Gli uffici della Presidenza del governo hanno violato le linee guida della pubblica amministrazione che specificano i casi nei quali redigere verbali delle riunioni. È quanto ha sostenuto al quotidiano Mainichi l’avvocato Hiroshi Miyake, ex vicedirettore della commissione che si occupa degli archivi dell’esecutivo. Recentemente sono balzati agli onori delle cronache una serie di riunioni tenute dal premier con dirigenti di dicasteri ed agenzie nazionali senza che di essi sia rimasta alcuna traccia scritta.
Sempre in politica interna una mozione di sfiducia contro il premier è stata presentata lo scorso lunedì dai gruppi dell’opposizione progressista in Senato. A motivare la mozione il rifiuto da parte del capo del governo di accettare i risultati del rapporto dell’Agenzia per i Servizi Finanziari che sosteneva la non sostenibilità (ed autosufficienza per assicurare una vita degna agli anziani) sul lungo periodo del sistema pensionistico nazionale.
La mozione, firmata dai rappresentanti di Partito Costituzionale Democratico, Partito Democratico per il Popolo, Partito Socialdemocratico e Partito Comunista, è stata votata (ed ovviamente respinta) il giorno successivo.
Sui diritti civili il Governatore della Prefettura di Ibaraki Kazuhiro Oikawa ha annunciato il 24 giugno che l’amministrazione da lui guidata istituirà il primo luglio un registro per le coppie omosessuali le quali non godono di nessuna tutela pubblica nel Sol Levante (sono possibili soltanto atti notarili o accordi di tipo privatistico tra le parti).
I certificati rilasciati dalla Prefettura, il primo ente di questo livello ad annunciare queste misure, consentiranno una serie benefici alle coppie tra cui l’accesso all’edilizia residenziale pubblica, la concessione del consenso ad operazioni chirurgiche in caso di partner non in grado di esprimere la propria volontà ecc.
Sull’immigrazione un cittadino turco di etnia curda, il trentanovenne Mehmet Colak, ha attaccato con durezza il modo nel quale è stato trattato dalle autorità giapponesi: “non come un essere umano” ha affermato il richiedente asilo.
Colak è stato detenuto per un anno e cinque mesi in una struttura gestita dall’Ufficio per l’Immigrazione di Tokyo ed ha denunciato di non essere stato assistito quando malato. Da circa una settimana il trentanovenne è in stato libertà provvisoria in attesa che l’Ufficio Immigrazione analizzi di nuovo la domanda di asilo politico più volte respinta in passato.
Approvato frattanto dall’esecutivo il decreto che fissa la data per le elezioni che rinnoveranno la metà della Camera dei Consiglieri. Le urne si apriranno il 21 luglio mentre la campagna elettorale inizierà ufficialmente il 4 dello stesso mese.
Sul lavoro una ricerca condotta dal Ministero
dell’Istruzione ha evidenziato come un numero
altissimo di medici (circa 2.000 in 50 diverse istituzioni universitarie) abbiano sostanzialmente lavorato, anche
se in tirocinio, senza ricevere però
alcun compenso.
“Queste pratiche vanno corrette ed i
dottori pagati” ha affermato il ministro Shibayama.
In politica estera lo scorso mercoledì sono giunti nel Paese i primi capi di governo che parteciperanno al summit G20 di Osaka. “Vogliamo che l’incontro si concentri sui campi nei quali possiamo collaborare e soltanto dopo analizzeremo quelli nei quali si hanno differenti idee” ha affermato il premier Abe alcuni giorni prima dell’inizio del summit.
Primo incontro di rilievo avuto da Abe quello con il presidente francese Emmanuel Macron. I due massimi rappresentanti hanno avuto un colloquio lo scorso 26 giugno per definire un programma quinquennale di cooperazione bilaterale su sicurezza ed infrastrutture. In particolare su quest’ultimo punto non è un mistero che il Sol Levante sia impegnato in una forte azioni di contrasto alla Cina in particolar modo in India ed in alcune nazioni in via di sviluppo.
