L’Italia che emerge dal 55° rapporto del Censis
Il 55° rapporto Censis ci consegna un’immagine del nostro Paese che in molti, per più motivi diversi, considerano preoccupante.
Ogni martedì, dieci mani, di cinque autori de Il Becco che partono da punti di vista diversi, attorno al “tema della settimana”. Una sorta di editoriale collettivo, dove non si ricerca la sintesi o lo scontro, ma un confronto (possibilmente interessante e utile).
A volte sono otto, altre dodici (le mani dietro agli articoli): ci teniamo elastici.
Il 55° rapporto Censis ci consegna un’immagine del nostro Paese che in molti, per più motivi diversi, considerano preoccupante.
La manovra economica che il Presidente del Consiglio Mario Draghi sta discutendo con governo e forze politiche ha portato alla mobilitazione sia i sindacati di base che quelli confederali.
Il prezzo di energia e gas aumenta ma i salari di chi lavora in Italia sono fermi da anni, restando così tra i più bassi di tutta Europa. Quali sono le risposte del governo a questi due punti centrali?
Nel corso della COP26 di Glasgow Cina e USA hanno annunciato un accordo per intensificare l’azione congiunta sul clima. Questa aprirà effettivamente nuovi scenari per il decennio in corso?
Sono sempre di più le aziende che stanno modificando in modo radicale la propria organizzazione del lavoro, passando dal lavoro in presenza allo smartworking praticamente totale.
Dopo il periodo che ha visto, negli anni ’70, riconoscere sempre più diritti civili in Italia, sembra che questa “tendenza” abbia subito una sorta di battuta di arresto. Ultimo episodio, l’affossamento della legge Zan della scorsa settimana.
Ad una settimana dalla chiusura di questa tornata di elezioni amministrative, una prima riflessione sul respondo consegnatoci dalle urne.
Per quanto il tema della lotta al cambiamento climatico sia oramai entrato nel discorso pubblico dei paesi occidentali e dei loro governi, ancora oggi il dato è uno solo: non si sta facendo abbastanza per salvare il pianeta.
La cronaca delle ultime settimane è stata animata da discussioni seguite ad avvenimenti che hanno visto i partiti di estrema destra e neo fascisti al centro di inchieste ed avvenimenti che ci portano ad interrogarci, ancora una volta, del ruolo che queste hanno nella società.
Il 26 settembre la popolazione di Berlino è stata chiamata ad esprimersi su un quesito referendario che ancora non era mai stato posto: la possibilità per le amministrazioni locali di espropriare le abitazioni delle grandi società immobiliari per fare fronte al caro affitti.