È nelle librerie da oggi, con le edizioni Pendragon, «Che
fine ha fatto Sandra Poggi?», terza fatica del siciliano, ma bolognese
d’adozione, Davide Pappalardo.
Se nei romanzi precedenti i colori dominanti erano il blu delle luci sopra i
tavoli da biliardo, il violetto stinto di vestaglie economiche ed il rosso
spento del sangue rappreso, mentre in bocca i sapori che rimanevano alla base
della lingua erano un misto di fumo e liquori forti e fuori moda questa volta
emergono quasi nascosti sulla scena le nebbie grigie della Pianura Padana ed il
rosso vivo di un lambrusco che non vorrebbe confondersi con l’ambrato del
whiskey scozzese.
Non sono infatti le bettole di Marsiglia i luoghi
dell’azione di questo giallo ambientato
nell’anno dello shock petrolifero ma l’Italia laboriosa e tranquilla dietro
la quale però si cela, nascosta, invisibile e timida, un’Italia fatta di
cartacce e mozziconi, di confuso isolamento nella moltitudine e – siamo negli
anni ’70 – di politica vissuta nel
quotidiano, di Servizi e di eroina.
È su questo sfondo che si muoverà lo scalcagnato investigatore Libero Russo nella ricerca – poco
professionale e molto casalinga – di Sandra Poggi, una ragazza legata all’alta
borghesia “parastatale” le cui tracce, però, soltanto chi vive nell’Italia
di mezzo ha fiuto per trovare.
Perché Sandra è sparita? C’entra forse l’«anodia salcandica di tipo B»?
O è forse al clima politico che deve volgersi lo sguardo del «Callaghan dei
poveri» Libero Russo? E se il mistero non fosse in una sparizione ma
partisse da un ritrovamento?
Il romanzo si snoda così tra i bar della Brianza frequentati
dai fascisti, tra i compagni dei movimenti nelle calli di Venezia, nell’Emilia
delle osterie, tra manganelli e occhiali in finta tartaruga, in ambienti ostili
e spesso tra loro opposti perché in fondo una «vita non sempre si sceglie.
Magari si subisce» fino a precipitare «dentro un pozzo senza fine»
dal quale non sempre è dato uscire o nel quale si vuole spingere qualcun altro.
È un racconto, quello di Pappalardo, avvincente che si legge tutto d’un fiato,
magari sorseggiando un brandy d’infima qualità come quelli che è abituato a
sorseggiare l’ex poliziotto Russo ed immedesimandosi un po’, lentamente e quasi
senza accorgersene, nelle anime fragili di persone qualsiasi che potrebbero
essere nate in un anno qualunque di una provincia a caso della nostra Italia.
Davide Pappalardo, Che fine ha fatto Sandra Poggi?, Pendragon, Bologna, 2019, € 15.
Immagine Edizioni Pendragon (dettaglio)
Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.