Dalle parole del sindaco pisano Michele Conti al termine dell’incontro – definito dal primo cittadino “informale” – tra Ministero della Difesa, Regione Toscana, Comune e Provincia di Pisa, Ente parco e Arma dei Carabinieri, si capisce che è già ben definito il progetto della gigantesca base militare da 73 ettari di estensione, e da 445.189 metri cubi, che il Governo vuol costruire a Coltano nel Parco di San Rossore. Una base peraltro già approvata con un DPCM del 14 gennaio scorso, e ammessa alle procedure semplificate previste per le opere di difesa nazionale, così come si legge in Gazzetta Ufficiale.
Eccolo il leghista Conti: “Ci è stato presentato in modo dettagliato il progetto del centro polifunzionale di reparti specializzati dell’Arma a Coltano”.
Dove dovrebbero trovare sede il Primo reggimento paracadutisti Tuscania, il Gis [Gruppo Intervento Speciale], il Centro cinofili e altri reparti ancora. Con poligoni di tiro, uffici, centri di addestramento militare e di stoccaggio, una ventina di villette e piste di atterraggio per elicotteri. Il tutto sulle ceneri dei 54mila metri quadri di un vecchio e dismesso centro radar statunitense, che passerebbero appunto a 729mila metri quadri.
Di fronte a una contestazione generalizzata che ha portato in pochi giorni a raccogliere 100mila firme, in quel comprensorio pisano-livornese che già oggi si configura come uno dei più militarizzati della penisola, si comprende anche il profondo imbarazzo di tutti gli enti locali coinvolti a partire dal sindaco Conti, che ha chiesto di “rivedere il piano in chiave riduttiva, riparametrando le esigenze e riallocando altrove alcune attività. Questo è però un argomento che non poteva essere sviluppato oggi, ma che sottoporrò al ministro Guerini in un incontro già fissato per il 12 maggio”.
Nel mentre, fuori dalla caserma fiorentina dell’Arma dove si teneva l’incontro “informale”, circa 200 persone manifestavano a gran voce: “I cittadini hanno detto in modo chiaro che quella base militare non la vogliono né a Coltano né in altri posti – spiegava la parlamentare Yana Ehm di ManifestA – per cui l’unica soluzione possibile è ritirare il DPCM”.
Sulla stessa linea il consigliere comunale pisano Ciccio Auletta: “Una ulteriore militarizzazione del territorio è inaccettabile. E l’ipotesi di uno ‘sdoppiamento’ della base è una ipocrisia: noi ci troviamo di fronte a un decreto che prevede espressamente una procedura che utilizza le semplificazioni del PNRR per realizzarla a Coltano. Quindi nessuna ipotesi è in discussione fino a quando non viene ritirato il decreto, che destina alla base 190 milioni di euro”.
Sulla vicenda ha preso posizione anche il Consiglio Regionale toscano: “Oggi l’assemblea legislativa ha detto chiaramente ‘No’ a nuove edificazioni nel parco – spiega a sua volta il dem Antonio Mazzeo che presiede l’assemblea – quindi la base militare si potrà fare utilizzando immobili esistenti fuori dal perimetro di San Rossore, o utilizzando altre caserme a disposizione”.
Apparso su Il Manifesto in data 5.05.2022
Immagine di Taccolamat (dettaglio) da Wikimedia Commons
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.