Misure cognitive, significati collettivi e sociologia ai tempi del covid-19
Una riflessione sulla portata sociale dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e sulle conseguenze che questa ha su ciascuno di noi.
Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
Una riflessione sulla portata sociale dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e sulle conseguenze che questa ha su ciascuno di noi.
La tutela della salute non è una scusa per sbattere il mostro in prima pagina, anche perché il “mostro” ha la sola colpa di essere stato contagiato.
Anni di smantellamento della partecipazione politica hanno abituato ad un’idea di libertà come affermazione individuale, in termini di produzione e accumulo. Dovremmo invece ricostruire una cultura di libertà come responsabilità nei confronti della collettività.
Una riflessione a ruota libera sull’analfabetismo digitale in Italia e come questo sia collegato alla fruizione di diritti. Partendo da un post della pagina Case Popolari.
Nel dibattito progressista anglosassone, in particolare nel Regno Unito, sono legittimate posizioni trans-escludenti sostenute con argomenti pseudoscientifici.
Una risposta a Suzanne Moore e non solo.
[Dall’archivio]
Mostrare immagini crude per denuncia sociale o per raccontare la sofferenza può trascendere la dignità umana del soggetto?
I lavoratori agricoli indiani sotto il caporalato e gli operai bengalesi e albanesi di Fincantieri sono accomunati da turni estenuanti pagati pochissimo e spesso in ritardo, abusi e incidenti sul lavoro taciuti, dipendenze derivate dalla necessità di doparsi per lavorare. I decreti sicurezza hanno solo peggiorato la situazione.
Partendo dal dato emerso dall’indagine Eurispes, secondo il quale il 15,6% degli italiani non crede all’esistenza della Shoah, una riflessione sul fenomeno (causa ed effetti) del negazionismo.
Il dibattito sulla lotta ai fenomeni d’odio su internet è circoscritto a misure problematiche come la certificazione della propria identità o il “DASPO social”, aggirando la questione dei contenuti e della cultura a cui appartengono.
[Dall’archivio]
Nonostante la legge 194 sia una conquista risalente a quarant’anni fa, ancora non è possibile affermare che il completo diritto all’autodeterminazione per le donne si sia affermato nella nostra società.