Logistica. Da giorni 39 lavoratori in appalto al grande magazzino di smistamento merci della multinazionale Zara a Reggello sono in sciopero e presidio davanti ai cancelli. La loro “colpa” è quella di aver lottato per ottenere il rispetto del contratto nazionale di lavoro del settore, in risposta è stata annunciata la chiusura dello stabilimento alle porte di Firenze. Si Cobas e Filcams Cgil: “Zara ci ripensi, e applichi ovunque il contratto”.
La loro “colpa” è quella di aver lottato per ottenere il rispetto del contratto nazionale del settore, quello della logistica in appalto. In risposta la multinazionale dell’abbigliamento Zara, da cui di fatto dipendono, ha annunciato per fine mese la chiusura del grande magazzino in cui lavorano. Si tratta di quello di Reggello, alle porte di Firenze, strategicamente produttivo per la distribuzione delle merci non soltanto in Toscana ma in tutto il centro Italia. Un caso di “delocalizzazione interna”, denunciano i Si Cobas e la Filcams Cgil, con lo spostamento delle merci su altri magazzini e in altri sub-subappalti, dove ancora il contratto nazionale non viene applicato.
La risposta dei 39 addetti del magazzino, in gran parte immigrati e organizzati sindacalmente con i Si Cobas, è stata quella di entrare in sciopero e in presidio permanente fuori dai cancelli della grande struttura in via Pian di Rona. I lavoratori hanno manifestato anche davanti ai punti vendita Zara di Firenze, in piazza della Repubblica e in Calimala. Ma ad oggi [16 febbraio ndr], alla fine della prima settimana di mobilitazione, la multinazionale spagnola non ha fatto passi indietro.
“Vogliono chiudere perché qui si rispettano i contratti – ribadisce Luca Toscano del sindacato di base – a Reggello non siamo di fronte a una crisi aziendale ma solo a una multinazionale che, tramite il sistema degli appalti al ribasso, vuole risparmiare sul costo della forza lavoro e liberarsi dei lavoratori sindacalizzati. Lavoratori che hanno lottato, e conquistati il rispetto del contratto nazionale, dopo che per anni hanno lavorato su turni massacranti, con paghe inadeguate e misere, in violazione completa del contratto di lavoro e delle normative, e inoltre di essere stati costretti a ‘restituire’ una parte del proprio stipendio alla cooperativa che gestiva l’appalto”.
Da parte sua, Rosa Anna Lombardo aggiunge: “Come Filcams Cgil di Firenze abbiamo chiesto a Zara di verificare le condizioni dei lavoratori e gli accordi in merito ai servizi di logistica in appalto in Italia, poiché riteniamo inaccettabile che non si applichi il contratto nazionale. Naturalmente chiediamo poi che Zara possa riconsiderare la propria scelta, mantenendo operativo il magazzino di Reggello”.
A sostegno della mobilitazione sia Potere al Popolo che Rifondazione Comunista: “Sabato [16 febbraio, ndr] manifestiamo davanti ai negozi Zara del paese, in solidarietà con i lavoratori – anticipa la consigliera comunale Miriam Amato di Pap – perché anche da noi sono una realtà condizioni di sfruttamento legate alle esternalizzazioni, agli appalti al ribasso, alle cooperative, e alle condizioni di ricattabilità imposte per legge ai lavoratori immigrati, come strumento per comprimere i salari”.
Sulla stessa linea Roberto Travagli, responsabile lavoro del Prc fiorentino: “Siamo di fronte a violazioni delle norme del diritto del lavoro e dei contratti collettivi. Sarebbe bene che le autorità competenti facessero adeguati approfondimenti”.
Apparso su Il Manifesto il 16 febbraio 2019
Immagine di Manel Zaera liberamente ripresa da flickr.com
Giornalista de il manifesto, responsabile della pagina regionale toscana del quotidiano comunista, purtroppo oggi chiusa. Direttore di numerosi progetti editoriali locali, fra cui Il Becco.