Un altissimo numero di viaggiatori ha utilizzato l’aeroporto di Narita durante le vacanze straordinarie concesse per celebrare l’intronizzazione di Naruhito. Ben 63.000 persone sono partite dallo scalo il 28 aprile e 62.000 sono arrivate (o ritornate) il 5 maggio: si tratta dei numeri più alti da quando, nel 1978, l’aeroporto è stato aperto.
A Sakai (Osaka), frattanto, è stato accolta con gioia la
raccomandazione da parte di un tavolo consultivo dell’UNESCO di inserire il Daisen Kofun, un antico sito funerario
imperiale, tra i patrimoni mondiali dell’umanità.
“Vogliamo che i turisti arrivino ma non
vogliamo tutto si esaurisca con il fare soldi: vogliamo puntare ad un ciclo nel
quale quelle risorse saranno utilizzate per preservare le tombe e l’ambiente
circostante” ha dichiarato Tomomi Matsunaga, tra le organizzatrici del
Sakai Kofun Festival.
Sul fronte welfare il parlamento nipponico ha approvato
mercoledì scorso in seconda lettura una normativa che restringerà l’accesso alla copertura assicurativa
pubblica soltanto agli stranieri che in Giappone lavorano ed ai loro familiari
più prossimi.
La normativa, che apporta modifiche a otto provvedimenti legislativi, intende
impedire che stranieri che non abbiano mai vissuto nel Sol Levante possano
usufruire dei benefici del sistema sanitario pubblico.
Il precedente sistema assicurava copertura ai familiari a carico di un
lavoratore straniero anche se questi continuavano a vivere all’estero.
Nel lavoro il premier Abe ha comunicato che saranno
realizzate misure di legge volte a favorire
le assunzioni dei lavoratori fino al settantesimo anno d’età al fine di
contrastare anche con tale misura il calo di manodopera.
Molte aziende attualmente effettuano pensionamenti obbligatori dei propri
dipendenti all’età di 60 anni mentre pochissime hanno abolito tale limite dai
propri contratti anche se, ed in percentuali poco sopra il 25%, poi riassumono
sotto altre forme gli stessi dipendenti dopo averli pensionati.
Chieste migliori
condizioni di lavoro per quanti sono impiegati nei lavori per la costruzione
delle strutture olimpiche da parte della Building and Wood International.
La BWI, federazione mondiale dei sindacati dei lavoratori dell’edilizia, delle
ditte di materiali da costruzione e di coloro che operano nei settori del legno
e delle attività forestali, ha recentemente diffuso un report dal titolo Il lato oscuro delle Olimpiadi di Tokyo 2020
nel quale si denunciano i bassi salari ed orari di lavoro eccessivi.
“Le Olimpiadi erano per il Giappone
un’occasione per affrontare alcuni delle mancanze che da molto tempo affliggono
il settore delle costruzioni in Giappone, tuttavia questi problemi sono
peggiorati” ha dichiarato il Segretario Generale di BWI Ambet Yuson.
Il report, basato su interviste ai lavoratori impegnati nella costruzione del
Nuovo Stadio Nazionale e del villaggio olimpico, è stato inviato al governo
metropolitano della capitale, al Consiglio Giapponese per gli Sport e alle
organizzazioni responsabili della costruzione degli impianti.
Stando ai dati raccolti a causa della carenza di manodopera (vi sono
attualmente nel settore edile nipponico 4,3 posti di lavoro disponibili per
ogni potenziale lavoratore) la risposta delle aziende è concentrata piuttosto
che nell’offrire migliori condizioni per potenziali nuovi lavoratori
nell’esercitare pressioni su quelli che già vi lavorano: spesso stranieri altamente ricattabili.
“Alcuni lavoratori hanno dichiarato di
aver dovuto comprare le attrezzature di sicurezza” ha rimarcato Yuson
sottolineando come vi siano già stati in questi lavori due morti da infortunio
ed un caso di karoshi.
“Il subappalto sfrenato rende più
difficile garantire un luogo di lavoro sano e sicuro, i salari rimangono bassi
e vi è una costante precarietà: è questa l’eredità che gli organizzatori di
Tokyo 2020 vogliono lasciare?” si è chiesto il dirigente sindacale.
Tra le violazioni denunciate anche ricorsi che sono stati rigettati perché
presentati dalle organizzazioni sindacali e non dai singoli lavoratori, una
restrizione che, si legge nel rapporto “costituisce
una grave violazione dei diritti alla rappresentanza”.