“Credo che siano due i temi più importanti di questo G20. Il primo è il commercio internazionale. Ci troviamo adesso in un momento di tensione molto forte tra gli Stati Uniti e la Cina e spero che in questa occasione si giunga ad un allentamento delle tensioni. Ritengo che la soluzione alle difficoltà che viviamo non stia negli accordi bilaterali ma nemmeno nell’ambito di un quadro di regole internazionali e tanto meno nel protezionismo. È molto chiaro che la soluzione sia invece nella modernizzazione del quadro multilaterale del commercio e ritengo si debba fare il punto con precisione sulla sovracapacità, sulla protezione della proprietà intellettuale e della modernizzazione degli organi che regolano le controversie. […] La seconda questione è quella del clima […] Abbiamo iniziato a muoverci e già assunto impegni internazionali sul primo argomento, il riscaldamento, con gli accordi di Parigi. Sul secondo, la biodiversità, l’anno 2020 sarà cruciale e, in un certo senso, siamo in cammino per affrontarlo” ha affermato il Presidente francese nella conferenza stampa congiunta successiva al colloquio.
Tra i temi discussi tra i due leader anche quello dell’alleanza che tiene insieme la nipponica Nissan e la francese Renault: “teniamo molto all’alleanza. Essa è un gioiello dell’industria” ha affermato Macron ribadendo la volontà di Parigi nel proseguire la cooperazione tra i due gruppi al netto degli scontri sui ruoli apicali e della vicenda che ha coinvolto l’ex numero uno dell’alleanza Carlos Ghosn.
Il 27 giugno si è invece tenuto un breve bilaterale tra Abe ed il capo del governo indiano Narendra Modi tutto incentrato sul contenimento economico e militare della Repubblica Popolare Cinese al fine di conseguire quella che diplomaticamente viene definita “area indo-pacifica libera ed aperta”. Nel corso del vertice è emersa la possibilità che India e Giappone avviino colloqui periodi nella formula 2+2 e cioè con la presenza dei rispettivi ministri di Esteri e Difesa.
Tra i temi discussi dai due capi di governo anche quello delle infrastrutture, settore nel quale i nipponici hanno vinto la concorrenza cinese in moltissimi progetti tra i quali quello della linea ad alta velocità Mumbai-Ahmedabad.
All’incontro con Modi è seguito quello con il presidente cinese Xi Jinping. Al netto delle tensioni, infatti, le relazioni tra i due Paesi rimangono strette e vicendevolmente indispensabili in un alto numero di campi. I due massimi rappresentanti hanno concordato di rafforzare le comunicazioni tra le due nazioni al fine di evitare che cresca la tensione nel Mar Cinese Orientale e ribadito l’importanza delle relazioni economiche bilaterali nonché il contrasto al protezionismo su scala globale.
Altro incontro di rilievo quello tra Abe e Donald Trump (preceduto da un incontro tra John Bolton e Taro Kono tenutosi sempre ad Osaka). “I nostri frequenti incontri dimostrano la robustezza dell’alleanza Giappone-USA” ha affermato Shinzo Abe tralasciando il fatto che oltre ad un coordinamento sulle vicende nordcoreane su tutti gli altri temi le distanze tra le due nazioni rimangono abissali.
L’incontro è stato anche l’occasione per mettere una pietra sopra le ultime dichiarazioni rilasciate dal Presidente americano il quale auspica una modifica del trattato militare bilaterale che assegni maggiori oneri al Sol Levante.
“Se il Giappone è attaccato noi combatteremmo la terza guerra mondiale. Partiamo e li proteggiamo combattendo con le nostre vite ed i nostri soldi… ma se qualcuno attaccasse noi il Giappone non ci aiuterebbe per nulla. Loro potrebbero soltanto guardare l’attacco su un televisore Sony” aveva dichiarato Trump prima di partire per Osaka.
L’occasione di Osaka è stata sfruttata anche per tenere un piccolo trilaterale Giappone-India-USA.
Presente al G20 anche il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk il quale ha iniziato la propria visita nell’Arcipelago rendendo omaggio alle vittime dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.
“Vengo da Danzica, una città completamente bruciata durante la guerra. Una città che è stata ricostruita grazie al grande sforzo dei suoi cittadini, una città simbolo di solidarietà che porta la speranza. Anche se la catastrofe atomica di Hiroshima va ben oltre le esperienze di guerra di altre città del mondo, distrutte dalle bombe e dal fuoco, siamo tutti legati dall’affermazione ‘mai più’” ha affermato Tusk intervenendo ad Hiroshima.
Nella Dichiarazione di chiusura del vertice non si sono registrate significative novità rispetto agli altri summit con questa formula. Particolare accento è stato posto sui rischi per la crescita globale posti dalle tensioni commerciali e geopolitiche. Riaffermata la necessità di una “politica fiscale flessibile ed amica della crescita” nonché di una “politica monetaria che continui a supportare le attività economiche e la stabilità dei prezzi”.
