L’attore francese Guillame Canet (The beach, 7 uomini a mollo) ad un certo punto della sua carriera ha deciso di provare a fare il regista. Dopo l’ottimo thriller “Non dirlo a nessuno” con Francois Cluzet (mai uscito nei cinema italiani), nel 2010 è arrivata la svolta con la commedia agrodolce “Piccole bugie tra amici”. Un grande freddo in salsa francese, lo hanno definito i critici d’Oltralpe. Quasi 6 milioni di spettatori, il film francese più visto (record poi superato da “Quasi Amici” nel 2011). La storia è quello di un gruppo di amici che vivono passivamente la loro vita. Non si conoscono veramente nemmeno tra di loro, si raccontano bugie per non svelarsi. Durante le consuete vacanze di gruppo, finiranno, un po’ alla volta, per svelare i loro segreti, le loro inquietudini, i loro amori nascosti.
Peccato però che proprio prima di partire, uno di loro, Ludo (il premio Oscar Jean Dujardin), dopo una serata in discoteca, ha un grosso incidente stradale. È in fin di vita, dicono i medici. I suoi amici lo vanno a trovare, ma loro decidono di non rinunciare alla bella vita convinti di non poter fare nulla per lui. Il padrone di casa che ospita tutti, come sempre a Cap Ferret, è lo ieratico borghese Max (Francois Cluzet di Quasi Amici) con sua moglie Veronique. Con loro ci sono i “bambinoni” Eric (Gilles Lellouche) e Antoine (Laurent Lafitte), la fragile e insicura Marie (Marion Cotillard, compagna nella vita reale del regista Canet), incapace di instaurare relazioni durevoli, e soprattutto Vincent (Benoit Magimel) con la moglie Isabelle (infelice per mancanza di vita sessuale con il marito) e prole. Ma presto ci saranno altre persone che si uniranno a loro.
Proprio quest’ultimo, prima di partire per le vacanze, confida a Max di essersi innamorato di lui. Come spesso succede, invece di rilassarsi nei rari momenti di quiete delle ferie, le nevrosi, i tic, le paure e quant’altro faranno capolino in un continuo ping pong di emozioni.
A colmare i rari vuoti ci pensa una grande colonna sonora che vanta pezzi di Creedence Clearwater Revival, JET, Janis Joplin e Ben Harper. Prendendo spunto dalla commedia corale “Il grande freddo” di Lawrence Kasdan, Canet riesce nell’impresa di metter insieme il meglio del cinema francese con dialoghi frizzanti, tanta buona musica e un cast di interpreti sublimi (in particolar modo Cotillard, Cluzet, Lellouche). È il ritratto perfetto di una generazione di quarentenni ansiosi, bambinoni poco cresciuti, cinici borghesi, isterici, problematici, troppo narcisisti e fin troppo individualisti: mentre un amico lotta tra la vita e la morte, loro si battibeccano tra sole, mare, barche, spiagge, pranzi e cene lussuose. E’ l’amaro sfogo finale di Jean Louis, amico di vecchia data residente a Cap Ferret, a squarciare l’ipocrisia che regna sul gruppo di amici. L’idea di questo soggetto nacque da un’esperienza poco felice dell’attore e regista.
“Mi trovavo allora in ospedale a causa di una grave infezione da stafilococco aureo e non potevo muovermi da lì. Nessuno dei miei amici venne però a farmi visita. Vivevo così un momento molto brutto e in più realizzavo che l’amicizia non era proprio così come l’avevo sempre immaginato. Scrissi allora la sceneggiatura in sole sei settimane, mettendovi dentro tutti i lati negativi della mia personalità e tutto ciò che non mi piace nella natura umana. Anche le riprese del film non furono piacevoli e il giorno della sua uscita uno dei miei migliori amici perse la vita per un incidente in moto. In quel momento, decisi di chiudere per sempre con il film e i suoi personaggi”. Nulla di originale d’accordo, ma sicuramente nelle due e mezzo di durata c’erano diverse scene importanti (spiccano soprattutto le ultime due scene).