Dati poco incoraggianti circa le condizioni di lavoro anche
quelli provenienti da una ricerca realizzata dal Sindacato Nazionale Insegnanti
e Personale Scolastico (Zenkyo) e pubblicata lo scorso 10 maggio.
La ricerca, condotta su 19.756 studenti medi (appartenenti a 425 diverse scuole
di 25 Prefetture), ha mostrato come un numero altissimo (il 97,5%) dei
diplomati ha avuto successo nel trovare un posto di lavoro ma ha anche mostrato
che molti colloqui di lavoro sono stati
svolti in violazione delle leggi specialmente nei casi di candidature femminili
alle quali sono state rivolte domande circa l’intenzione o meno di sposarsi.
Alcuni giorni dopo un’altra ricerca, realizzata tra
settembre ed ottobre 2018 dalla Federazione dei Sindacati dei Lavori degli Enti
Locali su 12.725 infermiere, ha
mostrato come il 42,8% di esse abbia
subito dai propri superiori abusi di potere. Il 20,5% ha inoltre denunciato
di aver subito molestie sessuali
(per il 60% da parte di pazienti).
Oltre 11.500 rispondenti hanno inoltre dichiarato di effettuati regolarmente straordinari nell’82,1% dei casi non
retribuiti.
Sulle ore di lavoro alcune aziende hanno annunciato una loro
riduzione. Nello specifico Microsoft Japan inizierà a sperimentare dall’agosto
di quest’anno una settimana lavorativa
di 4 giorni mentre Mitsubishi Jisho Property Management ha già ridotto il
numero di ore nello scorso anno fiscale.
Misure analoghe sono state adottate da Sumitomo Life Insurance e da Dentsu,
società operante nella pubblicità ed al centro alcuni anni fa di un caso di
morte da superlavoro.
In politica interna si è svolto lo scorso martedì il primo incontro ufficiale tra il premier Abe ed il nuovo Imperatore Naruhito. Per legge i contenuti dell’incontro non possono essere diffusi ma è probabile che i due si siano confrontati sul tema delle modifiche costituzionali e/o sulla modifica della legge sulla Casa Imperiale al fine di assicurare la successione femminile al trono (Naruhito ha infatti soltanto una figlia).
Frattanto ha suscitato enorme scandalo quanto affermato da
un parlamentare del partito di
opposizione di ultradestra Nippon Ishin no Kai.
Il deputato Hodaka Maruyama, parlando lo scorso sabato notte con un gruppo di
ex residenti dell’isola di Kunashir tornati a far visita alle tombe dei loro
parenti dopo che un accordo tra i due governi ha facilitato il regime dei visti
per questo scopo, avrebbe ventilato la possibilità di dichiarare guerra alla Russia per riprendere le isole (“se non facciamo la guerra la questione non
sarà risolta?” ha chiesto Maruyama al capo della comitiva).
Il parlamentare, che al momento della dichiarazione era ubriaco, si è scusato
per la pericolosa affermazione ma ciò non è bastato a salvare la propria
permanenza in Nippon Ishin no Kai: il partito ha infatti deciso, il 14 maggio,
di espellerlo.
Il Presidente del partito, Ichiro Matsui, ha chiesto a Maruyama di rassegnare
anche le dimissioni da membro della Camera dei Rappresentanti.
“Ciò che ha affermato può colpire il
lavoro fatto sulla questione dei Territori del Nord” ha affermato Matsui
porgendo le scuse a nome del partito.
“Il nostro obiettivo è il ritorno dei
Territori del Nord per via diplomatica” ha commentato in conferenza stampa
il Portavoce dell’esecutivo Suga precisando che queste esternazioni “non avranno impatto nei negoziati
nippo-russi”.
“Ha bevuto troppo ed ha litigato con un
membro della comitiva” ha provato a ridimensionare il ministro per Okinawa
ed i Territori del Nord Mitsuhiro Miyakoshi.
“La sua osservazione mi ha fatto venire i
brividi lungo la schiena: sono inorridito nel constatare che esistano
parlamentari così” ha commentato Kiyomi Tsujimoto del Partito Costituzionale
Democratico.
“Ha danneggiato l’interesse nazionale del
Giappone” ha sostenuto Yuichiro Tamaki, Presidente del Partito Democratico
per il Popolo e sostenitore, sia pure dall’opposizione, del ritorno delle
quattro isole alla sovranità nipponica.