Al fine di non urtare la sensibilità degli USA e l’ego smisurato del loro Presidente la parola “protezionismo” così come l’affermazione che sia necessario lottare contro esso non si trovano nel documento di fine summit.
Un punto specifico è stato invece dedicato, e non poteva essere diversamente essendo questo G20 ospitato dal Paese più anziano del mondo, al tema dei cambi demografici e dei necessari interventi “fiscali, monetari, finanziari, del mercato del lavoro e delle altre politiche strutturali”.
Un appello è stato rivolto affinché si realizzi una riforma dell’Organizzazione Mondiale del Commercio; affinché si tuteli meglio la proprietà intellettuale; sulla necessità di infrastrutture di qualità.
Un punto a sé è stato inserito per far dichiarare agli USA, senza altro commento da parte del resto del G20, che la nazione nordamericana pur crescendo ha comunque ridotto le emissioni ed avviato propri programmi di sviluppo delle energie alternative anche senza l’ombrello degli Accordi Parigi.
Tra i temi posti dal Giappone in sede di G20 quello di un piano globale per la riduzione delle plastiche in mare che dovrebbe condurre nelle intenzioni di Tokyo ad uno stop totale di questo tipo di inquinamento entro il 2050. Il piano, denominato “Osaka Blue Ocean Vision” – già discusso a grandi linee tra il 15 ed il 16 giugno in uno dei tavoli ministeriali del G20 – è stato approvato anche dai capi di governo trovando spazio nel documento finale.
La giornata di sabato è stata anche l’occasione per un
incontro vis à vis tra Abe ed il presidente
russo Putin al fine di riprendere il filo della discussione (discussione
che quasi certamente proseguirà a settembre nell’ambito del forum di
Vladivostok) circa il trattato di pace
tra le due nazioni che chiuda simbolicamente e giuridicamente il secondo
conflitto mondiale.
L’incontro tra i due non ha portato apparentemente alcun passo in avanti se non
sul fronte della cooperazione economica
russo-nipponica nelle Curili e nell’Estremo Est russo. Il massimo
rappresentante russo si è comunque detto soddisfatto del summit mentre il
ministro dell’Economia di Tokyo Hiroshige Seko, intervistato dall’agenzia Tass il 27 giugno si è detto certo della
futura crescita della cooperazione economica specialmente nel settore
dell’energia, campo nel quale la russa Novatek sta trattando con aziende
nipponiche la loro partecipazione al progetto di invio di GPL “Artic 2”.
Nei rapporti con la Corea del Sud il presidente Moon Jae In ha nuovamente invitato il Sol Levante a far sì che le aziende nipponiche condannate dai tribunali corrispondano i risarcimenti dovuti e soltanto in seguito le due nazioni potranno sedersi per discutere del tema.
“Misure come quelle proposte aiuteranno la riconciliazione e rappresentano un passo in avanti nel miglioramento delle relazioni Corea-Giappone. Anche se Corea e Giappone hanno sottoscritto un trattato (cioè quello del 1965, ndr), esso va accettato dalle vittime” ha sostenuto Moon rigettando la posizione nipponica che invece afferma che il trattato bilaterale abbia sbarrato le porte a cause giudiziarie condotte individualmente da cittadini coreani.
Taro Kono e l’omologa Kang Kyung Wha si sono brevemente incontrati venerdì scorso ad Osaka sostenendo semplicemente che proseguiranno i contatti tra i due dicasteri e dunque in sostanza non dichiarando nulla.
In ambito militare stando a documenti ottenuti dal quotidiano Mainichi si è appreso che tra il 2010 ed il 2017 ben 134 incidenti provocati dalle truppe USA sono avvenuti nella base dell’aeronautica di Yokota ma soltanto 3 sono stati comunicati alle autorità nipponiche.
Tra gli eventi negati accaduti più spesso vi è stata l’espulsione di carburante dai velivoli statunitensi che lì stazionano.
Di Corea del Nord ed Iran hanno invece discusso lo scorso martedì nelle abituali conversazioni telefoniche il ministro della Difesa di Tokyo Takeshi Iwaya ed il facente funzioni degli Stati Uniti Mark Esper. Soprattutto nei confronti dell’Iran le due nazioni hanno posizioni opposte: se gli Stati Uniti di Trump auspicano lo scoppio della terza guerra mondiale al fine di affermare la propria potenza imperialistica il Sol Levante ha ribadito più volte di considerare l’Iran un partner importante per la stabilità ed il progresso in Asia e nel Medio Oriente.
