Da una indagine per narcotraffico internazionale, gestito dalla cosca di `ndrangheta di Guardavalle nel catanzarese riconducibile alla famiglia Gallace, e partita dopo il ritrovamento di ben 130 chili di cocaina nel 2017 vicino alla Terrazza Mascagni di Livorno, la DDA di Firenze e i carabinieri Forestali, del ROS e del NOE sono arrivati a scoprire tutta una serie di attività criminali dei referenti della cosca in Toscana. Una infiltrazione che spaziava dal traffico di droga al controllo di lavori stradali, fino allo smaltimento illecito dei rifiuti delle concerie del Comprensorio del Cuoio.
Oltre ai 23 arrestati, a far clamore anche i nomi di alcuni fra i 19 indagati, fra i quali Ledo Gori, attuale capo di gabinetto del presidente regionale Eugenio Giani dopo essere stato lo storico braccio destro di Enrico Rossi, accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, di fatto considerato uomo di fiducia degli imprenditori delle concerie, e per questo oggetto di trattativa elettorale fra l’Associazione conciatori e lo stesso Giani, che non è indagato. Lo è invece per abuso d’ufficio il direttore del settore ambiente e energia della Regione, Edo Bernini, mentre il consigliere regionale del PD, Andrea Pieroni, è accusato di corruzione.
Coinvolta infine in un ruolo di rilievo la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda, accusata di associazione a delinquere. Per la DDA infatti la sindaca avrebbe avuto un ruolo di raccordo tra la politica e gli imprenditori delle concerie, finiti anch’essi sotto inchiesta – fra gli arrestati Alessandro Francioni, presidente dell’Associazione Conciatori e membro del CdA di Aquarno, il direttore dell’Associazione Conciatori Aldo Gliozzi, e il suo predecessore Piero Maccanti – per l’illecito smaltimento dei fanghi degli stabilimenti. Fanghi che, insieme ad altri rifiuti conciari, tutti altamente inquinanti, invece di essere trattati correttamente venivano miscelati con altri materiali e riutilizzati in attività edilizie.
Circa 8.000 tonnellate di rifiuti contaminati sarebbero così state usate nella realizzazione del quinto lotto della nuova strada regionale 429 che da Empoli arriva a Castelfiorentino e Certaldo. Questo grazie agli stretti contatti fra il titolare dell’impianto di trattamento dei materiali riciclati dai reflui e dai fanghi delle concerie, Francesco Lerose (arrestato), e uomini della cosca Gallace che avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per realizzare la strada.
Secondo gli investigatori, i vertici dell’Associazione Conciatori di Santa Croce erano il fulcro decisionale di tutto il sistema.
Mentre il giudice delle indagini preliminari, nell’ordinanza che dispone le misure cautelari, certifica il monopolio delle aziende infiltrate dalla `ndrangheta, spiegando: “L’acquisizione di questo monopolio di fatto è resa possibile dalla presenza di due grossi esponenti della criminalità calabrese, operanti nel Valdarno, che influiscono, con la forza intimidatrice della organizzazione criminale di appartenenza, in modo da determinare equilibri che fuoriescono da quelli normali del libero mercato, secondo una logica non concorrenziale bensì impositiva e di assoggettamento”.
Immediata la richiesta di Irene Galletti, capogruppo regionale del M5S: “Il presidente Giani prenda atto che la situazione richiede che riferisca urgentemente sui fatti. Auspico che lo faccia di sua iniziativa, anche se non mancherò di avviare subito una raccolta firme tra le forze politiche responsabili in Consiglio regionale per vincolarlo a questo compito”.
Apparso su Il Manifesto in data 16.04.2021
Non accennano a fermarsi le scosse telluriche provocate dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana. Le attività criminali dei referenti della cosca Gallace spaziavano dal traffico di droga al controllo dei lavori stradali, fino allo smaltimento illecito dei rifiuti delle concerie del Comprensorio del Cuoio. E su questo versante delle indagini le intercettazioni dei carabinieri Forestali, del ROS e del NOE fanno tremare il principale palazzo toscano della politica, quello della Regione.
Perché lo spaccato che emerge, con i vertici dell’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno che aiutano questo o quell’esponente politico, in cambio di “attenzione” per le questioni legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti tossici industriali, è difficilmente equivocabile: “Ledo resta un paio di anni, sbrighiamoci”, dicono ad esempio, intercettati, i vertici dell’Associazione conciatori, finiti ai domiciliari.
Proprio il coinvolgimento di Ledo Gori, storico braccio destro di Enrico Rossi, appena sollevato dal ruolo di capo di gabinetto di Eugenio Giani dopo l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, è per Sinistra Italiana emblematico “della commistione tra politica e poteri economici che abbiamo denunciato molte volte in questi anni. Un intreccio che evidenzia la subalternità della politica a guida PD, che governa la regione e le città, agli interessi degli imprenditori. Nessuno provi a derubricare le responsabilità ai singoli. Questo sistema è parte dello sbandierato `buongoverno´ della regione, ed è considerato la normalità”.
Senza sconti anche il giudizio di Massimo Torelli, che ha coordinato la campagna elettorale di Toscana a Sinistra: “Come fanno tanti compagni per bene che hanno costruito la lista con Ledo Gori [Sinistra Civica Ecologista, ndr] a stare in silenzio e non dirsi choccati?”.
Mentre a Santa Croce, dove sono stati affissi due striscioni espliciti (“Mafia e e imprenditori, a loro i soldi a noi i tumori”), ieri c’è stato un presidio della CGIL, che sarà parte civile al processo: “Chiediamo alla magistratura di fare presto e bene il suo lavoro – spiega Mauro Fuso che guida la Camera del Lavoro di Pisa – sperando che non vi siano ulteriori ricadute sulle attività produttive e sui lavoratori. E chiediamo alle istituzioni e alla politica di salvaguardare il territorio: già c’è il danno ambientale, facciamo in modo che ad esso non ne segua uno altrettanto grave di tenuta economica e sociale”.
Anche Rifondazione e Potere al Popolo, che con Sinistra Italiana non avevano appoggiato il dem renziano Giani, finendo per l’essere sconfitti alle elezioni di settembre, tirano le somme di quanto sta accadendo: “Sono pesantissime le accuse ad esponenti politici di primo piano della cosiddetta ‘governance’ toscana – osserva Alessandro Favilli del PRC – oltre a Gori c’è il consigliere regionale Pieroni, anche lui indagato per corruzione, e la sindaca di Santa Croce e presidente del Polo tecnologico conciario Giulia Deidda, accusata di associazione a delinquere e tuttora al suo posto. Qui non è un problema di singoli che sbagliano, c’è un modo di concepire il potere che va contrastato con strumenti che non possono essere affidati solo alle forze di polizia o alla magistratura. La lotta alla mafia riguarda le istituzioni politiche, culturali, economiche. Nessuno può sentirsi non coinvolto”.
Ieri sono partiti gli interrogatori del gip ad iniziare dagli arrestati, i vertici dell’Associazione Conciatori e gli esponenti vicini alla cosca Gallace.
Apparso su Il Manifesto in data 20.04.2021
Immagine da Wikimedia Commons (dettaglio)
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.