Alla fine ci si arriva bene, si ride e si riflette sul concetto di amicizia. Piccole bugie tra amici è un esempio della capacità del cinema francese di prendere entusiasmo, di fare qualcosa di qualità. A differenza delle commedie italiane recenti che non hanno la freschezza di questo titolo. Chi dice che questo film di Canet somiglia a Muccino di cinema capisce poco. Il film è stato campione di incassi in Francia. Mentre vi scrivo, in patria, il secondo capitolo ha raccolto già oltre 14 milioni di euro. A differenza dell’Italia, i francesi sostengono il loro cinema locale e ci investono diversi soldi. Il che spiega la qualità e l’affluenza di pubblico.
Così nove anni dopo, ecco il sequel “Grandi bugie tra amici” sempre firmato da Guillaume Canet. Il titolo originale, tradotto significa “Noi resteremo insieme”, ha più significati: può intendersi come atto d’amore verso un gruppo di amici, ma non solo. “Continuo a mostrare dei personaggi imperfetti, chiusi nei loro problemi ma con la convinzione che insieme, malgrado i contrasti, finiranno per essere più forti e smetteranno di subire le avversità” – ha raccontato l’attore-regista francese. Una cosa è certa: non ha preso spunto dalla politica italiana. Sicuramente il film è un omaggio di Canet a Maurice Pialat e alla sua opera “We Will Not Aging Together” del 1972.
Tranne Jean Dujardin, gli altri attori sono stati confermati in toto. La pellicola funziona perché è un’opera corale con gli attori che rispettano i tempi della commedia e del dramma. Il film è ambientato 3 anni dopo i fatti del primo. Questo sequel francese affonda le radici in problemi importanti: i problemi economici familiari, la confusione sessuale, la sindrome di Peter Pan insita specie nei maschi. Tutti i valori sono stati fatti a brandelli, questa generazione di amici non si prende responsabilità e soprattutto non affronta le proprie paure/insicurezze. Questo film rappresenta le conseguenze di quel vuoto descritto nel primo.
Max (Francois Cluzet) è tornato nella sua casa di Cap Ferret, tra l’Atlantico e il bacino di Arcachon, per distrarsi dalle preoccupazioni e per calmarsi dopo la fine del matrimonio con Veronique. Questa volta però non siamo in estate, ma in inverno. Non sa però che la banda di amici si è mossa a sorpresa per festeggiare il suo 60° compleanno. Così ecco che gli piombano in casa gli amici di sempre Eric, Antoine, Marie, Vincent con mogli, fidanzati/e bambini. La cosa gli provoca non pochi problemi: deve svuotare la casa per l’ex moglie, ma soprattutto non vuol far vedere il suo vero fallimento. La casa infatti è in vendita perché è in bancarotta. Le sue nevrosi, il suo modo di fare gli hanno rovinato la vita. “Avevo di fronte a me ciò che avevo perso, mia moglie, la mia casa, i miei amici” – dirà durante il film. Max è costretto a camuffare la sua (finta) gioia. Nel frattempo, anche gli altri non sono da meno. I percorsi di vita di ognuno di loro hanno cambiato i rapporti tra i vari membri del gruppo. La felicità è solo apparente.
Il tempo che passa ha cambiato irrimediabilmente le bugie: da piccole sono diventate grandi. La maturità è ancora lontana per alcuni di loro, ma tutti hanno superato gli “anta” (tranne Max che è arrivato ai 60), i figli crescono, le priorità cambiano.
Marie (Marion Cotillard) ha i capelli lisci, con vistose meches bionde, è tornata single, è diventata madre e continua a scolarsi bottiglie senza pietà per riempire il vuoto. Come aveva già fatto nell’opera prima di Vanessa Filho, “Angel Face” (vedi qui). Di suo figlio Nino non gliene importa, se lo scorda perfino nel taxi (molto attuale). Il bambinone Eric (Lellouche) è diventato regista, ha un bambino di 10 mesi e una bambinaia che lo accompagna, Antoine (Lafitte) è l’assistente di Eric e poi ci sono Vincent (Magimel), omosessuale non troppo convinto visto che ama un po’ Max ma anche l’ex moglie Isabelle. Tuttavia si è messo insieme ad un uomo più maturo. Ma ci sono altri personaggi: una è sicuramente Sabine, la nuova moglie di Max. Come tutti gli anni precedenti, non mancheranno litigi, serate danzanti, giochi di società, lanci con il paracadute, confidenze, amori in subbuglio, oltre al “chi sono” che ricorda tanto “Bastardi senza gloria” di Tarantino.