Un incidente ha invece interessato un dragamine della Marina militare che lo scorso mercoledì, intorno alla mezzanotte, si è scontrato con una nave cargo nelle acque del Mare Interno di Seto a largo della costa di Hiroshima. Il dragamine Notojima (510 tonnellate) trasportava 41 persone di equipaggio mentre l’altra nave coinvolta (699 tonnellate) 5. Nello scontro non si è prodotto nessun ferito.
In economia il colosso Japan Post ha comunicato lo scorso lunedì che alcune società da essa controllata hanno venduto strumenti finanziari inadatti a persone anziane e che ciò ha dato il via ad un’indagine dell’ente preposto ai controlli. Stando a quanto affermato dal presidente della società Masatsugu Nagato circa il 40% dei titoli venduti a clienti ultrasettantenni sono risultati a loro inadatti.
Tra i contratti sotto indagine interna da parte dello stesso gruppo circa 5.800 proposti da Japan Post Insurance e che non avrebbero tenuto in conto la preparazione finanziaria dei clienti.
Nel settore automobilistico proseguono le iniziative appoggiate dalle autorità locali volte a dare il via a servizi di trasporto a guida automatica. La città di Eiheiji (Prefettura di Fukui) ha avviato il 24 giugno un test su un percorso di 6 chilometri che proseguirà fino al 20 dicembre di quest’anno e che coinvolge due piccole macchine da golf che potranno trasportare 6 o 7 persone ciascuna viaggiando ad una velocità massima di 12 chilometri orari. Partecipe all’esperimento, il più lungo mai condotto in Giappone, l’Istituto Nazionale Scienze Industriali Avanzate e Tecnologia.
Sempre nell’auto Toyota ha annunciato una riforma del proprio sistema di vendita. A partire dal prossimo maggio la società venderà tutti i propri veicoli (a marchio Toyota, Corolla, Netz, e Toyopet) nei propri 6.000 negozi sparsi per l’Arcipelago. Le concessionarie avvieranno inoltre un programma, volto a massimizzarne i profitti, di noleggio auto.
La stessa azienda, frattanto, potrebbe lanciare un sostanzioso piano di espansione nella produzione, in Indonesia, di auto ibride da 210 miliardi di yen da qui al 2023. Lo scorso anno la società guidata da Akio Toyoda ha prodotto nella nazione asiatica 200.000 autovetture.
Toyota, sempre secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, potrebbe preso contribuire alla piattaforma software per veicoli a guida autonoma sviluppata dalla cinese Baidu. Attualmente l’azienda sta sviluppando sistemi di intelligenza artificiale in cooperazione con SoftBank mentre altri colossi dell’auto come Honda e Ford hanno aderito al progetto cinese.
Monet Technologies, la joint venture creata con SoftBank, ha frattanto annunciato lo scorso venerdì il coinvolgimento nel proprio capitale di Mazda, Suzuki, Subaru, Isuzu e Daihatsu. Le cinque società investiranno circa 57 milioni di yen ed avranno ciascuna il 2% delle azioni (SoftBank manterrà la maggioranza relativa con il 35,2% seguita da Toyota che possiederà il 34,8%).
In casa Nissan l’assemblea degli azionisti convocata per il 25 giugno ha confermato il piano di riforma dell’organizzazione interna della società (con l’istituzione di tre comitati che sovraintenderanno nomi e conti) e confermato Saikawa quale proprio numero uno.
Il riconfermato amministratore delegato ha anche auspicato un prossimo piano di riequilibrio nella struttura del proprio capitale in quanto la partecipazione di Renault in Nissan per il 43,7% è diventato un “fattore di instabilità”. Nissan in questo complesso sistema di partecipazioni incrociate posside unicamente il 15% delle azioni di Renault e non gode del diritto di voto nell’assemblea degli azionisti della società francese. Nonostante le tensioni il presidente di Renault Dominique Senard si è augurato che le relazioni tra le due aziende, unite in alleanza con Mitsubishi, si normalizzino quanto prima.
Honda ha invece avviato il richiamo di 1,6 milioni di veicoli negli Stati Uniti al fine di sostiuire i air bag di Takata dimostratosi difettosi e sostituiti in tutto il mondo con massicce operazioni di richiamo (circa 70 milioni i veicoli coinvolti).
