Prima di tutto è utile chiarire che, nonostante il titolo, questa non è una recensione. Recensire, in senso proprio, un libro come questo non avrebbe – secondo me – molto senso. 5 è il numero perfetto, uscito nel 2002, è frutto di un lavoro quasi decennale, è stato tradotto in più di venti paesi e ha vinto una quantità di premi. Un vero classico, insomma, questo “romanzo grafico” di Igort, al secolo Igor Tuveri, poliedrico artista ed editore (cofondatore di Coconino e, più recentemente, di Oblomov) italiano; con una trasposizione cinematografica d’autore in uscita il 29 agosto di quest’anno. Se per il fumetto italiano non è più così una novità trovare una nuova vita sul grande schermo (con risultati, va detto, finora assai discutibili), che in un cinecomic nostrano compaiano attori del calibro di Servillo è un indiscutibile traguardo.
“5 è il numero perfetto”: due braccia, due gambe, una faccia: la rivendicazione strafottente di autonomia e indipendenza individuale di un parente scomparso, ovviamente tragicomicamente schiacciata dal peso di una realtà segnata dalla violenza, in cui le individualità perdono di ogni significato e un caos da homo homini lupus viene scientemente perseguito e alimentato. Riscoprire un soggetto come questo significa entrare in un’ottica che, attraverso la lente della violenza parossistica della narrazione noir, mostra come ingrandito un lato delle relazioni umane e della società.
Personaggi perturbanti attraversano un’ambientazione ricca di dettagli didascalici dal sapore eduardiano (dalle “maronne” a banchini che offrono improbabili appuntamenti con UFO, a ironiche scritte murali), nello svolgersi di una trama che si cura di annodare mano a mano tutti i fili del discorso. Se il ben oliato dispositivo narrativo costituisce braccia e gambe di 5 è il numero perfetto, la faccia ce la mettono tavole che sorprendono per l’alternarsi senza soluzione di continuità di momenti quasi ieratici e maschere espressive e concitate, oltre che per la notevole maestria nella rappresentazione di luci ed ombre. Il lettore ritrova atmosfere conosciute, soffuse di un pathos crepuscolare che amplifica l’effetto di empatia. L’intento di Igort, dichiarato nella postfazione-intervista, di rappresentare fedelmente scenari italiani tra il dimesso ed il sentimentale, si è indubbiamente tradotto felicemente su carta.
5 è il numero perfetto rimane sicuramente il titolo da consigliare all’amico o all’amica che voglia scoprire il mondo del fumetto italiano; un pezzo di storia dell’arte della scrittura disegnata, da leggere o rileggere. Magari aspettando il film.
Igort, 5 è il numero perfetto, Coconino press, 2002, nuova edizione 2015, 18€.
Immagine Igort/Coconino Press (dettaglio) da fandangoeditore.it
Nato a Bozen/Bolzano, vivo fuori Provincia Autonoma da un decennio, ultimamente a Torino. Laureato in Storia all’Università di Pisa, attualmente studio Antropologia Culturale ed Etnologia all’Università degli Studi di Torino. Mi interesso di epistemologia delle scienze sociali, filosofia politica e del diritto, antropologia culturale e storia contemporanea. Nel tempo libero coltivo la mia passione per l’animazione, i fumetti ed il vino.