Sei partiti dell’opposizione venerdì scorso hanno depositato una mozione di
censura contro il deputato chiedendone le dimissioni.
Da parte russa la Presidentessa del Consiglio della Federazione Valentina
Matviyenko ignorando quanto affermato dal deputato giapponese si è augurata una
politica di ulteriori facilitazioni nelle concessioni dei visti tra i due Paesi
al fine di favorire il turismo.
Lo stesso giorno dell’espulsione di Maruyama, per altro, l’Organizzazione
Nazionale per il Turismo del Giappone e l’Unione Russa del Turismo hanno
siglato un accordo di cooperazione.
Sempre in politica interna si è tenuto lo scorso 12 maggio
il plenum del Comitato Centrale del
Partito Comunista con all’ordine del giorno le prossime elezioni per il rinnovo parziale della Camera
dei Consiglieri che si svolgeranno in luglio.
La riduzione delle disparità e le condizioni economiche delle famiglie le due
priorità individuate dal Presidente Shii nella propria relazione.
Discusso ed approvato anche un piano
economico da 7.500 miliardi di yen in radicale alternativa al programmato
aumento della tassa sui consumi e che chiede, al contrario, una scala
mobile per le pensioni più basse, un limite agli straordinari, un aumento del
salario minimo orario a 1.000 yen, un deciso investimento nell’istruzione
universitaria.
Timori per gli effetti che l’aumento dell’imposta avrà sui
consumi sono stati espressi anche dall’Associazione Nazionale delle Attività
del Commercio e dell’Industria (Zenshoren).
In una ricerca realizzata dall’associazione, che riunisce piccole attività
commerciali ed artigiani, si è evidenziato come un numero elevato di operatori si è detto certo che le vendite
caleranno (con percentuali tra il 40% ed il 50% dei rispondenti a seconda
del volume complessivo delle proprie attività).
In politica estera il nuovo
ambasciatore sudcoreano a Tokyo Nam Gwan-pyo si è augurato che le relazioni
tra i due Paesi torneranno ad essere “orientate al futuro”.
“Con il suo aiuto spero che potremo
risolvere le situazioni difficili createsi tra i nostri due governi” ha
affermato Nam nel primo incontro con il ministro Taro Kono.
Sulle vicende iraniane, mentre nubi nere si addensano sullo Stretto di Hormuz ed accuse di sabotaggi da parte della Repubblica Islamica sono lanciate dai sauditi, il ministro degli Esteri di quel Paese, Mohammad Javad Zarif si è recato in Giappone (Paese che ha aderito alle sanzioni imposte dall’amministrazione Trump interrompendo gli acquisti di petrolio iraniano) per colloqui con l’omologo Kono e con il premier Abe.
Zarif ha dichiarato che l’Iran intende rispettare l’accordo sul nucleare civile ma ha anche avvertito che “con certezza ci difenderemo e risponderemo ad ogni minaccia posta alla nostra sicurezza nazionale”. L’80% del petrolio acquistato dal Giappone passa per lo Stretto di Hormuz, motivo per il quale il Sol Levante è particolarmente interessato ad assicurare un abbassamento della tensione nell’area.
Sul deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti ed Iran, lo scorso 16 maggio, Shu Watanabe, vicepresidente del Partito Democratico per il Popolo e favorevole all’alleanza USA-Giappone, si è chiesto se il governo ha allo studio la possibilità di inviare sminatori delle Forze di Autodifesa nello Stretto.
Visita negli stessi giorni a Tokyo di Yang Jieichi, membro del Politburo del Partito Comunista Cinese il
quale ha incontrato il premier Abe.
“La visita del Presidente Xi sarà
un’occasione per sviluppare ulteriormente i legami bilaterali che sono
ritornati su binari normali e creare una nuova era per il Giappone e la Cina”
ha affermato il premier al termine del colloquio augurandosi la presenza del
massimo rappresentante cinese al prossimo G20 che si terrà a giugno nella città
nipponica di Osaka.
In ambito militare il Giappone potrebbe, a partire dal 2022, creare un’unità di difesa spaziale con circa 100 soldati con il compito di monitorare i rifiuti spaziali e la sicurezza dei satelliti. Sede della nuova unità dovrebbe essere la base dell’aviazione di Fuchu (Tokyo).