Canet filma il tutto con grande rispetto per i personaggi. Una cosa è certa: l’amicizia è più faticosa e intensa di un rapporto di coppia. Ne sa qualcosa Max. Nelle parti di commedia tutto gira molto bene, grazie ad attori fantastici come Cluzet, Cotillard, Lellouche. Le parti drammatiche sono un po’ malinconiche, anche perché i personaggi stanno invecchiando. Al resto ci pensano le ottime musiche (forse troppo presenti) e la fotografia di Cap Ferret che è quasi un personaggio del film. Lo dicono le situazioni, la nostalgia dei ricordi, le tradizionali abitudini del gruppo di amici (in tal senso è straordinariamente importante la sacca di sabbia di Jean Louis del finale del primo film). Canet sceglie di dare un po’ di gloria a ogni personaggio facendo sì che lo spettatore capisca l’evoluzione di ognuno. Il che è abbastanza difficile da condensare in poco più di due ore di durata.
Chi ha amato il primo film, difficilmente non amerà questo sequel. Perché attori come Cotillard, Cluzet, Lellouche e Lafitte regalano sempre grandi momenti. Anche se stavolta, a differenza del primo episodio, i personaggi si dicono le cose in faccia e c’è più cinismo. E la sceneggiatura è molto più sempliciotta: lo si nota negli intrecci tra i personaggi e nella scelta finale. C’è troppa fretta e qualcosa è un po’ confuso. Eppure la descrizione dei problemi di Max è particolarmente curata ed efficace. Peccato perché con una maggiore attenzione ai dettagli questo sequel poteva essere addirittura meglio del primo episodio. In ogni caso raramente nei film italiani di genere si raggiunge un livello così alto nelle scene corali. Il merito va a Guillaume Canet che ha diretto in maniera egregia un cast di autentici fuoriclasse. Un ennesimo esempio di cinema francese da vedere anche per capire l’abisso che c’è tra la precedente generazione e quella dei Millennials.
FONTI: Film Tv, Mymovies, Cinematografo, Comingsoon, Bad Taste, Ilprofumodelladolcevita.com
Regia ***1/2 Interpretazioni ***1/2 Sceneggiatura *** Colonna sonora ***1/2 Fotografia ***
GRANDI BUGIE TRA AMICI ***1/2
(Francia 2019)
Titolo Originale: Nous Finirons Ensemble
Genere: Commedia/Drammatico
Regia: Guillaume Canet
Sceneggiatura: Rodolphe Lauga e Guillaume Canet
Fotografia: Christophe Offenstein
Cast: Marion Cotillard, Francois Cluzet, Gilles Lellouche, Benoit Magimel, Laurent La Fitte
Durata: 2h e 15 minuti circa
Distribuzione: BIM e Movies Inspired
Uscita: 12 Settembre 2019
Trailer
Sequel del film “Piccole bugie tra amici”
Trailer qui
La frase: Siamo amici da vent’anni, ma non siamo obbligati a esserlo per sempre!
Immagine da www.cinematografo.it
Nato a Firenze nel maggio 1986, ma residente da sempre nel cuore delle colline del Chianti, a San Casciano. Proprietario di una cartoleria-edicola del mio paese dove vendo di tutto: da cd e dvd, giornali, articoli da regalo e quant’altro.
Da sempre attivo nel sociale e nel volontariato, sono un infaticabile stantuffo con tante passioni: dallo sport (basket, calcio e motori su tutti) alla politica, passando inderogabilmente per il rock e per il cinema. Non a caso, da 9 anni curo il Gruppo Cineforum Arci San Casciano, in un amalgamato gruppo di cinefili doc.
Da qualche anno curo la sezione cinematografica per Il Becco.