Di spazi privati e videochiamate in tempi di pandemia
Con la pandemia molte delle attività che svolgevamo fuori, in spazi pubblici e condivisi si sono spostate in spazi privati. Spazi che, come tutti gli altri, non sono politicamente neutri.
Tutto ciò che è sociale ma non riflessione sociologica, legandosi a quello che compone la realtà in cui viviamo.
Con la pandemia molte delle attività che svolgevamo fuori, in spazi pubblici e condivisi si sono spostate in spazi privati. Spazi che, come tutti gli altri, non sono politicamente neutri.
Il 2020 si chiude per l’Italia con un calo del PIL dell’8,8%, in un panorama europeo e mondiale dove abbondano i risultati negativi – con la solitaria eccezione di una Cina capace di segnare un +2,3%.
Nel primo semestre 2020 i redditi delle famiglie si sono ridotti dell’8,8% rispetto al primo semestre 2019. Una contrazione ben più ampia di quelle avute nelle fasi più acute della crisi finanziaria 2008-09 (-5,2%) e di quella dei debiti sovrani 2011-13 (-3,4%).
In una situazione eccezionale anche a causa della pandemia, esce sui giornali l’ennesimo caso di abusi da parte di agenti penitenziari ai danni di un detenuto. Nuova occasione per riflettere su una situazione oramai insostenibile.
L’omicidio di Agitu Ideo Gudeta ci mette di fronte, per l’ennesima volta, ai limiti del giornalismo italiano. Anche nel raccontare le circostanze della sua morte si è fatto un’enorma fatica a smarcarsi dalla retorica del “buon migrante” che è riuscito ad integrarsi nella comunità che lo ha accolto, senza riuscire a vedere oltre.
Comunicazione istituzionale, rapporto con le notizie, dialogo con i propri contatti: l’accesso alle informazioni e la qualità delle interazioni hanno a che fare con la libertà, cosa tanto più tangibile durante una crisi come una pandemia.
Una conversazione con Bruno Mastroianni, social media manager per trasmissioni RAI ed esperto di comunicazione.
Una nuova ondata di movimenti complottisti, con la loro risonanza mediatica, ci interroga su come rapportarci con loro ma anche sul loro significato, sintomo di una società che non mette in condizioni di sviluppare capacità analitiche né di confidare nelle istituzioni democratiche.
Il 2020 si avvia a conclusione, segnato dalla pandemia Covid-19. In questi mesi si è parlato di una diversa consapevolezza su malattia e fragilità delle persone, ma quanto è verosimile aspettarsi un futuro diverso?
Partigiana, militante, femminista, pacifista – una vita definita dalla disponibilità ad impegnarsi senza risparmio, per le grandi iniziative come per le riunioni e gli incontri che potevano far prendere coscienza delle questioni a un più ampio numero di persone.
Le polemiche attorno al lockdown per le festività sembrano dimenticare che alcune restrizioni possono tutelare la salute delle persone più fragili, quelle per le quali la ripresa di una vita normale non dipende dalla legge ma dalla speranza di superare la pandemia il prima possibile.