Una bocciatura a tutto tondo delle politiche della Difesa messe in atto dal Giappone è stata quella
fatta dal deputato del Partito Costituzionale Democratico Hiranao Honda, il
quale – intervenendo in sede di discussione sui programmi elaborati dopo l’anno
2000 ed in particolare sul piano a medio termine 2001-2013 – ha chiesto del
cambio, ritenuto dal proprio partito come positivo, di atteggiamento verso la
Corea del Nord (di “dialogo senza
condizioni” aveva infatti parlato Abe la scorsa settimana) ed ha poi
sottolineato l’ipocrisia delle misure
militari prese dal Governo in violazione della Costituzione ma utilizzando
formule ambigue (“si parla di scorta
multifunzionale invece di usare il termine portaerei”).
In secondo luogo Honda ha rimarcato come i
costi della Difesa siano in questi anni continuamente cresciuti in
particolare per effettuare acquisti di materiale bellico (a scopo
essenzialmente offensivo dato che si tratta di missili per il sistema Aegis e
di caccia F-35) dagli USA.
Nella stessa discussione una modifica
dello Status of Forces Agreement (l’accordo
che regola il trattamento giuridico riservato al personale in servizio presso
le basi USA) è stata richiesta dal Partito Democratico per il Popolo anche alla
luce di un recente report realizzato dalla Prefettura di Okinawa nel quale si
mostra come altre nazioni alleate degli USA non prevedono così tanta libertà di
movimento ad esempio ai velivoli militari statunitensi (soggetti a rigide
autorizzazioni in Belgio che è stato tra i Paesi citati nel rapporto).
A conferma di quanto sostenuto da Honda è giunta in chiusura di settimana
l’autorizzazione da parte degli Esteri di Washington alla vendita al Sol
Levante di 160 missili a medio raggio per 317 milioni di dollari. I missili “non alterano l’equilibrio militare nella
regione” si legge nel comunicato dell’agenzia USA che ha effettuato la
vendita ed il Giappone “non avrà
difficoltà a collocare questi missili aggiuntivi all’interno delle proprie
forze armate”.
Frattanto polemiche inevitabili susciteranno le ammissioni
del dicastero guidato da Iwaya circa il trasporto
di materiale bellico da parte di guardie (con cittadinanza nipponica) in
servizio presso la base militare USA di
Sasebo (Prefettura di Nagasaki) al
di fuori del perimetro della base e sulla pubblica via. Il Ministero era
stata informato di quanto accaduto lo scorso 24 aprile da un sindacato dei
lavoratori presente nella base.
La legge nipponica vieta il trasporto di armi all’interno di veicoli fuori
dagli spazi destinati alle basi militari.
In chiusura di settimana, come preannunciato ormai da tempo,
la Dieta ha anche dato il via libera all’estensione
della partecipazione di truppe nipponiche alla missione in Sudan del Sud.
Le truppe delle FA saranno dispiegate nel Paese almeno fino al 31 maggio 2020.
La missione era costata il posto alla ministra della Difesa Tomomi Inada
(oltreché all’allora Capo di Stato Maggiore) per l’insabbiamento di alcuni
report dell’unità militare dispiegata a Juba nei quali si evidenziava la
presenza di combattimenti nell’area: una dei principi fissato dalla legge
nipponica sulle attività di peacekeeping è proprio quello che le truppe delle
FA possono essere impiegate in un’area soltanto se nella stessa non vi sono in
corso scontri armati.
In economia Parasonic
ha annunciato una cooperazione con la cinese GS-Solar al fine di aumentare la propria produzione di pannelli fotovoltaici. A tal fine
l’azienda dovrebbe trasferire l’impianto che ha sviluppato in Malesia nella
provincia cinese del Fujian.
La nuova società sarà posseduta per il 90% da GS-Solar e per il 10% dalla
società nipponica.
Profitti record per
Toshiba. La società ha comunicato lo scorso lunedì che nell’anno fiscale
appena conclusosi ha riportato utili per 1.010 miliardi di yen (+26% rispetto
allo scorso anno).
Gran parte del dato è stato dovuto alla vendita, per 2.000 miliardi di yen, del
ramo chip Toshiba Memory (del quale la società possiede ancora una quota sia
pure di minoranza).
Nonostante questi dati positivi in virtù dell’ingordigia tipica dei capitalisti
Toshiba prevede di tagliare 7.000 posti
di lavoro tra quest’anno ed il 2024 (823 hanno già lasciato l’azienda a
marzo nell’ambito di un piano di prepensionamenti).
