione terminata, la libertà e quindi di poter tornare dai suoi figli.
Cobb, l’estrattore dei sogni, accetta e fa entrare nel progetto dei fidi collaboratori: il manovratore Arthur (Joseph Gordott Levitt), l’esperto di sedativi Yusuf, il falsario Eames (Tom Hardy), la giovane architetta Arianna (Ellen Page) che pianifica i livelli del sogno. Oltre a Saito stesso che, essendo il finanziatore, vuole vigilare che il progetto vada a buon fine.
Ma a complicare la trama c’è una donna. Nei film di Nolan c’è sempre una figura che ha il compito di mettere i bastoni fra le ruote al protagonista: Carrie Ann Moss in Memento, Robin Williams in Insomnia, Liam Neeson e Heath Ledger in Batman. Qui c’è Mal (una fantastica interpretazione di Marion Cotillard) che in francese significa male, ma che in ebraico significa angelo. Una bella contrapposizione tra bene e male, che l’attrice francese sa far percepire allo spettatore. Ma non è lei la reale minaccia.
Il vero fulcro della vicenda è il tempo, scandito da quella meravigliosa estasi musicale che è “Time” di Hans Zimmer (ascoltatela qui). È impossibile descrivere a parole la profondità che le note creano (chiudete gli occhi e alzate il volume). La melodia è talmente potente da ricreare il valore del tempo che passa e che ci cambia. L’alto volume della colonna sonora secondo me è corretto per dare questa sensazione a tutti.
Cobb lotta continuamente e ci sbatte contro: lo dilata e lo rallenta (5 minuti del sogno rappresentano un’ora di tempo del reale), cerca di plasmarlo, ma quello che deve ritrovare è il suo. Per intendersi quello che ha smarrito andando contro il suo subconscio. Questo concetto sarà alla base anche di “Interstellar”, seppur in maniera diversa.
Il significato del titolo sta proprio per innesto. Nel mondo botanico assume i contorni di “un corpo che nasce, cresce e si sviluppa attingendo linfa vitale dalla quotidianità” (fonte: cinematographe.it). Di questo film bisogna sottolineare vari aspetti: detto delle musiche e degli effetti sonori, c’è una scenografia da urlo che ricrea un sogno e il sogno nel sogno (straordinaria la ricostruzione del set rotante nella scena dell’albergo).
Poi c’è il montaggio avvincente, serrato riempito da un cast di attori di grande livello. Il più sacrificato dalla sceneggiatura probabilmente è Joseph Gordon Levitt, mentre il sempre più maturo Leonardo Di Caprio e Marion Cotillard rappresentano le certezze del film. Assieme a loro bisogna lodare Tom Hardy e Cillian Murphy e una Ellen Page che sa prendersi i suoi spazi di fronte a colleghi sicuramente più noti.
La sceneggiatura è complessa e ambigua. L’architettura dello script è elevatissima: i nomi non sono casuali e ci forniscono indizi preziosi per capire la storia. Cobb è un’abbreviazione di Giacobbe. In ebraico questo nome significa soppiantatore ed è considerato uno dei padri dell’Ebraismo.
Cobb però è più una sorta di Teseo. A confermare questa tesi è il nome del personaggio di Arianna, ovvero colei che aiuta l’eroe (Teseo, appunto) a uscire dall’intricata costruzione architettonica (il labirinto di Cnosso) con la brillante idea del filo.
La seconda conferma avverrà se scegliamo una delle due interpretazioni opposte del finale (la famigerata trottola). Se crediamo che Cobb raggiunga il Limbo, l’associazione mitologica diventa palese. Poiché come l’eroe mitico anche Cobb viene punito per aver infranto le barriere del regno dei morti, ossia i luoghi del sogno.
Tuttavia nel 2015 lo stesso Nolan (oltre a Michael Caine, attore portafortuna che compare in quasi tutti i film del regista) invitò i laureandi di Princeton a “non inseguire i propri sogni, bensì la propria realtà. Perché le astrazioni di cui ci si innamora sono dei sottogruppi della realtà”. E rivelò che il finale era uno e uno solo (lo potete leggere qui). In fondo molto spesso è la nostra mente la scena del crimine.
FONTI: Mymovies.it, Cinematografo, Movieplayer, Comingsoon, Storiadeifilm.it, lascimmiapensa.com
Regia **** Interpretazioni **** Musiche ***** Effetti sonori *****
Fotografia **** Sceneggiatura ***1/2
INCEPTION ****
(USA, Regno Unito 2010)
Genere: Azione/Thriller/Fantascienza/Drammatico
Regia e Sceneggiatura: Christopher Nolan
Fotografia: Wally Pfister
Musiche: Hans Zimmer
Cast: Leonardo Di Caprio, Marion Cotillard, Joseph Gordon Levitt, Ellen Page, Ken Watanabe, Tom Hardy, Cillian Murphy, Pete Postlethwaite, Michael Caine
Durata: 2h e 28 minuti
Trailer Italiano qui
Prodotto e distribuito da Warner Bros
Vincitore di 4 Premi Oscar 2011 (Miglior Fotografia, Miglior Sonoro, Migliori Effetti Speciali, Miglior Montaggio Sonoro)
Budget: 160 milioni di dollari
Intervista a Leonardo Di Caprio qui
La frase: Qual è il parassita più resistente? Un’idea! Un’idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un’idea pienamente formata, pienamente compresa si avvinghia, qui da qualche parte.”
Immagine da www.cinefacts.it
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.