Nel settore aereo Mitsubishi Heavy Industries ha comunicato martedì scorso di aver raggiunto un accordo con Bobardier che porterà il colosso nipponico ad acquisire (per 550 milioni di dollari più l’assunzione di debiti per 200 ulteriori milioni) la società del gruppo canadese che sviluppa gli aerei passeggeri per i voli a medio raggio. Il ramo aeronautico della società giapponese ha già speso ingenti capitali (più di 5,6 miliardi di dollari) in ricerca e sviluppo al fine di costruire un proprio velivolo per questo specifico settore ma ha fino ad ora rimandato più volte la data di completamento dello stesso.
Nella distribuzione la catena Seven-Eleven Japan ha annunciato lo scorso lunedì che a partire probabilmente da luglio inizierà a vendere tutte le proprie monoporzioni di riso in plastiche biodegradabili. La società vende circa 2,2 milioni di queste monoporzioni chiamate onigiri e conta con questa mossa di sottrarre alla discarica 260 tonnellate di plastica l’anno.
Chiusura in Cina ed apertura in Vietnam per Takashimaya. La società giapponese a causa della forte concorrenza chiuderà il proprio centro commerciale di Shangai (aperto nel 2012 e con in forza 239 dipendenti) il prossimo 25 agosto.
In patria l’americana Walmart, proprietaria al 100% della catena giapponese Seiyu, potrebbe presto mettere sul mercato una percentuale, comunque inferiore al 50%, delle azioni al fine di racimolare fondi: a comunicarlo lo stesso amministratore delegato Lionel Desclee.
Nell’elettronica Tai Jeng-wu, amministratore delegato di Sharp ha annunciato la scorsa settimana che la società è tornata “in modalità normale” dopo aver terminato l’acquisto delle azioni privilegiate (per un valore di circa 200 miliardi di yen) possedute da Mizhuo Bank e da MUFG, i due gruppi finanziari che hanno sostenuto la società nel corso della crisi di quattro anni fa.
Cattive notizie invece per Japan Display: la società ha comunicato in settimana il sostanziale scioglimento del consorzio che doveva intervenire in suo salvataggio. Dopo TPK Holding, infatti, anche CGL Group (entrambe società con sede nella Cina Taipei), non parteciperà alla ricapitalizzazione della società fornitrice tra gli altri di Apple. L’unica azienda del vecchio consorzio interessata ad intervenire con 80 miliardi di yen è ad oggi la China’s Harvest Tech Investment Management della Repubblica Popolare.
Possibile invece che il fondo Oasis Management di Hong Kong intervenga, come confermato dalla stessa Japan Display, con una somma tra i 150 ed i 180 milioni di dollari.
Sempre in tale campo Fuji Xerox ha annunciato la chiusura del proprio impianto (aperto nel 2004) che in Tailandia riciclava fotocopiatrici e stampanti. La fabbrica ha riciclato in totale circa 60.000 tonnellate di plastiche, rame ed altri materiali.
Nell’edilizia confermato dall’assemblea degli azionisti al vertice di Leopalace21 Bunya Miyao.
Completamente rinnovato il vertice: sul totale dei dirigenti degli uffici centrali sono rimasti al proprio posto soltanto i 3 direttori non azionisti e soltanto uno (su otto) dei vecchi consiglieri di amministrazione azionisti. La società, specializzata nel settore degli affitti, ha scoperto quest’anno gravi difetti di costruzione in ben 16.000 appartamenti.
Sempre in campo ambientale lunedì è terminata la pluridecennale attività di pesca per ragioni scientifiche condotta dal Sol Levante. Con l’ultima cattura effettuata nel Mare di Ochotsk il 25 giugno si interrompe quindi ufficialmente un’attività proseguita per 32 anni ed inizierà ufficialmente la pesca di tali mammiferi per ragioni commerciali.
Sei operatori hanno fino ad ora ottenuto la licenza per poter effettuare questo tipo di pesca anche se l’Agenzia deputata al controllo delle attività ittiche non ha ancora stabilito la quota massima di cattura.
(con informazioni di consilium.europa.eu; g20.org; elysee.fr; whitehouse.gov; timesofindia.indiatimes.com; xinhuanet.com; tass.com; rfi.fr;yna.co.kr; ilsole24ore.com; j-display.com; monet-technologies.com; mainichi.jp; asahi.com)
Immagine da en.kremlin.ru
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