Annunciata invece da Sony l’inizio di una cooperazione con Microsoft sull’intelligenza artificiale. Le due società, concorrenti sulle strumentazioni di gioco, hanno siglato lo scorso giovedì un memorandum sullo sviluppo di un progetto Microsoft sull’intelligenza artificiale nonché sul miglioramento dei sensori visivi.
Nell’auto preoccupazione è stata espressa da Akio Toyoda,
presidente di Toyota e dell’Associazione Giapponese Produttori di Automobili.
In una conferenza stampa convocata il 13 maggio il leader delle aziende
automobilistiche ha parlato di “troppe incertezze” che gravano sul
mercato dell’auto in particolare a causa della guerra tariffaria scatenata
dagli Stati Uniti.
“Ci sono delle nuvole e non riusciamo
ancora a vedere il sole” ha sostenuto Toyoda.
A conferma di quanto sostenuto da Toyoda anche uno dei
principali indici economici del periodo, i cui dati sono stati diffusi dal
governo lunedì scorso, mostra segni di peggioramento.
A marzo l’indice sulla condizione delle
imprese è calato dello 0,9 rispetto allo scorso mese (l’indice è a base
cento sul 2015).
In calo, per la prima volta da cinque
anni a questa parte, anche il surplus che ha raggiunto (in questi primi
mesi del 2019) quota 19.410 miliardi (-12,4%).
Profitti in calo, proprio nell’auto, sono stati riportati da Nissan. La società ha reso noto che lo scorso anno fiscale gli utili sono stati pari a 319,14 miliardi di yen: si tratta del dato più basso degli ultimi nove anni.
Tensione per i dazi USA è stata espressa anche dall’industria elettronica. Aziende come
Murata Manufacturing hanno già rivisto al ribasso le proprie prospettive per
l’anno fiscale in corso.
“Se si proseguirà su questa strada sarà
un duro colpo per le aziende giapponesi” ha commentato al quotidiano
Mainichi Akira Minamikawa, direttore dell’azienda di consulenza IHS Markit.
Gli USA sono pronti a
bloccare un aumento dei dazi nell’automobile qualora UE e Giappone si impegnino
a ridurre le esportazioni le quali costituirebbero, secondo un report del
Dipartimento al Commercio, “un serio
rischio per la produzione americana”.
Frattanto l’Alleanza dei Produttori di Automobili, forum che tiene insieme le
12 maggiori aziende del settore a livello globale, ha messo in guardia circa
gli effetti della politica portata avanti da Trump la quale potrebbe portare
alla perdita di 700.000 posti di lavoro negli USA negando con decisione che le
auto importate siano una minaccia alla sicurezza nazionale degli States come
denunciato dal governo di quel Paese.
“La storia ha mostrato come la
limitazione delle importazioni di veicoli e componenti sia controproducente per
l’occupazione” si legge in un comunicato diffuso da Toyota dopo le
dichiarazioni di Trump.
Nel contempo le aziende del settore stanno cercando di diversificare gli investimenti: Nissan ha annunciato che lancerà sul mercato americano a partire da quest’autunno sistemi di assistenza alla guida in autostrada mentre Toyota potrebbe fornire le tecnologie sviluppate insieme ad Uber alla singaporiana Grab taxi Holding ed all’indiana ANI Technologies.
In agricoltura si
è concluso domenica scorsa il G20
dei ministri del settore ospitato dalla città di Niigata.
“L’innovazione e le conoscenze sono
indispensabili per una crescita sostenibile della produttività” si legge
nella dichiarazione finale del vertice.
I partecipanti hanno anche sottoscritto l’impegno a ridurre lo spreco di cibo ed a condividere
con i Paesi più deboli le informazioni scientifiche concernenti i patogeni
animali e vegetali che affliggono l’agricoltura di molte nazioni africane.
Il summit è stato l’occasione per una nuova richiesta, a margine dei lavori, da
parte del ministro USA Perdue per una riduzione da parte nipponica dei dazi sui prodotti agricoli statunitensi.
Perdue, trattenutosi fino a lunedì in Giappone, si è anche prestato ad
un’operazione propaganda della carne statunitense in Giappone inscenando una
grigliata in un centro commerciale della capitale.
Lo scorso venerdì il Ministero della Salute di Tokyo ha rimosso, andando
incontro alle pressioni USA, il divieto di importazione di carne di bovino
statunitense proveniente da animali sopra i 30 mesi. Il divieto risaliva al
2003 quando negli USA vennero scoperti dei casi di encefalopatia spongiforme
bovina.
Nelle telecomunicazioni KDDI
ha annunciato il lancio di piani tariffari che costeranno il 40% in meno di
quelli della maggiore rivale e cioè la NTT Docomo.
Nello specifico uno dei piani per il traffico dati passerà dal prossimo primo
giugno dai 6.000 ai 3.480 yen al mese.
Megafurto di dati personali denunciato da Fast Retailing: 461.000 clienti che hanno acquistato on line abiti a marchio Uniqlo e GU sono state vittima di un accesso non autorizzato alla piattaforma che ha comportato la diffusione di nomi, indirizzi, numeri di telefono e dati delle carte di credito.
Conferma dati non brillanti Takeda Pharmaceutical: secondo quanto comunicato il 14 maggio la
società prevede un’esposizione pari a 3,5 miliardi di dollari. Il dato è dovuto
alla acquisizione effettuata lo scorso anno dell’irlandese Shire.
Il gruppo farmaceutico prevede però una crescita delle vendite nell’anno
fiscale iniziato il primo di aprile pari al 57,4 (3.300 miliardi di yen) proprio
grazie all’acquisto della società europea.
Nel settore bancario
quattro dei cinque maggiori gruppi dell’Arcipelago hanno riportato un calo
degli utili nello scorso anno fiscale. I dati peggiori sono stati quelli di
Mizhuo Financial Group (-83,2%) ma cali consistenti hanno interessato
anche Mitsubishi UFJ Financial Group e Sumitomo Mitsui Financial Group. “Le incertezze sull’economia globale
crescono” ha rimarcato in conferenza Jun Ota di Sumitomo Mitsui.
Sempre in settimana Suruga Bank ha
comunicato di aver effettuato mutui per 1.000 miliardi di yen. Al fine di
stabilizzare il proprio patrimonio la società ha annunciato una cooperazione
con Shinsei Bank ed affidato ad un avvocato di investigare sui mutui concessi
per l’acquisto di circa 38.000 case condivise dopo aver ammesso l’esistenza di
falsificazioni nella concessione degli stessi.
Nel nucleare TEPCO
ha iniziato lunedì scorso i test di
sospensione di fornitura di acqua nel secondo reattore dell’ex centrale di
Fukushima al fine di rilevare le temperature cui giunge il combustibile
nucleare al netto delle azioni di raffreddamento.
Non è ancora chiara, frattanto, la sorte dell’enorme quantità di acqua altamente contaminata (e non
decontaminabile nonostante i tentativi fin qui fatti) stoccata nell’impianto.
Tra le diverse opzioni vi sono il rilascio in mare (cosa in parte avvenuta,
pare accidentalmente), l’iniezione in uno strato profondo della crosta
terrestre, il rilascio in atmosfera, l’elettrolisi e l’idrogenazione del trizio
ecc. ecc.
Nessuna soluzione è stata ancora trovata per l’elemento più pericoloso trovato
nelle acque: lo stronzio 90. Secondo
indiscrezioni raccolte dal quotidiano Mainichi vi sarebbe allo studio da parte
dell’esecutivo anche la possibilità di creare
un deposito a lungo termine.
Attualmente le tonnellate di acqua immagazzinate ammontano ad un milione mentre
il piano elaborato da TEPCO aveva stimato una capacità massima di stoccaggio
pari a 1,37 milioni di tonnellate per il 2020: agli attuali livelli di
penetrazione delle acque nell’impianto tale tetto sarà raggiunto molto prima
del previsto.
“Da un punto di vista scientifico l’unica
soluzione è la diluzione nell’oceano” ha sostenuto ancora lo scorso marzo
il Presidente dell’Autorità Regolatrice per il Nucleare Toyoshi Fuketa.
In ambito tecnologico l’Università
del Kyushu ha avviato un progetto di ricerca sulle automobili volanti e sugli
aerei elettrici. Ad avviare la ricerca una equipe presso il campus Ito a
Nishi (Fukuoka) costituitasi da appena un mese.
“Useremo il nostro bagaglio di tecnologie
per sviluppare sistemi in grado di non perdere posizioni rispetto a quanto
sviluppato in Europa ed America” ha commentato il capo del gruppo di
ricerca Masataka Iwakuma.
(con informazioni di Japan Press Weekly 8 – 14 mag. 2019; dsca.mil; g20agrijapan.maff.go.jp; bwint.org; tass.com; autoalliance.org;toyota.com; panasonic.com; cdp-japan.jp; mainichi.jp)
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Ha collaborato con gctoscana.eu occupandosi di Esteri.